Pena di morte

assolutamente contrario...capisco le famiglie delle vittime, e a freddo se mi uccidessero qualcuno caro opterei per la pena di morte, ma so di mio che è una cosa sbagliata orribile e che disonora tutte quelle migliaia di persone che si sono battute contro una delle cose più idiote che abbiamo potuto inventare.

 

Cooooosa?per favore bannatemi se ho detto che non devi denunciare uno stupratore perché il carcere è troppo duro!mica sono pazzo! Nè tantomeno che non puoi mettere la gonna corta o quel che ti pare! Semplicemente come dicono Dreki e Ross il carcere non è una passeggiata (soprattutto per gli stupratori...non è un luogo comune).. a chi non è molto informato forse una pena come la pena di morte dà una maggior soddisfazione al momento, ma fidati: il carcere è forse peggio della morte ponendo ovviamente la certezza della pena: non che uno condannato a 30 anni esce dopo 12 per buona condotta, questo no!

 

Nel momento in cui si legittima lo Stato nel comminare la pena capitale ad una persona si accetta l'omicidio come giusto in certi casi. E questo è estremamente pericoloso dal punto di vista ideologico.
Vai a controllare la percentuale di omicidi e reati gravi fra civili in stati che hanno la pena di morte, capirai che le mie non sono solo vuote parole. Di certo non lo sto dicendo perché ho pregiudizi nei tuoi confronti e voglio darti addosso ad ogni costo.

 

Horns, forse come si faceva in Siberia anche se battute e generalizzazioni a parte la situazione è delicata. Tendenzialmente sono contro la pena di morte ma non me la sentirei in nome della stessa morale di giudicare appunto moralmente l'eventuale padre di una ragazza stuprata ed uccisa che "gode" diciamo così.., per la morte a mezzo di sedia elettrica del carnefice.
Nè giudico nero su bianco il tabacchino notturno che alla milionesima rapina spara al rapinatore e forse senza proprio volerlo lo fa secco.
Insomma vorrei evitare di vedere solo nero o bianco dal momento che parliamo sempre "indirettamente" di ciò che di fatto on ci riguarda in modo diretto.

 

non ci sono mai stata...nè x visitare nè come detenuta...
certo che alla tv se ne sentono delle belle su quei posti, + che altro sulla gente che viene scarcerata quando dovrebbe scontare ancora tipo 20 anni o cose così...questo xò è un altro paio di maniche

x tornare nel tema della pena di morte, non oso immaginare quante persone vengono giustiziate e in realtà sono innocenti...quindi assolutamente contraria

 

Cosa vuoi far capire a uno che ha stuprato e ucciso a riptezione???

Scusa????

Se questo si siede a braccia conserte, non puoi lascialro morire di fame... altrimenti sarebbe la stessa cosa di friggerlo... o lo mantieni o lo uccidi.
Gli dài una scelta in più, è vero, ma se non la accetta?
Guarda che non è così semplice...

 

Per me basterebbe l'isolamento a vita, un bel 41 bis... carcere duro. Mi starebbe molto bene. Ai quei detenuti invece, molto meno...

 

Per quanto mi riguarda ognuno è libero di porre fine alla sua esistenza in ogni istante, uno che si macchia di un grave crimine contrae un debito piuttosto pesante con la società. Se per scelta non vuole adempiere a quest'obbligo è libero di morire di fame, non è certo lo Stato ad averne colpa.

 

ROSS: sono in linea con le tue idee credo e non solo per la firma ma debbo fare un'osservazione analitica: provo a spiegarmi che forse il "bisogno" di pena di morte e quindi di un indurimento che potrebbe diventare irrazionale o eccessivo in materia di pena puo derivare da una paura sociale mischiata ad un senso di sfiducia molto forte nei confronti dello Stato e della Giustizia: ossia nel mommento in cui lo Stato viene meno e parlo di Stato utopicamente anche come evoluzione manifesta del diritto e delle norme di vita soaciali, l'uomo tendenzialmente oscilla verso "l'istinto" naturale dell'autodifesa, per cui se non pena di morte prima ancora l'omicidio (non dico legalizzato ma legittimato da alcune preoccupanti circostanze)per la difesa personale.

Più che mettere la pena di morte toccherebbe interrogarsi alla base sul perchè di uno stato debole o bigotto e sul come ripristinare quel senso di sicurezza che porta l'uomo verso una sensibilizzazione migliore.
Vedo molto, in conclusione, la paura dietro certe reazioni sociali.

 

la penso come te, Fleba...

e poi ripeto, ad esempio ad Ely, lasciamo stare il discorso che poi vengono uccisi degli innocenti al posto dei colpevoli. E' completamente fuorviante...
Oso trovare una persona qualunque favorevole a giustiziare un innocente, quindi...

 

ti dico anche Horns, on reputo contraddittorio se non sulla base di una logica che esclude il sentimento, l'anima, commuoversi poer dead man walking come anche per il dolore di due genitori distrutti dalla perdita della figlia come il caso di quella ragazza italiana uccisa in Spagna questa estate. Io penso che sia una sorta di dolore-rabbia sorda per cquel che inevitabilmente accade da quando l'uomo esiste; una compartecipazione che denota anche la nostra peculiare natura ambivalente. Ammetto che sposto tutto sul piano antropologico quando qui si fan discorsi più pragmatici.

 

Condivido il tuo ragionamento, ma l'ultima cosa che bisogna fare di fronte ad un malessere (individuale come collettivo) è lasciarsi vincere dalla paura e dall'irrazionalità; nulla di buono può scaturire da una collettiva sete di giustizia pubblica e sommaria, e coloro che pensano il contrario contribuiscono ad aggravare il clima che si respira sempre più in questo Paese, incline all'intolleranza e alla mancanza di dialogo.
Si può discutere civilmente su tutto, ma anche se in certi casi è umano usare espressioni tipo "Quando qualcuno di "quelli" muore dopo aver subito una piccola parte delle violenze che ha inflitto, non solo non provo pena per lui... provo invece una sorta di godimento viscerale." è avvilente voler fare di sentimenti dettati dalla paura e dalla rabbia il punto di riferimento per la decisione di una pena da parte di uno Stato. E le menti più illuminate della nostra società hanno lottato a lungo (con il dibattito, s'intende) perché si giungesse a una diversa concezione del diritto penale. Io non voglio andare indietro, voglio sperare che col tempo si possa migliorare invece che regredire.

 

Ross, quoto specialmente le prime 4 righe perchè le estenderei anche ad un discorso sociale e di integrazione fra uomini provenienti da più parti del mondo all'interno della società ospitante (ma anche qui senza vedere nero o solo bianco).
Sarei però falso se dicessi che saper morto il mandante del massacro di un Falcone o Borsellino o che durante la maxiretata contro i Casalesi avessero seccato uno di quei delinquenti, non mi desterebbe alcuna emozione; "cosciente" e sottolineo cosciente di ciò su cui richiami l'attenzione ANCHE proverei forse soddisfazione. Come mi diceva eprò un giorno una persona con cui ne discussi tanto, un conto è l'emozione del singolo privato, un conto invece è un superiore ordinamente statale che proprio in quanto tale deve trascendere la visceralità delle emozioni che naturalmente sortiscono negli individui.

In chiusura sottolineo: "intolleranza" e "mancanza di dialogo" (non in questo forum, fortunatamente)

 

chiedo scusa Daniele; l'esempio Falcone però credo sia qualcosa che tracende le appartenenze e possibili flame. Anyway, fine comunque dell'esemplario.