Mario Monicelli suicida. E' morto il maestro della commedia italiana

Che giornata davvero triste
Riposa in Pace

 

Io continuo a chiedermi il perchè di questo gesto estremo. Non riesco davvero a capacitarmene. Poco da dire, se non che se n'è andata una pagina di storia d'Italia: un suo film vale più di mille libri di sociologia sull'evoluzione del costume degli italiani. In un mondo ideale, ora, per rispetto a questo monumento che non c'è più, dovrebbero sospendere l'uscita del cosiddetto cinepanettone, e, se possibile, vietarne per legge ogni diffusione futura.

 

YouTube - e soprattutto figli miei che non siete padroni di un cazzo

a mezzo di attori eccezionali riusciva a raccontare e far pensare insieme. A unire all'azione la profondità della connotazione.

Come a dire, quando si è registi di film e quando si è creatori di film che hanno un'Anima.

 

chiedi troppo. chiedi la sospensione di quello che per dogma semplicemente non esiste e che è proprio ciò che non può essere sospeso, perchè piace.

Trovò da piccolo suo padre morto suicida. Pare si fosse tolto la vita secondo il concetto per cui quando questa non è più dignitosa la si interrompe.
A 95 anni e ricoverato qui al San Giovanni rispetto la sua scelta. C'è coraggio anche in questa morte, checchè se ne dica.

 

Ah, quindi l'avrebbe fatto comunque. Cioè, intendo dire, l'avrebbe fatto in un qualsiasi momento egli avesse ritenuto questa vita non più degna d'essere vissuta. Hai ragione: è una scelta coraggiosa. Ha avuto la lucidità di rendersi conto che quel momento era arrivato. Che peccato, però...

 

Così Verdone: Era probabilmente una persona stanca di vivere, che non sosteneva più la vecchiaia. L'ho apprezzato molto come grande osservatore e narratore - ha aggiunto l'attore romano - anche se a volte con condividevo il suo cinismo. Era gentile, cordiale, ma di poche parole. Un anno fa - ha ricordato Verdone - mi capitò di fargli gli auguri a Natale. Rimase sorpreso: gli auguri, mi disse, non li fa più nessuno».

Anche se è incisivo Veronesi quando dice "non ho mai sentito di alcuno suicidarsi a 95 anni".

Monicelli ha scelto, lucidamente, la propria fine che fino all'ultimo non è stata quella in un letto d'ospedale.
Aveva un tumore alla prostata ed era in quell'età in cui i tumori corrono più lenti dell'addio del corpo.
Lui con la sua volontà li ha battuti.
Il più grande applauso è questo silenzio.
Mi emoziona sapere che sia finito proprio lì dove passo spesso e ho messo piede più di una volta...

 

Proprio ora mi è venuta questa riflessione: chissà che in questa sua scelta possa aver influito il vedere Cinecittà, che per decenni è stato il suo regno, l'habitat naturale in cui ha scritto pagine memorabili del cinema mondiale, ridotta a bordello per soddisfare le manie voyeruristiche e per influenzare le menti sempre più atrofizzate di quel popolo italiano che lui invece aveva sollecitato in modo positivo con i suoi capolavori. E' una cosa che mi è venuta guardando qualche immagine del GF: il contrasto è incredibile.

 

un grandissimo.

 

Splendido capolavoro Parenti Serpenti

 

R.i.p.

 

Fossero di quella levatura i cinepanettoni invece della merda (scusate il cultismo millenario) che viene scaricata nei cessi d'Italia tutti i natali!

Cinecittà è stata stuprata e ricordo ancora come da una remota reminiscenza la sensazione pure diversa che mi diede durante la prima visita in quegli studios nei primi anni 90 quando ancora era blindata e ci si accedeva per contatti interni (ci lavorava il babbo di un compagno di classe, fu lui a far da breccia a noi altri). E ricordo ancora le punte recenti durante le notti bianche, saranno state un paio di volte fra i set stranieri (c'è ancora roba del set di Roma, la serie e Gangs of new york).
La sensazione è stata ben diversa.
I luoghi sono il riflesso delle menti, della mentalità.

 

"Che cos'è il genio? E' fantasia, intuizione, decisione e velocità d'esecuzione..."

 

Che giornata di merda