TM Cinema

Stasera ho visto "Il nascondiglio"... non male, buona la tensione durante il film.
Ricorda "the others" come atmosfere e ambientazione

 

l' avete visto "come tu mi vuoi"? credev fosse na cagata invece mi è piaciuto, una fotografia molto realistica di una certa società italiana...fa pensare ed è "leggero".

 

Ah, però...non so se lo andrò a vedere, ma francamente non mi aspettavo una descrizione del genere!

 

Beh, "molto realistico" direi che è un po' esagerato. Io direi "non irrealistico".

Mi spiego: forza e debolezza del film stanno per me in un unico punto, ovvero il suo essere "macchiettistico", se mi passate il termine orrido.

I personaggi in realtà non sono personaggi, ma macchiette, appunto, maschere. Gli unici due con un po' più di "profondità" sono i due protagonisti. E su questo punto tornerò dopo.

Il fatto che gli altri, specialmente i fighetti vari e il professore universitario, siano solo maschere in qualche modo riesce ad essere un punto di forza.
Nel senso che:
a) le persone che in questo caso si vogliono rappresentare costituiscono si "stereotipano" (altro termine discutibile, pardon) da sé.
Dunque rappresentarli come stereotipi è perfettamente coerente.
b) non so fino a che punto gli attori (le attrici, soprattutto) sarebbero stati in grado di rendere altrettanto credibili dei personaggi diversi.

Prendiamo le tre tipe della compagnia di Vaporidis: nel ruolo che gli è stato assegnato sono perfette. Sarebbero state in grado di sostenere bene qualcosa di più impegnativo? Non lo so.

Tornando al punto precedente, la Capotondi non mi è dispiaciuta nella parte della secchiona e all'inizio della trasformazione. Dopo perde un po'..Guarda caso, proprio quando il personaggio diventa un po' più complesso.
Non male, comunque.

Vaporidis non mi piace granché. Anche lui, pur non essendo questa gran bellezza, regge meglio le parti da macchietta piuttosto che quelle da personaggio.

Il mio giudizio sul film in definitiva però è positivo.
Mi sembra che l'obiettivo fosse adattare un certo tipo di commedia americana alla realtà italiana.
E mi sembra che sia riuscito.
Quello in cui pecca è quello in cui peccano anche i modelli, ovvero la parte dell' "approfondimento": caratterizzazione dei protagonisti e messaggio da trasmettere.
Forse, poi, è più legato alla realtà (non realistico): dalla cocaina, al manifesto pubblicitario davanti camera di lei, al modo di parlare di determinati personaggi.


Edit: cosa apprezzabile tra l'altro il fatto che si parli di gente di vent'anni, interpretata da attori ventenni, piuttosto che di improbabili sedicenni (il caso USA).

 

Tra ieri e oggi mi sono rivisto il lunghissimo Braveheart di Gibson, col senno di poi, un film che complessivamente mi è piaciuto, non senza riserve;

Sicuramente le sue qualità non si trovano nella trama e nella morale in se: a dimostrazione di questo guardatevi Il Patriota, che è in sostanza la stessa cosa, solo ambientato nella guerra d'indipendenza americana.
La trama di per se, approfittando del fatto che di questo Wallace non se ne sa poi molto, è per lo più inventato, e quindi molto U.S.A. (vabeh che Gibson è australiano, ma è uguale, su ): i cattivi gli ammazzano il babbo, lui non vuol fare la guerra ma vuole zappare, ma quando poi gli ammazzano la moglie e attentano ai sacri valori della famiglia, allora non ci sono cazzi, e il buon Willie inizia una guerra per la "libertà", alla testa di centinaia di scozzesi, contro i crudeli inglesi occupanti, e finisce per tentare di invadere l'Inghilterra (Spartacus docet, eh?)...ovviamente il poveretto si attira le antipatie dei corrotti nobili scozzesi, le prende a Falkirk e poi, insomma, tutti sanno come va a finire...

Sto film non ammette grigi; da un lato la corte di Edoardo I Plantageneto (uno dei "villain" più incisivi che ricordi...davvero reso in modo spettacolare, folle, crudele e "brit" al punto giusto), con il figlio (reso come una checca isterica-si, un pò omofobico è sto film -), poi tutto il loro esercito, con tutti i nobili e gi ufficiali sprezzanti, irrispettosi, e cattivissimi. E poi i nobili scozzesi, altra manica di traditori e corrotti.
Dall'altro lato, Willie, un uomo colto, e tendenzialmente inoffensivo, ma che quando s'incazza, s'incazza, piuttosto ingenuo, particolarmente eroico, molto triste...la sua leggendaria ferocia non emerge particolarmente (ma quando emerge è resa in modo notevole da Gibson, che comunque con il macabro e il sangue a tutti i costi ci va a nozze).

Se queste premesse non sono buone, c'è da dire che Braveheart dalla sua ha una serie di pregi notevoli; l'ambientazione, splendida e suggestiva, cosi come i suoi abitanti; una trama semplice, sviluppata in modo semplice, al punto da essere assolutamente coinvolgente e molto toccante in certi frangenti (amarissima la scena dell'urlo finale di Willie-Gibson) il fatto che i protagonisti una volta tanto non siano americani (ma questa è una nota personalissima );
e poi, urge dirlo, le scene di battaglia sono indimenticabili (anche se storicamente, la battaglia di Stirling vista nel film non c'entra davvero niente con quella originale, che non si svolse certo in un campo aperto come nel film, ma questo non è importante)...ci sono evidenti omaggi a Aleksandr Nevskij di Eisenstein, che ho notato con gran piacere, un sacco di comparse, ottimi costumi e l'idea della frenesia e della generale confusione della mischia medievale è resa benissimo, come di rado ho visto da altre parti. Su un aspetto più gore, Gibson, ma questo è risaputo, non lascia molto spazio alla fantasia; la violenza è sfrenata, insostenibile, ma visto il film, direi che è di gran giovamento.

Un film molto semplice, vestito in modo sfavillante al punto da far dimenticare i numerosi difetti e le frequenti banalità e banalizzazioni...

Non certo il capolavoro che molti descrivono, ma un buon film di sicuro...che Gibson poteva evitare di replicare pochi anni dopo ne "Il Patriota"

 

erro indeciso....questa tua breve descrizione m'ha convinto,mercoledì andrò anch'io a vederlo!

 

hai ragione, guarda mi è piaciuto anche perche dove abito io il film in sala lo vedevano delle "macchiette" che in parte si trovavano nella realtà dei personaggi, essendo diretto appunto verso un pubblico giovane.Fortunatamente è un fim senza pretese ed appunto non vuole andare oltre un certo approfondimento,ma ti ripeto uscito dal cinema scendevi in piazza e ti ritrovavi Vaporidis o i vari aspiranti e imitatori del modello ( oh per carità tutti carissimi amici) per non parlare dei "secchioni" risentiti.Sono d' accordo con te sulla capotondi,secondo me la parte del film più fiacca è la sua trasformazione con la figura dell' attrice bruna ( di cui non ricorod il nome) troppo caratterizzata, ma è chiara l' intenzione li di fare ironia sul personaggio stesso.

 

Sì ma infatti ho parlato esplicitamente di quello che è l'obiettivo del film.

Effettivamente ho dimenticato di parlare del target: è chiaramente indirizzato verso una fascia di età piuttosto ristretta, diciamo da un minimo di 15 a un massimo di 25-26 anni, e in effetti credo che risulti godibile per chi ci rientra (anche io), e moooolto meno per gli altri eventuali spettatori..

 

se non quella di incassare palate di soldi. Scusate, ma questa frase, in contesto cinematografico, mi ha sempre fatto rivoltare le budella.

Rivisti con la mia ragazza Lost in Traslation e Ricomincio da capo, col grandissimo Bill Murray, due commedie che vedo sempre con autentico piacere. Per lei è stata la prima volta, ed è rimasta soddisfatta.

 

per pretese si intendevano pretese intellettuali, pretese di valutazione, pretese pedagogiche, pretese di verità.é un film commerciale dunque incassa soldi( e ciò evidentemente è un male :ehm

 

Giustamente... da quando fare soldi è un male? Un film ha tutto il diritto di essere commerciale e fatto esclusivamente per fare soldi... questo va benissimo basta che la cosa sia chiara da subito, che il rapporto tra spettatore e casa di produzione sia limpido cioè andrebbero banditi quelli che sotto palate di cazzate intellettualoidi vorrebbero far passare un film di supereroi o [perdonatemi!] harry potter per pellicole contenenti chissà quali aspetti da approfondire o grandi insegnamenti o metafore della vita.

Che poi, e qui il discorso si estenderebbe a libri e alla nostra amata musica: il peso di un'opera è indefinibile dai contemporanei; i grandi capolavori spesso sono stati ritenuti tali parecchi anni dopo essere stati editi quindi appioppare ad un film presunti valori sociali è quantomeno azzardato o in anticipo sui tempi. L'opera che rimarrà immortale ha bisogno di un lungo periodo di comprensione e radicamento nella società.

Discorso praticamente uguale sui film etichettati come "senza pretese": alle volte un produttore mette in cantiere un film giusto per publicizzare un attore o per fare sfoggio di magnifici effetti speciali ma a parte l'elemento estetico non c'è nulla... a quel punto, se il rapporto utente-produzione sopracitato è chiaro, ci si può godere il film per quello che è oppure non guardarlo.

Libera scelta e pace a tutti o sbaglio? [Mi son accorto di essere forse andato oltre a quello che s'è detto prima del mio intervento... pazienza! Godetene perchè è saggezza profusa eheheh]

 

che è quello che succede per la gran parte dei film di azione che si fanno, che personalmente trovo un pò noiosi.

 

io non sono proprio d'accordo, comunque ognuno ha le proprie opinioni. Si giustificano pacchianate come 300, come trasformers, perché son film senza pretese, in modo invero ingiusto, visto che questi film dovrebbero essere bacchettati più di altri visto che muovono tanta pecunia.
Posso dire che è un film senza pretese plaga zombie, girato con 600 dollari, e in qualche modo lo giustifico. Ma farlo per grosse produzioni, a mio modo di vedere,è sbagliato.

 

finalmente sono riuscito a vedere American Beauty,ottimo film,lento,riflessivo e un continuo "giocare" con la falsa idea di felicità della famiglia americana media!anche se non è nuovissimo come film lo consiglio a chi non l'ha ancora visto!

 

Si Straquoto, Kevin Spacey è fenomenale, certo il film è anche un esempio di desisderi repressi o assopiti, un film su quello strano concetto di pefezione che risiede nel modello di famiglia americana, un film anti-borghese decisamente, il tutto circondato da una colonna sonora di primo ordine.
Coinvolgente l'atmosfera "rarefatta" di alcune sequenze, ad esempio la parte psicologica di Spacey mentre corre in strada.

P.S. Raskolnikov, le virgole le ho inserite stavolta!