Threshold

Secondo me, le diverse opinioni sono dovute ad un equivoco che ogni tanto spunta in qualche post, dovuto all'idea di progressive. Se partiamo dall'idea che per essere considerati progressive bisogna progredire o evolversi, non ha senso proseguire la discussione. Il progressive ha avuto questa caratteristica per una breve stagione nei tardi '60's, primi '70's, poi ha assunto le sue caratteristiche, i suoi crismi e stereotipi come tutti i generi. Nel prog metal è la stessa cosa. Certamente, ci sono gruppi che sanno sperimentare, rinnovarsi ed evolvere ancora oggi ma il genere quello è. Da questo punto di vista, secondo me, i Threshold sono prog metal come gli AC/DC sono rock, riproponendo (quasi) sempre le stesse soluzioni da decenni. Per me va benissimo così, finché le soluzioni funzionano. Pretendere di più riguarda un problema dell'ascoltatore, non è un limite della proposta o del gruppo.

 

Anche questo è stato già detto: è un problema di orizzonte d'attesa di chi ascolta, non della band. Il prog non è solo, comunque, un "genere recinto" (e grazie al cielo), ma anche una propensione all'esplorazione delle potenzialità della musica metal, come dimostra un gran numero di band che ha dato lustro al genere, dai Pain of Salvation ai Porcupine Tree, passando per gli stessi Dream Theater, gli Opeth, Haken, Leprous, e compagnia cantante, che hanno spesso saputo reiniventarsi e mettersi in discussione, con risultati più o meno buoni.

 

Be', questi mi sembrano i discorsi tipo il rock è morto e cose varie. Per fortuna c'è un mondo là fuori e che non si è fermato al 1972

 

No, perché? Il mio non è un discorso qualitativo. Forse non mi sono spiegato bene o non hai colto quello che intendo.

 

Mi riferivo a questo.

 

Sì, certo. A me sembra evidente sia così. Poi, intendiamoci, sono il primo a dire che oggi nel prog escono ogni album album all'altezza dei classici del passato e che non hanno nulla da invidiare a quelli. Il mio, appunto, non è un discorso qualitativo.

 

faccio un ragionamento un po' largo, più una riflessione che altro.
per capire come e quando nasce il prog io torno sempre indietro fino alle parole di Robert Fripp, che diceva che in un periodo in cui si faceva musica coi piedi, loro (non solo in KC) iniziarono a farla con la testa e questa fu una vera rivoluzione.
il loro intento, per come la vedo, non era tanto pionieristico ma più di emancipare il rock dalla cultura popolare. quindi l'incontro con musica colta, come Jazz e Classica e un approccio compositivo e creativo che non era solo emozionale ma unione di intuizione/sentimento e ragione/intenzione, con tutto l'infinito che ci sta in mezzo (anche per questo, almeno per me, l'Italia ha sempre trovato nel prog una sua naturale chiave di espressione, più che perché l'italiano è lingua della musica colta).
nel prog metal questo approccio, per me, non cambia. il più delle volte si fa meno presente la Classica ma restano altri elementi culturali e, anche per l'evoluzione musicale, vengono recepiti diversamente stilemi una volta assimilabili all'estrazione popolare.
almeno io avverto i lavori di cristiani come Townsend, BTBAM, Opeth ecc come unione di quegli elementi di cui sopra. ci sono, inoltre, tante piccole (perché meno note) realtà che esprimono davvero un piacevole approccio creativo e artistico, non fatto solo di piedi, di moti (troppo) spontanei, senza ponderazione, dentro e fuori dal prog.

 

Altre date in arrivo...

 

Speriamo passino, uno sforzo per loro lo faccio volentieri

 

Eppure dopo il timido entusiasmo iniziale l'impressione è che quest'ultimo disco cali con gli ascolti anziché crescere, a lungo andare sembra ancora una volta di sentire la solita roba. Qualcosa di diverso c'è, confermo le mie impressioni iniziali, però sembra che più di tanto non si siano voluti spingere, come se avessero paura di farlo, di andare fuori strada...

 

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appunto, in rock, non in prog

 

Buon San Valentino amore!