I nostri ascolti

Ultimo “ascolto commentato” dell'anno.

Wardog, “Scorched earth” (power-thrash, 1996)



Nobile esempio di metallo americano, forse più thrash che power, tra Overkill/Motorhead, Anvil e qualcosina dei Pantera. Al di fuori dei generi principali troviamo pure un divertente pezzo punk, cioè la volgarissima “Bucket 'o' Beer”, e un pezzo southern metal (“Damned”, con tanto di banjo sul finale) che piacerebbe ai fan dei “Pride & Glory” di Zakk Wylde.

Album che non inventa nulla ma cazzarola se è divertente! Fa eccezione la grungy “Nothing left”, unico pezzo dell'album che, senza essere brutto, non mi ha preso più di tanto; bella però la melodia di chiusura e ottimo l'assolo, ahimè sfumato.

Tecnicamente preparati (il batterista cita con evidente consapevolezza Philthy "Animal" Taylor, Scott Travis e Benante), al solito mi fanno chiedere per quale motivo la scena metal sia sempre stata così ingiusta coi suoi figli.

Nessuna recensione presente su TM e neppure nelle altre webzine italiane, 'sto gruppo non se l'è mai cagato nessuno (a parte me e @Kontra Thrash, che lo vende qui sul forum).

Per iniziare a conoscere l'album posto l'unico video ufficiale presente sul tubo, anche se bisogna cliccare sulla scritta per aprirlo su YouTube. Nei commenti un tale parla di "versione più dura dei Saigon Kick". A me invece il pezzo sembra alquanto panteriano, ma con una gustosa melodia esotica alla Friedman:

 

L'hai mai ascoltato middle earth di Catley? Se vuoi un disco tutto puntato sulla parte epica è un ascolto obbligato. Tra l'altro per me è l'apice artistico di Catley, dal pv espressivo. Scritto da hughes dei ten, che in quel periodo faceva coppia fissa nei suoi solisti. Grande album a mio parere.
Recupero sicuramente questo Escape, i magnum post 2000 non li ho un po' troppo ignorati. Grazie per la segnalazione.

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Sorry, non mi è arrivata la notifica del tuo messaggio.

Di Catley conosco solo "Legends", al tempo Psycho! inserì "The pain" nel CD che allegava alla rivista e il pezzo mi piacque, poi i Ten di Hughes se n'erano usciti col bellissimo "Babylon" e mi dissi che era l'ora di dare un ascolto anche al resto di "Legends", visto che la mano era quella.
Ammetto però di ricordarlo poco, son passati più di vent'anni.

"Middle earth" mai sentito, di recente m'è venuta voglia di ascoltare i Magnum degli ultimi anni ma non avevo contemplato l'idea di riprendere il discorso anche con la carriera solista di Catley. Da come descrivi "Middle earth", direi che fa proprio per me.
Segno subito.

 

Diciamo che middle earth è l'unico che punta completamente sulla parte epica. E' una specie di concept sul signore degli anelli, ma a differenza dei blind guardian che prediligono l'aspetto narrativo, questi sono più "affreschi" della Terra di mezzo.
Al di là del concept (che oggi verrebbe da definire abusato), è un bellissimo album.
Pure i 2 once and future king di hughes sono ottimi, ma penalizzati dalla produzione. In più spesso lì il concept epico va avanti alternato con divagazioni più hard rock (comunque ottime ma non sempre adatte ai testi).

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Spettacolo!

@Dwight Fry questi sono sicuro che ti piaceranno molto

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Conosco, conosco.
Però questo è il topic degli "ascolti commentati", forse volevi postare qua:
La canzone/album che state ascoltando in questo momento

Visto che ci sono butto giù due righe su "Carthago".
Heavy metal tedesco ignorante e tamarro, tra heavy, power e hard rock, vicino agli Attack, ai primi Trance e ai Tyran' Pace, quindi a tutte quelle band tedesche di metà anni '80 che si rifacevano ai Judas Priest.
Non un album imprescindibile secondo me (ricordo tra l'altro un suono orrendo della batteria) ma ha diversi bei pezzi, alcuni anche particolari (la title track? Non lo ascolto da tanto, quindi evito di mettere la mano sul fuoco).
Non ci spenderei un capitale, tuttavia anni fa sono stato tentato dall'acquisto e c'è un motivo se non è nella mia collezione: l'edizione che ho visto girare nel tempo è quella della Laser Light con un'altra copertina, un po' alla Warlock (la solita guerriera seminuda che pare in preda a un orgasmo):

Spoiler

e io volevo l'originale in stile Manowar / He-Man, col guerriero incazzato.

 

Iniziamo bene il 2024.

Savatage, “Gutter ballet” (US power, 1989)



I primi 4 pezzi.
I primi 4 pezzi bastano a marchiarlo irrimediabilmente come un capolavoro, alle mie orecchie.

“Gutter ballet” e “When the crowds are gone”, che ho conosciuto prima nella versione live di “Ghost in the ruins” e solo successivamente in questa da studio, rappresentano per me le classiche canzoni della vita. Sì, c'è anche la straordinaria “Hounds”, ci sono le variazioni di “Mentally yours”, l'assolo di “Summer's rain” e i riffazzi di “Thorazine Shuffle”, e cito giusto le prime cose che mi vengono in mente, ma i venti minuti che aprono l'album, così arrabbiati e malinconici, per me rappresentano l'apice di un certo modo di intendere il metal.
Praticamente l'Everest, per chiunque voglia emozionare suonando musica dura.

Prendendolo in CD quest'anno ho colmato un buco nero.
Qui la recensione di TM (voto 95 su 100):
Recensione Gutter Ballet - truemetal.it

Per iniziare a conoscere l'album (ci sono ancora neofiti, qui su TM?):

 

Sto sperimentando un modo di particolare di ascolto propedeutico all'acquisto, tanto per farmi male.
Su Amazon ricerco album metal a meno di 10 euro, me ne seleziono un pó a sentimento e cerco delle recensioni per farmi una idea e solo allora mi faccio un giro su Spotify.
Tempo addietro avevo sperimentato un metodo simile per i libri, senza lettura preventiva, e mi aveva dato discrete soddisfazioni.

 

Esattamente 8 anni fa, il 10 gennaio del 2016, moriva David Bowie.
Il caso ha voluto che ascoltassi a manetta quest'album, nelle scorse settimane.
Un piccolo omaggio.

David Bowie, “Hunky Dory” (rock, 1971)



Non tutti sanno che Rick Wakeman, prima di entrare negli Yes, suonava con David Bowie. Anzi, possiamo dire che fu Bowie a lanciarlo con l'album “Space Oddity” (1969).
Poi registrò questo splendido lavoro, “Hunky Dory”, uno dei più noti del Duca Bianco visto che contiene le gemme “Changes” e “Life on Mars?”, che ascolto da trent'anni senza mai stancarmi, ma anche altri pezzi piuttosto noti ai fan come “Oh! You Pretty Things”, “Queen bitch” e “Andy Warhol”, sebbene io preferisca a questi tre brani sia “Song for Bob Dylan” che la drammatica “The Bewlay brothers”.

Complessivamente piazzo “Hunky dory” un gradino sotto rispetto al successivo “Ziggy Stardust”, ma qua dentro c'è abbastanza materiale per dare lustro a non so quante discografie.

L'ho acquistato in CD durante il 2023. Ristampa rimasterizzata EMI del 1999, con ottimo booklet pieno di foto di un Bowie più capellone del solito, in un paio di scatti agghindato buffamente come un faraone.

Per iniziare a conoscere l'album:

 

Rage, “Black in mind” (power metal, 1995)



“Black in mind” è bello ma troppo lungo per i miei gusti. Non che i precedenti durino poco ma qua si esagera: 14 canzoni e quasi 70 minuti di durata. Inoltre qualche passaggio mi intriga davvero poco.
Prendiamo la lunghissima “In a nameless time”: per quanto non siano in pochi a considerarla un capolavoro, a me dice poco. Non posso farci nulla. Il modello mi sembra “Lost in the ice”, da “The missing link”, che però preferisco e non di poco.

Oh, sia chiaro, non è che mi metto a sconsigliare un album del genere, i due terzi della tracklist sono ottimi e qua dentro ci sono brani da “best of” del power tedesco. Non mi dispiace neppure questa svolta più aggressiva (quant'è dura “The price of war”?), solo che fatico ad arrivare alla fine dell'album ascoltandolo di filato. Motivo per il quale, a differenza di altri, pongo “Black in mind” sotto ai due dischi che lo precedono, i bellissimi “Trapped” e “The missing link”.

Specifico infine che avverto disaffezione nei riguardi di determinate sonorità (altrimenti non avrei atteso il 2023 per recuperare questo lavoro in CD), nel senso che non rientrano nei miei ascolti da parecchi anni e quindi certe mie osservazioni, seppure condivise da altri, lasciano il tempo che trovano.

La recensione su TM (voto 92 su 100):
Recensione Black in Mind - truemetal.it

Per iniziare a conoscere l'album:

 

E' il mio preferito dei Rage e lo reputo un capolavoro, però sì, davvero troppe canzoni e di una In a Nameless Time avrei fatto a meno anch'io

 

Anche per me inferiore a The Missing Link (a mio parere il loro apice), ma lo preferisco al comunque ottimo Trapped.
In Black In Mind i pezzi si susseguono veloci uno dopo l'altro, c'è una certa urgenza che mi è sempre piaciuta. Poi è potentissimo, quasi thrash. Ci sono dei filler ma pazienza, li skippo e proseguo con le varie Forever e Start!, una serie di pezzoni disseminati nel disco che aumentano la votazione finale.
Quanto mi mancano questi Rage...

 

Forse l'unico lato negativo riconducibile all'avvento dei CD.

Questo mi consola.

Sarò sincero: sono rimasto fermo a "Speak of the dead".

 

Tra l'altro quanto fanno cagare le ristampe 2006 (quelle con il bordino argentato)....io ne ho un paio dei grave digger e end of all days dei rage (che adoro nonostante la durata) e sono tutte ipercompresse e sparate, totalmente da evitare. Tutti album che devo ricomprare assolutamente perchè ricordo bene che non suonavano così in origine. Chi ha curato questa serie andrebbe impiccato

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