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Ianva

Discussione in 'L'Altra Musica' iniziata da Hellputrefaction666, 13 Luglio 2006.

  1. The Neuromancer

    The Neuromancer
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    10 Febbraio 2017

    Muri d'assenzio: poesia e musica.
     
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  2. Aslan

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    10 Febbraio 2017

    Sempre unici a chilometri avanti rispetto a tutti. Questa band non può essere classificata, fa categoria a sè. Sublimi

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  3. Aslan

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    11 Febbraio 2017

    E' solo meno immediato. Se leggi il libro poi il coinvolgimento è totale

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  4. Aslan

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    6 Maggio 2017

    Nuovo disco in uscita a giorni...sará come minimo l'ennesimo capolavoro. Stiamo sintonizzati perchè a breve riveleranno gli ospiti presenti nel disco. Io mi aspetto una comparsata di Enrico Ruggeri, visto che li ha indicati diverse volte come la sua band preferita...poi le recenti foto, la cena insieme ecc.
    Diciamo che la cosa mi farebbe piacere, perchè ruggeri mi è sempre piaciuto, anche se negli ultimi 2 dischi è calato parecchio (l'ultimo disco valido per me è stato "la ruota"). Però non ho ancora sentito il nuovo decibel

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  5. FTW

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    13 Maggio 2017

    dovrebbe uscire i primi di giugno...enrico ruggeri e dario parisini secondo me...
     
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  6. Aslan

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    13 Maggio 2017

    Probabile

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  7. FTW

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    21 Maggio 2017

    Tracklist:...

    - πάροδος / PARODOS
    - HELLAS
    - COME FERRO BATTENTE
    - RESURGENTE
    - CANONE EUROPEO (feat. Enrico Ruggeri)
    - LE RITAL
    - ROMBO DI GIOVANE ALA
    - L'ALBA DELLE CENERI
    - BENVENUTO
    - NESSUNA CROCE MANCA
    - CUMMANDAR AS SHAITAN
    - PATMOS
     
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  8. Aslan

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    21 Maggio 2017

    Qualcuno ha giá capito di cosa parla? Dopo aver letto i titoli sono un po' confuso. Mi viene da pensare che questa volta non si tratti di un concept album. Sono curioso

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  9. otrebla86

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    24 Maggio 2017

    "Nessuna croce manca" mi fa tornare in mente Ungaretti...
     
  10. FTW

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    31 Maggio 2017

    IL CANONE EUROPEO E’ QUI

    Il titolo di questo nuovo, de/tonante full-length di IANVA si spiega in gran parte da sé. Come già in "Italia Ultimo Atto", si ricorre a una narrazione di tipo “verista”, con brani concepiti al pari di altrettante istantanee su fatti o personaggi reali, noti o anonimi, colti negli istanti in cui la Storia sta “accadendo”, per cercare di cogliere l'essenza di uno spirito che sovrasta e racchiude vicende ed esistenze. Lo spirito che s'intende evocare è quello della Decadenza. Segnatamente come si manifestò nella cultura e nelle Arti europee prima che eventi apocalittici noti a tutti stravolgessero per sempre la fisionomia del continente. Una vera e propria galleria di spettri, in cui torna a parlare l'ineffabile Canone Europeo, oggi dato per disperso e poco o nulla rimpianto. Evocatore di nobili cause come di ambigue derive, di bellezze olimpiche come di spleen suicidi. Eppure ci contiene e ci riassume tutti. E la sua dispersione corrisponde alla nostra estinzione. Per affrontare un tema che ha ossessionato schiere di predecessori illustri, IANVA guarda proprio a questi ultimi con maggiore nettezza che in passato. Così, al consueto assalto sonoro del suo italianissimo suono da soundtrack vintage, sposa oggi le suggestioni mitteleuropee e motorik che costituirono la dorsale della prime e migliori sortite new wave e new romantic. Il Melodramma ottocentesco incontra i clangori da rivoluzione industriale. Chanson e Cabaret che risuonano con echi da cimitero monumentale. E, in più, coadiuvati in questo giro da chi, di suggestioni decadenti, ha esperienza da vendere.

    IANVA - CANONE EUROPEO

    πρόλογος / PARODOS “… Udrai nelle tue case ululati di femmine e di uomini; E precipitar nella guerra civile le città, di cui cani o fiere, O qualche uccello dilanieranno i corpi dei figli, Portando l’empio fetore dei cadaveri insepolti ai lari della patria...”. Tratto dall'Antigone di Sofocle, 442 a.C. Miglior incipit non poteva esserci. Il che dovrebbe spiegare molte cose.

    Con un enorme grazie ad Angelo Tonelli per il guesting.

    HELLAS
    Se esiste una patria ideale che ogni europeo dovrebbe sentire sua al di là della propria, questa è la Grecia. Ciò era ben chiaro a europei quali Byron, Shelley, Foscolo, Goethe, Novalis, Schliemann, alcuni dei quali scelsero di battersi e in qualche caso di morire per la causa della libertà e dell'autodeterminazione di questa terra. Essi, infatti, ben sapevano che qui si situa la fonte della nostra stessa struttura mentale. Molto coerentemente, la Grecia è oggi la prima vittima di un "Nuovo Ordine Europeo" che deprezza e detesta le sue radici. Lunghe file di cittadini in attesa di ricevere un pasto caldo dall'assistenza pubblica costituiscono l'immagine più centrata di questa perversione al potere.

    COME FERRO BATTENTE
    Di questo stato di cose, l'Italia è invece una vittima con meriti speciali: capace di fare da sé il lavoro dei suoi peggiori nemici e più efficacemente di quanto essi potrebbero mai sognare. Costantemente messa all'angolo dalle sue cautissime maggioranze interne. Da gente che, pur di non battersi, è pronta a sottostare e a fingere di credere letteralmente a tutto. Qui da noi il coraggio, la distinzione, l'attitudine a reagire al sopruso, così come le sensibilità alla Bellezza erano, sono e saranno uno “sporco lavoro” per pochi. Ed è la maggioranza a volerlo tale.
    A dar man forte, la presenza di Cristiano Santini (Disciplinatha)

    RESURGENTE
    E' innegabile che il Risorgimento italiano fu un fenomeno in buona parte artificioso ed eterodiretto da potentati esteri. Talvolta con risvolti assai meno epici ed eroici di quanto i programmi scolastici di qualche decennio fa si sentissero in dovere di narrare. Ma è anche vero che nel corso della sua lunga fase preparatoria, temporalmente coincidente con la temperie del Romanticismo, fu una causa che adunò la più nobile, coraggiosa, sensibile - in una parola: la migliore - gioventù del tempo. Non fa eccezione la giovanissima aristocratica che partecipa, in qualità di portaordini, a una vigilia insurrezionale. Per lei il destino ha in serbo una vita abbastanza lunga da consentirle di constatare amaramente la dispersione degli ideali originari nella sempiterna corruzione e nelle eterne consorterie.

    CANONE EUROPEO
    Luoghi dello Spirito o luoghi comuni? Architetture e paesaggi recanti i codici dell'Anima o solo sfondi decorativi per la Comunicazione imperante? Schegge di cultura pronte a rigenerarsi o solo scampoli di una lunga liquidazione? Noi non sapremmo dirlo, ma una cosa è certa: i preposti a parlare a nome di una Europa che sa solo disporre ed esigere, sordamente ostile ad ogni bellezza e ad ogni retaggio, hanno le idee ancora meno chiare di noi. Graditissima ospite, la voce “scettica blu” del Signor Enrico Ruggeri.

    LE RITAL
    Si può entrare nella storia del crimine solo per vendicarsi di torti, veri o presunti, subiti da lavoratore immigrato in terra straniera? Può questa revanche da personale diventare nazionale? Ebbene sì, se il bottino è nientemeno che il quadro più celebre di ogni tempo, la Gioconda di Leonardo. Parigi, 1912: va scena il furto più sensazionale di sempre ed è l'autore, un uomo assai lineare, che ce lo narra, minuto per minuto.

    ROMBO DI GIOVANE ALA
    Paradossalmente, la più sensazionale delle imprese belliche di Gabriele D'Annunzio fu, per una precisa scelta che oggi definiremmo comunicativa, del tutto incruenta. Moltiplicare i rischi fino all'enormità solo per infliggere un elegante e garbato dileggio è un genere d'Impresa che poteva essere concepita e portata a compimento solo da italiani. Ci correggiamo: da italiani di allora. Da qualche parte essi volano ancora, mentre il loro paese ha imparato a strisciare con agio e persino con un certo gusto.

    L'ALBA DELLE CENERI
    Le Arti e la cultura europee hanno sempre avuto un silenzioso ed inquietante compagno di viaggio: il suicidio. Man mano che questa civiltà conosceva la propria eclisse, lungo il '900, il fenomeno diventava parossistico. Una galleria, anzi un passage, da incubo che sarebbe sfociata infine in un tempo presente sorprendentemente innocuo e scialbo. Gli intellettuali di oggi hanno cessato di suicidarsi. Qualcuno potrà affermare che è la globalizzazione a dispensare serenità alle menti accorte. Noi, più cinicamente, riteniamo che la globalizzazione i suoi “intellettuali” se li sa scegliere molto bene. Molto liberamente ispirato a “Tutto Il Ferro Della Torre Eiffel” di Michele Mari.

    BENVENUTO
    Benvenuto Cellini è l'archetipo dell'italiano “di minoranza”. Esteta, temerario, impulsivo, irrequieto, pionieristico e... affabulatore. Ben pochi hanno infatti saputo raccontarsi con tanta efficacia quanto lui. Al punto che il Cellini memorialista rischia in ogni momento di offuscare l'artista, sopraffino, che prima di tutto era. Ma a noi piace ascoltarlo parlare di sé ancora per un poco, con i toni e termini che più gli sono congeniali.

    NESSUNA CROCE MANCA
    L'impianto autoriale che IANVA ha scelto di darsi concede di norma assai poco alle vicende e ai sentimenti personali degli autori. Ma quando si sceglie di farlo è perché si ritiene di avere qualche ragione appena più decente del consueto campionario di cuori infranti. Ed è per questo che, in tali casi, si va fino in fondo, senza reticenze e diplomazie di sorta.

    CUMMANDAR AS SHAITAN
    Il Barone Amedeo Guillet ebbe la fortuna di avere più d'una vita, e tutte eccezionali. Ma i lunghi mesi che, da capo della guerriglia indigena, tenne in scacco le ormai dilaganti truppe britanniche in quella che era stata l'Africa orientale italiana rappresentano senz'altro la più incredibile di queste vite. Il Comandante Diavolo, identità verosimilmente araba dietro cui si celava un ufficiale italiano indomito al punto di continuare a titolo personale una guerra che sapeva perduta, è una figura che sembra uscita da un romanzo di avventure di quelle che si scrivevano un tempo per i ragazzi. Anche a lui, ad ogni buon conto, toccò in sorte una lunghissima vita. Per rievocare e, forse, qualche volta per rimpiangere.

    PATMOS
    L'Arcipelago Egeo: memoria atavica di molte apocalissi. Da quella, storica, dell'esplosione di Santorini del 1600 a.C. , che pose fine alla civiltà minoica e sprofondò il mondo nelle tenebre, a quella visionaria che l'evangelista Giovanni, complice forse l'influsso di vapori allucinogeni di origine vulcanica a Patmos, ci consegnò con il suo Libro della Rivelazione. Oggi area geostrategicamente contesa, snodo di gas ed olii minerali, non meno che di genti in marcia per insediarsi in un continente morto, pare confermare il suo ruolo di "Porta del Sole", ma anche di canale privilegiato per il dilagare di forze infere. Il tempo, tuttavia, è più vasto d'ogni cosa concepibile.
    A scrutare il cielo insieme con noi in cerca di segni da interpretare: Massimiliano Bolcioni e Magister Rex Church.

    PERSONNEL
    Mercy – voce, testi, musiche, concepto, arrangiamenti, cori, produzione
    Stefania T. D'Alterio – voce, ricerca, cori, produzione
    Francesco La Rosa – batteria, percussioni, musiche, programmazioni, cori, produzione
    Fabio Carfagna – chitarra acustica, chitarra elettrica, musiche, cori
    Fabio Gremo – chitarra classica, musiche, orchestrazioni
    Beppe Spanò – pianoforte, tastiere, clavicembalo, cori
    Davide La Rosa – fisarmonica, cori
    Azoth – basso elettrico, cori
    Gianluca Virdis - tromba

    GUESTS
    Enrico Ruggeri – voce scettica blu in “Canone Europeo”
    Cristiano Santini – voce assertiva in “Come Ferro Battente”
    Massimiliano Bolcioni – demiurgo in “Patmos”
    Magister Rex Church – voce dell'Apocalisse in “Patmos”
    Angelo Tonelli – corifeo recitato tratto da “Antigone” in “Hellas”

    Aquila Non Capit Muscas V.B.I.P.D. MMXVII
     
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  11. TheConcorde

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    23 Giugno 2017

    Ciao ragazzi...appena registrato e primo post che metto su questo forum dopo aver trovato la discussione su google.

    Arrivato il canone, sono al decimo ascolto circa e comincia a funzionare tra calma, libretto e qualche googlata sporadica.

    A mio avviso è superiore a La mano di gloria (che mi ha deluso un pò se non per Alta via e Della morte me ne rido) ed è molto carico di contenuti che piano piano devono essere colti*...ci vorrà del tempo, come per tutte le cose di valore.

    *conosco gli Ianva da meno di 2 anni ma mi hanno preso il cuore (è impossibile rendere l'idea di quanto) e senza volerlo casualmente si chiudono cerchi che alzano la pelle: in Bora ad un certo punto Mercy dice:"invecchiammo di cent'anni e fu in un'ora sola"...pochi mesi fa ho capito il perché (oh, magari ero l'unico a non saperlo) e capisci di essere al cospetto di qualcosa che va ben oltre la "mera" messa in musica di pensiero.
     
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  12. Aslan

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    8 Luglio 2017

    Allora, ho aspettato a scrivere la mia opinione sul nuovo disco perchè, per la prima volta, non sono rimasto folgorato al primo ascolto.
    L'album è sicuramente pregevole e loro sono sempre di un altro pianeta, ma stavolta su quel pianeta per me non è scattata la scintilla, quindi, nella loro discografia, questo disco per me sta sotto gli altri capolavori, anche se spero ancora che proseguendo con gli ascolti possa crescere.
    Purtroppo le melodie dei brani sono inferiori a quelle dei dischi precedenti, per la prima volta dopo qualche settimana ancora fatico a metabolizzare i pezzi, e ove riesca è perchè mi ricordano qualche altro brano dei dischi precedenti.
    La sezione ritmica mi sembra un po' "dietro" nel mix, e toglie un po' di dinamica ai brani, e ben sappiamo quanto è importante nell'economia di questa band. Purtroppo, anche a causa di questo ma non solo, i pezzi perdono in parte quell'impatto drammatico che è uno dei loro tratti distintivi.
    Ci sono poi alcuni brani che si trascinano un po' troppo in coda.
    Inoltre, dopo svariati ascolti, non riesco ancora a inquadrare il disco nel complesso, a dargli una sua coerenza interna, non so come spiegarmi. Fatico ad averne una "visione complessiva".


    Detto questo, rimane un disco pregevole, e la partecipazione di ruggeri arricchisce quello che per me è uno dei pezzi piú belli che abbiano mai scritto. Sappiamo bene poi che loro non sono una band "normale", e che forse un mesetto di ascolti non è sufficiente per un giudizio definitivo.

    Sapete bene quanto io li adori, ma questa volta mi sento di parlare di ottimo disco, non di capolavoro. Se i precedenti per me erano tutti da 100 e lode questo è da 8, per ora.
    Ma, ripeto, potrebbe crescere.

    Purtroppo non ho tempo per impostare meglio quanto sopra o per entrare nel dettaglio, ma ci tenevo a condividere la mia impressione, anche per avere la vostra, visto che tutto tace

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  13. otrebla86

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    31 Luglio 2017

    Ciao a tutti
    Anche io ho aspettato per dare le mie impressioni sul disco, che sinceramente lo trovo all'altezza dei precedenti. Lo trovo pure più bello de La mano di gloria , del quale resto sempre della mia opinione che in quel periodo la band era meno ispirata perché Mercy era impegnato a scrivere il libro (bella l'idea della riduzione del libro in album, ma non entusiasmante).

    Invece questo album lo trovo davvero bello, curiosamente la track con ruggeri è quella che mi piace meno, la mie preferite sono Hellas e Nessuna Croce Manca. Unica nota dolente: manca il capolavoro di Stefania, dopo "Sogno di Elettra ", "Tango della Menade, "Santa Luce dei Macelli, "Luisa Ferida" e "Sul mio Sangue", qui tra le canzoni cantate da lei non ce n'è una che regge il confronto con le sopracitate
     
  14. otrebla86

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    31 Luglio 2017

    Altra nota dolente, stavo per dimenticarmene: l'uso, seppur leggero , dell'AutoTune da parte di Mercy. Ripeto, è leggero ma in alcuni passaggi ai sente chiaramente e dà un po' fastidio
     
  15. otrebla86

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    30 Marzo 2020

    Devo ancora ascoltare l'ultimo vinile. L'ho ordinato ed è arrivato da un mese, però il giradischi che avevo comprato era troppo di bassa qualità e ho fatto il reso. Adesso sono in crisi perché non so quale comprare
     
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