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Chitarra: didattica

Discussione in 'Musicisti' iniziata da VentoGrigio, 5 Luglio 2008.

  1. raffomaster

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    29 Gennaio 2009

    L'orecchio è FONDAMENTALE, ma lo è altrettanto imparare anche gli aspetti teorici della chitarra. Se vuoi imparare generi dalla notevole complessità improvvisativa (ovvero blues, jazz, fusion, etc), devi essere in grado di utilizzare le scale giuste: se uno ci arriva ad orecchio è un qualcosa di straordinario, ma purtroppo questo non è molto usuale. Ergo imparare che scale utilizzare su una determinata armonia è fondamentale, come lo è l'orecchio ;)
     
  2. Darkstar

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    29 Gennaio 2009

    asd .. albi, ma io voglio ben sperare che tu non pensi a carpire i segreti dell'orgasmo maschile per "crearne" uno migliore! :sadic:

    al contrario nella composizione (te la spiego, non si sa mai...) si impara sempre in due vie: nello studio armonico e delle sue leggi, e nell'analisi e comprensione delle soluzioni adottate da altri compositori.

    poi è chiaro, uno può benissimo dire "mi piace, la suono .. ergo, cazzo me ne frega" ma io ho posto uno spunto di discussione ben diverso mi sembra no?!;)
     
  3. Skinfist

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    29 Gennaio 2009

    sti discorsi del tipo ''suono a orecchio'' mi sanno tanto di ''vorrei ma non posso''...

    io ad esempio, che sono un caprone in teoria musicale, quantomeno evito di dire ''vado a orecchio'' per mascherare il fatto che non ho voglia di sbattermi a studiare la teoria..non la so e basta ;)
     
  4. raffomaster

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    29 Gennaio 2009

    Topic da applausi!!!! :headbang:
     
  5. Albi

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    30 Gennaio 2009

    E di conseguenza, se continui a non imparlarla ma vuoi suonare... Smetti di suonare? Vai a orecchio o comunque utilizzando modalità meno "colte"... Andare a orecchio non è una scienza esatta, ancora di più se nelle modalità che hai descritto, così come non è l'unica vera via lo studio preciso, corretto e ragionato nei minimi dettagli della musica...

    Per me suonare equivale ad una bella scopata... Dopo devi essere stanco, sudato, soddisfatto e felice.
    Poi è ovvio, dipende anche dal genere che vuole suonare (chitarristi o anche semplici ascoltatori come me in questo forum ma anche altrove scarseggiano, ma non è un'accusa, io sono io e voi siete voi, nessun problema), perchè se uno ha un certo tipo di sound in testa deve andare in una certa direzione (se volessi suonare da Shredder, utilizzando il termine nelle modalità espresse in precedenza da Darkstar, dovrei darci dentro con teoria e esercizi specifici).

    La mia concezione della musica è tribale, primitiva. Ma è valida tanto quanto quella di chiunque altro, punk, shredder, classico, qualsivoglia che sia.

    Il problema di questo topic (e sia chiaro, non lo dico come accusa) è una certa tendenza al sentimento di Elitarismo da parte di chi suonando generi particolarmente tecnici prova un certo piacere nel parlare (con cognizione di causa, nessuno lo nega) in termini estremamente specifici o nel nominare chitarristi conosciuti in ambiti per lo più ristretti (per intenderci, Gambale non è uno sconosciuto, ma di sicuro non è nemmeno un Guitar Hero di quelli "storici"). Mi sentirò dire di conseguenza che non c'è niente di male a raffinarsi... E infatti io dico che non c'è niente di male, anzi. Semplicemente a volte tutti quanti danno l'impressione di vivere la musica, il modo di suonar la chitarra come un gruppo di nerd vivrebbe la matematica all'interno di un club ad esso dedicata: ci si sente parte di un Elite che parla una lingua alta, ignota alla massa circostante e per questo, senza volerlo e senza cattiveria, si risulta un po' in atteggiamento di superiorità in discorsi come questo. Di messaggi da quotare per evidenziare questo aspetto ce sarebbero davvero molti e nessuno di essi lascia trasparire qualcosa di negativo, anzi.
    Semplicemente, da chitarrista che vive le cose in maniera iNiorante sembra di dover per forza recitare la parte dell'outsider, del bullo fuori dal club della matematica della metafora descritta poco fa.

    Io, darkstar, stinkifist, icarus, raffo, il luppo, tutti gli utenti musicisti, tutti i chitarristi della Terra, anche quelli che vediamo in metropolitana, su mtv, in un locale fumoso, in un angolo di qualche piazza a madrid...

    Siamo tutti uguali.

    Ognuno di noi suona perchè suona, è elementare, naturale, palese. Il modo di farlo è diverso, ma non è necessariamente migliore o peggiore. Conta solo l'essere coerenti con se stessi e il tipo di sound che abbiamo in testa, che vogliamo proporre.
     
  6. Albi

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    30 Gennaio 2009

    Verissimo, ma per il motivo che ho appena postato nel messaggio precedente, sembra quasi che il tuo atteggiamento sia un po' autoindulgente, tutto qui. Uno può costruire un assolo migliore... Ma se è felice così? A ridaje, "noncisideveaccontentarecceteraeccetera", ma esattamente come in un orgasmo: chi cacchio pensa ad un miglioramento? quando lo ha lo ha e basta, poi col tempo coglie le sfumature, può cambiare tutti i fattori esterni (e talvolta interni...) del caso, ciò non toglie che la sensazione è quella, fine.

    E nella composizione non ci sono solo i due modi che hai detto tu, o per lo meno non credo.
    Ce ne sono migliaia, milioni, miliardi. Una parola pronunciata in un certo modo, un ritmo che ti fa venire in mente una certa melodia, una sensazione che ti da una certa sequenza di note, una certa sequenza di note che ti da una sensazione...
    Se fosse solo come dici tu, nei due modi, il mondo sarebbe un posto musicalmente più elevato, ma anche un mondo più povero da un punto di vista umano.

    E ricordati sempre che per fare un aratro bastano anche mani e piedi... Per un trattore a volte ci vuole semplicemente troppo ;)
     
  7. raffomaster

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    30 Gennaio 2009

    Guarda, ho capito cio' che intendi. Però non centra nulla questo con i discorsi fatti.
    Io, ad esempio, sono l'unico a voler vivere di musica (anzi, aspiro) in questo forum, quindi studio parecchie materie teoriche che "cozzano" con il tuo modo di pensare, ovvero "suonareinmanieraspontaneasenzatroppigrattacapi".
    Ebbene, che vuol dire? Che per me suonare non equivale a una bella scopata? Ma proprio per nulla :D
    Il discorso è questo: c'è un pezzo, con determinate progressioni armoniche che, normalmente, non faremmo spontaneamente, quindi lo analizziamo. Ed è quello che è successo, ad esempio, nel brano (fantastico :sbav:) degli Aerosmith. Vogliamo capire in maniera didattica è stato messo un determinato accordo, in che modo, in quale situazione, a che pro. E non ci vedo nulla di male, perchè non è bello giocare con le cose se non le si conosce.
    E' come dire "fanculo gli spartiti, suono ad orecchio". Li ci vuole uno studio enorme e costante, roba che "cozza" (di nuovo) con il discorso tuo di prima.
    Questo, ad esempio, è una lingua di elevatissimo livello, che rende un musicista davvero "true", non certo quello che si mette la chitarra sotto le ginocchia perchè è rock :hihi: (vabbè che pure io la tengo bassa :sadic:)

    Suonare come dici tu non è più "true" di suonare come diciamo noi. Tu suoni in maniera spensierata senza voler approfondire certe cose, perchè non studi musica e magari studi all'università... e quindi non ne hai motivo. Io suono sia in maniera spensierata, sia per migliorare e andare avanti, sia perchè voglio che sia la mia ragione di vita. E i discorsi teorici fanno parte di questo mondo, altrimenti non si può andare avanti in certe cose.

    Pensa al jazz, alla fusion e al blues... pensi che senza didattica si riuscirebbero a suonare ad alti livelli? No, purtroppo, ce ne sono pochi di Miles Davis al mondo ;)
     
    #1027
    Ultima modifica: 30 Gennaio 2009
  8. Darkstar

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    30 Gennaio 2009

    In tutta onestà albi io non capisco cosa vi sia di così difficile nel tentare di capire cosa vien scritto nei post...:roll:

    Qui stiamo parlando di armonia, non di filosofia-musicale (x carità, se vuoi parliamo anche di quella eh!) .. allo stesso modo, qui stiamo cercando tutti insieme di capire un movimento armonico quantomeno non comune.
    Bisogna per questo doversi intricare in 1200 e passa pipponi mentali?!
    Io credo di no, o almeno non di fronte ad uno spunto di discussione come quello che ho proposto.

    Te lo ripeto, qua non si sta facendo della filosofia musicale (quella la lascio volentieri ai "vorrei ma non posso"...:sadic:).
    Ad ogni modo mi fa piacere notare che da quanto scrivi tu non abbia assolutamente idea di cosa tu stia parlando...ma del resto in un forum capita anche questo. ;)

    Verissimo, ma è proprio per questo che in passato qualcuno è stato felice di suonare come musico di corte mentre qualcun'altro ha composto intere sinfonie attuali persino ai giorni nostri (e mi viene in mente "Il flauto magico" con i suoi movimenti...).

    Musica Albi, non filosofia .. :roll:
     
  9. M_EsS

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    30 Gennaio 2009

    Avendo studiato tanti anni di teoria metto la mia visione personale.

    Studiare teoria aiuta ad allenare l'orecchio in meno tempo, ma non è che quando si suona si pensa a scale e intervalli, progressioni...o almeno prima si pensa a quello che si vuole suonare, poi si cerca riscontro (a volte per rifinire volendo) o meglio, l'orecchio impara da solo dove andare in base a cosa vogliamo suonare proprio perchè abituato ad associare certi suoni a certe strutture.

    Daltronde a pensarci bene la teoria non fa altro che descrivere sonorità e quindi a spiegare come pecepisce l'orecchio determinati passaggi/intervalli.

    Secondo me studiando è abbastanza facile arrivare ad educare l'orecchio, viceversa arrivarci solo per esperienza è una strada lunga e impervia ma non per questo il risultato sarà inferiore.

    A scuola mi dicevano sempre una frase (anche se non ricordo di chi):
    Impara la teoria e poi dimenticala, dopo tanti anni l'ho interpretata come sopra.

    Alla fine infatti per ottenere risultati migliori si fa molto ear training anche (che fa parte dello studio ._.) e si studia anche (come dicevate sopra) le soluzioni usate da altri.

    Ecco allo stesso modo c'è chi "studia" ascoltando quintali di cd.
    Diciamo che la teoria semplifica la vita (alla lunga).

    Sono 2 approcci differenti, ognuno offre vataggi e svantaggi.
    Uno studio scolastico aiuta ad avere più "proprietà di linguaggio" nei vari stili e a poter essere più versatili, laddove a volte rischia di portare un po' di rigidità mentale e creativa (esperienza personale :ueeee:e anche di molte persone che hanno studiato con me), laddove uno studio "a orecchio" offre spesso più freschezza e creatività, ma frena nella versatilità non poco.

    Però ovvio che per la propria praticità, su un forum, è più facile parlare di teoria che di "suoni".

    @raffo oddio il blues è il genere autodidatta per eccellenza e anche parlando di fusion di miles davis ce n'è uno solo ma ci sono anche dei Greg Howe e tanti altri che di teoria dicono di non sapere nulla non credo siano così pochi.
     
    #1029
    Ultima modifica: 30 Gennaio 2009
  10. Skinfist

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    30 Gennaio 2009

    greg howe non sa nulla di teoria?
    stento a crederci :hihi:
     
  11. M_EsS

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    30 Gennaio 2009

    e l'ha detto lui stesso in diverse occasioni...anche io non ci credevo.
    Almeno è l'immagine che vuol dare di se...magari non è vero.
     
  12. Skinfist

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    30 Gennaio 2009

    credo sia proprio così, perchè a sentire il suo ultimo cd, non credo sia possibile comporre roba del genere a orecchio...
     
  13. Azagthot

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    30 Gennaio 2009

    Credo di essere io il principio con qualche post più indietro di questo cozzare d'idee :D

    Preciso un attimo: io concepisco la musica soprattutto come arte e dunque esternazione di sentimenti ed emozioni. Ciò non toglie il fatto che la conoscenza della teoria musicale sia importante (infatti sto iniziando anch'io a livello amatoriale i miei studi). Solo che analizzando dream on già hai tirato fuori diverse soluzioni armoniche quindi a questo punto credo sia un pò dispersivo precisare in modo così preciso scale e quant'altro, semplicemente prendi quelle che hai estratto, le suoni, vedi quale suona meglio, le incastri magari, e in questo modo metti in pratica gli studi della canzone ma lasciando spazio alla creatività

    PS: a me piace un sacco quando tiro fuori dallo strumento qualcosa che tira o semplicemente mi emoziona e non so cosa cazzo sia :D E' il mio modo d'intendere la musica: libera espressione, eruzione vulcanica, orgasmo qualcuno ha detto più su
     
  14. M_EsS

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    30 Gennaio 2009

    Se parli di introspection io direi di si.

    Di solito chi ha studiato lo si sente bene quando si trovano incastri molto complessi che dubito possano arrivare per caso.

    A orecchio (ma soprattutto memoria) non mi è sembrato di sentirne, ma è uno stile complicato del quale non ho una gran dimestichezza....forse qualcuno che ci ha guardato meglio può confermare o smentire.
     
  15. M_EsS

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    30 Gennaio 2009

    posso farti un esempio?
    Prendiamo la scala minore armonica.
    Ora si potrebbe dire appunto sensazione fortemente arabeggiante, molto barocca e suonarla tranquillamente.

    oppure sapere che rispetto alla scalaminore ha il settimo grado alzato di un semitono crea una tensione verso la tonica, e sapere che proprio quello crea tale sonorità ogni volta che ci si passa :)

    Man mano che la suoni anche se non lo sai l'orecchio impara che quando passi di lì tale sensazione si fa forte, ma a saperlo prima si fa meno fatica no?
    L'armonia trasforma sensazioni in schemi alla fine, ma non li crea, a quello ci pensano anni di musica, tradizione e storia.
    Infatti si narra (sia vero o no boh) che si passò alla scala minore melodica, proprio per il rifiuto del clero di quella tensione che ricordava musica araba durante un periodo di attrito tra le civiltà.
    Praticamente è stata modificata una regola per una associazione mentale da evitare.

    è la musica che viene prima la teoria è solo un aiuto per l'orecchio e la mente.


    per esempio se qualcuno non riesce a:
    allora con la teoria sa tradurre l'emozione in musica, se ci riesci senza non ne hai bisogno.
     
    #1035
    Ultima modifica: 30 Gennaio 2009

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