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Riepilogo 2018: il meglio e il peggio di quest'annata musicale

Discussione in 'Sondaggi' iniziata da Ωmeditant, 10 Dicembre 2018.

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  1. Ωmeditant

    Ωmeditant
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    14 Dicembre 2018

    cioè quali?
     
    #16
  2. The Dweller

    The Dweller
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    14 Dicembre 2018

    Bella Angel's Thunder! Il resto un pò anonimo e/o appunto scopiazzato, concordo, nonostante non sia malaccio.
    Top10 del forum boh, bisogna vedere se quest'anno qualcuno ha voglia di mettersi a contare :lol: nel dubbio io la metto qui:


    1)Orphaned Land - Unsung Prophets & Dead Messiahs (Prog/Folk - Israele)
    Già All Is One mi era piaciuto molto, questo è anche meglio. Album sfaccettato, dalle melodie di "All Knowing Eye" alla rabbia di "We Do Not Resist" passando per le articolate "The Cave" e "Chains Fall To Gravity", album splendido con un concept studiatissimo e molto attuale come sempre. Unici.
    2)Seventh Wonder - Tiara (Power/Prog - Svezia)
    Sorpresona! Band che non avevo mai ascoltato... non che propongano chissà cosa, ma lo fanno ottimamente! Anche qui bel concept, e poi c'è la parte centrale con le tre "Farewell" che è da lacrime, in particolare "Beyond Today", grazie anche alla prestazione del cantante.
    3)Judas Priest - Firepower (Heavy - UK)
    Sorpresa ancora più grande, se mi avessero detto che uno dei migliori album dell'anno sarebbe stato dei Priest non ci avrei creduto. Non so come abbiano fatto ma stavolta hanno fatto un centro perfetto, pieno di canzoni eppure non si butta via niente. Notevole.
    4)Trick Or Treat - Re-Animated (Melodic/Power - Italia)
    Strano, un album di cover che finisce nella top10... ma è troppo bello! Gli ospiti donano lustro a un album diverso ma che suona Trick Or Treat nonostante tutto. Irresistibile.
    5)Angra - Omni (Power/Prog - Brasile)
    Netto miglioramente dal precedente lavoro, stavolta ecco un album compatto e centrato, in cui ogni membro partecipa al risultato finale e lo stesso Lione si integra perfettamente nel sound (perchè contribuisce a crearlo). I tempi d'oro sono lontani ma se evitiamo i paragoni un bel disco.
    6)Temperance - Of Jupiter And Moons (Melodic - Italia)
    Anche questi mai seguiti, ascoltato per caso e mi è piaciuto. Dal vivo mi avevano dato l'idea di essere la copia degli Amaranthe, e invece questo album è solido, ben suonato e ben composto. Bravi.
    7)Heir Apparent - The View From Below (Heavy/Prog - USA)
    Maestoso, epico, lento... forse anche troppo lento, diciamo che un pò di varietà in più non avrebbe guastato, ma le canzoni non posso che apprezzarle. Molto più epico di quanto mi aspettassi, e visto che in ambito epic non ho ascoltato grandi cose quest'anno, mi consolo così. Bentornati.
    8)Devious Mine - Exilium (Power/Melodic - Italia)
    Bell'esordio! Tipico sound italiano, gran voce e belle canzoni, pur con qualche ingenuità giovanile, tipo l'inglese... da tenere d'occhio.
    9)Refuge - Solitary Men (Power - Germania)
    Peavy sarebbe da studiare, dopo più di 20 album riesce ancora a tirare fuori un disco solido come questo. Classico Rage sound, difficile restare delusi.
    10)Derdian - DNA (Power/Neoclassical - Italia)
    Per chi conosce già la band questo è il classico loro disco, tecnico e pieno di neoclassicismi che neanche i giapponesi. Poco aggiunge al resto della discografia ma non sbagliano neanche questa volta.

    I seguenti non sono brutti dischi, però...

    Mi aspettavo di più dai Visigoth, nonostante sia un lavoro discreto mi ha appassionato molto meno dell'esordio, di cui tra l'altro riprende diverse (troppe) cose.
    Peccato anche per gli Airborn, che alternano canzoni frizzanti e allegre degne del loro passato ad altre più oscure e non molto riuscite. Se per caso state leggendo, vogliamo un album con dieci "Who We Are" :D

    E arriviamo alla flop3 vera e propria...

    Helion Prime: sicuramente la delusione dell'anno, riescono nella difficile impresa di sfornare un disco-mattone totalmente anonimo dopo il cambio di cantante, a cui a questo punto mi viene da attribuire più meriti di quanto pensassi per quanto riguarda il bellissimo esordio, che ora sembra lontanissimo nonostante siano passati solo 2 anni...
    Grave Digger: da pensione.. io il precedente l'avevo apprezzato nonostante fosse obiettivamente la solita roba, ma almeno era fatta bene. Qui i pezzi sono mediamente piatti.
    Powerwolf: insistono con il sound (e le tematiche) che si portano dietro da tipo 10 anni senza variazioni, ma questo è il caso in cui mi hanno definitivamente stancato.
     
    #17
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  3. requiemscript

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    14 Dicembre 2018

    Il nuovo Sulphur aeon e l'ultimo dei Dark moor (questo fatto fuori stamattina)
     
    #18
  4. Jaime Lannister

    Jaime Lannister
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    15 Dicembre 2018

    Secondo me per il terzo anno di fila il disco dell'anno è Terminal Redux dei Vektor :zizizi:

    Scherzi a parte, quest'anno ho particolarmente poca voglia di stilare la classifica dei dischi. Mi sono piaciuti molto quelli di Harakiri For The Sky, Sleep, The Ocean, Selvans, Svartidaudi, Yob, Urfaust e sicuramente altri ma nulla che mi abbia fatto davvero ribaltare dalla sedia.
     
    #19
  5. corpsegrinder jon

    corpsegrinder jon
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    19 Dicembre 2018

    Non sono bravo a parlare del peggio,quindi parlerò solo delle uscite che ho apprezzato..sono davvero tante,per me questa e' stata una grande annata,soprattutto per quanto riguarda il black metal.
    Sopra tutti metto sicuramente Svartidaudi,Cosmic Church e Funeral Mist..3 uscite incredibili,potrebbe essere anche l'esaltazione del momento o il fatto che siano novità ma considero questi 3 album già tra i miei preferiti del genere;altri ottimi lavori sono stati quelli di Aorlhac,Vargrav,Antlers,Summoning,Altar of perversion e Autarcie.
    Per quanto riguarda il death metal,premettendo che sono più selettivo e di difficili gusti,ho apprezzato molto i nuovi Horrendous,Chapel of Disease,Necros Christos e Grave Upheaval.
    Per il doom e derivati non posso non citare l'album degli Sleep e quello dei nostrani Messa con quel tocco notturno e dark jazz che mi fa impazzire;stupendo anche The incubus of karma dei Mournful Congregation che per adesso sto apprezzando anche più dei capolavori passati e cito anche il nuovo Evoken.
    Infine ho avuto la fortuna di scoprire Anna von Hausswolf..evitando catalogazioni,Dead Magic e' una perla e non smetto di ascoltarlo da mesi.
    Lascio qualche link:
    Svartidaudi - Revelations of the red sword
    Funeral Mist -Hekatomb
    Cosmic Church - Tayttymys
    Chapel of disease - ...And as We Have Seen the Storm, We Have Embraced the Eye(non saprei che brano sottolineare,davvero particolare e gran sopresa)
    Mournful Congregation - The incubus of karma
    Messa - Feast for Water
    Anna von Hausswolff - Dead Magic
    (Anna:seghe:un crescendo incredibile questo pezzo..)
     
    #20
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  6. requiemscript

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    21 Dicembre 2018

    Dunque, è giunta l'ora del consueto papiro. Come al solito ho avuto diverse soddisfazioni (una completamente inaspettata), e per fortuna anche stavolta, come l'anno scorso, di inenarrabili schifezze non ne ho ascoltate (ho volutamente evitato di dare corda a DeFeis a scopo preventivo :lookaround: ). Intendiamoci, di roba bruttarella ne è uscita, ma di sgommate cosmiche fortunatamente non me ne sono capitate tra le mani.

    Cominciamo con la ROBA FANTAVIGLIOSA, come al solito in ordine sparso:

    Summoning-With doom we come: a essere onesto dopo Old mornings dawn non ci credevo più. Quel disco mi aveva annoiato al punto da farmelo ritenere il peggiore della loro discografia, e di conseguenza non mi aspettavo un voltafaccia del genere, soprattutto dopo così poco tempo. Qui siamo a livelli altissimi, a mio parere i più alti da Let mortal heroes sing your fame. Si, anche più di Oath bound, visto che quel lavoro si regge praticamente solo su Land of the dead. Qui un picco così insormontabile non c'è, ma ce ne sono diversi che ci arrivano vicinissimi: Mirklands, Herumor e soprattutto quel capolavoro di Silvertine. Facendo una media salta fuori un lavoro decisamente più riuscito, e meritevolissimo degli allori.

    Urfaust-The constellatory practice: a proposito di picchi insormontabili, questi due maledetti ubriaconi stavolta calano la scala reale: Trail of the conscience of the dead è un tarlo grande come Godzilla, che prende possesso del tuo cervello e non si schioda da li manco per il cazzo, ondeggiando tra le loro consuete litanie e un ritmo da lumaca asmatica...quando all'improvviso questi ti schiaffano melodie di chitarra inusuali per il loro solito e GLI ARCHI. Sia benedetto chi ha inventato gli strumenti ad arco. Il resto dell'album (se si esclude lo straniante zanzarone ambient posto in chiusura) è un continuo avvilupparsi tra le grasse nebbie intossicanti nate dalla loro consueta formula, orchestrate ancor meglio rispetto al già ottimo predecessore Empty space meditation. Viva laddroga.

    Et moriemur-Epigrammata: ascoltare quest'album per me è stato un po' come trovare finalmente il Graal. Dopo anni e anni di ricerche inutili e di esperimenti non completamente riusciti o abortiti sul nascere (i miei poveri Ashes to ashes), finalmente trovo una band che mescola metal (nella fattispecie doom/death) e canti gregoriani a tempo pieno, e non si limita a usarli come saltuario arricchimento (vedi i The foreshadowing di Second world). Tra l'altro, si dovrebbe trattare di un concept album riguardo il vasto mondo delle esequie, anche se strutturato un po' truffaldinamente a guisa di requiem (o almeno così verrebbe da pensare dai titoli e da certi richiami presenti nei testi). La messa è finita, andate in pace.

    Mesarthim-The density parameter
    : costoro sono dei maledetti stronzi. Hanno un sound ormai definito, delimitato, personale e oserei dire "trademarkizzato". Il loro ultimo full lenght (il clamoroso e cifratissimo Absence) è stato una cosa pazzesca, geniale e pure divisiva (visti i nasi storti da parte dei puristi). E loro cosa fanno? Ripetono il colpaccio limitandosi a spostare di UNA MALEDETTA CIFRA DECIMALE un singolo elemento del loro sound. In pratica si sono limitati a cambiare i beat della drum machine, virando verso lidi meno umanoidi e più meccanici, meno trVe e più quadrati e perfino danzerecci, dando a loro il compito di deformare il resto della strumentazione e dei suoni...ed ecco un'altra supernova esplodere nel loro universo. Robe come Collapse, Fragmenting e Recombination non si sentono tutti i giorni. Musica per vulcaniani sotto metanfetamine.

    Ison-Andromeda skyline: rimanendo in ambito spaziale, ma con risultati e intenti molto diversi, è doveroso segnalare questo secondo (e a dire il vero molto lungo per essere un EP) lavoro degli svedesi Ison, imparentati da vicino ai Draconian per via della cantante condivisa con essi e per l'appartenenza, anche se in maniera diversa, all'ambito doom. E qui troviamo la loro particolarità: doom si....ma metal? Non esattamente, o almeno non del tutto. La strumentazione predominante è infatti quella elettronica (sintetizzatori), che assieme alla voce ha il compito di creare vasti paesaggi siderali. Chiariamoci, la batteria e le chitarre ci sono, ma il massimo di "metallaggine" presente è dovuto alla pesante distorsione delle seconde. I ritmi sono sempre pacatissimi, in pieni territori funeral, e la struttura dei beat (quando presenti) è sempre piuttosto minimale. La chitarra a volte si limita a dipingere melodie distanti e sognanti, altre volte accompagna tramite accordi pieni, ma sempre tutto in chiave estremamente atmosferica. Se proprio dovessi paragonarli a qualcuno, sarei tentato di avvicinarli al "soft doom" dei Wyrding, anche se in chiave cosmica. Un'esperienza musicale ottima per sognare ad occhi aperti.

    In the woods...-Cease the day: qua avevo grossi dubbi, visto che la quasi totalità della formazione storica ha fatto metaforicamente la fine dei famosi dieci piccoli indiani, lasciando in formazione il solo Anders Kobro e cedendo il timone nelle mani del (quasi) nuovo cantante e polistrumentista Mr.Fog. Felice di essere stato smentito da un lavoro di qualità molto elevata, direi superiore al pur buon predecessore, e con delle chicche non da poco, tipo l'iniziale, meravigliosa, Empty streets. A qualcuno può aver fatto poco piacere il suo essere un disco tutto sommato riassuntivo del sound della band, in perenne movimento tra Heart of the ages, Omnio e Pure (ignorando completamente il bislacco Strange in stereo), mettendo da parte ogni forma di sperimentazione a favore di una certa malvista "comodità" (vogliamo dire ruffianeria? diciamolo) di sottofondo. Il risultato però è così ben riuscito da non far sentire troppo la mancanza delle menti originarie dietro alla band, e consiglio di prenderlo come un punto di inizio, una sorta di sfavillante biglietto da visita per il futuro, che sembra essere in buone mani.

    Abstract void-Back to reality: se il pur piacevole debutto degli Abstract void si limitava a somigliare parecchio a una versione dei Mesarthim molto più tastierosa e all'acqua di rose, con questo secondo album i nostri (o nostro? boh) dimostrano di voler fare sul serio e mettono sul tavolo una pirofila di pessime intenzioni degna di un banchetto tra i protagonisti del video di True survivor (per chi non la conoscesse, trattasi del capolavoro definitivo di Nostro Signore David Hasselhoff). Nome in codice: "Synthwave Metal". Cioè la roba che ogni bravo appassionato di cinema d'azione/horror/fantascientifico anni '80 dovrebbe amare alla follia. Avete presente le colonne sonore di certi film di Carpenter? Ecco, quelle, ma con ritmiche, voci e chitarre zanzaronate made in black metal (della frangia più verso il -post, almeno per ora). A questi manca giusto un bruscolino per poter entrare nel gotha dei Tamarri Degni di Imperitura Gloria. Ascoltate e fidatevi, they'll be back (semicit.)

    Ottone pesante-Apocalips: la Romagna non è più solo la terra del liscio e della piadina. Da qualche anno a questa parte è diventata anche la terra dove un trio di scalmanati ha deciso di smetallare a più non posso usando del Vero Metallo al posto delle chitarre. Se già col debutto avevano dimostrato di possedere una maestria inconfutabile nel forgiare i loro turbinanti inni agli dei del nostro genere musicale preferito (nella fattispecie Cannibal corpse, Meshuggah, Sepultura, Dissection, At the gates, Napalm death e svariati altri), in questo Apocalips fanno un ulteriore salto in avanti, abbandonando l' "Indovina chi" a favore del "Piccolo chimico": se nel debutto non si faticava troppo a capire chi fossero gli ispiratori di determinati brani, in questo caso la faccenda si fa molto più complessa, dato che le varie influenze stavolta vengono ricoperte da una spessa zincatura di personalità e da una verve sperimentale più spinta, nonché da una malsana voglia di saltare alla gola dell'ascoltatore che nel debutto era parzialmente sopita da una comprensibile inesperienza. Devono solo imparare a gestire meglio le parti più rallentate e affini al doom, ma per il resto questi signori sono pronti per conquistare il mondo.
    P.S: se per caso in una delle infinite date dei loro tour passano dalle vostre parti, andate a vederli. Questi menano come dei fabbri.

    Virgin black-Requiem-Pianissimo: ecco la sorpresa di cui parlavo. Era dal 2008, dopo la pubblicazione di Requiem-Fortissimo, che non si avevano notizie certe riguardo la band. Da alcuni post tra il vago e il preoccupante lasciati nel corso degli anni sulla loro pagina Facebook ufficiale, sembrava quasi che gli australiani non fossero più in grado di proseguire le attività, anche per via di non meglio specificati problemi di salute. E invece no: ridotti a un duo formato dai soli Rowan London e Samantha Escarbe, ecco che, dopo una serie di enigmatici post sempre sulla loro pagina, viene finalmente pubblicata in maniera indipendente la terza e paradossalmente ultima parte della loro ambiziosa messa da requiem. Paradossalmente perchè a quanto pare fu la prima ad essere registrata, e pare che sia rimasta in stand by per tutto questo tempo a causa di problemi con la loro vecchia etichetta. Venendo quindi ai contenuti, questo Requiem-Pianissimo riesce a essere all'altezza dei suoi predecessori? La risposta, finalmente, può essere solo affermativa. Anzi, dirò di più: dei tre capitoli questo è forse quello più intriso di oscurità e di un senso di disperazione oserei dire glaciale. Non è affatto facile ascoltarlo, sia chiaro: manca totalmente l'aiuto che avrebbe potuto dare la componente metal, e bisogna essere nel giusto ordine di idee per abbandonarsi ad esso come si deve. Per il resto, è la degna conclusione di una delle trilogie più coraggiose del metal tutto. E adesso spero tanto in un nuovo lavoro.

    Voivod-The wake: lo dico subito: soggettivamente parlando, lo reputo il migliore album dei canadesi, anche sopra opere storiche come Killing technology, Dimension hatross o Nothingface. Il motivo è presto detto: i citati, pur non potendo contestargli nulla a livello sia di valore storico che riguardo la genialità della proposta, finivano tutti per stancarmi molto in fretta. Troppo in fretta. The wake invece è un mesetto che lo ascolto a giorni alterni, e ogni volta mi piace di più. Altro punto a favore è il fattore immersivo: grazie a una certa "cinematograficità" della musica, sembra di essere il protagonista della storia raccontata nel disco, e da appassionato di fantascienza non posso che apprezzare. E poi, come ho già detto prima, GLI ARCHI. Pat O' Brien, eccoti gli alieni che cercavi.

    Altre robe interessUNTE:

    Portal-ION: bzaaaaaaazzzzzzgrygajbjabsjbjbjPHNGLUIaskbfjkbdjkbfsdhòsdèwpewòjeoweuloooopapppapperoZOOOOOOOMPAkasnkdbasbdjasba. Esatto, proprio così.

    Master's hammer-Fascinator: il migliore del post-Slagry. Mi piace quando fanno ritornelli canticchiabili anche se non sei CECO.

    Lychgate-The contagion in nine steps: è molto bello pure questo, ugualmente schizzatissimo ma meno istintivo del predecessore. Qui però l'organo a canne, pur essendoci, non ti prende a legnate, in favore di echi, riverberi e voci folli.

    Hooded menace-Ossuarium silhouettes unhallowed: se vi piace Gothic dei Paradise lost ma in versione più elaborata, accattatevill'.

    Necrophobic-Mark of the necrogram: TSAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAR BOMBAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

    Hoth-Astral necromancy: Darth Vader plays Dissection.

    Sulphur aeon-The schyte of cosmic chaos: ha una cosa che tutti i gruppi death dovrebbero imparare: è fottutamente interessante, non solo belluino.

    Dusk dwell-Through the bright halls: "c'era Quorthon senza voce con una passione per le sinfonie barocche e il gothic/doom anni 90". Sembra una barzelletta, ma è meglio di quel che sembra. Poi è un debutto, e secondo me c'è del potenziale.

    Zeal & ardor-Strange fruit: ooooh, finalmente: meno silicio e più cotone! Peccato che a volte la facciano ancora fuori dal vaso...dai, il prossimo sarà quello buono del tutto.

    Entropia-Vacuum: se questi imparano che "ripetere ad libitum" e "non essere i Darkthrone" sono cose che non vanno MAI mescolate, la prossima volta sfornano il capolavoro definitivo del post-qualcosa. Perchè questi sanno scrivere dei riff spaventosamente memorabili...solo che a forza di ripeterli poi ti sfiniscono.

    Ora veniamo alle COSE SERIAMENTE DISCUTIBILI, NONCHE' DILUDENDI VARI

    Dark moor-Origins
    : vabbè, ormai qui si spara sulla croce rossa. Non è una cacata poderosa, fumante e sfondacessi come il suo predecessore, ma è comunque sulla via che conduce alla fossa biologica, con le sue non-chitarre e la sua dannatissima e irritante zumpappetteria da sagra del chorizo smunto.

    Progenie terrestre pura-Starcross: sono andati esattamente nella direzione che temevo, quella dello sbidonamento cosmico. Addio.

    Cross vein-Gate of fantasia: chebarbachenoiachenoiachebarba. Fortuna che almeno il debutto era carino.

    Hamferd-Tàmsins likam: non è brutto in se, ma hanno preso una strada, quella delle influenze post metal, che secondo me non gli si addice affatto.

    Therion-Beloved antichrist: era prevedibile che prima o poi uno con l'ego di Christofer Johnsson avrebbe fatto una cazzata del genere. Tre ore piene di niente, condite con l'aria fritta evaporata dal concept. Dopo 8 anni inframmezzati solo da un inutilissimo disco di cover, direi che siamo più che alla frutta.
     
    #21
    Ultima modifica: 21 Dicembre 2018
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  7. Yose75

    Yose75
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    25 Dicembre 2018

    Ecco la mia classifica per il 2018.
    É basata su dischi che posseggo fisicamente. A parte alcune bands di cui compro a scatola chiusa, normalmente ascolto superficialmente su iTunes le novità per avere un anteprima della loro proposta e, se mi piace, allora compro la versione fisica, preferibilmente in vinile.
    Di seguito tutti gli album usciti nel 2018 che ho acquistato
    1. Satan - “Cruel Magic” La sintesi di tutto quello che un album di Classic Metal deve essere. Ritmiche serrate, riff mai banali, soli di gusto e mai lasciati a tecnicismi inutili, ritornelli che entrano in testa e non ti lasciano più, ogni canzone con una forte personalità, produzione potente che esalta tutti gli strumenti effettuata al Damage Inc. Studio a Bordighera (Imperia).
    2. Blackslash - “Lighting Strikes Again” Dalla Germania, giovanissimi (potrebbero essere i miei figli), questo è il loro terzo lavoro. Non conosco gli album precedenti ma questo “Lighting Strikes Again” è un capolavoro assoluto di Speed/Heavy Metal. Canzoni che rimangono in testa da subito, suonate e arrangiate benissimo, produzione perfetta, il cantante ha una gran voce, calda e personale. Tutte le canzoni dell’album sono piccole gemme. Ero tentato di mettere quest’album per primo ma ho dato la precedenza ai Satan per il loro valore storico.
    3. Amorphis - “Queen Of Time” Appena ho ascoltato per la prima volta “The Bee” sono “corso” a procurarmi l’album. L’album è un misto di Melodic Death, Heavy Metal e Hard Rock settantiano (le influenze dei Rainbow/Deep Purple su “Heart Of The Giant” ne son la prova). Un paio di canzoni che mi convincono di meno ma l’album rimane uno dei migliori di questo 2018
    4. Them - “Manor Of The Se7en Gables” A mio giudizio un piccolo passo indietro rispetto al loro lavoro precedente. L’ultimo dei Them si discosta in parte dalle sonorità di King Diamond/Mercyful Fate aggiungendo sonorità US Power/Thrash pur sempre mantenendo atmosfere horror. Gran lavoro, produzione che certe bands più blasonate si sognano, ottima performance da parte di tutti. In oltre un concept davvero ben concepito è facile da seguire, continuazione della storia incominciata sul precedente “Sweet Hollow”.
    5. Visigoth - “Conqueror’s Oath” “Conqueror’s Oath” contiene tutto quello che cerco da un album di Epic Metal. Un piacere ad ascoltarlo ogni volta che lo metto sul piatto.
    6. Hitten - “Twist Of Fate” Con chitarre e ritmiche che ricordano i primi Helloween (sopratutto quelli dei due “Keeper”) il loro genere si pone più verso lo Speed che il Power. Gli Hitten provengono dalla Spagna ma il loro cantante è l’Italiano Alex Panza. Un album che si mantiene su altissimi livelli dall’inizio alla fine, il lavoro delle chitarre è superbo, gran voce e sezione ritmica sempre adatta al mood di ogni brano.
    7. Bullet - “Dust And Gold” Il loro sound é un mix di Accept e Judas Priest anni '80. Non una canzone brutta e tutte riconoscibilissime, ritornelli che rimangono in testa e soli di alta qualità. Voce alla Udo Dirkscheneider ma allo stesso tempo più "graffiante"
    8. Seven Sisters - “The Cauldron And The Cross” Anche per i Londinesi un piccolo passo indietro rispetto al loro primo, omonimo album, seppur rimanendo ad alti livelli e attestandoli come uno dei gruppi principali della NWOTHM. Un disco di Heavy Metal classico e personale.
    9. Metal Church - “Damned If You Do” Lavoro buono di Vanderhoof e soci, un album degno di essere accostato hai primi lavori con Howe alla voce, con canzoni come la title track, “By The Numbers”, “Revolution Underway” e “Out Of Balance” che son già dei classici.
    10. Behemoth - “I Love You At Your Darkest” Appena è uscito mi ha esaltato parecchio ma poi è calato nei miei ascolti. Non piacendomi il Death Metal mi ha fatto piacere che Nargal e soci han continuato sulla la linea di “The Satanist”. Canzoni come “Ecclesia Diabolica Catholica” e “We Are The Next 1000 Years” son entrare di diritto tra le mie canzoni Metal preferite.
    Judas Priest - “Firepower” Per molti un capolavoro, per me un buon album di mestiere, con alcune canzoni buone, altre meno. La mia preferita? “No Surrender”...ogni volta che inizia quando sono in macchina il volume va in modalità tamarro!
    Overkill - Live At “Overhausen I & II” Non tra i primi dieci perchè è un live. Ma presentando performance live eccezionali di “Feel The Fire” e “Horrorscope” nella loro interezza si attesta ad uno dei migliori live in mio possesso.
    Toledo Steel - “No Quarter” Il primo lavoro per la band Britannica. Ottimo songwriting ma non sempre i brani rimangono in testa.
    Skull Fist - “Way Of The Road” Buon lavoro, alcuni momenti davvero notevoli ma ha un qualcosa che non mi convince appieno.
    Night Demon - “Live Darkness” Un altro live, tutti gli highlight della band Americana, anche qui necessità di un ascolto più approfondito.
    Immortal - “Northern Chaos Gods” Tanti ne parlano bene, appena sono nel modo giusto lo ascolterò
    Ghost - “Prequelle” Dopo il primi esaltanti ascolti sto album è finito sullo scaffale e dimenticato.
    Godwatt - “Necropolis” Non esattamente il mio genere, devo ancora capire se mi piacciono oppure no.
    Strana Officina - “Non Finirà Mai” Una compilation di 4 vecchie canzoni, in versione originale e ri-registrate. Aspetto con ansia l’album nuovo
    Marduk - “Viktoria” Boh, ogni volta che provo ad ascoltarlo mi annoio alla seconda canzone
     
    #22
    Ultima modifica: 25 Dicembre 2018
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  8. Carnival900

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    27 Dicembre 2018

    Il meglio.....
    1) Saxon - "Thunderbolt" (Come il vino, più invecchiano e più migliorano)
    2) Iron Angel - "Hellbound" (Ritornati dopo trent'anni con un album di speed metal che è semplicemente una goduria!)
    3) Refuge - "Solitary Men" (la formazione più bella dei Rage, ma sotto mentite spoglie; un ritorno spettacolare anche questo)
    4) Judas Priest - "Firepower" (gli altri hanno già detto tutto :sisi::sisi:)

    5) U.D.O. - "Steelfactory" (disco migliore del precedente "Decadent", ormai anche lui sbaglia decisamente poco)
    6) High on Fire - "Electric Messiah" (Sludge con l'ombra di Lemmy Kilmister!! :seghe:)
    7) Soulfly - "Ritual" (il Max Cavalera che non ti aspetti, che ti tira fuori, così, uno dei dischi più belli della propria discografia! :pray:)
    8) Phil Campbell and the Bastard Sons - "The Age of Absurdity" (per me uscita hard rock dell'anno)
    9) Immortal - "Northern Chaos Gods" (Abbath via? Non c'è problema, anzi meglio! E qui Demonaz lo dimostra cagandogli letteralmente in testa)
    10) Hämatom - "Bestie der Freiheit" (non sono più le bestie che erano un tempo, ma in questo disco comunque i pollici sono su e la band si dimostra in formissima)

    e il peggio....
    1) Grave Digger - "The Living Dead" (un disco ridicolo, palloso, con un inglese da asilo nido....ascoltato 2 volte e poi mai avuto la voglia di riprenderlo. Per non parlare del batterista linceziato dopo oltre 20 anni non dicendo neanche la parola magica... Si sono giocati la mia presenza ai loro futuri concerti, perlomeno quelli prossimi)
    2) Venom - "Storm the Gates" (il peggiore della loro discografia, per farla breve. Un insulto al tempo)
    3) Megaherz - "Komet" (soporifero, noioso, scadente, brutto)
    4) Venom - "Storm the Gates" (c'è già in classifica, lo so, ma è così brutto che una sola volta non basta)

    5) Riot V - "Armor Of Light" (produzione terribile per un disco che in verità però terribile non è, ma tant'è...)
     
    #23
    Ultima modifica: 27 Dicembre 2018
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  9. Dwight Fry

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    27 Dicembre 2018

    Personalità: questa sconosciuta.
    Si vede che sei cresciuto coi gruppi degli anni Ottanta/inizio Novanta.
    Il futuro della musica rock già dimenticato? Mi sorprende. Ne leggo benissimo ovunque.
    Prendo nota. Non ho fatto in tempo ad ascoltarlo, pensavo avessero partorito il solito album da reunion inutile.
     
    #24
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  10. LucaGiulio

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    27 Dicembre 2018

    Definizione perfetta, per me la delusione dell'anno (assieme a quel carrozzone insensato dei Therion).

    Dopo una cagata del genere penso sarà dura recuperarli.
     
    #25
  11. Carnival900

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    27 Dicembre 2018

    Ho modificato il titolo che l'avevo sbagliato.
     
    #26
  12. requiemscript

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    27 Dicembre 2018

    Se pensi che già oltreLuna mi aveva fatto storcere parecchio il naso, figurati questo EP. Personalità e un sound riconoscibilissimo (per non dire unico) gettati alle ortiche nel giro di un disco e mezzo.
     
    #27
  13. Dwight Fry

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    27 Dicembre 2018

    Lapsus overkilliano.
     
    #28
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  14. Peste Noire

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    27 Dicembre 2018

    Meglio:

    - Judas Priest - Firepower (Gran ritorno degli dei del metallo)
    - Satan - Cruel Magic (Bombetta)
    - Voidhanger - Dark Days of the Soul
    - Drudkh - They Often See Dreams Abouth The Spring (Non deludono mai...)
    - Deafheaven - Ordinary Corrput Human Love (Non capisco perché hanno tanti detrattori, è un solidissimo album post-black)
    - Immortal - Noorthern Chaos Gods (Freddo, glaciale ma soprattutto feroce, fa sembrare il disco di Abbath un disco di Cristina d'Avena)
    - King Heavy - Guardian Demons
    - Northern Crown - Northern Crown (Notevole epic doom)
    - Unleashed - The Hunt for a White Christ (Swedish death fatto come piace a me)
    - Lords of Black - Icons of the New Days
    - Craft - White Noise and Black Metal (Black come piace a me)
    - Tokyo Blade - Unbroken (Un graditissimo ritorno)
    - Whoredom Rife - Nat Hymner av Hat
    - Cultes des Ghoules - Sinister, or Treding the Darker Paths
    - Horrendous - Idol
    - Ovate - Ovate
    - Solstice - White Horse Hill
    - Djevel - Blant Svarte Graner
    - Bloodbath - The Arrow of Satan is Down (Ha un'atmosfera malatissima, mi piace più del precedente)
    - Alastor - Slave to the Grave
    - Evangelist - Deus Vult
    - RUR - RUR
    - Mare - Ebony Tower
    - Visigogoth - Conqueror's Oath
    - Funeral Mist -Hekatomb
    - Necrophobic - Mark of the Necrogram
    - Sargeist - Unbound
    - Hooded Menace - Ossuarium Silhouettes Unhallowed



    Peggio:

    - Ghost - Prequelle (Devo accodarmi con Yose75, album fiacco, niente a che vedere con i precedenti a parte qualche brano)
    - Machine Head - Catharsis (Meh...)
    - Megaherz - Kometa (Noioso, piatto e ripetitivo)
    - Venom - Storm the Gates (Per carità...)
    - Ministry - AmeriKKKant (KaKatonant...)
    - Marduk - Viktoria (A parte qualche canzone, il resto sono solo b-side del precedente album)
    - Peste Noire - Peste Noire - Split - Peste Noire (Eh già, delusione dell'anno, a parte qualche canzone e qualche esperimento degno di nota, soffre di mancanze di idee)
    - Behemoth - I Love You at the Darkest (Aridateme i Behemoth degli esordi!)
    - Riot V - Armor of Light (Ci sono tante belle canzoni, ma rispetto al precedente è veramente deludente, mettiamoci anche una produzione che fa storcere il naso...)
    - Khemmis - Desolation (Semplicemente non fa per me, ma non è un brutto album, anzi...)
    - Pestlience - Hadeon (Ma anche no)
    - Gruesome - Twisted Prayer (Ho preferito il debutto, questo mi ha deluso)
    - Skeletal Remains - Devouring Mortality (Altra delusione...)
    - Aborted - TerrorVision (No, no e NO!)
    - Anvil - Pounding the Pavement (Mah...)
     
    #29
  15. requiemscript

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    Bradipandoom (cit.)

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    27 Dicembre 2018

    Penso che buona parte dell'astio sia dovuto alla loro immagine da hipsteroni, alla scelta cromatica quanto meno bislacca per l'artwork di Sunbather e cose così. Un mare di stronzate, insomma.

    Poi a me non piacciono lo stesso, ma è solo per questioni musicali, mica li vorrei cancellati dalla faccia della Terra...
     
    #30

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