Dream Theater

Speriamo che non sia l'immagine di un aeroporto la prossima copertina

 

Jordan spiega in una serie di video il suo rig per il tour attuale dei DT centrato sul nuovo Kronos e sfodera un po' di suoni :-))

KeyboardMag: Jordan Rudess Shares Keyboard Secrets of Dream Theater

 

e il vecchio mike torna a parlare

Mike Portnoy: 'devi stare dietro ai cambiamenti del business' - TrueMetal.it

business di emme

 

Visto che a quasi tutte le latitudini del forum il dibattito langue e che omai non c'è quasi più confronto, cosa che invece dovrebbe essere basilare in uno spazio di discussione musicale (mi sa tanto che il buon Acid Rain aveva proprio ragione, tempo fa, a denunciare la china che aveva preso il forum), rilancio io un argomento: da poco si è celebrato il ventennale dall'uscita di Images And Words, un album che ha fatto da spartiacque, un disco che segna un "prima" e un "dopo" musicale. A distanza di venti anni, quali sono le vostre impressioni su questo lavoro? Com'è "invecchiato"? Quali sono i punti di forza che hanno resistito al passare del tempo e quali le (eventuali) lacune che restano evidenti? Col tempo ha mantenuto la sua sacralità, l'ha persa o ne ha addirittura guadagnato? Insomma, parliamo un po' di musica. A voi la parola...

 

il mio rapporto con images and words è stato travagliato. è stato uno dei primi dischi metal che ho comprato nel 2004, ma allora forse non ero in grado di apprezzarlo in quanto troppo "difficile" per me per quei tempi. Lo vendetti e un paio di anni dopo lo ricomprai e fu amore. Da allora è sempre stato il mio disco preferito di tutti i tempi, e credo che lo sia anche ora ... la perfezione in musica per me

 

Ricordo che Images and Words me lo regalò un mio amico. Lo ascoltai parecchie volte,ma non mi disse mai nulla onestamente,tantè che a mio volta lo regalai ad un'altra persona.
Mi ricordo comunque che come disco era suonato e mixato davvero bene,ed alcuni pezzi non mi dispiacevano (tipo Take The Time,o Pull Me Under),ma alla lunga il disco mi annoiava.

 

Sempre amato alla follia (pur avendogli sempre preferito leggermente Awake). Il primo ascolto mi spiazzò perchè, avendo ascoltato prima Once In A Livetime, Take The Time e Metropolis mi risultavano diverse
Un capolavoro senza tempo che ha l'unico difetto di avere la batteria triggerata. E infatti se posso ascolto sempre delle versioni live dei brani del platter.

 

invece per me è stato un disco che ho apprezzato gradualmente: all'inizio Metropolis part-1 e Learning to Live le trovavo fredde e senza senso , ora invece per me sono grandi canzoni che mi regalano molte emozioni (soprattutto la seconda) ...l'unica traccia che non mi dice granché (anche se ritengo piacevole) è Under A Glass Moon

comunque per gusto personale mi piace più Scenes From A Memory

 

Correva l'anno 2005. Me ne passò una copia mio cugino in un periodo in cui ero aspirante metallaro. Lo ascoltai perché mi interessava il lato metal, ovviamente... Lo ascoltai senza grosse pretese... Ma quando notai quegli intrecci, quei suoni, quello strano evolversi dei brani, quel mix di varie influenze... Non potevo assolutamente rimanerne indifferente, c'era solo da apprezzare! E allora finì per diventare il disco più ascoltato da me nell'autunno-inverno 2005-2006.

È stato il disco che mi ha fatto diventare progster: fu per me l'inizio del mio interesse verso il genere prog. Cambiai il mio modo di vedere la musica, capii che la libertà delle forme è il modo migliore per essere artisti.

 

Vent'anni?Come passa il tempo....e' ora di ridargli un'ascoltata....All'epoca Radio rock lo passava spesso e mi attizzarono molto.A Monaco per un concerto di Gary Moore passai da HMV e vidi che era tra quelli ascoltabili con cuffia.Ricordo nitidamente che c'era la fine di Pull me under in quel momento perche' fini' improvvisamente ed inizio' Another day e pensai:ma che cacchio ma non te lo fanno manco sentire tutto il disco,sono solo samples...invece era proprio cosi'

 

Per me è il classico disco da isola deserta. E' il compendio di tutto il genere, è un album allo stesso tempo avanti anni luce e con solide radici nel passato, è un lavoro che apre percorsi fino ad allora mai esplorati e contemporaneamente saccheggia a piene mani i "testi" su cui i Dream Theater hanno studiato (Yes, King Crimson, Kansas, Rush ecc.). Fin dalle prime note di Pull Me Under capisci che ti trovi di fronte a qualcosa che va al di là dell'immaginabile, del catalogabile tout court, dell'ordinario. Il finale di Learning To Live, poi, è il più bello che abbia mai ascoltato. Capolavoro, senza se e senza ma.

 

ci sono cinque dischi nella storia della Musica che personalmente porterei nella tomba
- Operation: Mindcrime
- Hall of the Mountain King
- Defenders of the Faith
- Piece of Mind
e .. appunto Images and Words il mio preferito...

 

Robetta proprio... Comunque anche io, come dreamer15, cominciai ad ascoltare i Dream Theater partendo da Once In A LiveTime, ed ebbi le stesse difficoltà confrontando le versioni dal vivo con quelle di studio...

 

io ebbi proprio difficoltà ad ascoltare i dream theater...cioè era un musica che non avevo mai sentito precedentemente e proprio questo mi affascinava...meno male che do sempre molte chance alle canzoni in cui mi imbatto se no certi capolavori non li avrei mai scoperti e apprezzati...cioè non so quanti ascolti avrò fatto per capire cosa trasmette metropolis part-1 e quando me ne sono reso conto mi son chiesto "ma quanto sono stato imbecille a non essermene accorto prima?"

 

A me invece hanno colpito da subito, forse perchè ero già avvezzo a certe sonorità (parlo sia del metal che del progressive).