I nostri ascolti

Sorry, abbiamo postato nello stesso momento (avevo già risposto a Vince).

 

Dai, ci siamo capiti..sono più Rage questi che i Rage ufficiali, quello volevo dire. E comunque i Refuge uscirono nel 2018, non nel 2008. Se vogliamo continuare, continuiamo nel topic dei Rage.

 

Tira piu un album dei Rage che un carro di buoi.

 

Lizzy Borden, “Menace to society” (US power metal, 1986)



Classico minore del power americano.
Mi piace un po' meno rispetto all'album di debutto, che aveva un approccio più anthemico. Poi l'ho scritto pure in uno dei miei libricini: qua Lizzy esagera, a tratti sembra andare fuori tonalità, in certi passaggi dell'album mi vien voglia di urlargli cazzo, l'ho capito che sai salire con le note, rilassati.
Se ottimi pezzi come “Generation aliens”, “Ultra violence” e “Stiletto” li ascolto con minor gusto è proprio a causa delle sue linee vocali troppo alte.

Fantastico invece il lavoro delle due chitarre, con grandi riff (in primis quelli in apertura di “Ultra violence” e “Brass Tactics”) e grandi assolo (quant'è bello quello di “Love kills”?).

Acquistandolo in CD ho voluto concedere nuovi ascolti a un album perso nei meandri della mia memoria. L'idea che mi sono fatto non apporta grosse modifiche a quella che già avevo: inferiore al disco precedente della band (forse anche al successivo), non all'altezza dei classici pubblicati in quegli anni da altre realtà del power americano, rimane oro rispetto a gran parte delle uscite heavy che, oggigiorno, vengono premiate con voti dal 7 in su nei siti metal.

Preso nuovo su Amazon nella versione rimasterizzata del 2002 targata Metal Blade, con un piccolo refuso nel titolo della seconda traccia (“Notorius” invece di “Notorious”) e le solite bonus tutto sommato superflue.

Recensione assente su TM (manca pure quella di “Love You to Pieces”).

Per iniziare a conoscere l'album:

 

Facesse oggi un lavoro del genere
Dei primi è quello venuto meno bene ma si tratta sempre di un gran bel disco
Poi a me quando va' in alto Lizzy non da' fastidio, non sono, per me, quegli acuti spacca maroni come fanno altri.
E poi, vogliamo parlare di Terror on the town

 

THE RODS - Rattle The Cage (2024)



Decimo lavoro in studio per questa band, capitanata da niente popò di meno che dal cuggino di Ronnie J. Dio, ovvero tale David Feinstein.

A questo album ci sono arrivato quasi per caso (volevo un diversivo dopo il solito album dei Saxon) conoscevo questa band solo di nome ma sono contento di questo approccio, per me nuovo, in modo da poter valutare, band e album, in maniera più imparziale di quanto io solitamente faccia coi cosiddetti vecchi dinosauri.

Bella copertina con un cerbero che a quanto pare è stato più volte presente in altri loro album, durata giusta (47 minuti) e vai col liscio.

Si tratta di un buon hard & heavy di stampo classicissimo con anche cliché del genere presenti in massa già nei titoli (“Cry Out Loud”, “Hell or High Water”, “Play It Loud”, “Shockwave”, “Hearts of Steel”). I Rods non inventano sostanzialmente nulla, prendono a piene mani da roba trita e ritrita e al secondo ascolto si ha già voglia di passare ad altro. Ottimi tutti gli strumenti comunque, specialmente la sezione ritmica con un basso roboante (cit.) a dir poco e con un settantenne in grandissimo spolvero alla batteria che insieme al cantante Feinstein è l'unico rimasto della formazione originale, cantante che tra parentesi m'è sembrato da bocciare quasi in toto, purtroppo.

Ora sono curioso di sapere come suona il loro debutto, uscito la bellezza di 44 anni fa e il resto della discografia. Sulla base di questo album però non mi sento invece di dare più di un 6,5 stiracchiato, anche se sono convinto che in giro si vedranno voti almeno dal 7 in sù, il che considerando la loro storia ci può anche stare, ma se si deve valutare ciò che si ascolta, sarebbe un voto di pura fantasia.

Vediamo se dopo qualche giorno di decantamento l'album sarà migliore o peggiore, nel primo caso aggiornerò questo post, altrimenti saprete come è andata a finire.

Anticipazione (Spoiler): secondo video musicale

Anticipazione (Spoiler): canzone conclusiva

 

Primo album molto divertente, puro hard rock alla Ted Nugent, quindi blueseggiante. Peccato per certi cori un po' troppo easy, poi per fortuna correggeranno il tiro in favore di roba più virile, alla AC/DC. E occhio a Feinstein, considerato uno dei primi shredder, già autore di assoli gustosissimi nell'esordio degli Elf di Ronnie James Dio.

Discografia globalmente dignitosa, professionale, di chi sa fare una cosa sola e puntualmente prova a farla bene.
Il lavoro migliore è, un po' per tutti, "Heavier than Thou", classe 1986, l'unico registrato con un altro cantante e forse non a caso, visto che lo spostamento più marcato sull'heavy metal necessitava di una voce più dotata, nella fattispecie quella del grande Shmoulik Avigal. Roba da farsi spettinare già al primo brano.
Il resto della discografia oscilla tra il piacevole e il molto buono, purché si apprezzi l'hard rock metallizzato.

 

Concordo su tutto. E' un ottimo disco, ma le vocals sono a volte male impostate e tendono a spossare l'orecchio dell'ascoltatore, produzione mediocre (troppo secca). Se non fosse che sappiamo come stanno le cose, verrebbe da pensare che questo sia il debutto e pieces il secondo album.
Probabilmente il vero colpevole qui è il produttore. Posto che avercene di album così, ne esce ridimensionato solo se confrontato con lo stellare debutto.

Sui primi due album anche dal punto di vista delle nuove edizioni hanno fatto casini, qui con gli errori sui titoli come hai indicato, su pieces addirittura hanno cannato di brutto la tracklist nella backcover. Non ho mai verificato se l'errore è nella stampa o nella sequenza delle tracce sul cd (rispetto all'edizione originale)

Inviato dal mio SM-A145R utilizzando Tapatalk

 

Sì, esatto, proprio quello che intendevo dire.
Chiamiamolo effetto-Owens.
Io poi ho sempre preferito le voci potenti più che acute.

 

The Black Crowes, “Greatest hits” (hard rock, 2000)



Mi piace l'hard rock, mi piace il blues, mi piace il southern: i Black Crowes centrifugano questi generi eppure non mi seducono.

Tantissimi anni fa avevo ascoltato un paio di loro pezzi e non mi erano rimasti in testa, così a distanza di tempo ho deciso di prendere questo Greatest Hits venduto a buon mercato da Amazon, di per sé ottimo visto che copre in modo uniforme la carriera anni '90 della band.
Band che suona da par suo, bella voce, i cori femminili (da tradizione) ci stanno, il piede tiene il ritmo e tuttavia la scintilla non scatta, nel mio caso.
Tutto abbastanza piacevole ma è un piacere che dura il tempo dell'ascolto: più da sottofondo, da viaggio con gli amici che ci parlano sopra, che da cuffie.

Nella proposta dei Black Crowes ci sento sempre qualcun altro ed è qualcun altro che mi piace, dal rock-blues anni '60 di Janis Joplin e Joe Cocker ai Lynyrd, dai Grand Funk agli Humble Pie. E uno dei pezzi migliori è “Hard to handle”, una cover di Otis Redding.
Quindi non so, è come se mancasse qualcosa. Forse un pizzichino di velocità, o qualche variazione in più. Sono tutti tempi medi e ballate, mi stanco subito, d'altronde 16 canzoni e 73 minuti di durata inficiano la scorrevolezza della compilation.
Probabilmente era meglio prendere un paio di pezzi da ogni disco e basta.

Band validissima, in estrema sintesi, e CD che di sicuro non mi pento di aver comprato, ma canzoni che al momento non riescono a fare breccia nel mio cuore, a parte l'irresistibile “Kickin' My Heart Around” (tra primi Whitesnake e Aerosmith) e un altro paio.
Forse non sono più abituato a proposte così retrò.

Nessuna recensione su TM.
Per iniziare a conoscere l'album (non fatevi ingannare dal face painting di Chris Robinson):

 

Vero, Owens ci casca spesso anche nelle sue ospitate migliori. Non è tanto la voce (è un grande) ma l'uso che ne fa. Un buon produttore dovrebbe guidare la band anche su questi aspetti. Un altro disco che risente moltissimo di questo aspetto è astronomica dei crimson glory, al di là della qualità altalenante delle tracce. Diciamo che un cantante di livello dovrebbe evitare di farla fuori dal vaso, o essere guidato a non farlo

Inviato dal mio SM-A145R utilizzando Tapatalk

 

Degli shredder comunque si dovrebbe parlare più spesso, qua dentro, è sempre una goduria ascoltarli!

Gli Elf invece sarà una da quando Dio era ancora vivo che mi prometto di ascoltarli, senza successo purtroppo (un po’ come i Gillian e Zappa, solo che quest’ultimo finalmente ce l’ha fatta).

 

Pollice su altissimo da parte mia per questo album dei The rods

 

Ringraziamenti vari ed eventuali per l'involontaria segnalazione

Non so se l'intera loro produzione mi piacerà, ma il primo album "Shake your money maker" mi sta prendendo tantissimo

Quella centrifuga di generi piace molto anche a me, almeno sulla carta, e mi ricordano molto i miei adorati Tattoo rodeo (li ascoltiamo in tre in tutto il forum forse, ed è pure tanto)

Il singolo da te linkato mi aveva lasciato un po' freddo, ma mi sembrava comunque sensato dare una scians al primo album per poi eventualmente proseguire

 

Azz, non avrei mai detto che conoscevi qualcosa di un gruppo cosi di nicchia e soprattutto vecchio