Social Network

È sbagliato. Lo strumento è progettato per essere usato in un certo modo. Le pistole non hanno la sicura senza motivo.
Da qualche parte c'erano gli sviluppatori dell'ex-facebook che ammettevano di aver studiato i sistemi del gioco d'azzardo per incrementare l'uso dei social. È vero che sono "strumenti" che si possono usare anche bene, ma qui c'è un meccanismo perverso alla base. In generale la tendenza a perdere la cognizione del tempo navigando in rete è diffusa più o meno fra chiunque, segno che il problema non è mio.
Se fai caso al modo in cui internet è cambiato dagli anni '90, ti renderai conto che il suo sviluppo è tutt'altro che funzionale (almeno, funzionale per noi). Ad esempio: perché il vecchio, ottimo, sistema a link è stato ovunque sostituito dal formato blog a scorrimento infinito? L'organizzazione per sotto-pagine è razionale, aiuta a trovare rapidamente quel che cerchi in modo da poterti poi dedicare ad altro; lo scorrimento infinito, al contrario, ti invita a perdere molto più tempo, sempre sospeso alla curiosità di sapere cosa troverai dopo, sempre con la sensazione di poter perdere qualcosa d'importante perché sommerso da un caotico mare magnum d'informazione sconnessa.
Il meccanismo è perverso, e intenzionalmente.

 

La mercificazione attuale ha una natura completamente diversa; inoltre, io ho parlato di un contributo alla pedagogia delle merci, non ho fatto risalire la sua origine diretta alle applicazioni o allo smartphone. A proposito di quest'ultimo, il fatto di accettare l'utilizzo di un mezzo come il PC non implica l'apertura totale verso qualsiasi propaggine della tecnologia, perché, pur immersi nel suo dominio, disponiamo ancora di un minimo di libero arbitrio e di possibilità di scelta.
Un'altra differenza sostanziale, forse quella determinante, è rappresentata dall'idea di fondo della produzione tecnologica: voi sostenete la sua pura neutralità; io credo che essa, così come la ricerca scientifica e il sistema di idee in cui siamo immersi, sia legata al filo rosso del profitto, che di per sé infirma qualunque pretesa di imparzialità.

 

E' vero. Diciamo che è possibile utilizzare i social in maniera virtuosa, ma per farlo bisogna tipo combattere contro i loro stessi meccanismi

 

Esattamente. Tra l'altro tutti, chi più chi meno, abbiamo un'idea inconscia del progresso dell'umanità come cammino lineare da un punto A ad un punto B, per il quale qualunque invenzione modifichi le nostre esistente è frutto inevitabile del "progresso", da prendere o lasciare. La verità è che le tecnologie si sviluppano in una certa direzione e in un certo modo perché c'è dietro un certo interesse (commerciale), investimenti in una direzione piuttosto che in un'altra ecc.
Allo stesso modo non c'è lo "strumento", neutralità assoluta, che chiunque può usare bene o male.

 

Non ho detto di aprirsi a qualunque propaggine, ma di aprirsi alla stessa identica cosa (un PC) ma più piccola.

 

È innegabile che lo smartphone se ce l’hai ti porta ad essere sempre connesso, se viene lasciato incustodito per del tempo la prima cosa che si fa è controllare le notifiche. È un misto tra una mania, una abitudine e quel senso di inquietudine che il mondo di oggi ci ha abituato nell’essere sempre reperibili, vuoi per gli affetti, vuoi per il lavoro. Me siamo condizionati, ma già il fatto di sentirsi in difetto, di sentirsi schiavi può esserne aiutarci anche nel darci la giusta misura.
Per lavoro (comunicazioni smart, urbi et orbi, promemoria, ma anche consigli rapidi, problemi da risolvere con un invio, ecc.) è fondamentale una messaggeria istantanea. Senza dimenticare documenti, foto, ecc . che risolvono mille parole, sempre sul lavoro. Le mail ormai sono relegate a comunicazioni ufficiali più impostate, per cui l’utilità è sempre meno stringente e quotidiana.
Nel tempo libero è altrettanto utile, sennò che mondo smart è.
Ma anche semplicemente ricerche, mappe, tutti quelle app per lavoro, aggregatori di notizie, pdf, back up di documentazione varia (senza considerare i dati sensibili e documenti relativi sempre a portata di mano). Senza dimenticare conti correnti o tutte le sfumature ricordate da Vittorio. Basta uno sguardo e si fa di tutto. Ormai il portatile lo uso solo per scrivere o se sono in casa per vedere YouTube: canale che uso molto per L informazione e gli approfondimenti, e ovviamente per la musica.
Si possono fare cose che prima ci mettevi molto più tempo per fare, tipo prima in 10 secondi ho visto una farmacia aperta, senza dover andare in giro alla cieca o senza fermare qualcuno per chiedere informazioni.
Per cui ritengo che i vantaggi siano notevolmente superiori agli svantaggi, perché comunque la colpa è nostra de abbiamo abituato i nostri “contatti” ad essere sempre online.
Naturalmente non ho parlato di social network visto che non li uso a parte whatsapp e YouTube, ma li ritengo, fondamentali per la comunicazione e L approfondimento, non per la vita sociale. In realtà non li uso perché sia un essere superiore, ma proprio perché ti portano via tanto tempo, passano 2 ore e manco te ne accorgi. E tutto questo tempo non ce L ho. Già YouTube è una macchina infernale, mi basta ed avanza per rilassarmi la sera se non ho altro da fare.
In sostanza non mi lascio condizionare il giudizio sull utilità degli smartphone dalla maggior parte degli utenti, meglio, utonti.

 

Non so perché abbiate tirato fuori la storia del profitto comunque.

La tecnologia si sviluppa dietro un interesse commerciale, ma se c'è interesse commerciale vuol dire che c'è domanda, se c'è domanda vuol dire che c'è bisogno (reale o meno, parliamo in generale).

Poi si entra in tutta una serie di vari casi in cui c'è domanda ma la tecnologia non va avanti perché i produttori di più così, in cui l'interesse di uno fa il male di un'altro (le varie macchine che hanno di fatto tolto lavoro alla gente) ecc. ecc. ma si finisce altrove, infatti non capisco perché tirare in ballo il profitto se non per sadismo nei confronti di chi dovrà leggere i post che ne conseguiranno.

 

Voglio dire: entrare alle poste ed essere subito chiamata quando i vecchietti sono lì 30 minuti prima dell’apertura ha quel profumo di vittoria.

 

Siamo d'accordo sul fatto che siano strumenti un po' subdoli e che stuzzichino le nostre debolezze

Resta il fatto che se uno vuole usare un social network (quello che preferisce) in una maniera tranquilla ed utile può farlo

Magari ogni tanto al tizio scapperà l'occhio qua e là, ma se vuole usare Facebook solo per rimanere in contatto con il cugino d'America può farlo, se vuole usare Instagram solo per seguire gli aggiornamenti della sua band preferita può farlo... e così via

Pure lo smartphone, anzi con lo smartphone è pure più semplice, perché se il tizio non vuole la app di Facebook e non vuole salvare il segnalibro di Facebook nel browser è liberissimo di non farle queste cose, ma se nel frattempo è in giro e deve comprare il biglietto per salire sul treno può farlo, se deve trovare un luogo apre Google Maps e ci arriva...

Lo smartphone è di un'utilità spaventosa

 

Oltre a chi vive sui social per cui se non passa attraverso quelli non è vita c’è anche la rincorsa a modelli di smartphone sempre più costosi che vengono sfruttati, per lavoro, dallo 0.5% degli acquirenti. Ma parliamoci chiaro, è il business, è il capitalismo, è il denaro. Noi siamo nella parte di mondo che si basa su questo, giusto per fare discorsi populisti, con i suoi pro e i suoi contro. E a me sta bene così, sfrutto nei miei interessi i pro, cerco di limitare i contro. Se si è lobotomizzati per i social lo so è per quasi tutto: chi litiga sui social di politica, di covid, di scie chimiche ha dei problemi anche senza manifestarlo attraverso un social network o uno smartphone.
L altro giorno sul mare al tramonto ennesimo book fotografico di lui a lei e poi di lei a lui con movenze, ritocchi, ritagli. È social ed è sociale. Preferisco comunque una 14enne che si lamenta dei pochi mi piace piuttosto del fatto che non ha di che mangiare o perché uno seduto su una panchina le ha detto “negra di merda”. E di concetti populisti ne ho elencati anche troppi per oggi.
Ma tant’è.
Io cambio smartphone ogni 6 anni ad occhio, compro L ultimo modello di iPhone, me lo posso permettere, lo sfrutto nel quotidiano molto più di qualsiasi altra diavoleria moderna. Anche perché a casa ci sto poco e il portatile rispetto allo smartphone è molto più scomodo e limitato per gran parte dei miei utilizzi.

 

Soprattutto permette di non svoltare contromano.
Ok, volevo dirla e l’ho detta.

 

Domanda e offerta fanno parte dell'armamentario ingannevole dell'economia politica e il profitto regola ogni scelta in termini di fabbricazione, promozione e, ove serve, ideologizzazione del prodotto, dal burro allo smartphone, nessuno escluso. Ad ogni modo non mi va di lanciarmi in un'altra discussione enorme, difatti mi chiamo fuori immediatamente e vi lascio continuare. Se ti interessa il tema, guarda il film che ho proposto sopra a Reign, perché i temi trattati pertengono molto anche allo sviluppo della rete, dei social e del cosiddetto metaverso (alla cui base sta comunque un processo di produzione materiale).

Socialmente, non si fruisce dei due mezzi nello stesso modo e una serie di interventi e di esperienze personali (di Ador, Apeiron e altri) lo ha messo in luce anche qui.

 

No, il fatto è che tutto si collega e, volenti o nolenti, dobbiamo fare i conti con questa cosa, perché se abbiamo delle vite di merda (almeno io penso di averla, poi se tu o altri vi sentite felici e realizzati, provo sincera gioia per voi e non sto facendo ironia) dipende da ogni singolo tassello inquadrato nel mosaico più ampio e nulla può essere escluso a priori o giudicato solo dalla sua superficie. Rifletto su queste cose ogni giorno da solo e me ne frego altamente di fare sfoggio di erudizione o darmi un tono davanti a un pubblico, dato che ne va del mio equilibrio psicofisico quotidiano e della qualità generale di un'esistenza per lo più infima. Scusa il tono. Passo e chiudo-