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Poesie...e pensieri

Discussione in 'Chiacchiere' iniziata da NoCtUrN, 20 Luglio 2006.

?

Il poeta che vedresti meglio nelle vesti di un TrueMetallaro ;)

  1. Leopardi

    32,4%
  2. Poe

    21,6%
  3. Ungaretti

    5,4%
  4. Foscolo

    10,8%
  5. Pasolini

    2,7%
  6. Baudelaire

    18,9%
  7. Altro...

    2,7%
  8. Nooo....nessuno di loro può diventarlo!!

    5,4%
  1. NoCtUrN

    NoCtUrN
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    3 Agosto 2006

    tutti in vacanza........
     
    #76
  2. NoCtUrN

    NoCtUrN
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    3 Agosto 2006

    tutti in vacanza...
     
    #77
  3. Kiskil-Lilla-Ke

    Kiskil-Lilla-Ke
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    24 Novembre 2006

    Mi permetto di segnalarvi anche io qualcosa: il grande Paul Celan

    Fa pure, se a un pasto di neve
    tu vuoi invitarmi:
    ogni volta che spalla a spalla
    col gelso percorsi l'estate
    il suo fogliame più fresco
    vociava.


    II

    Attraverso le rapide della tristezza,
    sfiorando
    il nudo specchio delle paighe inferte:
    lì si fanno fluitare i quaranta
    tronchi di vita
    scorticati.

    Unica tu, nuoti
    controcorrente,tu
    li conti, li tocchi
    tutti.

    III

    BIANCO GRIGIORE di uno
    scavato e arduo
    sentire.

    Erba sparto,qui,verso l'interno
    portata dal vento,soffia
    geometrie di sabbia oltre il fumo
    di voci melodianti alla fontana.

    Un orecchio,mozzato,ascolta.

    Un occhio tagliato a strisce,
    di tutto questo
    ben si rende conto.

    IV

    STARSENE LI', all'ombra
    della gran cicatrice nell'aria.

    Uno stare per nessuno e per nulla.
    Sconosciuto
    solo
    per te.

    Con quanto lì trova spazio,
    anche senza
    lingua.

    [ questo è solo un assaggino :D:D ]
     
    #78
  4. +GoThicDoll+

    +GoThicDoll+
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    3 Dicembre 2006

    Essere o non essere, questo è il problema: se sia più nobile d'animo sopportare gli oltraggi, i sassi e i dardi dell'iniqua fortuna, o prender l'armi contro un mare di triboli e combattendo disperderli. Morire, dormire, nulla di più, e con un sonno dirsi che poniamo fine al cordoglio e alle infinite miserie naturale retaggio della carne, è soluzione da accogliere a mani giunte. Morire, dormire, sognare forse: ma qui é l'ostacolo, quali sogni possano assalirci in quel sonno di morte quando siamo già sdipanati dal groviglio mortale, ci trattiene: é la remora questa che di tanto prolunga la vita ai nostri tormenti.
    [...] Così ci fa vigliacchi la coscienza; così l'incarnato naturale della determinazione si scolora al cospetto del pallido pensiero. E così imprese di grande importanza e rilievo sono distratte dal loro naturale corso: e dell'azione perdono anche il nome. William Shakespeare, Amleto, Atto III Scena I

    Questo monologo di valore eterno, emblema della condizione umana, è il dilemma che contraddistingue e caratterizza perennemente i miei pensieri e la mia esistenza. Credo non vi sia percezione di gioia senza cognizione del dolore, azione senza remora, e mi domando se sia più nobile sopportare i soprusi o combatterli, in quale occasione compiere la scelta. Il testo è profondo e colmo di interrogativi ai quali spesso l'uomo non possiede la facoltà di porre risposte, le ragioni che inducono a comprendere il senso dell'esistenza e della vita vanno cercate nella nostra interiorità per procedere lungo il cammino. Le contradditorietà della vita vissuta come costante ricerca, incertezza, instabilità, volontà e rassegnazione, pensiero ed azione, innocenza e colpevolezza, in eterno conflitto ed equilibrio fra amore e morte.
     
    #79
  5. Fleba_il_Fenicio

    Fleba_il_Fenicio
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    Deepest Imago

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    4 Dicembre 2006



    Per questo Amleto è a priori non interpretabile. L'unico modo di interpretare una parte è farla propria ma non puoi far proprio ciò che non è semplice alterità ma qualcosa che ti aggroviglia dentro le viscere e rende indistricabile la sua immagine con la tua interiore. L'unico modo per appropriarsi di Amleto è quello di interrogarlo. Forse è l'unica strada, la sua parole, per parlare con se stessi senza diventar folli; oppure è la follia che fa da schermo a se stessa.

    E quell'interrogativo su Morire, dormire, sognare forse; è qui il dubbio. Quali sogni. Quel rischio speculare lo corri anche vivendo. Sempre di Esistenza si parla. Vivere-sognare. Corriamo gli stessi rischi. Vuoi che respiriamo nel sonno, vuoi che ciò avvenga nel pieno del proprio moto o dell'immota contemplazione è sempre di immagini che parliamo e per immagini ci interroghiamo e con e per immagini soffriamo.
    Quel rischio è necessario; sono d'accordo che il dolore sia un'istanza del conoscere (senz'altro perchè presuppone lo sperimentare).

    Chiudo con Ungaretti perchè questi sue due versi sono il vernacolo di molti dei miei ascolti a la natura prima del mio approccio a questo tipo di musica con tutta la vastità che abbraccia

    Quando ogni luce è spenta
    e non vedo che i miei pensieri

    un'Eva mi getta sugli occhi
    la tela dei paradisi perduti

    e ancora come uno strale

    Babele

    -uno sciame si copula nel sangue-

    (che è anche Cèlan quando scrive "il giudizio universale/ danna le sue tube")
    Ed ancora perchè qui si chiede di associale ai versi gli ascolti; un motivo per cui Sento allo stesso modo molti passaggi (quelli meno blackeggianti) degli Arcturus e pochi sparsi versi raccolti negli "ULTIMI CORI DELLA TERRA PROMESSA" poco importa quanto logicamente pertinenti:

    Da quella stella all'altra
    si carcera la notte
    in turbinante vuota dismisura(..) 16

    oppure il 14, perchè passaggi repentini nella loro musica portano a improvvisi accostamenti come in poesia; è il succedaneo delle intuizioni e l'ipotesi della parola un istante prima che divenga immagine.

    "somiglia a luce in crescita
    od al colmo, l'amore.

    Se solo d'un momento
    essa dal Sud si parte,
    già puoi chiamarla morte"

    Sensazioni presenti ancora ed anche lontane. E' più del presente questo pensiero che è poi un verso in cui mi sono imbattuto per voce amica un mattino recente

    Dio mio, spiegami amore come si fa ad amare la carne senza baciarne l'anima - Alda Merini

    E' il senso oltre i corpi e le dannate meccaniche dei rapporti umani, qualcosa di raro ed ineffabile che appena sfiori e che è autentico proprio perchè sfugge all'imortalità degli dèi.
     
    #80
  6. +GoThicDoll+

    +GoThicDoll+
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    4 Dicembre 2006

    Le tue precisazioni sono pienamente condivisibili ed impeccabili, esplicano appieno la mia filosofia ed il mio pensiero, le citazioni che hai recato molto profonde ed evocative, lo stile e la padronanza del linguaggio aulici ed esaustivi... Mi inchino dinnanzi a tale sapienza.
     
    #81
  7. Fleba_il_Fenicio

    Fleba_il_Fenicio
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    4 Dicembre 2006

    Hai evocato Shakespeare che aldilà dei bei fronzoletti critici e dei mantici estetici è sostanza delle notti. Hai nominato Amleto e nominare in poesia è quasi un atto magico. IO però penso a Lear perchè questa notte d'attesa è come molte altre e la critica e milioni di pagine difficilmente possono descrivere la portata potente e sottile dei pilastri invisibili che di notte quella lettura puo dare risuonando come un pieno nella vasta solitudine del tempo muto.

    IV La Morte Per Acqua

    Fleba il Fenicio, morto da quindici giorni,
    dimenticò il grido dei gabbiani, e il flutto profondodel
    _______________________________mare

    E il guadagno e la perdita.

    ______________________Una corrente sottomarina
    gli spolpò le ossa in sussurri.Mentre affiorava e affondava

    Traversava gli stadi della maturità e della gioventù
    entrando nei gorghi.

    _____________GEntile o Giudeo
    o tu che volgi la ruota e guardi nella direzione del vento
    Pensa a Fleba,che un tempo è stato bello e ben fatto al pari di te

    T.S. ELIOT
     
    #82
  8. Xenomorph

    Xenomorph
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    26 Luglio 2007

    Riesumo questo vecchio topic perchè avrei una cosa da proporvi [​IMG] (ed il caso ha voluto che fosse stata già iniziata una discussione a riguardo)..

    E' una poesia di Yeats di cui avevo sentito i versi finali in un film (tale "Equilibrium")..
    Stamani sono riuscito a trovarla completa, e così ho pensato di proporvela (nonostante non sia probabilmente all' altezza di quelle già segnalate da voi tempo fà)..
    Ammetto che la parte iniziale non mi piace più di tanto, forse perchè avendo sentito sempre e solo quella finale ho ritenuto quella come la parte importante di tutto il concetto (e forse lo è!)..
    In ogni caso ritengo che sia molto bella (considerando però che non sono un' esperto in materia)..
    A voi il giudizio.. [​IMG]


    Se avessi il drappo ricamato del cielo,
    Intessuto dell’oro e dell’argento e della luce,
    I drappi dai colori chiari e scuri del giorno e della notte
    Dai mezzi colori dell’alba e del tramonto,
    Stenderei quei drappi sotto i tuoi piedi:
    Invece io, essendo povero, ho soltanto sogni;
    E i miei sogni ho steso sotto i tuoi piedi;
    Cammina leggera... perché cammini sui miei sogni.

    William Butler Yeats
    (Dublino 1865-Cap Martin 1939)
     
    #83

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