I nostri ascolti

Cathedral - discografia 1991 - 1998



CATHEDRAL SI, CATHEDRAL NO.
Midlands, anni 90, doom metal, artwork che rimandano a Hieronymus Bosh. Una miscela perfetta per i miei gusti, eppure, per qualche motivo, ho sempre evitato questa band, che pure immaginavo essere adatta alle mie corde. Colpa di un frequente paragone con la musica dei seventies, e soprattutto il continuo riferimento allo stoner, che nella mia testa è spesso sinonimo di gain sparato senza senso.

Quindi, un mese fa, mi sono armato di cuffie ed ho messo in pesante rotazione i primi cinque album.
Risultato: approfittando dei saldi natalizi della Earache ne ho comprati quattro.


L’INGANNO DEL PRIMO ALBUM
In effetti dopo l’ascolto di Forest of Equilibrium ero in visibilio: proprio quello che cercavo, un doom funereo, lento e sconnesso, pesante, con perfino una vena folle e visionaria (quella sì, anni ’70), perfettamente calata nei suoni dell’epoca (di cui vado ghiotto). Unica difficoltà, la voce declamata di Dorrian, ogni tanto troppo sopra le righe.

Ecco, quindi, che l’approdo al secondo, decisamente più stoner, mi ha fatto inizialmente storcere il naso. L’atmosfera si fa più folle, ma anche “allegra”, con divagazioni psichedeliche ed heavy. Ottimi i suoni: grossi e grassi. Sul momento per me però è stato un “no”, poi mitigato dall’ascolto del successivo, decisamente più heavy-doom, "The Carnival Bizzarre". In questo senso il classico Hopkins mi ha spianato la strada: “OK, non sono quelli del primo disco, ma spaccano e rimangano conficcati in testa”. Alla fine, sono tornato anche su “The Ethereal Mirror”: impossibile non apprezzare una band in grado di scrivere brani visionari come “Fountain of Innocence”.

Poco da aggiungere sui due dischi successivi, anche se “Supernatural Birth Machine” mi sembra più debole dei precedenti.

IN DEFINITIVA
Di loro mi ha colpito la levatura artistica: tante idee, tanto coraggio, una tavolozza di colori folli, come nei loro artwork.
Band che sfugge alle definizioni, con un sound in continua evoluzione, ma riconoscibile dall'impronta pesante e quadrata dei riff, loro vero punto di forza.
Posso dire che adesso sono un discreto fan.
Più avanti riprenderò il viaggio all'interno della loro discografia.

 

Kai Blankenberg della Skyline.
Era alle prime armi, da quel che leggo.

 

Peccato che abbia fatto la stessa identica minchiata su tutti, a giudicare dal gruppo campione in mio possesso. Ha preso gli originali, si è messo la maschera di joey demaio e ha sparato tutto al massimo sminchiandoli...
"Senti come suonano loud!!!"

Tanto che su alcuni poi hanno rimesso le mani negli anni successivi con nuove edizioni riparatorie.
Bastava lasciare tutto com'era inizialmente

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Bello Black In Mind.

Da Trapped a Soundchaser mi piacciono praticamente tutti.

 

E quelli prima? Reflections Of A Shadow per esempio è ampiamente sottovalutato.

 

Anche Secrets In A Weird World.

 

Partiamo da Perfect Man e tagliamo la testa al toro

 

Secondo me il trittico che precede Trapped! è buono ma non buonissimo, complici tanti motivi (dalla produzione alla qualità generale); ci sono ovviamente dei pezzoni qua e là, ma secondo me sono album un po’ acerbi e soprattutto non capolavori dall’inizio alla fine, cosa che imho si può dire appunto dei dischi fino a Soundchaser.

 

Magari mi confondo con quello dopo allora, o con qualcuno di quelli prima. Ad ogni modo sono album che per fortuna sono stati lustrati a dovere in occasione delle recenti rimasterizzazioni.

Spero che però tu non ti sia lasciato sfuggire "Solitary Men" pubblicato a nome Refuge nel 2018:

 

Ovviamente sì, me lo sono lasciato sfuggire.
Queste sonorità mi interessavano molto meno già nel 2018, per cui è probabile che il mio giudizio sarebbe risultato alquanto tiepido.
Poi, proprio da quell'anno, ho iniziato a tralasciare le nuove uscite e a concentrarmi su quello che mi ero perso dal 2011 in poi.
Aggiungici l'interesse: avevo mollato i Rage nel 2006, l'album di un progetto parallelo (e probabilmente estemporaneo) di Peavy non poteva solleticare il mio interesse, al di là delle sue qualità musicali.

 

Alla faccia del progetto parallelo, i Refuge sono i Rage a 3 del periodo storico, quindi con Manni Schmidt e Chris Efthimiados.
Praticamente i veri Rage

 

Nel 2008 i Rage erano sempre in piedi, no? Peavy, Smolski e quell'altro.
Quindi sì, progetto parallelo.
Anche perché cos'altro hanno pubblicato dopo "Solitary men", questi Refuge?