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Il P2P oggi

Discussione in 'Intrattenimento' iniziata da Daniele "dani66" D'Adamo, 23 Maggio 2007.

  1. il bombarolo

    il bombarolo
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    16 Dicembre 2008

    Caro Sixx sei della Sony:hihi:

    comunque sarei curioso di sapere quanto,ad esempio,son tornati popolari i Crue dal 2000 a oggi...forse proprio il fatto che la gente si è scaricata la loro discografia a gratis ha rilanciato la band...le richieste di reunion e di tour sono arrivate magari proprio da 15enni-20enni che non avevano mai sentito una chitarra,solo hiphop del cazzo...e potrei citare Whitesnake,Europe,Def Leppard,Van Halen(giusto per restare sul nostro amato genere).

    che poi ormai mancano anche i soldi per pagarsi un mutuo o l'affitto,è chiaro che i dischi sono un lusso(specie a 20 euro...)
     
    #676
    Ultima modifica: 16 Dicembre 2008
  2. Sixx77

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    17 Dicembre 2008

    No! per niente!

    La fortuna dei Crue degli ultimi anni è stata:
    1)Il parziale ritorno in auge del genere di cui loro furono una delle bandiere
    2)Le porcate di Tommy Lee e Pamela Anderson che hanno riempito pagine e pagine di rotocalchi per praticamente 5 o 6 anni ininterrotti
    3)La pubblicazione(fatta proprio per questo scopo) della loro autobiografia "The Dirt", che negli USA vendette uno sproposito, facendo in modo che si tornasse a parlare del gruppo

    Ora la band è tornata ad un discreto livello di notorietà, ma le vendità non si avvicinano neanche minimamente a quelle dell'epoca, sono paragonabili a quelle di "Generation swine"... in pratica il loro periodo peggiore, "motley crue" a parte.

    Se poi fosse per P2P allora sarebbe decine i gruppi che sarebbero dovuti "rinascere"... ma è chiaro che le cose non sono per nulla collegate.


    A parte il fatto che la stragrande maggioranza delle reunion avvengono perchè il gruppo decide di riunirsi.
    (spesso proprio per cercare di tirare su i soldi che con i diritti sulle vendite non arrivano più)
    Solo qualche volta avviene "su richiesta".
    Poi semmai il fatto che in ballo ci siano sempre i soliti nomi degli 80' è solo un ulteriore conferma che si cerca di puntare, almeno per i Live(ossia l'unico ramo musicale in cui si può provare a guadagnare ancora qualcosa), su "cavalli sicuri" che, grazie ai soldi alle vendite(e non furti!) e soldi in vestiti in promozione n quegli anni sono ancora oggi in gradi di attirare gente "senza spendere soldi in promozione".

    Il successo lo da la promozione e senza soldi la promozione non si fa, e senza vendite non arrivano soldi.

    File sharing="no vendite"(non lo dico io... lo dicono i fatti!)=meno soldi=meno qualità=meno investimenti in qualità su gruppi nuovi.

    Risultato: nel duemila i gruppi headliner più giovani nei grandi festival superano praticamente sempre i 20 anni di attività.
    Chiediamoci perchè i gruppi nuovi non "tirano" come quelli vecchi..

    soliti discorsi.
    Il prezzo dei dischi è una scusa, non una motivazione.
    Nessun prezzo è competitivo con lo "Zero"!
     
  3. FallFromGrace

    FallFromGrace
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    22 Dicembre 2008

    Tranquillo Sixx con tutti i miliardi di dollari di diritti che le case discografiche prenderanno dalla vendita dei giochi quali Guitar Hero e Rock Band potrai fare a meno di preoccuparti del p2p...:hihi:

    Le piccole etichette e l'underground dici tu? E beh...vedranno di implementare qualche brano di qualche gruppo semisconoscito sui giochi, d'altronde adesso ti puoi comprare on line i brani che vuoi e dei gruppi che vuoi.
     
  4. electric guitar

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    Brontolìo

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    20 Gennaio 2009

    L'industria discografica dà l'annuncio: "rinunciamo alla lotta al download"
    Nel 2009 cambia la strategia: nuovi guadagni attraverso le compagnie telefoniche


    Musica online, vincono i "pirati"
    Le major del disco: basta processi


    dal nostro inviato ERNESTO ASSANTE





    CANNES - "Basta fare guerra a chi scarica la musica su Internet. Mandarli in galera non ci farà guadagnare un solo dollaro in più. L'industria deve dare ai consumatori quello che vogliono, in maniera legittima, assicurandosi che gli artisti, i compositori e le case discografiche siano pagate". Chi alza bandiera bianca di fronte alla "pirateria informatica" è Feagarl Sharkey, responsabile di Uk Music, l'associazione che mette insieme discografici, artisti e produttori del più florido mercato musicale europeo, quello inglese. "La lotta al downloading non ha prodotto risultati rilevanti. C'è bisogno di un nuovo approccio al problema del file sharing, e c'è il consenso di tutti a lavorare con i fornitori di accesso per consentire una nuova politica" dice John Kennedy, presidente dell'Ifpi, la Federazione Internazionale dell'Industria Fonografica, presentando, in occasione del Midem di Cannes, il "Digital Music Report 2009", dove c'è scritto a chiare lettere che il 95% della musica on line viene scaricata dai siti illegali.

    Per le major del disco è un cambiamento di rotta radicale, sottolineato da tre grandi novità: alla fine di dicembre, l'associazione dei discografici americani, la Riaa, aveva annunciato di rinunciare alla strategia che li aveva portati a fare causa a circa 35.000 "pirati" che avevano scaricato illegalmente musica da Internet, non intraprendendo più alcuna azione legale; a gennaio la discografia ha annunciato di aver chiuso l'accordo con la Apple per togliere le limitazioni alle copie alle canzoni scaricate legalmente da iTunes; e a Cannes Tero Ojampero della Nokia ha annunciato che la sua azienda lancerà nei prossimi mesi su tutto il territorio europeo il suo nuovo servizio "Comes with music", che consente con un unico pagamento di scaricare per un anno sul cellulare canzoni senza limiti.

    Insomma, a Cannes, dopo dieci anni di inutili battaglie legali, dopo aver fatto chiudere decine di siti di file sharing illegale e combattuto una infruttuosa guerra ai "pirati", l'industria discografica ha ufficialmente annunciato la fine di un'era e l'inizio di una strategia nuova. Visto che il file sharing non può essere combattuto, visto che la musica gratis è una realtà incontrovertibile, "meglio adattarci a questa realtà", dice ancora Sharkey, "Il 2009 sarà l'anno in cui l'industria della musica smetterà di preoccuparsi e imparerà ad amare la bomba. Il file sharing on line va trasformato in un opportunità, in una fonte di ricavi".
    E' una rivoluzione sostenuta quasi da tutti i partecipanti al Midem, la grande fiera della musica che ogni anno vede radunarsi musicisti, discografici, produttori di tutto il mondo, da Peter Jenner, ex manager dei Pink Floyd, di Marc Bolan e dei Clash ("E' del tutto inutile fare causa a gente che non ha soldi"), a Mark Kelly, musicista dei Marillion ("L'idea di portare in tribunale chi ama la nostra musica mi è sempre sembrata sbagliata. E' non ha prodotto alcun risultato"), fino a Eric Nicoli, fino a qualche mese fa amministratore delegato della Emi ("Chiaramente abbiamo fatto degli errori, siamo stati tecnofobici, non abbiamo saputo cogliere le opportunità. Autorizzare Napster dieci anni fa non era la soluzione, ma fargli causa non ha prodotto alcun risultato").
    "Cercare di fermare il file sharing è stata una sostanziale sconfitta", ha sostenuto Gerd Leonhard, uno dei massimi esperti del settore "Invece di mettere in galera i ragazzi bisogna cercare accordi con le compagnie telefoniche, che dal file sharing guadagnano moltissimo. Cerchiamo accordi con loro per compensare un consumo di musica che è cresciuto esponenzialmente". Ed è questa la linea che l'industria discografica vuole imporre, cercando di far entrare nella partita anche i governi: "I governi stanno cominciando ad accettare l'idea che non fare nulla non è un'opzione", dice ancora John Kennedy. E una risposta al Midem è già arrivata, anche se da un paese piccolissimo come l'Isola di Man, che ha creato una licenza per i fornitori di accesso a Internet che consente agli utenti di pagare una quota fissa mensile (che poi viene girata all'industria musicale) e scaricare tutto quello che si vuole.

    I numeri? Li fa Gerd Leonhard: "Se potessimo avere una licenza in grado di far pagare a chi si connette a Internet un solo euro al mese per poter scaricare liberamente la musica, l'industria potrebbe guadagnare 500 milioni di euro al mese, circa 26 miliardi di euro l'anno". Il modello è quello che dai primi anni del '900 è in vigore per le radio, che consentono di ascoltare musica gratis, ma che pagano una licenza per poterlo fare. "Alla fine di tutto quello che conta è la musica", tiene a sottolineare Feargal Sharkey, "e dobbiamo tornare a pensare alla musica prima di tutto".



    Però!!!
    10 anni per capire un concetto facile facile...
     
  5. King of Fools

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    20 Gennaio 2009

    Il p2p rende la musica al pari di un preservativo,un cioccolatino o un quotidiano sportivo...un bene USA e GETTA!
    I dischi sono diventati un pretesto per andare a suonare su un palco che è diventata la vera fonte di guadagno per i musicisti.
    Se questa è una cosa buona non sta a me giudicarlo ma la cosa veramente grave è che molta gente crede che tutto gli sia DOVUTO trascurando che il p2p è illegale e che la differenza tra scaricare e rubare un disco è molto sottile.
     
    #680
    Ultima modifica: 20 Gennaio 2009
  6. Sixx77

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    20 Gennaio 2009

    tante belle e inconcludenti parole.
    Ma in soldoni come tuteliamo i diritti deli artisti?
    Come li paghiamo?

    se la morale di tutto sto bello scritto è:"non ci possiamo far niente quindi gettiamo la spugna" allora non va bene.

    Poi con tutta sincerità io questa frase,
    trovo che abbia un ombra "inquietante"!
     
  7. King of Fools

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    20 Gennaio 2009

    Il 99 % della popolazione dovrebbe andare in galera quindi...ma va a...:shutup:!
     
    #682
    Ultima modifica: 20 Gennaio 2009
  8. il bombarolo

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    20 Gennaio 2009

    Beh se per rilanciare-aiutare l'industria discografica bastasse aumentare di un euro il canone adsl,spero che lo si faccia subito.
    A me non cambia nulla pagare 20 o 21 euri
     
  9. King of Fools

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    20 Gennaio 2009

    Penso che i discografici e alcuni fornitori di servizi internet siano d'accordo da tempo senno' non ci vuole tanto a bloccare le porte di Emule e compagnia bella come fanno quelli della Vodafone con la Connect Card ad esempio.
     
  10. HeadlessChild

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    20 Gennaio 2009

    Ma non è che ora ne hai fatta una questione di principio?
    L'articolo contiene sostanzialmente una proposta precisa: far pagare chi fornisce servizi che abilitano al p2p e redistribuire quei soldi tra le case discografiche.
    A fronte del fatto che, dati alla mano, il mercato discografico non è in crisi, mi sembra anche troppo allettante come proposta. E tutto sommato intelligente. Il punto è che saremo forse in tempi di grande decadenza morale, ma non si può pensare di lottare contro il futuro.

    Certo, ovviamente le case discografiche faran di tutto perché i soldi vadano a loro (anzi, alle major) da redistribuirsi come più gli piace. Tuttavia ovviamente questa non è cosa che possano imporre loro, e devono passare per i singoli stati. Pertanto sta ai legislatori imporre soluzioni di equilibrio. In Italia ovviamente quei soldi andrebbero alla SIAE, ovvero ad una associazione a delinquere che distribuirebbe i soldi tra i "soliti noti". Un paese civile invece potrebbe stabilire che qualunque casa discografica ogni anno può presentare i dati di vendita certificati nel paese e partecipare alla redistribuzione con quota proporzionale, con vincolo di conferirne una percentuale X (elevata) agli artisti a cui quei guadagni si devono.
     
  11. Sixx77

    Sixx77
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    21 Gennaio 2009

    mmm.
    A me pare che l'articolo contenga sostanzialmente un proposta vaga...
    che tra l'altro non è nulla di nuovo.

    spero che sia qualcosa di decente e fattibile.
    anche perchè allo stato attuale è l'unica cosa in grado di poter salvar qualcosa.

    quali dati?
    a me sembra un buon inizio, ma da perfezionare, per esempio con i contributi di altri "sponsor" che dalla rete traggono guadagno.

    La decadenza morale c'è dove non c'è rispetto.
    Al momento è così perchè gli utenti oltre a commettere un palese illecito lo negano,anzi lo "spacciano" come un qualcosa di utile e giusto.

    Per quanto mi riguarda nel momento in cui avrò la certezza che per ogni disco che scaricherò all'autore andranno anche solo 5 centesimi io scaricherò tutto il possibile immaginabile e anche più di uan volta.
    e mi sentirò assolutamente a posto con la mia coscienza.

    Vedo dura uan sopravvivenza delle case discografiche... vedremo!

    Su questo argomento(come sul grunge...hihhi) con me si sfonda una porta aperta... ed è meglio che non mi ci butti, sono già abbastanza odioso di mio! ehheheh
     
  12. Rasputin

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    21 Gennaio 2009

    Mezzi nuovi impongono strategie nuove.
    Al di là del giudizio morale sul P2P, musicisti e case discografiche devono accettare che la tecnologia ha portato il mercato verso direzioni diverse da quelle che si davano per assodate fino a qualche anno fa.
    E non c'è nulla su cui piangere o cercare rappresaglie, bisogna semplicemente adattarsi ai nuovi mezzi e ai nuovi mercati.
    Non si può fermare il P2P, questa è un'ovvietà che finalmente sta salendo a galla in tutta la sua scontatezza. Sarebbe stato come combattere, all'epoca, lo scambio di musicassette.
    Con un mercato che frutta milioni per un sacco di aziende (lettori mp3, connessioni a internet, cd/dvd vergini, ecc. ecc.), come pensavano le sole case discografiche di avere una speranza? Spesso chi si lamenta da un lato guadagna dall'altro (major tipo la Sony che vendono lettori mp3, ad esempio...).

    Le case discografiche stanno lottando fino alla fine perché, ovviamente, sono quelle che hanno più da perdere. Internet è un mezzo che permette a chiunque abbia buone capacità tecniche e fantasia di farsi notare.
    Il punto è che i soldi vanno ricercati in attività che non sono principalmente il "vendere dischi".
    Per fare un esempio di casa nostra, Elio e le Storie Tese sono stati tra i primi a capire l'andazzo. Direttamente dal loro sito si possono scaricare dischi, rarità e i singoli concerti (che si possono comprare al volo anche in sede di concerto). Oltre ovviamente a tutto il merchandise.
    Più o meno quello che fanno con successo anche i Metallica.
    Chiaro che chi invece si siede e aspetta che sia la casa discografica a fare tutto per lui, difficilmente potrà contare sugli introiti che arrivavano prima di internet.
    Siccome oggi c'è una marea di scelta, grazie anche e soprattutto ai nuovi mezzi a disposizione (non solo degli utenti ma anche degli stessi artisti), bisogna un po' "sgaggiarsi". Invece di frignare, tirarsi su le maniche e cercare di inventarsi qualcosa e di stare al passo coi tempi.

    Chi non lo farà sarà perduto, gli altri continueranno a vivere di musica e in molti casi a farsi i soldi tanto quanto prima (e magari senza le case discografiche, pure di più!).
     
    #687
    Ultima modifica: 21 Gennaio 2009
  13. Sixx77

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    21 Gennaio 2009

    Infatti!
    Inutile star li a far finta che il problema non esista o cercare di salvare una realtà comunque tecnicamente e tecnologicamente obsoleta.
    Invece di pensare solo a punire chiudendo un buco in un colabrodo si deve pensare ad un sistema nuovo per far fronte alla cosa nel rispetto del lavoro di tutti.
     
  14. HeadlessChild

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    21 Gennaio 2009

    Fattibile lo è di sicuro. E' una questione di volontà



    Io e te in un passato imprecisato abbiamo fatto una discussione gantesca sul p2p.. forse è proprio su questo topic od un precedente chiuso. Ho riportato dati in base ai quali gli introiti delle major non sono crollati ma riscesi ai livelli dei primi anni 90 dopo un periodo di crescita smisurata. Ho riportato studi e dati sul parallelo aumento vertiginoso delle vendite di film - sia sotto forma di dvd che al botteghino (cosa buffa visto che anche i film sono soggetti a filesharing.. sicuramente è nato un bisogno indotto.. e c'è un dibattito aperto sul "perché", e mentre ci sono quelli che ritengono che nasca tutto dal formato dvd, mentre non son pochi, e non mancano studi in proposito, a non poter constatare che tra chi usufruisce del p2p in quel senso c'è una maggiore propensionead andare al cinema) e videogiochi.. e trattasi di beni (cd, dvd, videogioco) che vengono percepiti dalla maggior parte dei consumatori come alternativi.




    Sarebbe meraviglioso.
    Se tu consideri che gli italiani comprano in media un CD all'anno, di cui al massimo 3 euro vanno all'artista, e poi ipotizzi un futuro in cui c'è questa tassa sulle connessioni veloci, connessioni che ipotizziamo esser possedute in tutte le famiglie (che poniamo essere di tre persone), significherebbe che se tutta la struttura pubbicitaria e distributiva si alleggerisse drasticamente sino a scomparire (magari bypassataappunto da siti volontari quali TM, che diventerebbero con le loro recensioni dei veri trend-setter.. ovviamente tra i metallari) anche solo da questa tassa potrebbero derivare soldi per gli artisti in quantità notevole.
    Ovviamente si tratta di considerazioni fumose. Ma auspicabili.
     
  15. Sixx77

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    21 Gennaio 2009

    Fattibile si...
    Efficiente vedremo!

    e speriamo!

    PEr qualche motivo che fondamentalmente ignoro l'atteggiamento nei confronti del cinema e dei videogiochi è diverso...
    Forse perchè il mercato del videogioco è tutt'ora in espansione esponenziale e riassorbe tranquillamente la "botta" sopratutto con le consolle, spesso più difficili da taroccare...
    Per i DVD forse c'è un ateggiamento diverso forse legato ad una diversa concezione del supporto.

    che il mercato della musica intesa come publicazioni di dischi sia cianotico è evidente senza bisogno di dati ulteriori.
    Una conferma la potete avere guardando:
    -Quanti negozi di dischi hanno chiuso negli ultimi anni(nella mia città ce ne erano 4, ora ne è rimasto uno che, ha dovuto spostare il proprio mercato anche su altre cose, come i DVD e gli impianti stereo)
    -La riduzione di spazio espositivo presso centri commerciali. I classici mediaworld per esempio hanno ridotto drasicamente lo spazio espositivo a favore di videogiochi e, ta daaaa, libri!
    Come se improvvisamente ci fosse una grande richiesta di libri...eheheh
     

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