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..ma la crisi?

Discussione in 'Attualità e Cultura' iniziata da Necrophelia, 27 Dicembre 2008.

  1. Daniele "dani66" D'Adamo

    Daniele "dani66" D'Adamo
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    4 Luglio 2010

    Ecco bene... se ciascuno di noi ha voglia di raccontare come van le cose a casa sua sarebbe interessante!
     
  2. Zerotolerance70

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    4 Luglio 2010

    Suicidi degi imprenditori? Intanto sono casi assai sporadici (per fortuna), non siamo nel '29. Dopodichè, i fatti vanno anche conosciuti, non basta citare le notizie riportate dai giornali, anche perchè a volte dette notizie descrivono solo una parte della realtà, quella più superficiale.
    Il tal imprenditore si è tolto la vita, poverino, non voleva licenziare gli operai, non voleva chiudere, la crisi mette in ginocchio l'imprenditoria del Nord-Est, ... e via di luoghi comuni.
    Nessuno dice che il tal impreditore si è trovato davanti alla prospettiva di dover chiudere baracca 1. per il comportamento delle banche, che dopo aver scavato buchi immensi grazie alle loro operazioni di finanza creativa (operazioni che, sia ben chiaro, erano destinate a gonfiare le LORO tasche, non certo quelle dei clienti), hanno chiuso i rubinetti del credito, rifiutandosi di fare il proprio lavoro che è quello di finanziare le imprese (diversi casi di imprenditori suicidatisi afferiscono ad aziende fin lì solide, con prospettive di crescita, ordini in mano, lavoro per anni e anni, ma l'impossibilità di finanziare i progetti; altro che crisi!); e 2. diverse imprese, normalmente piccole, sono finite in difficoltà perchè i clienti non hanno onorato gli impegni, pagando per i lavori o i servizi ricevuti. Unitariamente spesso si trattava (e si tratta) di importi relativamente piccoli, dell'ordine delle migliaia di Euro (anche se ci sono casi di decine e pure centinaia di migliaia di Euro), ma se messi uno in fila all'altro le cifre assumono dimensioni tali da rappresentare un'esposizione insopportabile per aziende piccole.
    Ora mi si dirà: "Sì, ma se i clienti non pagano significa che c'è un problema di liquidità derivante dalla crisi in atto".
    Sbagliato, perchè è diventata la prassi quella di contestare al fornitore il prodotto o il servizio ricevuto, rifiutarsi di pagarlo (tanto, la giusitzia è lunga, capirai, c'ha altro da fare, occuparsi di Berlusconi per esempio; e poi, lo sanno tutti che per cifre piccole non conviene rivolgersi alla giustizia, è solo tempo perso) e spendere invece i soldi per fare ferie di settimane in località esotiche (non sono fantasie, potrei fare nomi e cognomi) o acquistare auto di lusso.
    In altri termini, si torna a quello che dicevo prima: non è che i soldi non ci sono, è che li si spende in modo assurdo, e spesso facendosi "finanziare" non dalle banche, ma dagli artigianii o dagli imprenditori che hanno eseguito dei lavori, impegnato operai, sostenuto costi e dedicato tempo.

    EDIT: riguardo il discorso dei cassintegrati e dei lavoratori messi in mobilità, ci sono dei risvolti assai interessanti che non hai considerato, te ne parlerò più tardi. Ora vado a magnà.
     
    #152
    Ultima modifica: 4 Luglio 2010
  3. atheist81

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    5 Luglio 2010


    concordo ogni singola lettera qui sopra, e cmq diciamo che del comportamento scorretto o poco avanguardisctico delle banche non è cosa nuova, basta vedere cosa è successo alla Olivetti a causa delle banche.....
     
  4. Zerotolerance70

    Zerotolerance70
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    5 Luglio 2010

    Riguardo la cassa integrazione.
    Tutti la vedono e la dipingono come il babau.
    Ma guardate che essere cassintegrati significa venire comunque retribuiti fino all'80% dello stipendio, senza doversi recare al lavoro, risparmiando quindi soldi per gli spostamenti (che a volte raggiungono importi significativi, pensiamo a chi deve fare parecchi km, magari con pedaggi autostradali) e per il pranzo; significa poter stare a casa a badare ai figli, risparmiando i costi dell'asilo, per esempio; significa potersi dedicare ai piccoli lavori domestici e alle piccole/grandi manutenzioni risparmiando sui costi di manodopera; significa avere tempo disponibile per svolgere qualche lavoro in nero, tipo la manutenzione di giardini (se poi uno è un operaio edile, hai voglia lavori che vengon su - e tutto esentasse).
    OK, non è il massimo, anche perchè prima o poi i soldi per questo ammortizzatore sociale finiranno, ma non mi sembra una situazione così disperante, se uno ha voglia di darsi da fare anzichè stare lì a piangersi addosso brontolando contro il governo o il mondo intero.
     
  5. tender

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    5 Luglio 2010

    significa avere a disposizione 700/800 euro per portare una famiglia di 4 persone alla fine del mese, pagando mutuo e bollette.
     
  6. dreamtheater84

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    Satur9, LA PATENTEEE

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    5 Luglio 2010

    Se vuoi vedertela, è stata interessante

    Rai Due Padania al verde
     
  7. Sent

    Sent
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    Spiaze

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    5 Luglio 2010

    Sicuramente posso dire che nella mia provincia c'è stato un netto calo di lavoro rispetto a 20-30 anni fa e ora la maggior parte dei giovani se lavora lo fa precariamente (io sono riuscito a trovare un lavoro a tempo indeterminato dopo 3 anni di precariato e continui cambiamenti di lavoro).

    Sinceramente però non saprei se definirla crisi. A volte penso anche che sia l'ovvia direzione di un sistema che tende a produrre, produrre e produrre, fatturare, fatturare......senza tener conto che prima o poi la domanda diminuirà.

    In più penso che la grave perdita di posti di lavoro avuta quì in provincia di treviso sia dovuta anche al fatto che le grandi aziende abbiano sfruttato tutto quello che il territorio gli poteva rendere finchè gli conveniva. Di pari passo al miglioramento di stipendi e condizioni lavorative è cominciata la delocalizzazione delle aziende...che ora per la maggior parte fanno produzione in romania, bulgaria, cina, vietnam.

    Io lavoro nel settore calzaturiero e so bene che molte aziende con produzione all'estero sanno benissimo che la qualità del prodotto finito non sarà la stessa che si otteneva quì in italia, dove l'artigianato è e rimane su standard straordinari, ma nonostante questo preferiscono un risparmio netto sui salari anche a costo di avere un prodotto meno fine.

    Tanti imprenditori giustificano queste delocalizzazioni col fatto che quì si pagano troppe tasse e c'è troppa burocrazia...e questa non è certo una bugia..ma il fatto è che possono lasciare in braghe di tela troppo facilmente centinaia di operai che poi si ritrovano senza lavoro e con la difficoltà di ritrovarlo avendo comunque esperienza solo in determinati settori che ormai si stanno spostando quasi tutti all'estero. Dove per altro possono permettersi di far lavorare la gente a orari disumani e privi di qualsiasi sicurezza e controllo da parte di enti esterni come succede quì.
     
  8. SporcoRozzo&Primitivo

    SporcoRozzo&Primitivo
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    Vegano non praticante

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    6 Luglio 2010

    Notizie da Milano e provincia:
    qui ci sono soldi a palate, ma non si capisce da dove vengano.
    Le strade sono già invase da grosse e grossissime auto con le targhe che cominciano con la "E". quindi con meno di un anno di vita; i locali e le boutique, nonostante i prezzi altissimi, sono pieni a tutte le ore, la "movida" impazza, la cocaina gira ovunque, così come i cocktail da 10€ l'uno.
    Mentre 15 anni fa a Milano dalle 8.30 alle 11.30 del mattino e dalle 14.30 alle 18.00 le strade erano deserte perché la gente lavorava, ora c'è traffico congestionato 24 ore su 24.
    Morale: sembra che la gente non faccia nulla, ma gli girino tantissimi soldi.

    Dall'altro lato vedo invece i locali ed i negozi per noi poveri abbassare le serrande: ci stiamo avvicinando troppo al modello statunitense, dove bigger is better. Il piccolo cinema all'angolo chiude perché la gente va al multisala; il panettiere ed il macellaio chiudono perché la gente va al centro commerciale, il calzolaio ed il riparatore di elettrodomestici chiudono perché ormai si butta e si cambia, anziché riparare.

    Non credo che il denaro in circolazione sia diminuito, solo che la distribuzione è ora molto meno equa.
    Esempio idiota: una mia amica e me.
    Io ho optato per un lavoro sicuro, anche se non molto ben pagato, e su questo ho costruito un progetto a lungo termine; lei ha optato per un contratto a progetto decisamente molto più remunerativo, spendendo e spandendo a destra ed a manca.
    Lei sembrava la figa ed io il barbone. Ora i ruoli si sono invertiti, perché io continuo a guadagnare 1500€ al mese, mentre lei è passata da 3000 a 600.
     

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