Dream Theater

Labrie che durante il solo resta lì davanti come un pirla a ondeggiare le braccia mi ha spezzato dalle risate; Petrucci che si siede accanto a Mike e lo abbraccia a fine canzone invece mi ha spezzato in un altro senso.

 

Parliamo anche di un paese che fa quasi 25 milioni di abitanti in più dell'Italia, é quasi una volta e mezzo come popolazione. Oltre ai gusti al pluralismo spinto, é proprio un bacino d'utenza diverso come dimensioni.

 

È chiaro che è anche, anzi principalmente è un fattore culturale.

 

Sì infatti più che con la Germania, che è un po' un caso a parte, il confronto sui concerti, nello specifico dei Dream, ma possiamo estendere a tutti quelli metal, andrebbe fatto su altri Paesi come Spagna e Francia, che penso siano un po' più affini a noi.

Comunque ieri la mia compagna si stava vedendo il video di The Spirit Carries On dedicata alla sorella di Mike e, sentendo soprattutto la parte finale, a me pareva proprio tornato il LaBrie Gallinaccio

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Ma già va notato che l'Italia anche in questo è completamente divisa in due. Per un siciliano ogni concerto è un investimento non da poco in termini di tempo e denaro. Bene che vada devo arrivare a Roma. La cosa è culturale ma anche politica.

 

La mia wishlist per improssimi concerti:
A fortune in lies
Another day
Take the time
Erotomania/voices/the silent man
A change of seasons (per intero non affettata)
The glass prison
Endless sacrifice
Count of tuscany

 

Il 90% dei gruppi si fermano a Milano. Questo sicuramente per scarsa organizzazione e di locali adeguati.
Devo ringraziare i DT che non fanno mai mancare una data a Roma

 

Lo scorso anno sono venuti anche a Napoli. Un vero evento.
Naturalmente per non finanziare lo scempio labriolo non ho partecipato.

 

Sono venuti anche spesso a Firenze negli anni passati.

 

Le prime 3 e Voices sono incantabili per il LaBrie attuale.

 

Io ci metterei anche A change of seasons, già faceva fatica anni fa figurati adesso.

 

Il Sud Italia non è l'Himalaya, lo Stretto non è un oceano e fatturiamo pure noi. A me pare una questione prima di tutto politico-culturale.