I nostri ascolti

Per me invece altri due nuovi "recuperi":

Solitude Aeternus (1988-2011)

E anche loro sono fatti, e questo è stato solamente un bene! Partendo dal fondo infatti, mi sono piaciuti così tanto che a fine discografia ho riascoltato tutto dal primo all'ultimo in una tirata, cosa più unica che rara, per quanto mi riguarda.

Questi sono (stati) un gruppo americano Doom Metal con alla voce un certo Robert Lowe, il quale successivamente andrà anche a registrare qualche album coi Candlemass.

Il debutto, uscito trentuno anni fa, non è malvagio, ma forse un po' troppo acerbo. Basta un niente però per ingranare alla grande, "Beyond the Crimson Horizon" e "Through the Darkest Hour" sono infatti sublimi. Metal cadenzato e suoni vagamente arabeggianti sono accompagnati da una voce che è assolutamente azzeccata per il tipo di musica offerto.

Gruppo comunque molto costante durante tutta la discografia, vuoi per la pochezza del numero degli album realizzati (sei) vuoi per la qualità onnipresente.
Non mi sentirei infatti di "bocciare" per davvero nessun album, anche se forse ho sentito un po' di calo di flessione probabilmente negli ultimi due.

Buono anche il live uscito quindici anni fa, ultimo album ufficiale, perlomeno fino a "nuovo ordine", visto che si trovano ufficialmente in pausa.

Praying Mantis (1974–1982, 1990–2003, 2008– in attività)

Pretty Maids or Praying Mantis? Analogamente a quella volta che mi ero trovato ad un bivio simile (Marillion o Magnum) con la differenza che allora chiesi qualche parere in più. Un giorno probabilmente conoscerò anche i Pretty Maids, magari con un Ronnie Atkins ancora vita, vedremo...

Allora, questo gruppo, che prende nome e immaginario collettivo dalla mantide religiosa, è è originariamente nato nel filone NWOBHM, anche se in tale corrente si può veramente infilare soltanto il debutto, uscito nel '81; "Time Tell No Lies" infatti, questo il titolo, è molto bello, Hard Metal melodico e sopraffino con praticamente zero filler.

La band, capitanata dai fratelli Troy si è poi sciolta per riformarsi soltanto negli anni '90 con un genere stavolta prettamente AOR. E che AOR però La doppietta "Predator in Disguise" e "A Cry for the New World" mi sono sono infatti delle bellissime gemme (nascoste) di Rock/Metal radiofonico!

Leggermente inferiore il quarto album "To The Power of Ten", oro colato però in confronto ai futuri dieci anni di uscite, per me. Bisogna dire che dal rifacimento di fine anni ottanta la band ha preso a bordo l'ex Maiden Dennis Stratton, che rimarrà in formazione fino al 2003. Purtroppo però è stato necessario il settimo album appunto del 2003 ("The Journey Goes On") per poter sentire qualcosa di nuovamente buono. Tra altro quella è l'annata anche del cambio di chitarra con l'uscita di Stratton. Il genere dal quinto album in poi si è lievemente indurito e poi nuovamente alleggerito ma mai tornando all'AOR sublime del passato. Al momento si tratta di una specie di hard rock melodico come tanti gruppi Frontiers, etichetta che li accompagna ormai da tredici anni e quattro album.

Gruppo da pollice sù sù comunque, specialmente se piace l'AOR e la musica di classe. Una cosa sola, apparentemente sono abbastanza di nicchia e ciò comporta che le info siano molto difficili da reperire. Ho fatto fatica infatti a capire la cronologia dei cantanti e nella fattispecie chi abbia cantato cosa. Piccolezze comunque, al confronto di una musica veramente eccezionale.

 

Immensi i Solitude! Lowe è uno dei miei cantanti preferiti, se non IL preferito. Li favorisco - e di gran lunga - ai Candlemass, anche se purtroppo non mi piacciono neanche quando avevano Lowe. I Solitude per me sono la quadratura del cerchio, il "mio" heavy metal, epico, ossianico, tecnicamente preparato ma senza ostentazione, fatalista e DOOM.
Perché i Solitude sono il suono della sventura.

Bellissimo quel logo, me lo salvo.

 

In effetti non volevo dire un'eresia, ma anche a me sono piaciuti più dei Candlemass

in che senso "a parte il aongwriting"?

 

Poco tempo, poca voglia, problemi con la scheda di rete del PC e cellulare che ha iniziato a crashare di continuo dopo un aggiornamento (a che serve evitare il porno se poi lo smartphone ti si rincoglionisce ugualmente?).
Ora va meglio.

Gli Angel Dust, a cavallo tra i due secoli, hanno realizzato tre album eccellenti (non considero tale il quarto, "Of human bondage") ma l'ondata power più becera li ha spinti in un angolo, loro che non erano una banale band di power melodico (checché ne dica Metal Archives) e anzi avevano la botta tipica di certo US metal. Triste destino, in comune con altre realtà non americane quali gli ottimi Stygma IV.

Non amo un granché gli esordi thrash metal degli Angel Dust, li preferisco in questa versione più melodica ma rocciosa e comunque non di immediata assimilazione. “Border...” grande album, un ottimo punto di ri-partenza, tuttavia preferisco di poco i successivi “Bleed” e il coraggioso “Enlighten...”.
Da notare che non realizzano nulla di nuovo dal 2002 ma sono tornati in attività, per tre quinti, nel 2016. Dubito che otterranno mai qualche riconoscimento tardivo, comunque: la concorrenza, sebbene composta più che altro da minutaglia senza importanza, si è ampliata a dismisura e i gusti musicali dei metallari sono peggiorati un bel po'.

 

Ho evitato di ascoltare musica nuova, nel senso di “acquistata da poco”, per l'intera estate.
In autunno ho ricominciato da questi signori qui.

Frank Zappa, “Joe's Garage” (rock-fusion, 1979)

Anticipazione (Spoiler)

Concept-album in tre atti. Ammetto di averlo comprato in CD soprattutto per 'Catholic girls', uno dei pezzi più irriverenti del Maestro. L'album però è troppo lungo e con troppe sezioni parlate, tra l'altro ripetitive. Poi certi pezzi mi annoiano. Diciamo che dell'Act 1 amo la metà dei brani, dell'Act 2 salvo solo 'A token of my extreme' e la stupidotta 'Stick it out'. L'Act 3 è il migliore, la tripletta di chiusura è fantastica, ma in generale non piazzo “Joe's Garage” tra gli album di Zappa che preferisco.


The Casualties, “Chaos sound” (hardcore-punk, 2016)

Anticipazione (Spoiler)

Conosco poco questa band, l'hardcore urlato non è esattamente il tipo di punk che preferisco. I Casualties, però, hanno una forte componente OI!, quindi il loro street arrembante mi giunge meno sgradito grazie al taglio inneggiante di molti ritornelli. Forte il legame col metal: produce la Season of Mist, in alcuni testi si invoca la fratellanza tra i punk e i thrasher (per fare cosa, non lo so) e c'è pure una cover anfetaminica di 'R.A.M.O.N.E.S.' dei Motorhead (@Carnival900):

Scorpions, “Face the heat” (hard&heavy, 1993)

Anticipazione (Spoiler)

Bell'album in pieno stile Scorpions, all'altezza del precedente e vendutissimo “Crazy world”. Penso che la doppietta iniziale, 'Alien nation' + 'No pain no gain', sia sufficiente a consigliarne l'acquisto. Non tutto suona perfetto alle mie orecchie (i controcanti in falsetto di 'Woman', la noiosetta 'Unholy alliance', qualche coro troppo festoso, le due ballate bonus...), del resto non sono certo il fan #1 degli scorpioni, tuttavia posso aggiungere “Face the heat” all'ampissimo numero di album che sconfessano la teoria secondo la quale il metal e l'hard rock classici se la siano vista malissimo, negli anni '90. Qua la rece di TM:
Recensione Face The Heat - truemetal.it

 

"Joe's Garage" è l'ultimo di Zappa che ho ascoltato e già arrivare lì è stata una fatica. Quando ha iniziato a fare troppo il comico mi ha progressivamente perso sempre più (già in certi episodi di Apostrophe) complice anche il fatto che è un umorismo un po' delle balle.

 

considerazioni al contrario:

- giusta analisi per quanto riguarda l'album degli Scorpions, con appunto "No Pain No Gain" che è in assoluto la mia traccia preferita di loro.

- questi Casualties non li conosco nemmeno io, apparte che di nome. Boh, gruppo da tenere in considerazione per un ipotetico recupero punk futuro.

- Frank Zappa ce l'ho in lista "ToDo" da tipo un lustro, viene sempre scavalcato poveretto, da cani e porci tra l'altro. L'alto numero degli album composto me lo rende poco appetibile, ma prometto di dargli la considerazione che si merita nel corso del 2023.

 

L'umorismo di Zappa (parodistico, satirico, all'insegna del non-sense) non è per tutti, inevitabilmente.

Non penso basti un anno solare per digerire e capire una discografia così vasta e complessa. Potresti iniziare dagli album coi Mothers of Invention, i più apprezzati, e a quello (Bongo fury) con Captain Beefheart, che è nel mezzo della produzione coi Mothers. Una decina di album in tutto, per capire se è nelle tue corde oppure no, anche perché dubito che esista un essere umano che apprezzi l'intera discografia zappiana.

 

Più che altro il problema dell'umorismo di Zappa è che gira quasi sempre intorno al pene e a dove inserirlo, che agli americani fa sempre ridere, e più scendeva la qualità musicale più questo argomento diventava centrale.

 

Ok, grazie della dritta. Fammi però capire un attimo, discografia dei Mothers of Invention + Bongo Fury ebbasta? Cioè, di Zappa solista niente!?

 

Se vuoi solo l'essenziale per poterne parlare:
Mothers: primi 3
Zappa: Hot Rats e Apostrophe

Se vuoi essenziale + cose belle:
Mothers: fino a Weasels Ripped My Flesh incluso
Zappa: da Hot Rats fino a Apostrophe incluso (e Bongo Fury che non ricordo dov'è cronologicamente)

Se vuoi tutto ciò che ha fatto di decente, più o meno:
Mothers: tutto tranne Cruising a meno che non ami lo swing
Zappa: fino a Joe's Garage

Inserisci a tua discrezione il live Roxy & Elsewhere

 

Descrivere l'universo umoristico di Zappa in questi termini significa ridurlo a un glamster da strapazzo. In realtà Zappa ha saputo scherzare praticamente su tutto quello che gli girava attorno ed è incalcolabile il numero di canzoni in cui ironizza sull'americano medio tutto Dio, Patria e Famiglia così come sugli hippy, sui telepredicatori, sui politici, sull'ipocrisia dei bravi cristiani, sull'istupidimento delle forze dell'ordine, sui censori, sul music-business, sulla massificazione del pensiero eccetera eccetera, né si è fatto problemi a scherzare sulle minoranze in tempi di Live Aid.
Un universo enorme e sfaccettato, impossibile da ridurre alla goliardia dei riferimenti sessuali espliciti, provocazione che comunque aveva un suo senso: negli anni '70 e '80 ci si divertiva a scandalizzare i benpensanti in quel modo.

Perché no, alla fine da qualcosa devi pur iniziare. E' solo un approccio. Un po' come se consigliassi a qualcuno di Iniziare la discografia di Alice Cooper ascoltando tutto quello che c'è prima di "Welcome to my nightmare", quando esisteva l'Alice Cooper Group e non il Cooper solista.

 

Aggiungo che ho sempre considerato stucchevoli quasi tutte* le "stupid song" in cui parla di "pene e dove inserirlo" ma adoro le canzoni in cui il sesso è solo uno strumento (ehm...) per veicolare un altro messaggio. "Bobby Brown" e "Catholic girls" hanno dei testi sessualmente espliciti ma se uno va al di là della superficie lo capisce, che non parlano di sesso.

* quasi tutte perché Stevie's spanking è una "stupid song in cui si parla di pene e dove inserirlo" ma la trovo musicalmente eccezionale, un hard rock con linee vocali fantastiche e grandi assoli, e non mi riferisco solo a Steve Vai.