Fury'n'Grace

Tu non sei normale ma non fa nulla

 

L'importante è che non tutta la musica sia normale e questa fortunatamente non lo è.
Venerdì ne parliamo di persona

 

Per il basso come per gli altri strumenti nessuno si e' eletto tramite all'infuori di noi.
Il preposto alla fase di mixaggio ha saputo tradurre con professionalita' ed umilta' le nostre esigenze - gia' ben definite tuttavia - e gli interventi sono stati irrisori.
Le screziature, le imprecisioni sussistono e sono la prova della genuinita', di quanto si sia distante anni luce dagli artificiosi processi di plastificazione - giu' nel Moeskestrom abbiamo annegato le bocchette dell'aria confezionata.

Il ruolo del "cerbero di guardia ai cancelli del nulla" potra' anche essere di accompagnamento, ma che sia lucido: per partito preso non si arriva da nessuna parte, soprattutto quando si e' intenzionati a divaricare il sotterraneo e perturbare se' stessi tramite vibrazioni ctonie.

In ambiti ben piu' blasonati tutto cio' non poteva assolutamente accadere.

 

Senza un Guardiano si perde la valenza.
Di soglia in soglia.
La creazione non prescinde dagli elementi come ogni pianificazione non puo prescindere dall'esistenza. L'imperfezione tanto più ci allontana da una presunta ascendenza divina quanto più ci avvicina all'autenticità della Fiamma Creatrice (Gaston Bachelard, La Fiamma di una Candela edizioni SE).

Di là dell'emenautica.
Ci sono esperienze che non posso intuire.
Posso scrivere cosa è ascoltare certa musica; ma farla, crearla, essere presenti al momento in cui qualcosa dentro te suscita le dita sulla tastiera per l'accordo; io lo ignoro.

Chissà quanto c'è in questo Fare di comune con lo Scrivere; chissà cosa differisce categoricamente...

E' certo che senza pressioni di logiche sistematiche e contingenti si puo ancora parlare di ciò che è invisibile e che prescinde la matericità dello scambio, il suo asservire al meccanicismo l'orizzonte d'0attesa di qualsivoglia pubblico. Un pericolo non corso che è pretesa di lunga vita.

PS: sì , il suonare all'impronta a costo di minimi errori -che io non colgo però- lo preferisco alla correzione tecnologica.
Dannazione quest riproducibilità questo poter campionare, sostituire all'azione crerativa dell'individuo il calcolo riproduttore, sconcerta.

Preferisco vivere l'errore, il graffio, la sbafatura ma sapere che dietro ogni accordo, dietro ogni tempo ci siano mani, sudore, individualità, emozioni, vita privata pubblica. Tutto ciò che esiste e transita.

Sacrosanto.

 

Che e' giustappunto l'unica possibile via di fuga, l'unica possibilita' di elevazione dal dolore e dal tempo. Il conforto, per chi la produce, e forse per chi ne usufruisce.

Aiuto.

Piu' che altro nessuno si e' arrogato il diritto di dire cosa andasse e cosa no, attribuendo validita' solo al "gia' detto" e annichilendo il "mai detto prima".
Come se le note gli appartenessero, come se fosse il depositario della sensibilita' universale.

Qui ritorna l'onesta'.
Onesta' compositiva, creativa innanzitutto.
E poi, esecutiva.
Come su alcune bottiglie di buon nettare: "E ricordati che il vino si fa anche con l'uva".

 

questa del vino mi mancava. Ner hai lì in store di queste bottiglie? potrei glissare il tabacco

 

con Gaston Bachelard: “…bisogna fare in fretta, perché le cose reali non sognano a lungo. Non bisogna lasciare che la luce si addormenti. Bisogna affrettarsi a risvegliarla”.

“Conferite qualità alle cose, conferite dal fondo del cuore, la loro giusta potenza agli esseri agenti, e risplenderà l’universo”

 

preso anch'io l'ultimo dei fury n grace adesso debbo trovare il tempo per sentirlo.....

 

Venerdì ho acquistato "Tales of the grotesque and arabesque" e l’ho ascoltato diverse volte questo weekend.

A mio avviso già da subito è bene che chi lo desidera ascoltare sappia un paio di cose:
Una è che questo disco, nonostante rechi un adesivo con il non poco evidente logo dei "DOOMSWORD", non ha nulla a che vedere con il gruppo in questione; si tratta di una proposta di tutt’altro tipo, non solo a livello di genere ma anche di concezione.

La seconda è che si tratta, ed è bene che si sappia da subito, di una proposta veramente complessa.
Una complessità che uno come il sottoscritto, che ha avuto modo di ascoltare ogni loro prodotto (dal primo demo a nome "Lot Lorian" senza Gabriele Grilli alla voce, passando poi per i due dischi inediti, uno a nome "Madrigal" e uno con il monicker attuale), sa essere una scelta precisa comune, pur filtrata attraverso inevitabili variazioni stilistiche e tecniche, a tutte queste registrazioni.

In altre parole i Furyngrace non "cercano" la complessità, perlomeno non in funzione delle aspettative(o delle non aspettative) del "consumatore", ma più semplicemente essa fa parte della loro personalità e dei loro gusti.
…O più semplicemente di quella del chitarrista compositore Matteo Carnio.

Il primo pezzo, o meglio il suo inizio, è forse quello che "illude" l’ascoltatore di trovarsi ad ascoltare qualcosa di interpretabile, una struttura di riff il cui stile è riconducibile a quello dei Carcass di Necroticism, ma che poi muta in modo apparentemente non sensato iniziando una "evoluzione" che la porterà a raggiungere i limiti industrial infettati dalla follia sonora e valvolare di Laibach o di Jon Zorn, di "COMA", per poi riprendersi ancora su binari Heavy ma senza tornare mai riprendere riff o melodie precedenti.

"Tales of the grotesque and arabesque" si presenta quindi come un inizio già di suo impegnativo, se non fossero i Furyngrace lo definirei "ambizioso", ma di sicuro non è il termine adatto a loro in questo contesto.

Il secondo pezzo " Uncanny Midnights Of The Bride" riprende solo in parte il discorso intrapreso dalla opener in quanto secondo me con essa si riducono fino a sparire le influenze dei Carcass, lasciando invece intravedere quelle, da che ho capito non casuali o involontarie, di un altro gruppo metal: i sottovalutatissimi Confessor di "Condamned".
Pezzo lento ai limiti del doom(ma prendete questa definizione con le pinze), ora come ora è uno dei miei preferiti del disco.

Burning Cathedral è, da quel che so un vecchia eredità dei vecchi Furyngrace, quelli dediti ad un metal neoclassico più canonico, e nonostante diverse variazioni sia in termini di struttura che di parti vocali un po’ si sente.
Diciamo che è forse il pezzo più diretto del disco; per quel che questo aggettivo può valere nel contesto musicale dei Furyngrace.

Abbandonati (mia personale opinione) i riff di stampo carcassiano, con Black Art il disco si evolve in un pezzo che alterna delle inaspettate influenze(sempre mia impressione) dei Megadeth a parti acustiche che invece rimembrano pezzi più celtici di stampo blackmoriano.
Il tutto sempre e comunque contraddistinto dalla ormai caratteristica eterogeneità e pesantezza (anche qui si possono sentire le influenze dei Confessor).

Discorso analogo a "Black art", ma più estremo, è quello di "the Buried" che è anch’esso contraddistinto da variazione tra l’Heavy più ossessivo e soffocante alternato a parti acustiche arpeggiate.
A mio personale avviso "The Buried" è il pezzo che meglio rappresenta i Furyngrace e quello che vogliono esprimere: pesante, funereo ma al tempo stesso melodico e "arabescato".

Per quanto mi riguarda una delle parti più complesse da assimilare è quella vocale, le scelte stilistiche di Gabriele Grilli, pur tecnicamente molto migliorato dai tempi passati, mi sono sempre suonate un po’ ostiche, ma come dicevo, è un opinione personale basata anche sulle registrazioni passate.
Come, sempre per gusto personale, ammetto che, anche considerata la lunghezza delle canzoni, avrei gradito una maggiore presenza di soli di chitarra.

I suoni e produzione sono discreti anche se per me la sezione ritmica avrebbe potuto rendere di più(i suoni di batteria, del rullante in particolare, potevano essere migliori), mentre non sono male chitarra e voce; ma credo che comunque, considerata la particolarità della proposta, la scelta dei suoni non fosse certo compito semplice, per cui ci si potesse basare su alcun tipo di esperienze passate,ecc

Inutile ripetere che il disco necessita veramente parecchi ascolti, non tanto per essere compreso, quanto proprio per poterlo solo metabolizzare, sulla base di ciò faccio un osservazione estemporanea:
Ho visto che molte webzine e siti vari hanno pubblicato la recensione quasi subito.
Mi chiedo se abbiano avuto il tempo materiale di ascoltare il disco il numero di volte che serve per poter dare un giudizio, positivo e negativo che sia.

Perdonate la lunghezza del post ma a dire il vero ho anche cercato di sintetizzare il più possibile…

 

Raddoppialo anche il post, se lo ritieni necessario. Mi sorprendono gli accostamenti ai Carcass ed agli sconosciuti- per me- Confessor. Questo induce maggiore curiosità pverso i primi.

A riprova implicita della tua analisi, premettendo la mia diversa e credo minore esperienza (aggiunto il fatto che tu suoni, come immagino)è significativo che mi abbia colpito subito, inizialmente Burning Cathedrals, salvo poi dopo diversi ascolti, incentrarmi maggiormente come pefferenze su Black Art e The Buried (d'accordissimo che sia il pezzo a riassumerli meglio e rappresentarli).

quanto ai pochi solo di chitarra credo sia una scelta cosciente e decisamente concettuale; finalizzata a poetica ed atmosfere dell'album.

 

Gia'.
Inizialmente avrebbe dovuto esserci scritto "Avant-Garde Progressive Metal with members of Doomsword", poi non sappiamo cosa sia successo.

Questa e' una considerazione molto acuta.
E' curioso come le recensioni piu' subitanee siano, oltre che quelle piu' superficiali [fornisci un promo con una biografia chiara e concisa e riesci ancora a sbagliare nomi o titoli], quelle meno generose nei nostri confronti.
Fermo restando non si puo' raccogliere un consenso unanime - sarebbe il tripudio al compromesso - e' comunque imbarazzante pensare che una piccola fetta del mercato si basa su queste dinamiche.

Mi sembra in linea con il disco!

Grazie per il supporto e per la recensione.

 

Purtroppo sono cosciente del fatto che per descrivere delle canzoni così lunghe e complesse occorre molto più tempo e spazio.
...un post di tale lunghezza basterebbe solo per un paio di canzoni di questo disco, decisamente troppo.

Magari a ben vedere non sarebbe accessorio dal punto di vista puramente descrittivo ma si farebbe prima ad ascoltare piuttosto che a leggere.

(odio il browser di questo pc!)

 

..però se ti va di farlo per un pezzo dell'album, io personalmente vengo a leggerti e attentamente.

 

http://www.truemetal.it/reviews.php?op=albumreview&id=6564

 

L'ho letta già qualche notte fa,farneticandone davanti alla mia fenicia:p

Mi piace l'accostamento alla letteratura ed il fatto di essermene accorto senza saperne nulla e senza averne avuto mezzo consiglio mi conforta; è segno che nel mio cervello c'è ancora qualcosa di buono e dignitoso che funziona.

Hai mica in cantina del vino buono di 15 anni? a me piace bianco ma questo è inevitabilmente rosso.