I nostri ascolti

Occhio a non incappare nelle ristampe che vanno dagli anni 80 al 2005, trattasi infatti delle versioni remix con sequenziatori e sintetizzatori.

The Six Pack (ZZ Top box set) - Wikipedia

 

Madooh
DE GUSTIBUS

 

Ma di quale universo stai parlando? di quello parallelo forse?
IO a @Idol gli voglio troppo bene perchè è Juventino, ma Demo-Lition andava demolito due ore dopo le registrazioni.
E' un disco fuori contesto per i Judas Priest e per l'H-M in generale, e comunque al mai domo Idol 3 brani buoni in sta merdata glieli concedo

 

Dico la mia anche se non interessa a nessuno:
Ripper è vocalmente superiore ma è rimasto incastrato nella modalità "sostituto di Halford" e non è riuscito a sviluppare il suo pieno potenziale mentre Blaze, chiaramente non vocalmente all'altezza di Bruce, non si è mai posto il problema ed è andato per la sua strada, si è incaponito e nonostante periodi bui sta ancora qua.

 

Che fregatura

 

E pensa che teste di cazzo sono il pelato barbone e Tipton: su Spotify non trovi i dischi con Owens, due in studio ed un bellissimo live, patetici

 

Non ho dovuto riascoltando, lo conosco benissimo, avrei molta più difficoltà con i lavori successivi

Sul fatto che sono tornato qui dopo tanto è solo perché ho poco tempo libero, come più volte ho detto, e pure sul lavoro siamo ormai in modalità Chaplin di Tempi moderni

Se riesco torno questa notte con un gruppo sconosciuto, forse solo @SapoMalo conosce

 

Hanno avuto due percorsi diversi.
Blaze in pratica ha fatto una carriera solista, Owens ha militato in tanti gruppi, Iced Earth, Malmsteen, KK Priest, Charred walls of damned, più solista e varie collaborazioni.

 

Una volta ho sentito (per curiosità) qualcosa sul tubo di quella roba, incredibile che sia o riusciti a fare una cosa simile.

 

Grazie per la dritta, ne terrò senz'altro conto.
Comunque i prezzi dell'usato per singolo album sono incoraggianti.

Di questo qui:

 

Il topic si chiama “i nostri ascolti” (recenti, ovviamente).

Lo so, lo so, ti tengo d'occhio.
:delpiero:

 

A me interessa. E concordo con te.
Ripper ha un'ugola da fuoriclasse, ma “saper cantare” significa tante cose.
Delle volte Owens sembra una specie di Michael Angelo Batio, con un microfono in mano al posto della chitarra; ti sfinisce a suon di note (alte), anche perché se gli dicono canta così, lui canta così, in modo esasperato.

“Saper cantare” è anche saper infondere la propria personalità nelle linee vocali; mi sovviene un'intervista a Morby dei Domine, al quale chiesero quali fossero i suoi cantanti preferiti: tra gli altri citò Phil Mogg, voce degli UFO, perché ha solo due ottave di estensione ma con quelle due ottave fa cose bellissime.

Blaze non è bravo come Ripper (pochi sono bravi come Ripper) ma ha un suo stile, e personalità. Capisco che possa non piacere, neppure a me piace quando enfatizza troppo le note da baritono, ma quando si tratta di metterci pathos, di lavorare di interpretazione, eccelle, forse perché parla/canta di ciò che conosce. Scrive dei testi molto belli e la sua voce “sofferente” ci sta su alla grande.
Inoltre i migliori album con Ripper alla voce, tra quelli che conosco, non mi piacciono quanto i migliori album con Blaze alla voce: di un fuoriclasse al microfono me ne faccio poco, se le canzoni che canta mi risultano anonime o solo passabili.

Ovviamente non prendo sul serio il flame di Reign, manco Blaze fosse stonato, o un cantante di qualche scrausa band black da cantina, o addirittura Brian May.
:look:

 

Ed io cosa ho detto: ho passato tutto il giorno ad ascoltare Demolition

 

Fifth Note, “Here we are” (heavy progressive, 2023)



E' una band particolare e un album interessante. Devo essere sincero che già alla terza traccia "Dreamer" stavo per bollare l'album come noioso e banale in quanto ero di fronte a un hard rock/ heavy metal con grosse influenze AOR e volevo quasi smettere. Il fatto è che questi cinque hanno fatto una furbata: hanno messo come prime canzoni quelle più easy listening, radiofonici se vogliamo, papabili singoli di traino. La sorpresa è che nella seconda parte del disco (da Here We are in poi) viene fuori la vera carica metal e progressive di questo quintetto: ritmiche più pesanti, sezioni strumentali notevoli e, come dice nella recensione TM, "drumwork chirurgico" (insieme ai riff, direi), il tutto impreziosito da una produzione cristallina dove forse mancano un po' le frequenze basse. Voto 75

Recensione TM (78) Recensione Here We Are - truemetal.it