Opeth

Ah..... infatti!!!

 

A me questo approccio non piace molto.
Una recensione presuppone che:

1) si conosca il genere
2) si conosca l'artista e i suoi lavori (almeno quelli precedenti al disco da recensire)
3) si apprezzi il genere e l'artista

Se ne mancano le prime due si è di fronte ad una first reaction o quasi, non ad una recensione. Se manca la terza è facile farsi prendere dal pregiudizio.
Anche considerandola come first reaction aggiunge poco, giusto fare come reagisce un esperto di musica ad un genere non suo.
A questo punto a Silvestrin , preferisco di gran lunga le first reaction di altri musicisti, arrangiatori, che spiegano anche dettagli sull'arrangiamento musicale, sulle performance dei singoli musicisti.
In rete ve ne sono tante e ne segnalo una in cui viene valutata (l'impressionante) performance vocale di Geoff Tate dal vivo da un'insegnante di canto.

 

Hai perfettamente ragione.... Cmq Silvestrin ha raggiunto l'obbiettivo di collezionare "visioni" o "like". Sarò cinico ma a Lui interessa allargare la platea di chi lo segue sulle varie piattaforme web..... per Lui è lavoro e sostentamento economico visto che ufficialmente non lavora in TV

 

per scrivere una recensione, per come la vedo io, ci vorrebbero le seguenti condizioni:
1) conoscere e aver studiato il genere (questo dipende da e fa dipendere il punto 3 di cui parlate, a mio avviso, specialmente per generi di nicchia e peculiari; certo, se si è obbiettivi si può anche affrontare un genere ostico ma si può conoscere davvero qualcosa che ci fa schifo, almeno che non ci si sia imbattuti più volte (tante e con serietà) per lavoro e simili?)
2) studiare l'artista e l'album (sentire o scriversi con l'artista lo trovo se non necessario comunque importante). Può capitare, inoltre, di imbattersi in un esordio.
3) comparare la propria opinione con il resto della critica, quantomeno quella di riferimento (specialmente per il genere); anche per verificare di non essere semplicemente dei coglioni

 

allora da uno che scrive in una webzine metal dico la mia:

1) è necessario che si apprezzi e si conosca il genere - per me non ha senso nel mio caso per esempio recensire dischi grindcore perché non amo il genere e non lo conosco minimamente (apparte per l'intro di people=shit degli slipknot XD). Mi sembra ovvio quindi che non potrei dare un giudizio onesto su qualcosa che non mi piacerà a prescindere, ne quantomeno potrò comprendere la sua influenza nell'ambito del genere.
2) apprezzare l'artista per me è fondamentale. Non mi piace recensire band di cui non ho mai apprezzato particolarmente la proposta, perché anche qui difficilmente potrei essere obbiettivo . Esempio pur amando tantissimo il progressive metal per ora la proposta di band come gojira o mastodon non mi ha mai preso. è chiaro quindi che con tutta la roba che conosco e ascolto preferisco di gran lunga cimentarmi in qualcosa che conosco, apprezzo e di cui abbia un forte background di conoscenza di modo da poter presentare al lettore in modo chiaro l'evoluzione o meno dell'artista in un determinato album rispetto a quanto fatto in passato.

Quindi fossi stato in silvestrin non mi sarei andato a recensire un disco degli opeth. 1- non conosce abbastanza il macro-genere prog ( e non basta il fatto che sia un grandissimo fan dei tool) e per nulla il genere progressive-death.Inoltre per sua ammissione ha smesso di ascoltare metal nel 1989 (ad eccezione dei tool e pochissimo altro) tanto che tempo fa fece una reaction a metropolis pt.I dei dream theater e manco la conosceva figuriamoci un pò...

2- non conosce per niente l'artista e non apprezza il genere . Oltre questo non conosceva nemmeno steven wilson. Mi pare ovvio che appena sentito il nome del produttore si è andato ad ascoltare qualcosa del suo album più rappresentativo (in absentia) e ha concluso che non è un buon produttore da uno dei 35 (non so una roba del genere...) dischi incisi da wilson. Se si fosse andato ad ascoltare hand.cannot.erase o the raven that refused to sing voglio vedere se diceva che non è un buon produttore. Ma oltre questo uno che viene ingaggiato per remixare i più grandi classici del genere può non essere un un punto di riferimento e un grandissimo del settore? Per concludere credo nella sua buona fede e nella sua onestà intellettuale. Non credo che abbia recensito un disco del genere solo per far incazzare le persone. Anche perché tutto sommato è stato bilanciato nei giudizi e la competenza comunque è sempre evidente. Poteva semplicemente fare una reaction per quanto mi riguarda, magari evitando la vera e propria recensione

 

ciao ragazzi se vi può interessare in questo video racconto la storia dietro al concept di still life . utilizzerò le frasi più significative e difficili e le spiegherò in un inglese più comprensibile . spero vi possa interessare . in caso , iscrivetevi al canale . presto ci sarà anche un ranking degli album degli opeth

 

interessante
JETHRO TULL's IAN ANDERSON To Guest On OPETH's Next Album - BLABBERMOUTH.NET

 

Potrei quasi quasi dargli un ascolto quando uscirà