Scrivere

Come dice Paul Stanley, l'ispirazione arriva "quando il tuo manager ti elenca le spese che devi sostenere"

 

Non per tutti è così. Io posso scrivere due ore, ma se non ho l'ispirazione scrivo fesserie indecifrabili/indicibili! Poi magari mi guardo un film, mi chiedo come sarebbe stato se ... ed eccola lì l'ispirazione e mi butto a scrivere. Diciamo che quando ho l'ispirazione mi butto a scrivere. Se no provo a fare qualcos'altro di creativo per "farmela" venire
Il mio altro guaio è che da quando ho iniziato a lavorare (a parte problemi non trascurabili di tempo) la mia fantasia è peggiorata notevolmente!!! Disastro!! Ahrg!!!

 

Lavorando a mio avviso aumenta, perchè incroci molta gente diversa dal solito

 

Ma io sono un (semi)ingegnere. Vedo ogni giorno troppa razionalità, troppe cose logiche :freak: ... Già all'università la mia fantasia è andata calando ... adesso sta sprofondando sottoterra ... Prima mi facevo dei viaggi incredibili (No non fumo cose strane e non mi faccio neppure), facevo voli di fantasia incredibili a pensarci adesso ...

 

Gli ingegneri a volte hanno parenti particolari... lo è mio cugino
Chiedigli dei parenti :-)

 

Mah, guarda...dipende dalla personalità di ciascuno, dal carattere, da come si concepisce la vita.

Tu mi sembri una persona molto metodica e precisa, che fa della continuità la sua arma vincente.
E questa è sicuramente una cosa MOLTO positiva...anzi, ti invidio un po'.

Però c'è anche gente tutta genio e sregolatezza, magari apparentemente svogliata, ma che è molto creativa, intuitiva, che ha dei lampi di genialità, che però scrive solo quando ha veramente voglia o quando sente di essere davvero ispirata; che non programma molto e che improvvisa tantissimo.

Io mi ricorderò sempre di un mio caro amico del liceo, che è ancora adesso il ritratto dello scazzo, della pigrizia,...il suo motto è: "Il massimo risultato con il minimo sforzo!"
Al liceo c'era gente che magari si metteva a preparare un compito in classe di matematica due settimane prima e prendeva magari 7; questo mio amico, studiando il giorno prima, con la televisione accesa, prendeva spesso un voto più alto di costoro...
Era il "nervoso" di tantissima gente...
Che ci vuoi fare, può piacere o no...ma è così!

E' una cosa che può essere applicata a tutti i campi della vita, anche all'arte, alla musica (c'è chi scrive canzoni che han fatto la storia della musica di getto, per la serie "buona la prima!", in 15 minuti...altri artisti ci mettono 1 anno per scrivere una canzone, registrando magari 15 differenti linee vocali), ed allo scrivere...

C'è gente metodica e continua, e ci sono altri più creativi, magari, ma discontinui al massimo...che scrivono un giorno e poi per altri 30 giorni non prendono più in mano la penna...ma ciò non significa necessariamente che poi non raggiungeranno grandissimi risultati...

 

dipende anche dagli obbiettivi che ci si pone

 

Esattamente

Io ad esempio scrivo praticamente solo per me stessa, per cui non ho scadenze ed esigenze da rispettare... Scrivo quando mi sento di farlo, se ho qualcosa da dire.
Quando scrivo e mancano queste condizioni, magari viene fuori qualcosa di bellino comunque, ma che come dicevo alcuni post fa, sento lontano da me, sterile... e non mi piace.
Chi invece è spinto da altre motivazioni (magari perché vorrebbe farne la propria professione o magari perché scrive su siti e riviste in modo "amatoriale", per così dire) sicuramente sente di più il bisogno di metodicità e continuitià.
Fermo restando che varia da personalità a personalità... come dice Zanna, un "genio e sregolatezza" non sarà mai metodico...

 

Ma guarda, per me dipende proprio da come è fatta una persona.

Personalmente, mi ritengo più vicino a Krul: mi considero anch'io piuttosto continuo e costante (per esempio, all'università ero uno di quelli che TUTTI i giorni, o quasi, si studiava gli appunti e seguiva le lezioni, non mi riducevo mai ad una settimana prima della data dell'esame).

Eppure c'è gente che riesce ad ottenere risultati identici, se non addirittura superiori, con un approccio molto più anarchico e "libero"...più discontinuo.

 

Forse perchè segue e asseconda quello che ha dentro senza forzare. Aspetta l'onda più grossa per cavalcarla e non le cavalca tutte rischiando di perdere proprio quella

 

Può darsi.
Anche se, secondo me, è un metodo un po' più "rischioso"!
...A volte, così facendo, "ci si riduce un po' all'ultimo", e bisogna sperare che non sorgano degli imprevisti, altrimenti son cavoli!

 

La navigazione a vista ha il suo fascino... scrivi quello che ti passa in testa o quasi, spesso arrivando a intuizioni geniali (se non lo sono poi le butti )... ho scritto così il primo romanzo, quello che poi è diventata una trilogia... miracolosamente ha conservato una sua struttura leggibile, malgrado il modo spezzettato in cui è stato scritto (ma anche scrittori di successo come Buticchi scrivono allo stesso modo, ho scoperto con grande stupore). La troppa programmazione tende a uccidere la spontaneità e a esagerare la linearità... però di solito salva il finale (quelli di King spesso fanno pena )

 

Io con i miei romanzi sono partito e ho scritto subito l'inizio e la fine(così salvo il finale ). Ora sto riempiendo il resto andando a ispirazione ...

 

Affascinante anche questo metodo!
Dico davvero!