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Iron Maiden

Discussione in 'Heavy Metal' iniziata da Daniele "dani66" D'Adamo, 22 Settembre 2011.

  1. The Eternal Wayfarer

    The Eternal Wayfarer
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    7 Maggio 2020

    L'avevano già fatto per Flight 666 (e i due A Real ... One, ma quelli non contano), e lì era dettato dal fatto che quel live era tecnicamente una colonna sonora per il documentario sul tour.
    Live Chapter penso sia stato dettato dal fatto che Bruce un concerto intero difficilmente lo reggeva ad alti livelli (e ancor più difficilmente ai livelli di En Vivo).
     
  2. Tarotman

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    8 Maggio 2020

    Già, quel tour non deve essere stato una passeggiata per Bruce... io li vidi a Wacken sottopalco per l'ultima data europea ed era sfinito... su YouTube c'è il concerto integrale.
     
    #11402
    Ultima modifica: 8 Maggio 2020
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  3. The Eternal Wayfarer

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    8 Maggio 2020

    Sebby @sebek mi ha dato il La (anche se in questo caso bisognerebbe dire Mi) e quindi butto giù anche una mia classifica dei lavori in studio :sisi:

    1) Somewhere in Time - colpevolmente snobbato dai Maiden stessi (eccetto la catchy Wasted Years), da sempre e inattaccabilmente il mio preferito, le prove generali per Seventh Son of a Seventh Son ma a mio giudizio riuscite meglio. Impossibile per me sceglierne una, ma facendo uno sforzo dico The Loneliness of the Long distance Runner. Nessun punto debole, forse qualche passaggio sotto media qua e là (penso al coretto di Heaven can Wait) ma nel complesso un'opera totale.

    2) The Number of the Beast - purtroppo, mi tocca concordare con 'Arry: Invaders non era poi un granché, e mettere Gangland al posto di Total Eclipse non si è rivelata una scelta felice. Ma al di là di questo, il disco non ha veri punti deboli, e canzoni come 22 Acacia Avenue, Hallowed be Thy Name, Children of the Damned, The Prisoner dovrebbero essere nel songbook di ogni chitarrista e soprattutto bassista heavy metal.

    3) Piece of Mind (1983) - nuovo batterista, nuova energia. Clive era un bravo diavolo, ma è con Nicko che la band fa il salto di qualità. Tutte le canzoni sono ad alti livelli, solo Quest for Fire e Sun and Steel non tengono il passo. Ma che gli vuoi dire a un disco che dopo averti sparato Where Eagles Dare (credo la loro opener migliore), Revelations, The Trooper, Flight of Icarus e Still Life si chiude con To Tame a Land...

    4) Seventh Son of a Seventh Son (1988) - obiettivamente, un discone. Moonchild, Infinite Dreams (nettamente la migliore del disco), The Clairvoyant, The Prophecy, The Evil that Men Do varrebbero da sole il prezzo. La title track ha una chiusura magistrale ma incespica su alcune ingenuità (prima tra tutte il ritornello) ed è troppo troppo allungata, si vede qui per la prima volta un errore in cui Steve cascherà poi in futuro, ossia l'inserimento di parti arpeggiate ad libitum incastrate su 2/3 note. Ho capito, ma anche basta. Arriva al dunque.

    5) The X Factor (1995) - forse l'ultimo disco in cui i Maiden hanno DAVVERO innovato qualcosa nel loro songwriting. Purtroppo azzoppato da una produzione atroce, da una eccessiva ridondanza in alcuni punti e da almeno un paio di tracce inutili (Look for the Truth e 2 AM), lascia poi ai box una killer come Judgement Day (palese scartina di Fear of the Dark). Ma contiene la miglior suite da 9+ minuti dei Maiden (molto più ispirata di 7th Son e molto più varia di Rime, spiace dirlo), The Edge of Darkness (= prove generali per Dance of Death, eccellente il primo assolo e grande prova dietro le pelli di Nicko), Lord of the Flies (riffone blackmoriano, curiosa la modulazione), Blood on the World's Hands. Judgement of Heaven ha una ottima sezione strumentale come anche Fortunes of War. The Aftermath incespica, ma bello l'arpeggio e travolgente l'assolo di Janick Gers. Man on the Edge molto meglio con Bruce. The Unbeliever contiene il mio assolo preferito in assoluto dei Maiden.

    6) Iron Maiden (1980) - Walking through the city, looking oh so pretty... È lì che è iniziato tutto. Iron Maiden è un prodotto ancora un po' acerbo, ma certe idee sono molto chiare. Remember Tomorrow, Phantom of the Opera, Transylvania, Strange World non si sentono tutti i giorni in un disco d'esordio. Prowler, Charlotte the Harlot e Running Free hanno quella scanzonatezza giovanile che non sarebbe tornata più, e Iron Maiden, che è ben lungi dall'essere la migliore del lotto, chiude un esordio globalmente coi controcazzi. Nella versione USA/Canada c'era pure la sventagliata punkeggiante Sanctuary.

    7) Brave New World (2000) - il disco della reunion che preferisco, e forse il migliore. L'unica davvero superflua, a mio parere, è The Fallen Angel, che però ha il merito di avere un piglio heavy che raramente si trova nei Maiden. Evidente scartina di Accident of Birth. Non troppo bene nemmeno The Mercenary, impreziosita da una grande resa live. Sugli scudi Blood Brothers, The Thin Line between Love & Hate (che ha un solo difetto, ma è macroscopico: funziona SOLO in questo disco qua), Out of the Silent Planet, Ghost of the Navigator, title track. Dream of Mirrors enorme live, pesante in studio. Unico, enorme difetto: i ritornelli. Troppo, troppo ripetitivi.

    8) Dance of Death (2003) - il disco è compatto, funziona bene in quasi tutti i suoi brani, c'è voglia di uscire un po' dal tracciato (Face in the Sand, Journeyman, Paschendale), ci sono grandi momenti (Rainmaker, Montsegur), c'è LEI, Dance of Death, la mia canzone preferita del gruppo, una vera opera d'arte. Il punto in cui l’assolo di Janick Gers si intreccia con gli archi è solo una delle tante perle di questa traccia mastodontica, senza dubbio il suo capolavoro (e parliamo dell’uomo che ha scritto tra le altre Ghost of the Navigator). Ottimo Adrian, bene la fuga di Dave ma meglio in En Vivo. Una delle due sole canzoni della loro carriera (tre contando i live) a cui darei voto pieno. Ma ci sono anche Wildest Dreams (che tuttavia live funzionava), Gates of Tomorrow (pezzo da 6 stiracchiato, +0.5 per l'assolo ignorantissimo, buono il bridge, orrendo il ritornello), Age of Innocence (buon pezzo pop, +1000 alla versione di Nicko), New Frontier (che tra queste è forse la migliore), che non sono tutte brutte ma semplicemente "ci sono". No More Lies ha parti da applausi ma altre da sonnellino.

    9) Killers (1981) / Powerslave (1984) - non sono per nulla un amante di questi dischi. Il primo, che anni fa invece adoravo, unisce scartine di Iron Maiden a nuovi pezzi di qualità (Murders in the Rue Morgue, Killers, Genghis Khan, Purgatory, Prodigal Son). The Ides of March e Wrathchild riescono a essere e l'una e l'altra cosa. Ma nel complesso lo trovo troppo altalenante, e di Another Life sinceramente non sentivo il bisogno.
    Il secondo per me è solo Aces High, The Duellists e Powerslave. Back in the Village ha il miglior riff d'apertura della loro storia ma non sempre ne è all'altezza. Losfer Words (Big 'Orra), ad oggi la loro ultima strumentale come Iron Maiden (l'ultima ultima sarebbe Rhythm of the Beast del duo McBrain / Murray), è più che buona ma non regge il confronto con le illustri antecedenti. Flash of the Blade a mio parere brutta. Rime of the Ancient Mariner, oltre a soffrire di una tremenda ripetitività, rende al massimo della sua potenzialità solo live.

    10) The Book of Souls (2015) - ad oggi, invecchiato bene. L'ho riascoltato di recente, e non cambio il mio giudizio: buon disco prodotto col culo, le migliori sono le due opener, la title track (miglior pezzo del disco), la sezione strumentale di The Red and the Black, The Man of Sorrows, la seconda parte di Shadows of the Valley al netto delle auto-scopiazzature, When the River Runs Deep. Bene anche su The Great Unknown, ma Bruce sforza troppo e si sente che non è più roba sua. Speed of Light peggior pezzo del disco. Empire of the Clouds polpettone.

    11) A Matter of Life and Death (2006) - ECGD, per gli amici. Molto bene su These Colours don't Run, Brighter than a 1000 Suns, The Longest Day, ottimamente su The Legacy che nel suo incedere oscuro e quasi teatrale è la punta di diamante del disco (primo tentativo col DADGAD, se non ricordo male). Di For the Greater Good of God adoro il buildup e l'incedere ma detesto il ritornello, adoro l'assolo di Janick ma non mi piacciono gli altri due, adoro la ripartenza dopo gli assoli ma continuo a odiare il ritornello, adoro il finale ma non mi piace la chiusura ciclica. Benjamin Breeg troppo dispersiva, ma ottimi riff e assolo. Different World banale. Lord of Light carina. The Pilgrim (bene intro/outro, cambio di marcia nella strofa e assolo) e soprattutto Out of the Shadows interessanti.

    12) No Prayer for the Dying (1990) - l'ho rivalutato col tempo, ma è ben lungi dall'essere uno dei migliori. Bene su title track, Fates Warning, Public Enema Number One, Holy Smoke. Spenta e anonima Tailgunner. Orrende The Assassin e Bring your Daughter. Dispersiva Mother Russia. Inutili Run Silent, Run Deep e Hooks in You (peggior canzone di H prima di Isle of Avalon, forse).

    13) The Final Frontier (2010) - inizia male e chiude bene. I pezzi migliori, tranne Coming Home, sono nella seconda metà. Pallosa Satellite 15, sufficiente la title track. El Dorado manierista, molto meglio live. Mother of Mercy uccisa dalla produzione, idee interessanti al suo interno. Isle of Avalon orribile. Grandiosa la cavalcata The Talisman. Starblind salvata dal testo. The Man... annacquata, ottima sezione solistica. Wild Wind ripetitiva, anche qui salvata dalla sezione strumenale. The Alchemist incalzante, ma filler bello e buono.

    14) Fear of the Dark (1992) - Inizia alla grande, chiude alla grande, in mezzo il deserto o quasi. Si salvano agevolmente la minimale opener, title track, Afraid to Shoot Strangers, Judas be my Guide. Meno bene il ballatone Wasting Love (evidente figlia di Tattooed Millionaire) e Childhood's End (bene intro e armonizzazione centrale/assolo, passabile il resto). Brutte From Here to Eternity e Chains of Misery. Merda il resto tranne certi assoli, ma la classe non è acqua. Come abbia venduto uno sfracello di copie rimane per me un mistero.

    15) Virtual XI (1998) - difficilissimo salvare qualcosa qua dentro. Un disastro su quasi tutta la linea, persino una perla come The Clansman suona debole e scialba. Futureal è una buona opener, When Two Worlds Collide (prova generale per Brave New World) e Lightning Strikes Twice (al netto del plagio a Sanctuary e del ritornello osceno, ma ottimi gli assoli) contengono buone idee come anche Como Estais Amigos, ma la prestazione del tutto insufficiente di Blaze e alcune ingenuità in arrangiamento le affossano. The Educated Fool ha senso per il bello scambio di assoli (incendiario Murray in attacco, un po’ dispersivo poi; ottimo Gers che sembra citare la “scala infinita” di H in Caught Somewhere in Time e poi ci mette qualche lick già rodato). Le due rimanenti sono merda putrefatta. In generale il peggiore, qualcuno disse che per certi versi tentava di riprodurre Somewhere in Time ma il risultato è diametralmente opposto. Là c'era una band talentuosa, affiatata ed entusiasta, al massimo delle sue potenzialità, qui il talento c'è ma è annegato in un mare di mediocrità e ucciso da una prestazione complessivamente scialba e svogliata, specialmente da parte di 'Arry (emblematici gli errori, GLI ERRORI, su The Clansman) e Nicko (qua il demerito va a The Educated Fool). L'album che ha ucciso la carriera di Blaze e che stava per uccidere la loro.

    ---- EDIT: butto anche la preferita per ogni album:

    1) Phantom of the Opera - pezzo prog a tutti gli effetti
    2) Murders in the Rue Morgue - che ha il pregio di venir bene anche con Bruce (non così Killers)
    3) Hallowed be Thy Name - forse il pezzo migliore in assoluto
    4) Revelations - che batte di un nulla l'opener
    5) Powerslave - che batte di un nulla l'opener
    6) pareggio totale (a parte Heaven can Wait che sta leggermente dietro)
    7) Infinite Dreams - quasi perfetta, forse non bellissimo Bruce nella strofa centrale ma dagli assoli alla fine non ha il minimo difetto
    8) Fates Warning - l'assolo iniziale e quello di Janick sono meravigliosi
    9) Afraid to Shoot Strangers - FORSE Fear è migliore... ma quella melodia alla chitarra, ragazzi
    10) The Edge of Darkness - per come suona SU DISCO, la mia favorita; Sign sale in cattedra con Bruce
    11) Futureal - che funziona da Dio con un Dave super, Clansman su sto disco è da 4.5 a essere gentili... ma che cazzo aveva Steve
    12) Ghost of the Navigator - che supera di un niente Blood Brothers
    13) Dance of Death - eh vabbé, il miglior brano dai tempi di Hallowed be Thy Name
    14) The Legacy - colossale, oscura, sinistra, rabbiosa, a suo modo una suite anch'essa
    15) The Talisman - che anche su disco surclassa Coming Home
    16) The Book of Souls - ha l'unico difetto di recuperare la parte acustica iniziale, per il resto top level
     
    #11403
    Ultima modifica: 8 Maggio 2020
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  4. Battleangel

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    8 Maggio 2020

    Total eclipse l’avrebbero potuta già inserire su Number a prescindere da “Gangland” (mi pare che almeno nella versione USA la inserirono..chiedo agli esperti :sgrat:), la quale almeno a me personalmente non m’è mai dispiaciuta, così come la stessa opener Invaders, semplice, diretta, lineare, insomma perfetta per rompere il ghiaccio di un album che ha segnato un’epoca! Sarà anche perché lì dentro era l’unica che sembrava ancora scritta apposta per la voce di DiAnno (che io letteralmente adoravo sui primi 2) che non per l’allora debuttante “Bruce Bruce” ex Samson, il quale darà il meglio di sè già dalla monumentale track n. 2...
     
  5. sebek

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    8 Maggio 2020

    Mi fermo ai primi sette con un giudizio:

    Somewhere in Time - anche per me complessivamente il migliore, forse l'unico loro disco bello tutto, senza pezzi inutili. Ha un'atmosfera tutta sua. Caught, Wasted, Heaven, Loneliness e Alexander tutte da Best of.

    Piece of Mind - viene subito dopo. Eagles e To Tame a Land tra i loro brani migliori e più sottovalutati. Lieve flessione prima del pezzo finale, ma nulla di grave. Penalizzato da un suono troppo secco, penso sia quello che suona peggio tra i primi sette.

    Seventh Son of a Seventh Son - Infinite, Evil e Clairvoyant le tre da Best of. Madness frivola, condivido il non entusiasmo per la comunque buona title-track, bene ma non benissimo tutto il resto.

    Powerslave - per me paga molto tutta la parte centrale che trovo assai debole, con l'eccezione forse di Flash che ascolto volentieri. Prime due e ultime due impeccabili. Il loro disco più potente.

    Iron Maiden - un tempo forse l'avrei messo al primo posto. Rimane un grande esordio, con Phantom sugli scudi.

    Killers - anche a me sembra un po' una raccolta di scarti del primo. Troppi pezzi anonimi. Wratchild e la title-track enormi.

    The Number of the Beast - è inutile, ripreso anche di recente, non riesco a trovarci nulla di straordinario, a parte Hallowed che può tranquillamente giocarsela come miglior pezzo dell'intera carriera. Salvo anche Acacia Avenue. Il resto tra l'insulso e l'irritante.
     
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  6. The Eternal Wayfarer

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    8 Maggio 2020

    Total Eclipse non ci stava. Parole di Steve. Dovevano scegliere tra questa e Gangland come B-Side per Run to the Hills e lui stesso (così come gli altri) ad oggi si pente di quella decisione.
    Per Invaders disse che aprire il disco con quella canzone fu un errore, ma che non avevano nulla di meglio all'epoca e che avevano avuto a malapena il tempo di registrare quel che hanno registrato.

    Non mi piace modificare le tracklist (il disco l'hanno registrato così e pace), ma se dovessi...

    1) Total Eclipse
    2) Children of the Damned
    3) The Prisoner
    4) 22 Acacia Avenue
    5) The Number of the Beast
    6) Run to the Hills
    7) Gangland
    8) Hallowed be Thy Name

    Invaders B-Side di Run to the Hills
    The Number of the Beast con il falso live di Remember Tomorrow

    Non a caso Invaders è l'unica opener dei Maiden mai suonata in concerto (in Killers l'opener vera era Wrathchild).

    Le canzoni presenti solo nell’edizione USA (e Canada) sono Twilight Zone in Killers e Sanctuary in Iron Maiden.

    Tutte e tre poi inserite nella remastered del 1998 (Sanctuary in posizione diversa).
     
    #11406
    Ultima modifica: 8 Maggio 2020
  7. The Eternal Wayfarer

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    8 Maggio 2020

    La cosa di Piece of Mind fu fatta notare già all’epoca, e forse anche per questo ebbe un’accoglienza un po’ più tiepida del predecessore. Togli Quest for Fire (B-Side o eliminala del tutto, mi pare che Dave Murray abbia detto che è uno di quei pezzi che preferirebbero dimenticare di aver scritto), Sun and Steel se la gioca tranquillamente nel ruolo di filler del disco. Le altre tutte top level. Con una produzione un po’ più granitica (tipo successore) balza subito in avanti.

    Per Killers parlavo di scarti perché quelli sono letteralmente degli scarti :hihi: Wrathchild era già stata registrata per Metal for Muthas un paio di anni prima, Innocent Exile la suonavano da anni così come Drifter. The Ides of March è stata scritta nel ‘77.
     
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  8. Blitz

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    8 Maggio 2020

    Sarà che A Real Live Dead One è stato il mio primo (doppio) live dei Maiden, ma a me è sempre piaciuto molto. Vuoi perché ci sono particolarmente legato, vuoi per chissà cosa, ma mi piace.
     
  9. Tarotman

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    8 Maggio 2020

    Giusto per variare un po' argomenti qualcuno ha ascoltato il secondo disco dei British Lion?
     
  10. The Eternal Wayfarer

    The Eternal Wayfarer
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    8 Maggio 2020

    Sinceramente no, il primo mi era passato abbastanza in sordina. La cosa più sorprendente era il fatto che Steve avesse effettivamente fatto un disco solista.
    Però Spit Fire non era per nulla male.
     
  11. sciacallo010

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    8 Maggio 2020

    Io all'epoca avevo intervistato il cantante (era andata più o meno così: "Ci sta Steve Harris che pubblica un disco solista e ci offrono di interessarlo al concerto, vuoi?" "Cazzo sì, di corsa" "Ahi ahi, troppo lento, tutti gli slot di persona presi, è disponibile al telefono" Vabbè, meglio che niente, va bene" "Niente, andati tutti gli slot, però il cantante è disponibile!" Io ":fesso:") che mi aveva parlato dei British Lion come una band vera e propria, inizialmente hanno fatto un po' di confusione, (il disco British Lion di Steve Harris, i Steve Harris's British Lion, i British Lion in cui c'è Steve Harris), però la musica la scrivevano tutti insieme e non c'era particolare dittatura di Harris.
     
  12. The Eternal Wayfarer

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    8 Maggio 2020

    Io ricordo che era stato presentato come una collezione di canzoni da lui abbozzate nel corso degli anni (mi pare che 'Arry facesse riferimento all'ultimo ventennio/quarto di secolo, più o meno) ma accantonate perché non entravano nei dischi dei Maiden (a livello stilistico) e poi completate con il resto del gruppo. Però sì, si sentiva che non era "Steve Harris & guests" ma un gruppo in cui c'era anche Harris.

    Era stato poi pubblicizzato come il disco solista di Harris penso perché era il più noto lì dentro, ma sì, in realtà non era tale, tuttavia nella mia mente rimane "il disco solista" perché Harris è gli Iron Maiden, e che lui, proprio lui che aveva litigato con Adrian e Bruce per i loro tentativi solisti (e infatti pare che una delle clausole imposte da Bruce nel '99 fosse la libertà di poter fare tutti i dischi solisti che si voleva) e che per tutta la vita non aveva fatto altro se non dedicarsi alla sua creatura (zero collaborazioni, zero produzioni, zero tutto) avesse poi fatto "altro" mi aveva lasciato di sasso (e tutt'oggi mi sembra per certi versi incredibile).
     
  13. Battleangel

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    8 Maggio 2020

    Certo che definire Killers un disco di “scarti” ...(oltre che “anonimo”)


    Ce ne vuole oh.. :facepalm::facepalm::facepalm:
     
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  14. The Eternal Wayfarer

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    8 Maggio 2020

    Tu come le definisci canzoni che pur già scritte (e suonate più volte) sono state deliberatamente escluse dalla tracklist prescelta per il disco precedente? Perché è esattamente la definizione di "scarto".


    Discorso molto simile si potrebbe fare per Invaders, in effetti, che con il resto del disco ha poco o nulla da spartire a livello stilistico. Solo che qua non ci sono prove materiali.
     
  15. The Eternal Wayfarer

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    8 Maggio 2020

    E riprendendo il giochino di settimana scorsa:

    1) The Ides of March - 1:48
    2) Purgatory - 3:18
    3) Remember Tomorrow - 5:30
    4) Killers - 4:58
    5) Genghis Khan - 3:02

    6) Murders in the Rue Morgue - 4:14
    7) Iron Maiden - 3:12 (che metto solo per l'importanza storica che ha questo pezzo)
    8) Phantom of the Opera - 7:02
    9) Transylvania - 4:09
    10) Strange World - 5:43

    Totale, se non ho sbagliato i conti, tra i 40 e i 45 minuti

    Un po' squilibrato in durata verso il "Lato B". Eviterei di aggiungere Prodigal Son perché se no si avrebbero due facciate troppo speculari (posto che considero Strange World migliore e non mi capacito - specialmente in questi ultimi anni - come possa non essere presenza fissa in scaletta).
     
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