2020: il meglio ed il peggio di questa annata musicale (semi-cit.)

Segnalazione dell'ultima ora, anche se non relativa ad un album del 2020. O meglio, la band ha pubblicato un nuovo disco quest'anno. Tuttavia, non l'ho ancora ascoltato, perché sto riscoprendo il loro omonimo debutto del 2010 (pure acquistato ma messo da parte dopo pochi ascolti, non ricordo nemmeno il motivo). Parlo degli Yokoano, punk band italiana, un po' fuori dall'ordinario e divertenti da ascoltare. Mischiano, buttandoci anche qualche riff pesante, quasi metallico, e saltano tanto, ma proprio tanto, tra continui cambi di tempo e ripartenze. In conclusione, inseriscono pure due ballad niente male. Che dire, mi piacciono:

 

Di "Jehanne" dei frocesi Abduction scriverò anche io

Secondo me è uno dei gioielli dell'anno

 

Ho visto che molti sono soddisfatti dalle uscite dell'annata e mi fa piacere, perché io non ho trovato troppo entusiasmante quest'anno, pur con qualche importante eccezione. D'altronde fra i titoli che elenco qui sotto ci trovate perlopiù roba classicheggiante, quindi, beh, forse il problema è che ormai sono io che sono diventato un vecchio bacucco. Fatto sta che, per dire, nell'ambito del black ormai va la roba dissonante-caotica in stile islandese che a me fa cagare.

Questa è la musica di quest'anno che mi viene in mente, in classifica discendente di gradimento (RIGOROSAMENTE PERSONALE):

1) Paysage d'Hiver - Im Wald



Il disco della consacrazione per la creatura di Wintherr e per tutto il black più minimalista e raw. È veramente la sublimazione del raw, sottogenere facile in apparenza, di fatto difficilissimo. Come dipingere il vuoto e il silenzio in musica usando il massimo del rumore e del caos? Wintherr è riuscito ad offrirci la rappresentazione definitiva di una tormenta di neve in musica, una furia fredda e impersonale degli elementi - cieca, indifferente, tremenda e grandiosa. Un disco straordinariamente catartico, che ci concilia con la morte e l'inumano.

2) Ulcerate - Stare Into Death And Be Still



In verità non sono il genere che più amo e non è un disco che ho riascoltato fino alla nausea, ma non posso non riconoscere l'enormità del risultato ottenuto dai neozelandesi. Anche qui mi sembra che sia stata posta una bandierina, un punto-limite. È come se questi ultimi anni (nelle loro forme migliori) fossero anni di sintesi di tutto quanto s'è fatto nei decenni precedenti, nel tentativo di cavar fuori l'essenza di un genere o filone. Gli Ulcerate si allontanano con cautela dal rigore atonale degli esordi, sublimano la propria potenza apocalittica, giungono ad un'esaltante realizzazione tutti gli ideali originari del death metal. Un disco che è diventato (involontariamente) la colonna sonora sonora ideale di questo bell'anno, a partire dal titolo.

3) Havukruunu - Uinuos Syömein Sota



Epico! Ci sono dischi black che anziché annegarti nelle tenebre ti caricano come una batteria, dischi che appartengono al filone più pagano e vichingo senza però concessioni commerciali. Gli Havukruunu appartengono a questa categoria. Mi fanno pensare ai vecchi, grandi Mythotin, solo che i finlandesi sono meno scopertamente orecchiabili, più fedeli alla linea.

4) Akhlys - Melinoe



Ne ho parlato recentemente. Il colpo di coda dell'anno: una caligine onirica, mistica, misterica - ciò che forse nell'essenza il black dovrebbe essere davvero. Al diavolo satanassi e vichinghi: il concept, ispirato ai misteri greci e al mondo del sogno ci regala un viaggio emozionante e spaventoso negli abissi della psiche.

5) Malokarpatan - Krupinské ohne



Mi sono da subito innamorato della copertina e dell'immaginario stregonesco da B-movie gotico anni '70, reso splendidamente, senza eccedere in citazioni dal rock-metal di quegli anni (che ci sono). Si mischia il black col metal classico alla Mercyful Fate e col prog-folk, e il risultato suona sempre black e dotato di una personalità spiccata. Peccato solo per qualche lungaggine.

6) Psychotic Waltz - The God-Shaped Void



È stato il loro primo disco che ho ascoltato. In seguito ho recuperato anche i precedenti ma... boh, questo mi piace di più. Non dirò più di tanto perché non sono un esperto di prog, ma l'ho trovato un disco veramente maturo, compositivamente ricercato senza facili virtuosismi, cupo e drammatico.

7) Cirith Ungol - Forever Black



Come sopra non mi esprimo più di tanto, perché queste per me sono solo occasionali sortite fuori dai generi a me più noti, ma ho apprezzato la qualità dei brani, anche se abbastanza in linea con i classici del passato.

8) Darkenhold - Arcanes & sortilèges



In realtà questo è stato una mezza delusione, almeno rispetto ai due precedenti della band. Ma sono pur sempre i Darkenhold e non è male, forse ha sofferto della lavorazione in lockdown. Un disco medieval ci voleva d'altronde.

9) Snorlax - II



È solo un EP, ma mi ha preso questa esplorazione dell'anima più catacombale e doom del death. Sulla scia dei classici primissimi anni '90 come Dusk, Decomposed, Rippolouku, ma aromatizzato al black e quindi meno monolitico e opprimente.

10) Axis of Light - Axis of Light



Niente di che, ma un bell'esempio di raw black. Melodico si, ma dalle melodie astratte e spettrali, minimale si, ma comunque tiratissimo.

?) Sorcerer - Lamenting Of The Innocent

Non ascoltato abbastanza. Mi sembra un gran bell'esempio di epic-doom moderno comunque, anche se qualche traccia, soprattutto al centro, abbassa la media.

 

Ringrazio chi ha citato Manticora - To Live To Kill To Live, recuperato in questi giorni. Davvero un disco eccellente, e lo dice uno che il Power ha smesso di ascoltarlo da anni

Evita molte delle voragini e stereotipi del Power incorporando bene qualche elemento estremo, progressive e con una prova vocale veramente ispirata.

 

Come ho già scritto, per me questo è stato un anno estremamente povero. Pochissime uscite di alto livello e quasi nessun debutto da "salto sulla sedia", mentre invece sono stati parecchi i casi di staticità, indecisione, o peggio, involuzione.
Di seguito un po' di nomi sparsi e pensieri relativi, senza stare a fare classifiche o a suddividere i buoni dai cattivi.

Imago mortis-Ossa mortuorum e monumentis resurrectura
Non deludono mai, e anzi alzano ancora l'asticella puntando tutto sull'aspetto narrativo della loro proposta, risultando cinematografici pur attenendosi ai canoni più classici del genere. Difficile superare Carnicon, ma ci sono riusciti.

Porta nigra-Schopfungswut
Passare dal celodurismo avanguardista e teutonicamente squadrato di Kaisershcnitt a...questo, è stato un salto nel vuoto totalmente privo di logica. Come uccidere la propria personalità nel giro di un solo album...che non è propriamente brutto, ma non è "Porta nigra".

Thy catafalque-Naiv
Ho trovato questo lavoro piacevolmente giocoso e in un certo senso "leggero" rispetto ai soliti standard dell'ungherese, pieno di episodi interessanti anche se privi della solita voglia di fare la voce grossa per quel che riguarda l'aspetto sperimentale.

Cirith ungol-Forever black
Quando i morti tornano in vita e se la passano meglio della maggioranza dei giovani, bisogna farsi qualche domanda. Tim Baker è ancora l'ugola del demonio, e spero che lui e i suoi degni compari continuino a ricordarcelo come han fatto in questo disco.

Ottone pesante-Doomood
Compositivamente parlando è il loro disco più coraggioso e forse pure più geniale, ma purtroppo è anche il meno fruibile in sede live. Esperimento per quanto mi riguarda riuscito, ma mi aspetto un ritorno a lidi più classici per loro.

Hail spirit noir-Eden in reverse
Un'ottima guida su come tagliarsi il cazzo per fare dispetto alla moglie infedele.

Mare cognitum & Spectral lore-Wanderers: Astrology of the nine
Ha degli ottimi picchi, tra le migliori cose prodotte da entrambi gli artisti, ma è fin troppo discontinuo. Da comunque buoni segnali sulla tenuta delle due band madri.

Paysage d'hiver-Im wald
Una chiusura del cerchio che, paradossalmente, corrisponde a un debutto (si tratta infatti del primo full-lenght ufficiale dopo vent'anni di demo...anche se tutt'ora non noto differenze). A livello di contenuti, è l'enciclopedia, completa di appendici, riguardante l'intera esistenza della creatura di Wintherr. Acquisto a dir poco obbligato.

Mesarthim-The degenerate era
Come ogni volta che si parla dei Mesarthim, non posso esimermi dallo sperticarmi in lodi per questi due psicopatici. Stavolta, per rinfrescare una proposta perennemente a rischio di diventare stantia se lasciata a se stessa, vanno a pescare pure dall' AOR e da certe sonorità "da stadio". Non oso immaginare cosa succederà la prossima volta.

Anaal nathrakh-Endarkenment
Fedeli alla sinusoide che rappresenta la qualità delle loro uscite, stavolta siamo di nuovo nel picco positivo, anche se la proposta tutto sommato non cambia di una virgola, a parte una maggiore spinta delle parti melodiche verso certe soluzioni scandinave.

Atramentus-Stygian
Un bel monolito grande, grosso e atmosferico, come piace a me. Devo confessare di non averlo ascoltato abbastanza per potermi ritenere completamente certo del giudizio, ma merita una grossa citazione anche solo per il fatto di essere l'unico disco di debutto uscito nel 2020 a piacermi veramente da cima fondo.

Eternal Champion-Ravening Iron
Migliora la qualità media, ma i problemi sono gli stessi del debutto: discontinuo (due/tre canzoni superbe e le altre soltanto discrete) e con dei debiti fin troppo evidenti verso i propri avi. Sono però convinto che continuando a impegnarsi arriveranno in alto.

Tears of Tragedy-Trinity
Power metal, di quello pulitissimo e con belle melodie facili, proveniente dal Giappone. Pregi? E' suonato da Dio, il riffing non è MAI banale e la cantante è l'esatto contrario di certi paperottoli squittenti che troppo spesso si mettono dietro a un microfono in quelle lontane isole, pur non essendo dedita a ruggiti e altre dimostrazioni di virilità non richiesta. E le melodie FUNZIONANO.

 

Mesarthim ... cos.. cazz..

 

benvenuto nel club

 

@ReignInBlood_1986 la ristampa di Crudeltà & la Bestia è di quest'anno? No vero?
No era l'anno scorso

 

2019

io ne scrissi nel topic dell'anno scorso infattamente

 

Allora usiamo quello per i dischi belli e questo per i dischi brutti

 

No

 

Su, uniamo le manine ed evochiamo li spirito cordiale di @Dwight Fry che ci illumina sulle sue preferenze di questo anno infausto.