Moonsorrow

In effetti il terzo disco è più vicino al folk che al viking, le voci pulite sono molto più frequenti e le orchestrazioni molto più marcate, anche se il vero folk infondo è un'altra cosa. Comunque non ritengo che sia un album brutto: se dovessi dare un 80 ai primi due darei un 60 al terzo.

 

accidenti... Io gli darei un 83 al primo 85 al secondo e un 80 al terzo 60 è davvero troppo poco per un quell'album

 

si, è vero, 60 è troppo poco.

 

mi hanno dato il primo di questa band, bellino

 

dimenticavo, ho letto parecchie recensioni in giro, parlo di annetti ormai che li hanno trattati proprio maluccio

 

Siete molto fortunati, allora, che io non abbia recensito né Kivenkantaja né Voimasta ja Kunniasta (album che mi ha fatto scoprire i Moonsorrow), solo perché già prenotati (da almeno due anni tra l'altro) da un altro redattore - che se si fa aspettare ancora gliele frego >:[

Perché ciò una fiamma dentro che mi consuma da quando è uscito Kivenkantaja, una fiamma che mi brucia, mi tortura, e devo far sapere a tutti quanto amo alla FOLLIA DEPRAVATA quell'album. Già Voimasta mi colpì non poco, e aspettai con grande curiosità l'uscita di Kivenkantaja. Quando uscì e vidi la copertina già sapevo che la frittata era fatta. Cioè, ognuna di quelle sei canzoni praticamente è un album a parte, se le ascoltate singolarmente tutte, una per una, da sole, per mesi, a un certo punto pensate "cazzo ma pensa se fossero tutte insieme in un solo album che capolavoro uscirebbe fuori" - e indovinate un po', quelle canzoni stanno tutte insieme in un album solo!!!!!

Ma scusate, la monumentalità agghiacciante di Jumalten Kaupunki è una stand-alone già da sola! Quel riffone grasso, potente, che martoria i bassi, ma cazzo... quando sentite Unohduksen Lapsi che finisce con quel vento sibilante, e nello scorrere di quei secondi drammatici di cambio tracce si insinua tra il vento quella tastiera tetra, epica, drammatica, con quel pezzo recitato di una poesia impareggiabile, quel momento di pathos incredibile mentre c'è lo schiocco di tastiera e la voce urla imperante "E OSSERVATE! DINNANZI AI NOSTRI OCCHI APPARE LA CITTA' DEGLI DEI!" e giù quel riff splendido, carico di un'adrenalina incredibile, mentre Sorvali con quella voce assolutamente sgraziata recita quel testo così pregno di significato, e il coro spaventoso, potente, di voci baritonali, è veramente una canzone incredibile... ma poi è tutto un discendere vorticoso mentre viene descritta in maniera così visionaria questa città, e pare proprio di percepire il cantante che man mano si spossa sempre di più, quasi schiacciato da una visione del genere, e tutto il pezzo strumentale che ne segue (2 minuti, mica cazzi!) - Tuhatvuotinen Perinto, che raccoglie l'intera profezia e la rispiega nuovamente in musica... una volta finita solo quella traccia mi sento davvero un altro.
...finché non incede l'altro capolavoro, Kivenkantaja! Non riesco a decidere qual'è la migliore tra le due, la prima è di un canonico epico splendido, ma la seconda ha dei pezzi FE-No-ME-na-LI, a cominciare dalla dinamicissima chitarra classica d'apertura, alle botte allucinanti di chitarra che la seguono, al testo splendido, che passa attraverso quelle voci che ripetono ossessivamente "kivenkantaja kivenkantaja kivenkantaja kivenkantaja" mentre sotto il cantante alterna proprio in quell'attimo quella struttura melodica che riesce a far combaciare un "kantaja, kiven" (le pietre, che portava) mentre il coro sotto ripete l'ennesimo, invertito, "kiven - kantaja" (il portatore - di pietre) - è un pezzo geniale, come geniale anche il recitato di metà canzoni, che rappresenta proprio il portatore di pietre che in quel momento TOPICO racconta chi è e qual'è il suo grande fardello, e l'apertura di TUTTI QUANTI gli strumenti che segue il recitato in uno dei momenti più drammatici del disco... è roba che lascia la pelle d'oca. Specialmente poi per la grande voce di Sorvali che continuo a dire che è perfetto per il tono assolutamente drammatico, e supportato da degli arrangiamenti di tastiera assolutamente fenomenali (grazie, Henri!!!!) che spaziano tra l'epico, il thriller, l'horror, e che dispensano arpe, fisarmoniche e flauti come se fossero passi di un libro di leggende... impressionante.
...impressionante come le ultime due di chiusura, una strumentale di un gusto a dir poco eccezionale quella Tuolen Tytar, non solo una musica da taverna medievale, non solo una strumentale, non solo un pezzo folk, ma una vera e propria manifestazione di una misteriosa epoca antica, che spazia tra i timidi cori allegri di un popolo soggiogato dalla natura.... a... a... momenti tetri, tragici, in cui è la natura da osservatrice, da bestia, che incute timore e rispetto in un popolo descritto in Kivenkantaja, un popolo ancora puro e scevro da vizi e lussi, e per questo in grado di dialogare - da perdente! - con la natura.
Ai sei minuti della canzone quel crescendo mistico e drammatico lascia davvero con il fiato sospeso, come l'attesa di un'eclissi di sole, come il secondo prima di un terremoto... una cosa da sudore freddo.
Per non parlare della grande esperienza che trasuda nella altrettanto drammatica Matkan Lopussa, che spesso chiamo "la canzone di natale dei Moonsorrow", altro brano commovente con questi cori quasi gregoriani e quella voce femminile che riporta davvero a epoche dimenticate, a qualcosa di non spiegabile con le parole e non percepibile con lo sguardo... è una canzone che mi rievoca la morte, il tramonto, il tutto nello stile aggraziato di questi fenomenali finlandesi che in quanto a drammaticità della natura ne sanno a pacchi!
Provare ad ascoltare Matkan Lopussa nel silenzio dell'artico, in piena estate, mentre il sole della mezzanotte indugia sull'orizzonte e illumina di una luce misteriosa e tetra tutte le montagne ancora ricoperte di ghiaccio.... è una cosa che lascia sconcertati, davvero.
Per non parlare di Raunioilla e la sua minuscola intro di un'epicità davvero eccellente... e come termina, con quella campana funebre, che sfocia nel micidiale growl d'apertura di Unohduksen Lapsi, come se fosse una diretta conseguenza... beh santo cielo se non è bello quel pezzo!

La gente pensa che quest'album sia brutto, che le canzoni siano tutte uguali.
Beh la gente non sa cosa si sta perdendo. Se questa è musica solo per certe persone, beh allora che solo certe persone se la godano. Tra l'altro, sia Voimasta che KKTJ hanno tra i testi più belli del metal che io abbia MAI letto. Poetici, drammatici, epici, splendidi (e sì, le traduzioni sono contenute nei libretti). Eppure c'è qualcosa di magico e inspiegabile in Kivenkantaja, nemmeno con un fiume di parole riuscirei mai a farvi percepire quello che provo ascoltandolo.

E sì... a questo punto... molto meglio che non l'abbia recensito io.

P.S. Vi concedo la grazia e evito di spargere i miei deliri su Voimasta e su quanto mi abbiano colpito Tyven e Sankarihauta (che insieme a Jumalten Kaupunki sono le uniche due canzoni che ho quasi imparato a memoria - e questo da solo lascia capire tante cose )

 

eheh nella foga praticamente hai recensito Kivenkantaja...

 

Beh ma io qui sono un fan e posso sfogarmi quanto voglio
sulle recensioni devo tentare di essere obiettivo e prevedere anche i punti di vista di un non-fan (anche se poi verrebbe simile a questa perché sì )

 

Ops... Mi sa che ho fatto arrabbiare Fenrir Riascoltando il disco in questione ammetto forse 60 è un po pochino, però nulla mi leva dalla testa che i primi due sono più coinvolgenti, più epici e soprattutto più viking in senso stretto. Penso che in questo caso sia esclusivamente una questione di gusti, comunque complimenti a Fenrir e al suo modo di esprimersi, particolarmente... efficace! Si vede che l'album ti piace

 

cambiato idea rispetto al topik di un bel po' di tempo fa, Fenrir?




np:smoke on the water- deep purple

 

ahem
vedo che qualcuno se lo ricorda

DUNQUE - diciamo che i moonsorrow hanno un difetto che molte band di questo genere hanno - al primo ascolto non lasciano praticamente niente. In particolare Suden Uni e Voimasta hanno questo difetto. Kivenkantaja già è un po' più vario, ma gli altri all'inizio sembrano un polpettone indefinibile. Molte band scandinave sono così, tra il black e il viking e il death svedese non è facile all'inizio capire tutto e capirlo bene. Facile con l'heavy, l'aor e tutti quei generoidi americani o inglesi, ma qui è diverso e quindi può accadere di giudicale male un album oppure di trascurarlo. E purtroppo io ho un problema di questo tipo. Se ai primi ascolti non trovo almeno UNA canzone a cui aggrapparmi, che mi funga da "quartier generale" dal quale iniziare a esplorare l'album, a un certo punto prendo e scivolo via perché non riesco a seguire l'album. Ho degli album a casa che sono in questa condizione di sospensione proprio perché i primi ascolti non sono andati a buon fine (tutti originali ovviamente, io non possiedo nè mai possiederò copie) - per esempio i battlelust, o i valhall, o i fucking anathema.
I moonsorrow fecero questa fine, semplicemente perché voimasta non riuscì a prendermi. Ed ebbi parole come "noioso" eccetera. Poi è venuto fuori kivenkantaja, sono stato affascinato da jumalten kaupunki, e da lì poi l'album mi si è rivelato. Tornando a voimasta in seguito rimasi colpito da sankarihauta, che di riflesso mi portò a tyven, e poi la frittata è fatta. Se l'album è una barriera è difficile penetrarlo - ma basta fare un buco, poi dai e dai a forza di lavorarci intorno... anche la peggior barriera cade :b
ci sono riuscito pure con DOW di bathory... ergo...

ma sì. Mea culpa lo ammetto

 

hai ragione Fen.

 

hahahaha!!!!.. fen sei fantastico!!.. a me invece i moonsorrow son piaciuti subito...io ho "suden uni" e credo che sia un disco veramente FANTASTICO!!.. spero di riuscire a comprare presto anche gli altri dischi... sono veramente una band meravigliosa!!..

 

Ti serve qualche altra faccina nait? Eccotene un po' va', si sa mai che tu debba languire! " "

 

LOOOOOOOOOOOOOOL