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Suicidio: Atto di viltà o coraggio? O sfida?

Discussione in 'Sondaggi' iniziata da SERGIOVINCI, 18 Dicembre 2006.

  1. ShredderManiac

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    The Darkitecht

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    18 Dicembre 2006

    Ecco, così è perfetto.:)
     
    #46
  2. shagrath_82

    shagrath_82
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    18 Dicembre 2006

    Ma è impossibile prescinderne, è questo che dico. Questa persona che si è suicidata per un esame ha dimostrato col suo gesto di avere dei seri problemi psichiatrici che l'hanno portata ad ingigantire una situazione per altri normale.

    "Vile" è un aggettivo che, ribadisco, trovo particolarmente odioso, per due motivi. Il primo è che mi è sempre suonato come un insulto, per cui insultare qualcuno che si è ammazzato per paura di qualcosa lo trovo come minimo di cattivo gusto; il secondo motivo è che ho sentito utilizzare questo aggettivo spesso e volentieri (per non dire sempre) in contesti per me poco sopportabili e da persone che lo usavano per denigrarne altre quando poi spesso erano proprio loro ad esserlo realmente.
     
    #47
  3. CarolinaIV

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    18 Dicembre 2006

    Beh, almeno avrei una nomination...nessuno mi vuole bene:ueeee: Anche se...intellettuale mi sembra un pochino esagerato :P
    Comunque, "diritto" lo intendevo in senso molto teorico. Cioè, presa in sè, la vita appartiene solo al soggetto. Non ha nemmeno scelto lui di nascere, dunque non ha alcun dovere a riguardo. Poi, nella pratica, è ovvio che, nella maggior parte dei casi, il fermare un suicidio è un atto tutt' altro che da biasimare. Però, ecco, non direi nemmeno "Non ha il diritto suicidarsi".

    Poi, bisogna vedere cosa si intende di preciso per "incapaci di intendere e di volere"...spesso è difficile tracciare una linea di confine. Sì, situazioni come vera e propria malattia psichica, oppure effetto di droghe IN QUEL MOMENTO, sicuramente rientrano pienamente in questa categoria. Ci sono invece casi in cui tutto si fa molto più complesso. Penso sia molto difficile giudicare.

    Se vedessi una persona che si sta per suicidare, salvo casi eccezionali, è ovvio che sarei spinta a fermarla. PERO', come concetto, non lo definirei un non-diritto. Hmmm...non so se si è capito più o meno in discorso:) Non posso definirlo con precisione, perchè ritengo appunto che sia un argomento che non possiamo veramente conoscere.
     
    #48
  4. HeadlessChild

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    18 Dicembre 2006

    Se ragioniamo in un'ottica materialista l'uomo nn è che un animale evoluto. Come tale non ha altra funzione, dal punto di vista della specie di riprodursi, e, dal punto di vista "interno" di.. vivere. In definitiva l'uomo deve mangiare, scopare, e stare attento a non crepare. Questa è la sua funzione nell'universo, e questo è il significato della vita, umana e animale. Per mangiare e non crepare l'uomo ha sviluppato l'intelligenza, ed in questo è riuscito benissimo. Tuttavia l'intelligenza è un'arma a doppio taglio.. come il collo lungo della giraffa: puo' prendere foglie altissime, ma se ce l'avesse più corto scapperebbe più veloce... o, banalmente, tutti gli animali che vivono sulla terra, per quanto ben adattati, se la terra sprofondasse morirebbero.
    L'uomo ha la sua intelligenza, che, in determinate condizioni (esterne e interne) non gli serve a vivere meglio di una scimmia, anzi, arriva a suicidarsi, cosa che per gli animali è rarissima (succede tipo ai cani, che come servi dell'uomo si sono adattati benissimo e vengono nutriti più di un bambino africano, ma pagano quest'adattamento con un fortissimo attaccamento al padrone e, in certi rarissimi casi, alla sua morte si lasciano morire.. insomma, pro e contro).
    Dunque il suicida è un'animale debole.

    La parola vile nn funziona, o meglio, magari si ma solo soggettivamente.
    Il soldato che si automutila sta' facendo l'esatto contrario del suicida: sta' affrontando una cosa terribile pur di non morire. E tra l'altro non ti posso dire se è vile o solo furbo se nn so' perché si trova al fronte.
    Il suicidio nasce da una distorsione. Pensa solo che spessissimo l'aggettivo vile viene attribuito a chi fugge davanti alla morte. Alla base dell'uomo e di ogni vivente c'è l'istinto di autoconservazione. Che poi può contrastare con altri istinti.. ma di solito prevale su tutto. Giusto davanti alla vita dei figli si tende a comportarsi diversamente (perpetrazione della specie..).. o alle volte della comunità, ma quella è una sovrastruttura.
    I suicida non si può valutare in termini di vile o coraggioso (ci vuole cmq coraggio x fare il gesto). Quello che bisogna valutare è che il suicida ritiene la maturità (o più probabilmente il giudizio del genitore..) più importante della sua vita, o la ragazza che l'ha lasciato, o l'amico che è morto, o l'ideologia che è crollata, o la macchina che gli hanno rigato. Insomma, attraverso l'intelligenza che assegna "valori" vengono scambiate cose che, riducendo l'uomo al modello animale sono strumentali (la macchina e l'ideologia sono condizione di soddisfazione futura di bisogni, la ragazza è un mezzo per l'appagamento continuo dell'istinto sessuale - amore - , l'amico qualcosa di intermedio tra le 2 cose, ma non nel senso che pensi tu - :D - la famiglia ..dovrei pensarci su :P) con quella che è la finalità principe che è vivere e perpetrare la specie. In questo senso dunque il suicidio non è che una debolezza, ovvero incapacità di adattamento, ovvero sconfitta nella selezione naturale.
    Il termine viltà fa riferimeno invece alla sfera poco oggettiva dei valori.. un po' come fedeltà..

    P.S. Tengo a precisare che nn giudico in alcun modo questa debolezza. Anzi.. ritengo che lo stesso fatto di definire le finalità dell'uomo come puramente animali possa giustificare un suicidio. Non c'è nessuna morale di mezzo, per ora. Dovrei spingere il discorso un po' più avanti ma di 'sti tempi faccio fatica :)
     
    #49
    Ultima modifica: 18 Dicembre 2006
  5. CarolinaIV

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    18 Dicembre 2006

    Dipende cose si intende per istigazione al suicidio...
    C'è chi considera tale anche il disco Stained Class:P
     
    #50
  6. SERGIOVINCI

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    18 Dicembre 2006

    Non per spostare la discussione su terreni a me cari, ma voi ad esempio come vedete il suicidio di Jon Nodtveidt dei Dissection? Si è detto che avrebbe compiuto un "Suicidio rituale", quindi qualcosa legato ad una forma di appartenenza religiosa o qualcosa del genere. Sembra anche che alcune sue dichiarazioni precedenti all'atto suicida, facessero trapelare il fatto che lui avrebbe compiuto tale gesto coscienziosamente, una volta che tutti i suoi obiettivi che si era prefisso fossero stati da lui raggiunti, ed una volta chiuso il cerchio il suicidio era il modo per andarsene al top della sua esperienza terrena. Insomma disse "il satanista non muore mai di malattia o di depressione, ma sceglie il momento di andarsene prima che arrivi il disonore".

    Non voglio che ora si parli solo di Jon Nodtveidt, il mio è un esempio per aggiungere un'altra variante ai tipi di suicidio con annesse motivazioni fin qui espresse.

    Dal mio punto di vista in questo caso specifico non mi sono fatto ancora una idea precisa in merito...Cioè, io propendo sempre per l'opinione secondo la quale quando si sceglie di morire si ha sempre un disagio più o meno espresso, non posso credere che un uomo regga 7 anni di prigione, poi esce, fa un tour di un anno e mezzo, incide un album e poi si uccide. O quest'uomo era veramente coerente coi suoi ideali e quindi ha veramente aspettato di uscire, dimostrare al mondo di essere ancora capace di fare grandi cose e poi andarsene piuttosto che disonorarsi impiccandosi in una cella.

    Oppure il discorso potrebbe essere veramente diverso...Potrebbe darsi che lui dopo esere uscito si sia trovato ad affrontare la vita "normale", dove comunque sarai giudicato per tutta la vita un reietto se hai un passato criminoso come il suo, e magari già l'affrontare l'opinione della gente comune potrebbe rivelarsi molto difficile. Se poi ci aggiungiamo il fatto che dietro le sbarre un criminale è comunque in una sorta di mondo ovattato, alla fine non deve confrontarsi con persone che ti giudicano in ogni momento, poi non devi pensare che devi lavorare x vivere, insomma la vita in carcere non è bella, ma si sa che l'uomo si abitua...Magari in un'ottica futura Nodtveidt non si vedeva magari tra 10 anni a cantare ancora nei Dissection, avrebbe dovuto quindi svolgere tutte quelle attività che tutti quanti devono fare x tirare avanti. Ma con il peso di essere un omicida, sia per la sua coscienza, ma anche se non lo fosse stato x la sua, sicuramente lo sarebbe stata x gli altri.

    Io alla fine dico che in questo caso specifico, Nodtveidt abbia trovato rifugio nelle sue convinzioni sataniste per giustificare un atto che comunque è avvenuto per disagio, e non come si è voluto far credere che lui se ne sia andato via col sorriso sulle labbra.

    Il suo alla fine non è stato un gesto molto diverso a livello di motivazioni, di quello di un kamikaze.
     
    #51
  7. MetalPeppe

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    Nolo Lingere Plichardus

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    18 Dicembre 2006

    HC:
    Grazie Mille! Sei stato chiarissimo e mi hai fatto capire tante cose!

    :smile:
     
    #52
  8. dreamtheater84

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    Satur9, LA PATENTEEE

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    18 Dicembre 2006

    Quoto il divin Shredder e Carolina...;)
     
    #53
  9. Daniele "dani66" D'Adamo

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    18 Dicembre 2006

    A scanso di equivoci, riporto integralmente gli artt. 579 e 580 del Codice Penale:

    "Articolo 579 del Codice penale. Omicidio del consenziente
    Chiunque cagiona la morte di un uomo, col consenso di lui e' punito con la reclusione da sei a quindici anni.
    Non si applicano le aggravanti indicate nell'articolo 61.
    Si applicano le disposizioni relative all'omicidio se il fatto e' commesso:
    1) contro una persona minore degli anni diciotto;
    2) contro una persona inferma di mente, o che si trova in condizione di deficienza psichica, per un'altra infermita' o per l'abuso di sostanze alcooliche o stupefacenti;
    3) contro una persona il cui consenso sia stato dal colpevole estorto con violenza, minaccia o suggestione, ovvero carpito con inganno.

    Articolo 580 del Codice penale. Istigazione o aiuto al suicidio
    Chiunque determina altri al suicidio o rafforza l'altrui proposito di suicidio, ovvero ne agevola in qualsiasi modo l'esecuzione, e' punito, se il suicidio avviene, con la reclusione da cinque a dodici anni. Se il suicidio non avviene, e' punito con la reclusione da uno a cinque anni, sempre che dal tentativo di suicidio derivi una lesione personale grave o gravissima.
    Le pene sono aumentate se la persona istigata o eccitata si trova in una delle condizioni indicate nei numeri 1 e 2 dell'articolo precedente. Nondimeno, se la persona suddetta e' minore degli anni quattordici o comunque e' priva della capacita' d'intendere o di volere, si applicano le disposizioni relative all'omicidio."

    Massima attenzione, pertanto, a ciò che scrivete, per favore.

    Grazie :)
     
    #54
  10. dreamtheater84

    dreamtheater84
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    18 Dicembre 2006



    Spero che questa legge venga ridiscussa al più presto....​
     
    #55
  11. DreamOn

    DreamOn
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    18 Dicembre 2006

    non approvo in nessun caso il suicidio,spero di non pensarci mai,neanche lontanamente....:)
     
    #56
  12. Ichi The Killer

    Ichi The Killer
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    18 Dicembre 2006

    Una piccola parentesi, giusto perchè neanche io vorrei andare troppo OT:
    se non ricordo male (nel caso, correggetemi) il caro vecchio Dead/Ohlin quando si è tolto la vita l'ha fatto perchè lo riteneva un giusto atto, come se fosse il SUO destino, come se fosse l'unica cosa giusta da fare. Il naturale corso degli eventi.

    Questo sarebbe quindi un'altro caso di suicidio avvenuto apparentemente non per cercare di sfuggire da qualche "problema", giusto?
     
    #57
  13. Il Luppoooo

    Il Luppoooo
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    18 Dicembre 2006

    C'è suicidio e suicidio... è impossibile generalizzare... e cmq a mio avviso ognuno è padrone della propria vita:roll: ... non l'unico, ma certamente è quello a cui spetta l'ultima parola a riguardo:roll: ...
     
    #58
  14. SERGIOVINCI

    SERGIOVINCI
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    BANNATO

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    18 Dicembre 2006

    Il caso di Dead è contraddittorio, almeno dalle dichiarazioni che sono state rilasciate dopo la sua morte da persone a lui vicine, come Hellhammer o Euronymous. Hellhammer disse che era una persona molto timida e "strana", amava stare in solitudine nella foresta a meditare, e in più Dead raccontava di provenire da un'altra dimensione, di avere avuto esperienze con la non-vita, di essere diverso dagli umani. In più amava la morte tanto che prima di salire sul palco indossava dei vestiti che aveva precedentemente sotterrato nella terra per darli in pasto ai vermi e in più inalava da un sacchetto dove teneva una cornacchia in putrefazione, così prima di salire sul palco aveva respirato il vero odore della morte...

    Si dice allo stesso tempo che Euronymous lo derideva spesso, che lo prendesse in giro e che fece a lui, magari puntando sul fatto di essersi accorto di avere a che fare con un individuo debole mentalmente, molte promesse di soldi e successo che non arrivarono mai x i Mayhem, infatti Euro dovette anche chiudere il suo negozio Helvete.

    Quindi si delinea, secondo le parole di Hellhammer, la figura di un soggetto mentalmente disturbato e amante della morte, con l'aggravante che Euronymous lo prendesse in giro e che x giunta si inventò, dopo il suicidio di Dead, per farsi pubblicità (riuscendoci), il fatto che il poveretto avesse compiuto il gesto estremo perchè vedeva i valori del BM inflazionati da musica e atteggiamenti allegri e da poser (scena Death Metal floridiana).

    Naturalmente ciò fu una montatura di Euro, ma quando trovarono il corpo di Dead, accanto a lui c'era un biglietto scritto di suo pugno che diceva "scusate tutto il sangue..."

    Alla fine credo fosse solo un soggetto molto disturbato.
     
    #59
  15. Hell666

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    Doom Occulta

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    18 Dicembre 2006

    secondo me un suicidio è un atto di vilta, ameno che non sia un kamikaze, li il discorso si fa complicato
     
    #60

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