Sulla omosessualità

Già ci si sopporta a fatica in due

Ma che minchiola significa, questo? Ah mae, cazzo dici? Non devono portare nè bene nè male a noi (che non ne usufruiamo). Si tratta di diritti, di possibilità di sancire legalmente un'unione, porca trota. Solo questo, al massimo vantaggi per il benessere di un maggior numero di persone.
Che se Gianni e Piero si sposano e a Gianni viene un tumore, allora Piero può fare compagnia a Gianni mentre fa la chemio, può firmare in sua vece, può ricevere in eredità ciò che hanno costruito assieme, chè Piero stava a casa a fare la casalinga, mentre Gianni era professore universitario e guadagnava abbastanza per entrambi. Minchia, che roba moralmente turpe.

 

Mah guarda non mi trovi in totale disaccordo(a parte il centro). Comunque il mercato del sesso in Olanda è una scelta,questo dimostra che si può scegliere la strada da seguire. Tuttavia ho l'impressione che movimenti come il femminismo o l'attivismo LGBT stiano diventando un brand più che organizzazioni che lottano per "diritti",e spesso promuovono modelli e proposte per nulla imparziali che secondo alcuni dovremmo accettare altrimenti si è omofobi o bigotti.

 

Ma credo che tutti siamo d'accordo sul riconoscimento di questi diritti. Infatti si studiava il riconoscimento delle coppie di fatto. Il matrimonio comunque significa automaticamente adozioni subito o in breve tempo. E quello è un tema molto più complesso.

 

Non lo nego, assolutamente.

 

Però scusa è davvero questo il fine del matrimonio gay? Perché se è così si potrebbe, molto più sensatamente(anche per gli etero), fare in modo che queste possibilità non siano necessariamente legate al matrimonio.

 

Credo che il matrimonio sia legalmente definito come lo stato in cui valgono quelle possibilità. Fare quello che dici tu equivale a cambiagli il nome.

 

Assolutamente a favore della poligamia
Cioè la gente fa il cavolo che gli pare no? E se uno vuole avere più mogli o una donna più mariti, il tutto consensualmente eh, perché non si può fare? È ipocrisia.
E non sto scherzando.

 

Ok, forse.
Ma in realtà no, perché il matrimonio, etero o gay, parte dal presupposto che due sono partner sessuali(sennò non ci sarebbe nemmeno da specificare eterosessuale od omosessuale), perché da tradizione il matrimonio è l'atto con cui si sancisce la nascita di un nucleo familiare.
Ma ti faccio notare che anche se non sono gay ma ho semplicemente un caro amico che voglia abbia queste possibilità(non è così assurdo), io dovrei sposarmici, e insomma... è un po' assurda come cosa...

 

comunque in giro c'è tanterrima figa!


A casissimo
:lucaraun:

 

Credo che la risposta del luppooo vada benissimo. Viviamo in uno stato di diritto fatto di regole e leggi. La nostra società dice di fondarsi sulla famiglia e sui rapporti che ne derivano. Consentire unioni matrimoniali di questo tipo significa, essenzialmente, riconoscere un diritto fondamentale.

 

Ma è questo che secondo me è aberrante, non che i gay si sposino.

 

Boh, anch'io lo penso ad ogni natale con i parenti

Piaccia o no, la nostra società ha questo modello, che funziona o meno, non so.

 

Oh ma allora, ed è questo che mi fa strano, il matrimonio gay si è inserito in questo modello basato sulla famiglia, che ha alla sua origine tradizione, religione e procreazione. Nessuna di queste cose è in linea con l'omosessualità(non lo è nemmeno la procreazione se escludiamo l'utero in affitto).
Eppure si sono inseriti in questo modello che è loro ostile, invece di rifiutarlo e trovare altre vie per vivere la loro relazione in libertà e con tutti i diritti di ogni persona. È questo che mi sembra intrinsecamente ambiguo.
Non so, per farti un esempio, è come se un cattolico odiasse il papa e quello che rappresenta ed esiga che venga frustato in piazza... ma porca miseria, a questo punto diventa luterano, o ateo, o quello che ti pare, ma che senso ha combattere per la tua idea nel mondo cattolico?

Per il resto, come sempre, non credo di aver nulla perdere da questi diritti degli omosessuali, per quanto continuo a far fatica a capirli, quindi di sicuro non ostacolerei questa corsa ai diritti.

 

No, non sono d'accordo. Innanzitutto la religione cattolica, così come molti credi e dottrine politiche e filosofiche con alle spalle un massiccio retroterra culturale, non è una cosa statica che non ha subito evoluzioni. Il cattolico e il cristiano più in generale del V sec. d.C. è diversissimo da quello dell'alto medioevo, da quello dell'umanesimo o da quello attuale. Le religioni e le dottrine politiche si adattano ai tempi e ai luoghi: pensiamo al comunismo e a quello in cui si è evoluto. Di certo ora, chi pensa al prototipo del comunista penserà ad un individuo che ha fatto sue le idee ambientaliste, quelle dei diritti civili, quelle della società multietnica. Quante somiglianze ci sono tra questa idea del comunista e uno Stalin? Per dirne uno a caso. Ma anche semplicemente un dirigente PCI degli anni 50-60. Il messaggio generale di Cristo, a mio modo di vedere, è tutto tranne incompatibile con queste idee che io vedo di progresso. Mi pare che persino l'arcivescovo di Dublino abbia commentato il referendum con un "La Chiesa deve fare i conti con i tempi in cui viviamo". Noi stessi non abbiamo idee statiche, ma ci evolviamo a seconda delle nostre esperienze e dei nostri ragionamenti. Non possiamo criticare chi fa parte della chiesa perchè ragiona in maniera ottusa e se poi accetta il cambiamento puntare il dito alla Nelson e dire "Ahah!".