I nostri ascolti

Wicked Angel, “Heads will roll” (US power, 1998)



Gran disco dai connotati horror-metal, talvolta con sfumature epiche e thrashy, preso sulla fiducia dopo aver ascoltato un paio di pezzi sul tubo.

Siamo al cospetto del versante oscuro del power americano, quello di Tyrant, Iron Cross, Ravensthorn, certi Cirith Ungol e via dicendo.
La voce salmodiante di Rob Rose quando si fa aggressiva va a parare dalle parti dello screaming, che utilizza nel modo in cui King Diamond usa il falsetto, cioè per creare uno "stacco" tra le strofe (spesso in virtù di esigenze narrative, per così dire).
Uno screaming efficace e mai troppo invadente, sempre al servizio di belle canzoni.

L'unico pezzo che non mi accende (senza essere brutto) è “Hard on you”. E avrei sforbiciato “Bloodlust”. Inoltre un paio di pezzi finiscono per somigliarsi a causa di strutture simili, ma la qualità media è comunque alta e i ritornelli ben congegnati aiutano molto.
Poi se un album ha due brani lenti e tutt'e due riescono a superare lo scoglio-Dwight, di solito ostile a quel genere di composizione, significa che la scrittura è superiore alla media.

Preso nella ristampa della Noise con altra copertina. Versione in jewel case, booklet nella norma.
Un limite è invece la qualità di registrazione, in particolare il suono della batteria: si poteva fare di meglio, sembra registrata negli anni '80.

Album davvero valido, consigliato all'amico @Vic Rattlehead e ai fan di Death SS e altri gruppi capaci di ammantare di epicità le atmosfere macabre delle composizioni (avete presente il ritornello di “Vampire”?).
Per me superiore ai lavori di Them, Attic e altra gente di scarsa personalità.

Media voti attuale su RYM: 3,22/5 su tredici votazioni.
Nessuna rece su TM.

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Aggiunto alla lista ascolti, grazie per la segnalazione

 

Scorpions, “Animal magnetism” (hard rock, 1980)



Da non-fan degli scorpioni dico che questo qui è un buon album, solo che il precedente “Lovedrive” (acquistato anch'esso poco tempo fa, e commentato da queste parti l'estate scorsa) mi era piaciuto di più.
Era bello metalloso, qua invece siamo dalle parti dell'hard rock puro e semplice, non c'è l'esplosività di una “Another peace of meat” o di una “Can't get enough”.

Più in generale credo che le migliori canzoni di quest'album, a parte la fantastica “The zoo”, non siano all'altezza delle migliori canzoni di quell'album; persino l'osannata ballad “Lady Starlight”, alle mie orecchie, non riesce ad avere la meglio sulla diretta rivale, “When the smoke is going down”.
Ciò non toglie che le mie orecchie godicchino ugualmente grazie alla citata “The zoo”, alla doppietta iniziale “Make it real” e “Don't Make No Promises”, e alla title track posta in chiusura, più dura e minacciosa della media.
Il resto mi sembra piacevole ma non imprescindibile.

CD preso in edizione “cool price” a gennaio: niente foto, solo testi. Tocca accontentarsi.
Dodax per un periodo mise a pochi euro le ristampe (mi pare che ne approfittò @Vittorio), oggi è diventato più difficile trovare questi dischetti a prezzi popolari e io non sono abbastanza fissato con gli Scorpions per sforare il budget che mi impongo tutte le volte, anche se ridendo e scherzando mi ritrovo in casa una decina di loro album.

Media voti attuale su RYM: 3,48/5 su oltre duemila votazioni.
Nelle liste dell'edificante Dustx, la media è pari a 77/100.
Qui la rece di TM (voto 82 su 100):
Recensione Animal Magnetism - truemetal.it

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Motorhead, “Iron fist” (1982)



Ho deciso di recuperarlo in una botta di nostalgia, ricordando i tempi in cui compravo almeno un CD dei Motorhead all'anno.

Prima volta che lo ascolto nella purezza del digitale e devo dire che i suoni non mi sembrano affatto mosci, come sosteneva Lemmy, almeno nell'edizione che ho acquistato quest'anno (ristampa Sanctuary del 2004). Penso che un “March or die” sia messo peggio.

Quanto alle canzoni, l'album parte benissimo con la fantastica title track (tra i primi brani ad avermi introdotto nell'universo Motorhead, tantissimi anni fa), "Heart of Stone" e “I'm the doctor”, poi cala. Non che diventi brutto ma il resto è... nella media, a parte qualche scheggia qui e lì (“Speedfreak”).

Musica alla Motorhead, grintosa e talvolta molto veloce. Non ci trovo nulla di particolarmente debole, solo qualche pezzo un po' ripetitivo (“America”, che pure ha dei gran riff) o sottotono (“Don't need religion” non mi ha mai detto un accidenti, a parte il furtarello a “Cat scratch fever”).
Ma le canzoni brutte sono altre, infatti non riesco a immaginare un fan dei Motorhead che possa considerare “Iron fist” meno che discreto.
A me stanca presto, però. E di sicuro non lo indicherei come l'album dal quale iniziare a conoscere Lemmy e soci.

Media voti attuale su RYM: 3,56/5 su oltre tremila votazioni.
Nelle liste dell'edificante Dustx, la media è pari a 76/100.
La rece di TM (voto 80/100):
Recensione Iron Fist - truemetal.it

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Per ascoltare l'intero album:

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Non so se capita anche a voi ma certe volte, tipo stamattina, non riesco a trovare niente di nuovo, anche solo dal punto di vista personale e non necessariamente di recente uscita, soddisfacente da ascoltare; salto da un album all'altro senza soluzione di continuità, annoiato dopo un paio di canzoni ascoltate forzatamente e trovo la cosa altamente frustrante.

 

Lo fai perché puoi farlo
Quando non potevi, neanche ti veniva in mente questa cosa

 

Dici che potrebbe essere bulimia da troppa disponibilità?

 

Ah, non hai anche te una lista di decine di band suddivise per le settimane ancora mancanti dell’anno in corso?

 

Fortunatamente no
Ormai mi affido ai suggerimenti di Spotify, certe volte ci prendono.

E poi non guardi niente

 

Sei pazzo

 

No vero

 

Può capitare, ma molto di rado. Succede solo quando, tutto sommato, di ascoltare musica non ho poi così tanta voglia.

Ho puntualmente dei CD in attesa sulla mensola, alcuni da parecchie settimane se non mesi, per cui l'ascolto dell'album completo, col rituale del booklet da sfogliare durante il primo giro nel lettore, avviene tutte le volte con un entusiasmo quasi infantile.

Secondo me la facilità di accesso ci ha "riempito", ci ha reso satolli e iperattivi come ascoltatori.
Parlo in generale.
A livello di impatto abbiamo alzato l'asticella, nel senso che l'insoddisfazione è legata spesso alla mancata sensazione di piacere durante il primo ascolto, talvolta durante il primo ascolto delle prime canzoni. E quella sensazione la pretendiamo.
Solo che davvero pochi album riescono a trovare subito la strada che porta al nostro cuoricino di metallo e quando non accade, invece di proseguire negli ascolti preferiamo passare all'album successivo, tanto è questione di un click e non costa nulla.
Il gioco vale la candela, possiamo imbatterci nell'album che ci farà svoltare la giornata, per quale motivo dovremmo insistere nell'ascolto di un disco che non ci ha convinto al primo ascolto?

 

Consiglio: auto imponetevi un limite. Un tot di album da assimilare al mese, per esempio. Io faccio così, curioso qua e là senza limiti, ma mi segno gli album che approfondisco seriamente e cerco di non superare un certo numero mensile