King Diamond e Mercyful Fate

Tripla sorpresa!

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(Forse) svelato un vecchio mistero.

 

Ma non c'è nulla di misterioso in verità, a meno che non si voglia reputare tale l'aneddoto su cipolla e caffè.

 

Mi riferivo al tizio dell'agenzia italiana che doveva fare da tramite e alla sua quasi ammissione anni dopo di aver sorvolato su alcune richieste tecniche e di non averle comunicate.
Sì, cipolle e caffè farà certamente schifo, ma mai quanto latte e coca cola, che ho sentito più di una volta!
Comunque, faccenda vecchia ormai, ma molto triste.

 

Appunto...cipolla e caffè é solo una nota di colore peraltro della crew e non degli artisti, mica fesso il creator.

 

recensione pubblicata su Flash.

 

Album fantastico, degno erede dei classici (cioè quelli fino a the eye). Nessun album post the eye si può considerare al livello di questo

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Mi sono innamorato da subito di quell'album, per il suo concept, la produzione e l'atmosfera. Ma non penso lo paragonerei ai classici degli anni 80. Se non altro perché è davvero diverso da tutti gli altri. Non ne ho uno preferito e farei fatica a sceglierlo, ma per il fatto che sia così diverso dai precedenti è come se facesse categoria a sé.
Tuttavia, nel mio personale indice di gradimento, dischi come Voodoo, The Graveyard e House Of God non si discostano troppo. Ma sono davvero troppo diversi per fare paragoni. Posso solo dire che non mi piacciono di meno. Pensare poi a un paragone coi classici mi viene ancora più difficile.

 

Ma poi alla fine quali differenze sostanziali distinguono fra loro i dischi del King? Mi spiego, non sono tutti uguali ma hanno all'incirca tutti più o meno le stesse caratteristiche. Forse quelli fino a "The Eye" sembrano vagamente meno intricati.

 

E' rimasto sempre fedele al suo stile. The eye ha tastiere più in evidenza, ma è più una questione di mix, mentre accomunerei conspiracy e the puppet master per un approccio melodico più "diretto", nel senso che le melodie sono memorizzabili e restano impresse sin dal primo ascolto. Them è molto intricato, e lo stesso abigail, ma la complessità strumentale non manca neanche negli album più diretti. Su the puppet master king canta su registri più bassi per via dei problemi dell'epoca, ma in maniera davvero convincente, col risultato che il disco si distingue un po' dal resto della discografia. Non ci sono strattoni insomma, se non dal punto di vista della qualità progressivamente calante. Posto che un disco brutto del king equivale ad un disco ottimo di qualunque altra band tanto ci ha abituati bene.
Il cambio stilistico è invece molto più evidente nei MF tra prima e dopo la reunion. Ma nonostante questo mi piacciono in the shadows (a parte return of the vampire con ulrich alla batteria che trovo un pezzo terribile), time (stupendo) e into the unknown (buono). Poi in discesa qualitativa dead again (sufficiente) e 9 (pessimo)

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È talmente eclettico che l'eclettismo stesso è una caratteristica dei suoi dischi. Molto influisce anche il concept. Ad esempio in Voodoo si percepisce quell'atmosfera di notte estiva calda e umida. Mentre in The Puppet Master si sente il freddo dell'inverno e la neve. Pur rimanendo ultra classico nello stile e mantenendo sempre un certo livello di virtuosismo nella struttura delle canzoni.
Lo paragono a un romanziere, che pur mantenendo lo stesso stile di scrittura, i suoi libri risultano ogni volta diversi a causa di personaggi e ambientazione. Ma i lettori riconoscono lo stile tipico dell'autore.
Quel tocco in più dei dischi degli anni 80 secondo me è dovuto molto alla batteria, che dopo l'uscita di Mikkey Dee è venuto a mancare.
Riguardo ai problemi di voce, lui li ha sempre smentiti. Ci sono live dove fa paura e live dove è più giù del normale, come per tutti quanti, da Halford a Dickinson. Se ha ridimensionato le esagerazioni nel tempo è per un discorso di maturità, ma poi dal vivo quei pezzi li ha sempre rifatti in ogni tour. Anzi, al contrario di altri, non ci sono canzoni che ormai non fa più o evita di fare. In una intervista del 2003, proprio dopo l'uscita di The Puppet Master, diceva che quando scrive un nuovo album non pensa alla percentuale di falsetto che dovrà avere. Se risulta essercene di meno sarà per interpretazione, non perché ha problemi.

 

Ho preso il biglietto per King Diamond per il 16 giugno all’Alcatraz… spero che la scaletta sia di tutto rispetto.

 

Per forza, perchè non c'è nulla di nuovo

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