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Sepultura

Discussione in 'Thrash Metal' iniziata da hieiolo, 14 Settembre 2005.

  1. stalker_black

    stalker_black
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    25 Luglio 2009

    per me sta proprio li l'originalità di un gruppo come i Soulfly o di un disco come "Roots", che è il piu criticato da tutti proprio per questo motivo, ma per me invece è uno dei belli di sempre, perchè sono riusciti a mettere insieme la loro musica con la loro cultura e le loro radici...qualcosa di unico !!!
     
  2. alessio73

    alessio73
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    25 Luglio 2009

    "roots" è straordinario;) non ho detto questo:roll: ma un pò di contaminazione è giusto ma un pò, se ascolti "The prophecy" dei Soulfly dopo la 6 canzone diventa ridicolo, perchè non è un pò di contaminazione ma è troppa contaminazione:rage:è diversa la cosa:rage: con tutto il rispetto per Max che per mè è un idolo con cui sono cresciuto e che ho continuato a seguire e continuero a seguirlo;)
     
  3. stalker_black

    stalker_black
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    25 Luglio 2009

    si 'Roots' per me è straordinario...come lo sono anche 'Primitive' dei Soulfly , oppure 'Point Blank' dei Nailbomb.....
    il fatto è che io ascolto tanti generi musicali, e quindi trovo fantastico gruppi come loro che uniscono al Metal influenze di musica Tribale, Punk/Hardcore, Reggae ecc ecc....
     
  4. ReignInBlood_1986

    ReignInBlood_1986
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    De la Coronilla y Azevedo

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    25 Luglio 2009

    Io invece proprio la componente tribale degli ultmi Sepultura dell'era Max e dei Soulfly non la sopporto :roll:
     
  5. Toxic_Trace

    Toxic_Trace
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    25 Luglio 2009

    Infatti già da Chaos AD per me hanno cominciato a calare...Non erano più i veri Sepu. Peccato che pochi si accorgano che la discsa dei Sepu sia iniziata già da li e non dall'era Green. Io la vedo cosi. sarebbero scesi in basso anche con Max, sebbene io non sputi su tutto il materiale fatto con Green, intendoamoci.
     
  6. Bestialdevastation

    Bestialdevastation
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    è stato visto in piazza Aspromonte

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    25 Luglio 2009

    quoto alla stragrande
     
  7. Ozzyeddie84

    Ozzyeddie84
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    26 Luglio 2009

    a me non dispiace la svolta tribale...certo prima erano un'altra cosa...ma anche questa a suo modo puo' essere unaq piacevole novita'
     
  8. ReignInBlood_1986

    ReignInBlood_1986
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    De la Coronilla y Azevedo

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    30 Luglio 2009

    22-07-2009

    IDENTIKIT: Sepultura - 'Attitude Is Respect!'

    BIOGRAFIA


    Introduzione
    Stendere una biografia accurata e completa sui Sepultura, sperando di non tralasciare niente, sarebbe pura utopia, tanti sono gli aneddoti e le storie da raccontare sulla band brasiliana più famosa del mondo, uno dei pochi gruppi metal del pianeta che, partendo da basi ultra-underground e da Terzo Mondo, ha saputo raggiungere vette di successo davvero importanti. In questa sede, quindi, ci limiteremo semplicemente a fornirvi una più o meno dettagliata storia cronologica degli avvenimenti che hanno caratterizzato la carriera della formazione in questione, ricca di colpi di scena, botte di fortuna e drammatici accadimenti. Di seguito, come nostra abitudine in queste monografie, potrete trovare le recensioni di tutta la discografia dei carioca. E dunque, buona lettura!

    Dall’Inferno al Manicomio
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    I Sepultura nascono nel 1984, giusto venticinque anni fa, nel sud-est del Brasile, nella città di Belo Horizonte, capitale dello stato del Minas Gerais. Non si tratta di una metropoli, come possono esserlo Rio de Janeiro o San Paolo, ma quello che più importa è che a Belo Horizonte il 30% della popolazione è composta da oriundi italiani, fra i quali si fanno notare, nella nascostissima scena metal locale, i fratelli Massimiliano Antonio Cavalera e Igor Graziano Cavalera, in quegli anni appena quattordicenni ma già innamorati della musica più estrema fuori in quel periodo, da Metallica a Motorhead, da Slayer a Venom, da Celtic Frost a Discharge. Trovati in Jairo Guedz e Paulo Xisto Pinto Junior dei validi compari, i fratelli Cavalera danno origine così ai Sepultura in un contesto, quello brasiliano degli anni ’80 sommato alla nascita del movimento estremo metallico in pieno atto, che li porta a voler proporre della musica più veloce, malvagia e cattiva possibile, sfociata in breve tempo nei loro primi lavori, gli acerbissimi “Bestial Devastation” e “Morbid Visions”. E’ l’etichetta locale Cogumelo Records a notare per prima la carica veemente e genuina che i Sepultura comunicano all’ascoltatore, facendo uscire nel 1985 uno split-CD che vede proprio i Sepultura duettare con i connazionali Overdose: i brani di “Bestial Devastation” sono primitivi, scarni e spesso ingenui, ma contengono in se una rabbia e una frustrazione fin da allora tangibili. Non è da meno il primo full ufficiale del gruppo, l’ormai storico “Morbid Visions”, pubblicato nel 1986 e ricalcante in toto le caratteristiche iniziali dei Seps, ovvero una tendenza al limite del ridicolo nel volersi mostrare satanici e infernali fino allo stremo, incorniciando composizioni thrash-death-oriented con un immaginario lirico veramente degno del nerd satanista della chiesetta sconsacrata di provincia, un’attitudine che fortunatamente poco dopo i fratelli Cavalera sceglieranno di abbandonare per dedicarsi a qualcosa di più impegnato e profondo. I ragazzi cominciano quindi a girare per il Brasile, dove stanno assommando consensi su consensi, ma un primo, decisivo cambio di line-up è alle porte: Jairo Guedz – conosciuto fino allora come Jairo Tormentor – decide di lasciare i Sepultura ed il posto vacante di chitarrista viene preso direttamente dal roadie di Max, un brasiliano di origini tedesche di nome Andreas Rudolf Kisser. L’entrata nella band di Kisser è subito decisiva, sia in fase di composizione, dove il talento del nuovo arrivato si fa luce attraverso assoli particolari e molto personali, sia in fase di scrittura testi, ora ad opera del frontman Max e dello stesso Kisser. Il frutto della formazione rinnovata, nel 1987, prende il nome di “Schizophrenia”, probabilmente il vero esordio dei veri Sepultura, quelli della line-up storica composta da Max, Andreas, Igor e Paulo e senza più nickname assurdi: l’album esce ancora per la Cogumelo, label che garantisce ai Seps un’ottima promozione nazionale ma che non ha abbastanza budget per arrivare né negli Stati Uniti, né tantomeno in Europa, dove intanto il thrash metal spopola ed il death propone i suoi primevi grugniti. Nonostante la bontà qualitativa di “Schizophrenia”, Max e compagni si sentono bloccati dalle limitazioni che le scarse strutture del loro Paese li costringono a sopportare; ma la grandezza di una band – ed in particolare quella dei Sepultura – si misura anche attraverso il carisma ed il coraggio dei suoi componenti: Max decide infatti di volare personalmente negli States per proporre in giro il loro nuovo lavoro. E’ grazie a questo viaggio allucinante, quest’ultima speranza, che i Sepultura segnano il gol della vittoria nei minuti di recupero: il cantante/chitarrista torna a Belo Horizonte con un contratto di distribuzione mondiale per “Schizophrenia” firmato negli uffici americani della Roadrunner Records, label olandese che in quegli anni detta legge in ambito extreme metal. Attraverso la Roadracer, sub-label della Roadrunner, la band sudamericana sta finalmente per uscire da sotto le macerie

    Sotto un pallido Cielo Grigio…
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    “Beneath The Remains” è il titolo del quarto disco dei Sepultura, finalmente pubblicato con tutti i crismi dovuti ad un’opera professionale, con una cover azzeccata ad opera di Michael R. Whelan e la produzione stratosferica di Scott Burns. L’album è violentissimo e velocissimo, rabbioso, crudele, un missile terra-aria. Igor Cavalera sfodera tutta la sua potenza alle drums, divenendo punto focale delle composizioni del gruppo, grazie ad uno stile che inizia ad incorporare pian piano elementi tribali e percussivi tipici della cultura ritmica sudamericana. Per moltissimi fan, tuttora, “Beneath The Remains” resta il capolavoro assoluto dei carioca, messo in discussione solo dal successivo “Arise”, edito nel 1991 dopo che i ragazzi hanno sperimentato per la prima volta l’ebbrezza di cimentarsi in prolungati tour al di fuori del Brasile, di supporto ai Sodom in Europa e poi su negli USA e in Messico. “Arise” è la naturale evoluzione del precedente lavoro, meno assassino forse, ma più avvincente e bilanciato e leggermente votato alla sperimentazione. Max ormai propone lyrics intelligenti, spesso miscelate ad un credo tutto personale e sempre anticonformista che dona all’aura dei Seps un ventaglio di valori ruspanti e concreti impossibili da criticare. L’essere cresciuti fianco a fianco a realtà da Terzo Mondo, con lo spettro delle favelas, dei meniños de rua, della polizia corrotta e violenta costantemente in agguato pone la band su un gradino un pelo superiore a quello su cui si esibiscono altre formazioni, magari provenienti da zone più agiate e tranquille del mondo. Un primo, tragico evento è però pronto a porre ostacoli sul cammino del gruppo: durante il concerto tenuto a San Paolo appena fuori lo stadio Pacaembu, in occasione del rientro dei ragazzi da una serie di show all’estero, l’entusiasmo della folla degenera in isteria e un ragazzo viene assassinato. Da quel momento in poi, per diversi anni, esibirsi nella loro terra per i Sepultura sarà possibile solo dopo estenuanti trattative per singola data: la credenza che i loro fan fossero violenti facinorosi si instaura talmente bene in Brasile da portare il Paese al ripudio della sua band più famosa. Per il resto, il post-“Arise” si svolge in piena regola, confermando il successo crescente di un gruppo ormai sicuro delle sue capacità e sempre più tendente alla sperimentazione, come confermano in pieno i due successivi lavori, zenit e nadir di un combo che ha fatto la Storia del metal…

    Il Caos prima della Fine
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    L’apice della loro carriera i Sepultura lo raggiungono nel 1993, quando, in piena era grunge, esce “Chaos A.D.”, lavoro di thrash-death metal sperimentale, che si mischia all’hardcore-punk, al groove spaccaossa dei Pantera e ai tribalismi che finalmente esplodono in tutta la loro influenza, per dare vita ad un platter fra i più venduti degli anni ’90. Chi non conosce pezzi quali “Territory” e “Refuse/Resist”, due colonne portanti del metal più diffuso anche fra la massa di non strettamente appassionati? Il gruppo ormai si divide tra Brasile e Stati Uniti durante le pause tra un tour e l’altro, ma ciò che dà linfa vitale ai quattro Seps è il mastodontico successo che ottiene “Chaos A.D.”, che li porta a suonare addirittura in Russia e ad essere la prima band latino-americana a suonare al Monsters Of Rock di Donington, Inghilterra. Il pezzo “Kaiowas”, interamente acustico, dà un chiaro segnale di dove stanno andando a parare i Sepultura, sempre più orientati a scavare nel proprio passato e nel proprio background d’origine, verso una riscoperta di radici musicali in parte perse e dimenticate. E quindi, dopo che nel 1994 Max Cavalera dà sfogo al proprio ego unendosi ad Alex Newport dei Fudge Tunnel per dare vita al progetto sperimentale Nailbomb (un full, un concerto, un live-album, la concisa ma pesantissima esistenza dell’industrial-metal band), l’attesa di tre anni che precede l’uscita di “Roots” si polarizza di aspettative mostruose e forse fin troppo cariche. I Sepultura concepiscono l’album in un clima di pressione notevole, vuoi per l’importanza del lavoro in sé, vuoi per la scelta di un produttore, Ross Robinson, molto particolare e dai metodi quasi violenti, appena venuto alla ribalta grazie all’exploit dell’omonimo debutto dei Korn, formazione che ha dato sicuramente molti spunti agli autori di “Roots”. Ma la peculiarità maggiore del disco in questione è di certo la completa fusione tra il metallo groovy e thrashy del gruppo con la musica tribale degli indigeni dell’Amazzonia, presso i quali Max e compari trascorrono diversi giorni di vita comune. Gli Xavante – questo il nome della tribù primitiva – partecipano anche ad un paio di song del lavoro e la traccia “Itsàri” altro non è che un loro brano rituale registrato in presa diretta proprio nella loro stessa riserva. L’effetto che un platter di siffatte caratteristiche ha sulla comunità metallara e sui fan della band è dirompente e, come facilmente prevedibile, “Roots” viene amato, odiato oppure poco capito. La tensione all’interno del gruppo carioca, già piuttosto alta, non accenna a diminuire con l’inizio della stagione di concerti e, anzi, il secondo tragico evento della storia dei Sepultura va ad assumere i connotati di punto di non ritorno: poche ore prima dell’esibizione al Monsters Of Rock del 1996, i ragazzi vengono informati della morte accidentale di Dana ‘D-Low’ Wells, figlio di Gloria Cavalera, manager della band e moglie di Max; i due lasciano Donington per tornare in America e, per la prima, tristissima volta, Andreas, Igor e Paulo sono costretti ad esibirsi come trio, con Kisser ad occuparsi delle voci. Tutto sembra sistemarsi per il meglio nei mesi successivi, ma la ferita, sottopelle, si infetta nel tempo: Gloria non è ben accetta quale manager dal resto del gruppo e il solo Max pare intenzionato a volerla confermare tale; sul finire dell’anno, ecco il colpo di scena che nessuno si sarebbe mai aspettato: Max Cavalera, uno dei personaggi più carismatici ed influenti dell’intero metal-biz, abbandona i Sepultura, lasciando un rumorosissimo silenzio alle sue spalle e troncando di netto i rapporti anche con l’amato fratello minore Igor. E’ uno degli accadimenti dei Nineties che più hanno tenuto banco sulle riviste di settore, senza ombra di dubbio, in quanto con la perdita del loro frontman i restanti Sepultura sono dati praticamente per morti. Pare proprio l’inizio della Fine…



    Sepulnation: solo sterili Velleità
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    Dopo una serie di interviste e dichiarazioni in parte esplicative ed in parte poco chiare, il primo dei due ‘contendenti’ a muoversi è l’auto-esiliatosi Max, che fonda i suoi Soulfly sull’onda della rabbia e della tristezza provocategli da una parte dalla morte del figliastro e dall’altra parte dalla scissione dai suoi compagni più cari. Anche i Sepultura si riattivano e, superato qualche tentennamento, decidono di andare avanti con il monicker storico e di reclutare un nuovo frontman. La Roadrunner Records ha nei suoi ranghi quindi due galline dalle uova d’oro e, con sagacia legittima, attende il 1998 per pubblicare entrambi i dischi nuovi delle due formazioni: il confronto che ne esce dà risultato incredibilmente impari! L’omonimo debutto dei Soulfly è l’ideale prosecuzione di “Roots” dei Sepultura, platter viscerale e totalmente genuino, un capolavoro di sfogo e frustrazione riversati su CD; “Against” dei Sepultura ‘ufficiali’, invece, è un fiasco quasi totale, rovinato da scelte di gestione che la band non risolverà certo a breve, anzi, che ancora si trascina appresso: Derrick Green è il cantante scelto dopo centinaia di audizioni, impostate dai Seps, più che sull’effettiva capacità interpretativa dei candidati, sul saper integrarsi o meno nella ‘familia brasileira’. Ebbene, Green, un americano di colore di dimensioni bibliche, ha una presenza scenica di certo importante, ma una voce che mal si sposa con il nuovo corso del gruppo, ora orientato su un metal-hardcore tribale e dal carattere sperimentale che ha purtroppo il grave difetto di non risultare né feroce, né anthemico, né abbastanza arrabbiato. “Against” vende comunque piuttosto bene, ma è chiaro come per Kisser & Co. il futuro non si prospetti molto roseo. Dopo un’ottima serie di tour, fra i quali è da ricordare quello di supporto agli Slayer, e successi internazionali, i Sepultura si ritrovano in studio per scrivere un nuovo capitolo discografico, che prenderà le sembianze, nel 2001, sottoforma di “Nation”. Tale disco, composto in un clima più compatto, coeso e rilassato rispetto alle ultime sessioni di songwriting, supera agevolmente il valore di “Against”, ma, escludendo il nuovo inno “Sepulnation”, dice ancora molto poco ad un pubblico sempre più sfiduciato e sempre meno die-hard. Significativa in merito la scelta della Roadrunner, che decide di mantenere i Soulfly nel proprio roster e di lasciare andare via i Sepultura, i quali si accasano presso la tedesca SPV Records, una buona etichetta ma non un colosso mondiale come la RR. Dei brasiliani si parla sempre meno e, purtroppo per loro, il costante paragone con la vecchia formazione ed il successo dei Soulfly li relegano in una posizione veramente difficile. A far naufragare definitivamente i quattro Seps – almeno così sembra - arriva la terza ‘ciofeca’ di fila, il debolissimo “Roorback”, edito nel 2003 dalla nuova casa discografica: si tratta senza ombra di dubbio del punto qualitativamente più basso toccato dai Sepultura nella loro storia; Sepultura che da quel momento in poi potranno (e dovranno) solo risalire la china. Il grosso problema è che dopo “Roorback” porre fiducia e speranze in un combo alla deriva risulta del tutto rischioso: i tempi sono cambiati, il metal-core – non l’ibrido senza forma suonato dai carioca – sta prendendo piede e l’attenzione della massa metallara si sposta verso queste coordinate, lasciando in un poco rassicurante limbo Igor e compari. Sarà proprio una nuova discesa all’Inferno, qualche anno più tardi, a far rivedere parzialmente le stelle ai Nostri…



    Dalla Selva Oscura al Korova Milk Bar: piccoli Sepultura crescono!
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    Servono infatti circa tre anni – siamo ad inizio 2006 – per aver modo di ascoltare nuova musica dei Sepultura. Pochi avvenimenti – quasi nessuno di rilievo – accadono in seguito alla pubblicazione di “Roorback”, stroncato dalla critica e poco apprezzato dai fan. Il silenzio che circonda la band è quasi preoccupante, sebbene di tanto in tanto si rincorrano le solite voci di una possibile reunion della formazione storica, in periodi in cui va particolarmente di moda riformare line-up del tempo che fu. Invece, con un anticipo sinistramente svizzero sulla pubblicazione della nuova opera, ecco arrivare la notizia del temporaneo abbandono del Cavalera minore, Igor, dovuto, almeno secondo le fonti ufficiali, al voler assistere da vicino la moglie, alla seconda gravidanza. L’uscita di “Dante XXI” – il primo concept-album del gruppo, basato su ‘La Divina Commedia’ di Dante – ed il tour europeo senza nessun Cavalera in formazione sono quasi contemporanei e, mentre il disco registra un inaspettato colpo di coda da parte dei Seps, risollevandone vagamente la nomea, bisogna ammettere che i ragazzi dal vivo, con il turnista di lusso Roy Mayorga dietro le pelli, riescono a fare ancora un’ottima figura, come dimostra la performance sopra le righe tenuta l’8 aprile 2006 a Milano, durante il supporting tour agli In Flames – suona male sì, i Sepultura che supportano gli In Flames, ma le gerarchie metalliche sono sempre mutevoli, si sa! Dopo un paio di mesi, però, non appena rientrati a casa dal giro di concerti, ecco l’ufficialità di ciò che un po’ tutti da tempo subodoravano: Igor Cavalera, drummer e fondatore del gruppo assieme al fratello Max, lascia i Sepultura, per l’ennesimo cambio di formazione davvero pesante. Lo split avviene in maniera naturale, ma anche molto fredda e senza rimpianti: Igor, sempre più vicino ad ambienti hip-hop ed electro, ha evidentemente bisogno di chiarirsi le idee e sperimentare nuove soluzioni sonore, assolutamente impossibile in un contesto parecchio chiuso come quello dei Sepultura. Come prevedibile, partono a razzo le dicerie che vogliono i due fratelli Cavalera di nuovo assieme in qualche progetto (gossip che poi diverrà realtà nel 2008, con la nascita dei Cavalera Conspiracy) e i Sepultura sciolti seduta stante: ma non è ancora così, in quanto Kisser, Paulo Junior e Derrick Green continuano stolidamente a voler utilizzare il monicker originale, reclutando per il drumkit tale Jean Dolabella, in seguito alla scelta di Mayorga di accasarsi in maniera stabile presso i più remunerativi Stone Sour. Dopo l’excursus sull’imponente opera del Sommo Poeta ed un altro anno di voci contraddittorie che la band si affretta a smentire, finalmente a fine 2008-inizio 2009 esce l’undicesimo – e per ora ultimo – full-length del combo brasileiro, un altro disco concettuale, stavolta ispirato dal libro ‘A Clockwork Orange’ di Anthony Burgess, ben più conosciuto sotto forma di “Arancia Meccanica”, il capolavoro di Stanley Kubrick tuttora uno dei film più censurati della storia. “A-Lex”, questo il titolo scelto dai carioca per la loro nuova fatica, si rivela un disco assolutamente piacevole, anche superiore a “Dante XXI”, ma ancora molto lontano dallo spessore e dalla potenza dei lavori dei Sepultura di centro carriera. Il platter viene accolto con tiepido entusiasmo dalla stampa e dai fan, ormai sempre più divisi tra quelli votati costantemente al rimpianto dell’epoca Max e altri in grado di accontentarsi della a volte deludente situazione attuale, che continua a proporci una formazione fortemente ridimensionata negli obiettivi e nelle capacità. Pur non amando molto le reunion – operazioni che nascono sempre con la puzza sotto il naso – e nonostante le ultime esibizioni di Max Cavalera in Italia abbiano mostrato qualche tentennamento di troppo, riteniamo ipotesi più conveniente per il futuro del gruppo quella di ritrovare serenità fra i membri storici, provare a metter da parte l’orgoglio e far resuscitare la poderosa entità che dominava i palchi negli anni ’90. I caratteri dei personaggi coinvolti nella faccenda sono talmente forti e testardi che sarà difficile vedere uno o l’altro compiere dei passi indietro. Igor e Max da una parte, Andreas ed il silenzioso Paulo dall’altra: quando quattro fratelli costruiscono muri d’orgoglio fra loro, tali barriere sono difficili da abbattere e si riescono ad incrinare solo col tempo. E a dirla tutta, a quasi tredici anni dalla dolorosa scissione, si potrebbe pure pensare che l’ora di un reale riavvicinamento stia per arrivare. Giunti ai giorni nostri e preso atto anche del recente fallimento della SPV Records, non resta che metterci comodi e restare ad osservare con discrezione le prossime vicissitudini della saga Sepultura, fiction che ha perso interesse con l’evolversi delle puntate ma sempre ricca di fascino e spunti di giudizio. Buon futuro ai ragazzi, quindi!!


    fonte: www.m*********a.com
    Più precisamente: http://www.m*********a.com/articles/29051/identikit_sepultura_attitude_respect.html
     
  9. metal2000

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    30 Luglio 2009

    La lessi quando la publicarono sul quel sito, è fatta davvero bene...
    ti fà capire quanto è stata grande questa band, e quanto è peggiorata dopo
    l'addio di Max
     
  10. ReignInBlood_1986

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    30 Luglio 2009

    E' vero è ben fatta, molto interessante, ma leggere queste cose mette sempre una certa tristezza. Fa pensare a "cosa sarebbe potuto succedere".
     
  11. metal2000

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    30 Luglio 2009

    Esatto, purtroppo non lo sapremo mai ma comunque penso che per 3-4 dischi minimo avrebbero continuato sulla strada di Roots
     
  12. BrutalThrash

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    30 Luglio 2009

    Nonostante siano morti e sepolti (almeno per me) non si può non rendere gloria ad una band che negli 80's ha creato dei dischi tra i più potenti mai apparsi sulla scena Metal.


    :pray:Beneath the remains:pray: rimane il miglior disco Thrash mai concepito.


    Ultimamente il Brasile può vantare bands molto valide come Torture Squad e Violator... ma nessuno si avvicinerà mai ai Sepultura di una volta:ueeee:
     
  13. metal2000

    metal2000
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    30 Luglio 2009

    Beneath the Remains è considerato da tutti il capolavoro...
    Per quanto riguarda la scena Brasiliana, i Torture Squad ormai non penso potranno raggiungere i Sepultura visto che già hanno una certa età, i Violator sono tutti giovani e secondo me hanno buone possibilità di sfornare qualche ottimo lavoro e magari raggiungere i Sepultura cosa quasi impossibile
     
  14. BrutalThrash

    BrutalThrash
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    30 Luglio 2009

    Si i Torture Squad, hanno già qualche disco alle spalle, anche se sono in attività da diverso tempo.

    Come loro nessuno mai... YouTube - Sepultura-Inner self
     
  15. metal2000

    metal2000
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    30 Luglio 2009

    grandissimi!!
    Max è uno dei frontman più carismatici di tutti i tempi
     

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