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Heavy metal. Suoni barbarici antiliberisti

Discussione in 'Attualità e Cultura' iniziata da Giulio il superbo, 3 Novembre 2011.

  1. Annica

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    4 Novembre 2011

    Il metal nasce esattamente come movimento anti borghese (borghese non nell’accezione sociologica, ma in quella economica). Nasce come fuga dalla vita di fabbrica, cioè come fuga da quella che una certa teoria economica chiama “sottomissione reale del lavoro al capitale”.
    Ascoltate i racconti di Toni Iommi o di Ian Hill per farvi un’idea. La fabbrica era la città, era a due passi dalle case e dalla scuola, i banchi nelle classi tremavano per le vibrazioni e i colpi delle industrie vicine. ll ruolo di operaio di fabbrica si trasmetteva automaticamente da padre in figlio senza possibilità di scampo, Ian Hill dice che i consulenti scolastici non gli chiedevano “che tipo di lavoro vuoi fare?”, ma “in che tipo di fabbrica vuoi lavorare?”, perché era un cosiddetto factory-father. Così tutti (e dico sostanzialmente tutti i padri del metal, perché la concentrazione geografica di questi grandi nomi e gruppi storici è impressionante) hanno trasferito quel metallo, che li aveva circondati da sempre e col quale erano cresciuti, in musica.

    Il metal nasce da Iommi che perde due falangi in una pressa in un incidente sul lavoro e poi si costruisce da solo protesi in plastica, pelle e materiali di scarto per poter continuare a suonare. La bellezza di questa storia per me non ha uguali (e, infatti, guardate che località mi sono scelta nel mio profilo :P).

    Ovviamente col tempo le cose sono cambiate, da allora son passati più di 40 anni. Il metal è diventato tutto e il contrario di tutto, e ognuno lo vede nell’ottica che preferisce, in base al sottogenere del quale è più appassionato. Però oggi chi vuole attaccargli altre etichette deve anche riconoscere che le vie successive sono state evoluzioni, se non deviazioni o, in certi casi, veri e propri stravolgimenti, del movimento originario.
     
    #31
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  2. Byford86

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    4 Novembre 2011

    sono d'accordo,oggi è praticamente impossibile dare delle connotazioni ideologiche/politiche/sociali al metal,perchè esse possono esser lette in maniera diversa a seconda del tempo,del luogo,del genere,o della situazione sociale. al massimo si potrebbe andare per piccole analisi a seconda del contesto specifico che si prende in esame,ma una generalizzazione del movimento in toto sarebbe assolutamente superficiale.
     
    #32
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  3. Dreki

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    4 Novembre 2011

    beh... questo è vero (e il fatto che basti parlare di HM per mettere quasi d'accordo me e te la dice LUNGA :D)

    Infatti io non dicevo che l'HM condiziona le menti. Ma, come accade per milioni di altre manifestazioni artistiche, attira persone che hanno in comune alcuni... boh, possiamo chiamarli "schemi mentali"? Forse la parola non rende (e forse è tecnicamente sbagliata), infatti io preferirei dire: prospettive.
    "Alcuni" non vuol dire né tanti, né tutti. Ma qualcosa (secondo me) c'è.

    Per me infatti è poco significativo (per esempio) andare a vedere quanti "metallari" sono (scusate se parlo con termini che poteva usare mio nonno, o chi ha la sua età) "fascisti" o quanti "comunisti"... quanto più notare se le ideologie estreme hanno verso di loro un qualche fascino. Quanti sono atei e quanti credenti, quanti agnostici e quanti pagani.... a me non frega. Noto invece che molti hanno un SERISSIMO approccio al tema religioso.
    Un buon 80% delle discussioni fatte su certi nostri topic lo hanno messo in risalto in modo lampante. Se TM rappresentasse un campione statisticamente valido per i "metallari", ci si potrebbe anche scrivere qualcosa :D

    Ecco perché dico che, appunto, non vedo nessun nesso "sociale", non è in sostanza materia sociologica.
    Ciò che dici tu (non si può cantare di fiorellini con una tempesta di decibel dei chitarroni sullo sfondo) è vero, è anche ovvio. ma più che una risposta, è uno spostare la domanda. perché allora dovremmo chiederci: "ok, le liriche sono in tema con la musica... ma perché fare una musica così?", e non cambierebbe quasi nulla, nel momento in cui ci chiediamo che cosa ci sia nella testa di chi scrive questa figata di musica che si chiama Heavy Metal.
    Ripeto: non ci vedo risposte sociali, lotte col sistema, etc.
    Ci vedo altro, ma non questo
    ;)
     
    #33
  4. Dreki

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    Heart of Steel

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    4 Novembre 2011

    Ecco, questo è un punto che condivido appieno :happy:
    Se il senso di "ribellione" poteva starci 40 anni fa, oggi si parla di una musica che vive in un puro contesto mentale, interno alla testa dei suoi fans (che sono, in 8-9 casi su 10, quelli che la suonano e la portano avanti). Questo discorso, nel piccolo, vale per i vari sottogeneri: ci vuole poco a fare collegamenti tra il contesto musicale del Black Metal e quello del nord Europa, poco a fare quelli tra il Thrash americano e la vita dei giovani in quegli anni, eccetera. ma... stop. Ogni musicista è figlio del proprio tempo: bella scoperta, verrebbe da dire :D
    l'Heavy Metal, però, oggi non ha più nulla a che vedere con queste eredità.


    Ripeto: perché mai per me dovrebbe avere più senso combattere un governo imperialista, piuttosto che combattere Toth Amon? "L'importante è combattere" è la conclusione che viene fuori ne L'Estetica del Metallaro di Signorelli (ECCO, l'ho citato anche stavolta!!! :D)
    O perché dovrebbe valere di più la Storia del Mito, la realtà del fantasy, un culto reale piuttosto che quello di Cthulhu, eccetera eccetera?
     
    #34
  5. Quintacolonna1981

    Quintacolonna1981
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    4 Novembre 2011

    Trovo esista un metal piacevole e con grandi pezzi, un altro metal brutto e suonato coi piedi.Un metal che libera le menti e un altro che le rende ancora più chiuse..Una cosa però accomuna tutto il metal e mi fa amare questo genere: per qualunque forma di ipocrisia, qui non c'è spazio.
     
    #35
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  6. Eerie

    Eerie
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    4 Novembre 2011

    Secondo me ha senso parlare di sociologia, poiché è una scienza che studia i gruppi,anche quelli non politici, famiglia compresa per esempio. Però sono d'accordo sul fatto che non ha senso parlare di preciso indirizzo ideologico-politico nel metal, alla fine la minaccia comunista del rock e dei suoi sottogeneri secondo me è esistita solo nella testa di alcuni conservatori americani preoccupati dall'avvicinamento dei giovani alla cultura afroamericana e all'edonismo dichiarato.
    Sono d'accordo sul fatto che ogni espressione artistica è figlia di un suo contesto e quindi vale la pena studiarlo e il filo rosso di cui parli,relazionato al metal, secondo me è legato alla moda per l'horror che prosperava negli anni '80 e allo spirito di trasgressione adolescenziale fine a se stessa a cui il rock ha fatto per tanti anni da sottofondo...
    Sul fatto che se in un gruppo esistano dei valori comuni questo non significhi che si pensi tutti allo stesso modo condivido ed è normale,secondo me non esiste al mondo gruppo perfettamente coeso, non esiste una persona uguale all'altra anche se a volte a qualcuno può far comodo agire conformandosi passivamente...
    Comunque forse i valori comuni, anche se non peculiari, della subcultura dell'heavy metal sono: l'autenticità, il fare la musica col cuore, senza ipocrisie vs. chi giudica il valore di un artista solo dal suo effimero successo commerciale, e ciò porta a preferire la logica del do it yourself, del supporto dal basso, dall'underground; l'importanza data all'ascoltare un album per intero piuttosto che qualche hit qua e là e l'importanza del sentire la musica dal vivo,in concerto vs. l'andare a sentire uno pezzo registrato, in discoteca.
    Per quanto riguarda i testi, secondo me Sam Dunn ha colto nel segno: il metal in generale parla di ciò che la maggior parte della gente preferisce ignorare e rifiutare,tra le altre cose "Guerreecaosefinidelmondoeolocaustinucleariedevoluz ionierivoluzioni etc etc etc " :grin: Metal - A Headbanger's Journey parte 10/10 - sub ita - YouTube
     
    #36
    Ultima modifica: 5 Novembre 2011
  7. The Neuromancer

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    5 Novembre 2011

    Quoto al 90% il tuo discorso.
    Il metal e l'hard rock britannici negli anni '70/80 non sono state le uniche subculture a livello musicale: pensiamo ai mods, ai rude boys, al movimento skinhead delle origini, tutti confluiti successivamente nell'hooliganismo dei Seventies. Nel polo universitario di Birmingham nascono i "Cultural Studies" per analizzare le controculture nate in seno al proletariato industriale inglese. Senza contare che gli Iron Maiden, che provenivano quasi tutti dall'East End di Londra e tifavano West Ham, vollero fare la cover di "I'm forever blowing bubbles" ma furono battuti sul tempo dai Cock Sparrer, amici di bevute e compagni sulle gradinate.

    Ora però è cambiato tutto, c'è la globalizzazione e la deindustrializzazione rampante, ovvio che la "classe operaia" esiste ancora ma il fenomeno è cambiato sotto tutti i punti di vista, com'è giusto che sia. Per questo non penso che si tratti di "stravolgimento" o "deviazione", perché altrimenti dovremmo chiederci qual è l'ortodossia del metallo. Le origini sono quelle ma non vedo perché considerare "devianza" quella che è un'evoluzione storica che avviene in qualunque gruppo umano che non voglia vivere chiuso nelle sue torri d'avorio. Per il resto condivido quello che hai scritto.;)


    EDIT: i tipacci che contendono ai Maiden la cover dell'inno del West Ham sono i Cockney Rejects, non i Cock Sparrer.
    Scusa io.:)
     
    #37
    Ultima modifica: 5 Novembre 2011
  8. Armand

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    5 Novembre 2011

    Sicuro? Guarda che fare il musicista è un mestiere... puoi farlo perché sei ispirato o perché devi mangiare... come qualsiasi altro mestiere...
     
    #38
  9. Armand

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    5 Novembre 2011

    A dire il vero secondo me siamo d'accordo :D
     
    #39
  10. Zanna

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    5 Novembre 2011

    Diventa un mestiere se ti chiami Metallica, Slayer, Iron Maiden, Manowar, Megadeth, Black Sabbath, Ozzy Osbourne, ecc. ecc. e se riesci a vendere migliaia di copie dei tuoi album.
    Altrimenti è poco più che un hobby costoso...ci sono un sacco di gruppi italiani (e non solo), anche piuttosto noti nella penisola, i cui componenti suonano, ma si procurano il necessario per cui vivere con un lavoro più o meno regolare...non vive certo di sola musica, la maggior parte dei musicisti metal.
     
    #40
    Ultima modifica: 5 Novembre 2011
  11. daveg68

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    6 Novembre 2011

    A me piace pensare che il metal sia passione e lotta e basta.
    Da ragazzino ascoltavo metal mentre i miei amici intorno ascoltavano dance e musica italiana, per me era una forma di rivalsa, molti mi prendevano per il culo ma oggi a distanza di quasi 30 anni gli stessi amici di una volta apprezzano i metallica o gli iron maiden perchè qualcuno dei loro figli li ascolta, mentre di kaja googoo o alphaville non si sà più un cazzo.
    Questo per dire che, quando c'è passione vera nelle cose, il resto non conta.
    Il metal oltre ad essere vera passione, è per così dire una forma di Arte della Lotta, sia che si pensino alle periferie seventies inglesi coi movimenti operai sia che si pensi agli ingnados di oggi, la prima pagina dell'Economist su cui svetta "Rage against the machine" è un chiaro esempio.
    In questi anni il 99% del popolo mondiale è in lotta contro quei grassi burocrati che se ne stanno rinchiusi nei loro palazzi del potere e manipolano i governi ricattandoli con flussi di denaro digitale.
    Sentire Jon Shaffer degli Iced Earth, che politicamente è sempre stato distante anni luce dal mio modo di pensare, che cambia completamente opinione, che prende le distanze da bush e la sua cricca pseudo-destrorsa, che consiglia ai giovani di mobilitarsi contro questa dittatura mondiale della finanza, è musica per le mie orecchie e dimostra ancora una volta che il metal è lotta e passione.
    Nessuno può negare che a volte vi sia una retorica stantia e priva di senso fatta di pelle, borchie e spade di alcune bands, ma non fatevi ingannare, perchè se è vero che i manowar parlano di un cazzo, gruppi come Wotan per esempio sono ben al di sopra di tale livello, oppure i Running wild di fight the oppression.
    All OM2 tour dei Queensryche, dal palco, un roadie del gruppo al microfono ci ha gridato in italiano, bush e berlusconi fanculo! Per non parlare di Anthrax e Megadeth che sono sempre stati attenti a certe tematiche.
    In pratica se la domanda è: il metal è anti liberismo? io rispondo, se il liberismo è quello che vediamo oggi, la risposta è sì, il metal è contro.
     
    #41
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    6 Novembre 2011

    argomento davvero molto interessante e complesso, dico anche io la mia sperando di non fare la figuraccia del vecchietto babbione:

    cercare connotazioni politiche nell' HM è sempre stato un tema presente anche nelle decadi passate, eppure secondo me è impossibile inquadrare in un canale politico chi suona e chi ascolta HM: superficialmente si potrebbe dire che l'HM classico strizzi l'occhio alla destra a in qualche caso a ideologie simil fasciste eppure potremmo elencare molti esempi di band di quel periodo che avevano intenzioni di parte opposta

    lo stesso vale anche per i gruppi di oggi, e attenzione spesso chi taccia una band di determinate ideologie fa poi i conti con la mancanza di dichiarazioni politiche da parte di quella band, spesso si tratta solo di illazioni fatte da detrattori etc..

    diverso invece il discorso degli estremismi, senza dubbio l'HM è una musica sedotta dagli estremi, penso in senso religioso all'anticristianesimo, al paganesimo presenti in tante band "estreme" ma vanno noverate anche le band ultracristiane che fecero fortuna negli anni 80 e che si dedicarono interamente alla predicazione religiosa cristiana fino all'esagerazione

    in conclusione l'HM parla alla parte più atavica dell'animo umano, in base a quello che trova può dare origine a estremi, penso però che il tutto vada semplicemente ricondotto agli stilemi di questo genere, senza prendere mai troppo sul serio queste caratteristiche, insomma meno paranoie mentali e più passione take it easy

    citando i Rolling Stones: "I know it's only rock & roll but I like it"
     
    #42
  13. Annica

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    6 Novembre 2011

    Guarda, il mio è un discorso essenzialmente filologico. Quando una corrente nasce (che sia letteraria, artistica o di qualsiasi tipo) ha certe caratteristiche e prende un certo nome. Le sue evoluzioni, tematiche o stilistiche, vengono indicate con prefissi o attributi specifici che servono a distinguerle dal movimento originario. Nel momento in cui le differenze diventano importanti si salta ad un altro nome e ad una diversa corrente. “Deviazione” per me non ha un significato spregiativo, ma rappresenta un qualsiasi allontanamento significativo dalle caratteristiche tematiche o estetico-formali del genere “madre”.

    Insomma, l’heavy metal originario, quello dei ’70, per il contesto storico nel quale è nato e per la rabbia che si porta dentro ha una natura rivoluzionaria. Se le sue evoluzioni successive non l'hanno più, è giusto chiamarle in un modo diverso.

    Per il resto, perdonami, ma non ti ho capito. Stiamo parlando di heavy metal, il fatto che il proletariato inglese abbia dato vita anche ad altri fenomeni culturali non mi sembra rilevante.
     
    #43
  14. Annica

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    6 Novembre 2011

    Per esempio questo pezzo può essere considerato rivoluzionario nell’accezione economica del termine

    Judas Priest - Breaking the Law - YouTube

    "Breaking the law" (immagino lo sappiate tutti) non sta per un generico e spensierato “far casino”, ma è una critica ai rapporti sociali di lavoro. E’ un pezzo sulla disoccupazione e sulla frustrazione del non poter realizzare se stessi nel lavoro, una critica alla (mancata) considerazione che il sistema economico ha dell'individuo.

    Feel as though nobody cares if I live or die

    Halford lo dice chiaro: studi duramente, ti crei delle aspettative e quando finalmente esci dalla scuola e ti guardi intorno dici “Beh? Dov’è il mio futuro?”, quello di cui mi parlavate, quello per il quale ho sudato tanto? Non posso neanche ad iniziare a viverlo, le condizioni in cui mi trovo non me lo permettono. “You can’t get to the next level”.

    So much for the golden future, I can’t even start
    I’ve had every promise broken, there’s anger in my heart


    Dite che se il metal parlasse di queste cose oggi sarebbe anacronistico? Io dico di no. L’epica, la mitologia e il fantasy sono bellissimi, però sono questi i temi che riguardano davvero tutti i metalhead della Terra, europei, americani o asiatici che siano. Tanto più che l’epica e la mitologia si prestano perfettamente ad essere impiegati anche in senso metaforico, e questa è un’altra delle infinite bellezze del metal.
     
    #44
  15. The Neuromancer

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    6 Novembre 2011

    Rivoluzionario da un punto di vista musicale, da un punto di vista sociale c'è una protesta molto forte ma non ha mai avuto un programma politico in senso lato. C'è la protesta appunto, e ci mancherebbe, i temi fantasy e mitologici sono stati recuperati come reazione alla modernità industriale, al bigottismo etc.
    Ma dalla musica di protesta a Lenin, Mao o Mussolini ce ne corre, questo è quello che volevo dire. E l'autore dell'articolo postato in apertura al topic dice più o meno questo quando parla del metal come protesta dal potenziale inespresso.
     
    #45

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