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Epica

Discussione in 'Power Metal' iniziata da Jimmy C., 5 Novembre 2005.

  1. Hesperus93

    Hesperus93
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    23 Gennaio 2021

    La somiglianza c'è, l'ho notata anche io al primo ascolto, ma non mi sembra così tanto marcata da sospettare il plagio. L'inizio del ritornello è quasi uguale, ma poi cambia in modo chiaro. Almeno così su due piedi mi sembra così; non ho confrontato gli spartiti e non posso escludere eventuali bias di conferma.
    Bisogna anche evitare di farsi "prendere dalla scimmia": anche solo inconsciamente, c'è il rischio di farsi trascinare in una forzosa e vorticante ricerca di somiglianze. Su Facebook ne ho sentite sparate di ogni, con gente che ha trovato somiglianze forzatissime e inverosimili con una quantità assurda di canzoni. Temo che l'orecchiabilità pop del brano possa trarre in inganno.
    "Impossible" la sento, è chiarissima; probabilmente l'ha sentita anche Simone, visto che le Exit Eden l'han coverizzata e lei ha collaborato con loro nello stesso album. Immagino non abbia ritenuto la somiglianze abbastanza rilevante da portare a cestinare il tutto.

    A me comunque "Rivers" piace ed emoziona molto, complice anche l'interpretazione vocale di Simone. Generalmente preferisco le ballad più teatrali, come "Tides of Time" e ancora di più "Once Upon a Nightmare" (per me nella top3 dei brani migliori degli Epica in assoluto), ma credo che la semplicità strutturale di "Rivers" sia funzionale a far prendere fiato fra i brani più complessi dell'album.
     
    #1276
    Ultima modifica: 1 Marzo 2021
  2. Hesperus93

    Hesperus93
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    27 Febbraio 2021

    Videoclip di "The Skeleton Key":

    Davvero bello, anche se un costume di Simone mi ricorda davvero tanto il pokemon Heliolisk e la cosa mi uccide. Ahahahah Questa svolta con outfit elaborati quasi da Drag Race, comunque, me gusta mucho.
     
  3. Hesperus93

    Hesperus93
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    27 Febbraio 2021

    Parliamo dell'album, visto che è uscito. Parto dai brani, andando secondo il mio (temporaneo e instabile) ordine di preferenza. A tal proposito, per me la seconda parte dell'album è più forte della prima sia considerando la qualità media dei brani sia considerando la loro sinergia ("Rivers" che fa prendere fiato dopo la suite, "Synergize" che si tuffa in "Twilight Reverie"...).

    "Kingdom of Heaven 3" lo trovo spettacolare, persino superiore al primo capitolo della trilogia; fra i brani lunghi, secondo me la supera solo "The Holographic Principle" (mio brano preferito della band). Ha tutto: emotività, teatralità, cattiveria, orecchiabilità, tecnica, imprevedibilità e spunti etnici; nelle sue sei parti interne scorre fluida e ispiratissima, tenendo in equilibrio il dinamismo della sezione centrale con la regolarità della struttura generale (che infatti si chiude con l'ottimo ritornello). L'assolo di tastiera, un po' Ayreon e un po' Dream Theater, è tra le vette dell'album.

    Al secondo posto metterei la dinamica e cangiante "Synergize", che ha come picchi il violento blast beat su cui Simone canta in lirico e l'elegantissimo finale. Mi ha ricordato gli episodi migliori di Requiem for the Indifferent e The Holographic Principle.

    Sempre a questi due album guarda "Omega", che apprezzo soprattutto per le dissonanze, certi riff circa-semi-djent e il finale emotivamente potente.

    Poi metto "Code of Life", che in realtà potrebbe piacermi più della titletrack giacché ha una bellissima intro un po' araba e un po' indiana, uno dei ritornelli migliori nella storia della band e un breakdown finale che può far scuola. Fra i brani orientaleggianti degli Epica, "Fools of Damnation" resta imbattuto, ma c'è da dire che "Code of Life" gioca una partita diversa, più orientata al modernizzare certi spunti (come "Deter the Tyrant") e sul renderli emotivamente potenti (a differenza di DtT). Ha però un difetto nel (fortunatamente breve) special: è molto simile, se non identico, al passaggio a 4:56 di "Requiem for the Indifferent". Capisco che probabilmente vari brani di quell'album non li ascoltino più neanche gli Epica, e che quindi possano non rendersi conto di certe sbavature, ma è un peccato danneggiare un brano così tanto bello.

    Poi metto "The Skeleton Key", con le sue chitarre dall'accordatura ribassata, le sue orchestrazioni minacciose, le sue strofe simili a filastrocche creepy quasi quanto il coro di voci bianche. Le atmosfere da fiaba dark alla Tim Burton sono inusuali per gli Epica, mi han sorpreso.

    Segue "Rivers", di cui ho parlato due commenti fa.

    Poi metto "Twilight Reverie": alterna gothic e power in un modo di certo non originale, ma che secondo me qui funziona bene. E soprattutto ha melodie molto ispirate sia nei passaggi emotivi sia in quelli catchy al limite del pop. Ci sento richiami a The Quantum Enigma, che oltretutto è l'album stilisticamente più vicino a Omega.

    Poi metto l'orientaleggiante "Seal of Solomon", che ha atmosfere dal fascio antico che riportano a The Phantom Agony e cori un po' Therion e un po' Sirenia. Mi piace perché è strumentalmente denso e ricco. Richiede un po' di ascolti per essere apprezzato, anche perché è il brano meno orecchiabile del lotto, e proprio per questo avrei evitato di ingolfarlo con strofe così lunghe e ripetitive. Letteralmente bene ma non benissimo.

    La powereggiante "Abyss of Time" ci riporta a Consign to Oblivion: banale scelta vintage per attirare i nostalgici? Cliché? Sì, però dopo la delusione iniziale mi sono arreso all'efficacia delle melodie vocali e dei riff dello special (n.b. in Omega spesso gli special sono proprio i momenti più interessanti dei brani). Sicché mi tocca dire di apprezzare "Abyss of Time" e di faticare a smettere di canticchiarla. Tutt'al più l'avrei fusa in un'unica traccia con "Alpha", che quasi nessuno ascolterà mai da sola; tanto sono già melodicamente molto legate. E magari avrei anche tolto il brano dal primo posto in tracklist, giacché nel ruolo di opening è chiaramente debole.

    "Gaia" ha dei pregi: un ritornello molto gradevole, uno special tecnicamente ragionato, uno strumento a fiato celticheggiante che fa capolino qui e lì. L'insieme risulta però poco personale, troppo standard; ed è per giunta azzoppato da un coro sciapo ripetuto troppe folte. Avrei dato più spazio ai momenti celtici e, soprattutto, avrei eliminato per intero quel noiosissimo coro; ma non son io a decidere e quindi mi tocca ascoltarla così com'è. Non mi dispiace, la trovo carina, ma spero cresca ancora coi prossimi ascolti, perché altrimenti potrebbe finire nel dimenticatoio. Staremo a vedere, per ora sospendo il giudizio.

    "Freedom", infine, sembra la versione prodotta meglio di "The Solace System". Non è brutta, non la boccio, ma non va oltre la sufficienza. A dirla tutta, ho smesso di ascoltarla già pochi mesi fa, poco dopo la sua pubblicazione, quindi con me ha avuto una longevità pari a 0. So che a qualcuno è piaciuta, talvolta persino molto, ma a me sembra troppo generica e vuota. Filler, in una parola.

    Sui testi per ora non ho nulla da dire, perché molti non li ho ancora letti.

    Quanto ai riarrangiamenti acustici, come al solito gli Epica non deludono: sono tutti e quattro molto belli. Il mio preferito credo sia quello molto divertente di "El Codigo Vital".


    *****


    Parlando di Omega in generale, credo possa essere definito una sintesi del percorso degli Epica. È quasi il loro corrispettivo di Hydra dei Within Temptation, nel senso che sembra prendere spunto da un po' tutti gli album precedenti. Album tutti diversi l'uno dall'altro, con personalità peculiari e distinguibili (in particolare ciò vale per quelli pubblicati fra 2005 e 2014). La band di The Phantom Agony e Consign to Oblivion è molto distante da quella di The Holographic Principle. Non ci sono state rivoluzioni con nettissimi cambi stilistici, ma c'è comunque stata un'evoluzione costante, per quanto sottile, discreta e sfumata. Evoluzione che è anche derivata dai cambi di formazione, basti pensare a come l'arrivo di Isaac alla chitarra ha portato a riff più variegati e tecnici. Eppure il genere di fondo è rimasto sempre lo stesso, il mazzo di carte sempre lo stesso (se non per leggere variazioni come i tocchi di elettronica in alcuni RFTI); sono cambiati semmai i giochi.
    Sintetizzare questo percorso ha richiesto la moderizzazione di alcuni spunti e la semplificazione di altri, operazione che dubito sia stata fatta a tavolino giacché i membri degli Epica sono compositori con gusti diversi fra loro e Omega li rispecchia. Anche per questo qui c'è molta varietà stilistica sia fra i diversi brani sia al loro interno. Alla base symphonic si uniscono di volta in volta elementi thrash, progressive, power, gothic, pop, oriental folk, death e, in alcuni brevi passaggi, persino melodic black. Si susseguono atmosfere, emozioni e melodie di orientamento diverso, anche grazie al dinamismo del missaggio che permette di valorizzare talvolta la componente orchestrale e talvolta quella chitarristica (o persino il basso!), ma anche di dare sfumature più cangianti ai cori. La produzione è stratificata e ricca di dettagli, soprattutto per quanto riguarda l'uso di strumenti etnici anche in brani insospettabili (es. il sitar in "Omega"). Ottimo anche il missaggio della voce di Simone, che non finisce mai sommersa dagli strumenti. E ottima, già che ci siamo, è proprio la performance di Simone, qui più che mai versatile ed espressiva nel passare dal pop alla lirica, con in mezzo interpretazioni broadwayane da streghetta pazza. Il growl, invece, risulta talvolta troppo pastoso e confuso, ma d'altra parte è stato registrato in un home studio. Nulla da criticare, invece, agli altri musicisti della band: il basso di Rob finalmente ha un po' di spazio, Arien alla batteria è sempre mostruoso, i riff e ancora di più gli assoli di Isaac funzionano alla grande.

    Tornando alla varietà interna ai brani, l'ordine viene mantenuto dall'uso della forma canzone, con la classica alternanza di strofe e ritornelli. Ciò in alcuni casi funziona benissimo, ma in altri risulta limitante (es. per "Omega" e "Synergize" avrei usato strutture più libere) e alla lunga può portare al rischio di prevedibilità. Pare sia il produttore, Joost van den Broek, a spingere la band a usare strutture regolari, ma in The Holographic Principle c'era stata un pizzico di flessibilità in più, rispetto a The Quantum Enigma.

    La varietà e l'ispirazione sono ciò che permette di evitare la banalità in un album che di chiaramente nuovo ha giusto il coro di voci bianche e gli strumenti etnici indiani (usati però in modo spesso più vicino alla musica araba). Ci sono anche alcune ritmiche e alcuni riff di chitarra che mi hanno sorpreso (soprattutto in "KoH3", in "Omega" e in "Synergize"), ma non sono egualmente distribuiti fra i brani; se non altro gli episodi banali sono più circoscritti, quindi il quadro generale funziona bene. Mi domando però fin quando gli Epica riusciranno a modificare la ricetta pur senza cambiare gli ingredienti; temo che l'elastico sia stato tirato fin quasi al punto di rottura.

    Dopo essersi presi una pausa appositamente per comporre, mi sarei aspettato un capolavoro! Abbiamo aspettato quattro anni (e quattro mesi, ma questi per colpa di Miss Corona), santo cielo! Omega è un album davvero molto buono, ma decisamente non un capolavoro né il migliore degli Epica (per adesso lo metterei al quarto posto, dietro a TQE, DYU e THP).

    Avrei gradito un po' di coraggio in più. Omega sembra un album pensato per i fan, per accontentare un po' tutti senza rischiare davvero. Ed è inoltre stato composto pensando esplicitamente all'impatto live; a tal proposito, al di là del pessimo tempismo, temo che la ricerca della melodia da cantare in coro e del ritmo adatto ai festival abbia reso difficile osare. Se non altro è la fine di un ciclo, della "trilogia metafisica" iniziata con The Quantum Enigma; col prossimo album cambieranno tematiche e, chissà, magari daranno anche una svolta al sound.
    Temo siano rimasti scottati della reazione fredda di molti fan di fronte a Requiem for the Indifferent e, dopo, a sperimentazioni come quella jazz con la Metropole Orkest. Spero riescano a superare la paura di deludere i fan, anche se non dubito che credano davvero in ciò che stanno componendo ora e che ci mettano il cuore. In effetti, non escludo che possano persino riuscire ancora una volta a rimescolare le carte in tavola senza cambiare mazzo: difficile, ma non impossibile. L'importante è che continuino a creare musica di qualità.

    Omega ha tanta musica di alta qualità, quindi nonostante tutto sono soddisfatto, felice ed euforico; solo non quanto avrei voluto dopo questa attesa.
    Per adesso il mio voto gravita fra 8- e 8+, ma non so come lavorerà nel medio e lungo termine. E soprattutto c'è da dire che mi sarei aspettato almeno un 9, vista l'attesa.
     
    #1278
    Ultima modifica: 1 Marzo 2021
  4. Mordred87

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    27 Febbraio 2021

    non mi piace granchè questo nuovo album, lo trovo il più debole in assoluto degli epica. Mancano i riff le linee vocali è troppo pomposo e non ci sono pezzi vincenti eccetto abyss of time , code of life e forse omega. La cosa più bella è nettamente la copertina
     
  5. lunaticgate

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    1 Marzo 2021

    Questa volta non voglio dare un giudizio affrettato, sono al terzo ascolto ma, detto questo, sono d'accordo con voi.
    Un buon album di mestiere, senza rischiare troppo, sicuramente equilibrato, ma mi aspettavo decisamente qualcosa di più.
    Ho letto da più parti che la scelta delle linee vocali e delle canzoni, è stata dettata dal tagliarle specificatamente per le sessioni dal vivo.
    Cori catchy per coinvolgere il pubblico. Sinceramente non saprei, ma mi riservo ancora qualche ascolto, prima di dare il giudizio "finale".
    Al momento gli do un 7/10
     
  6. Montsteen

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    1 Marzo 2021

    Recensione Omega - truemetal.it

    Anche a me al primo impatto non convinse del tutto, ma trattandosi di un polpettone molto complesso immaginavo che sarebbe cresciuto via via con gli ascolti, e così è stato.
     
  7. Hesperus93

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    1 Marzo 2021

    Bella recensione, complimenti! :beer:
    Su alcune cose non concordo (es. "Synergize" sottotono) e nell'album sento sia più pro sia più contro, ma ci sta. Son punti di vista e gusti.

    Ne approfitto per segnalare, a chi ha ordinato l'edizione Earbook, che in molti han segnalato un errore di stampa: il CD strumentale è in realtà quello orchestrale, e viceversa.
    Inoltre, ma questo non è un errore, il CD orchestrale presenta la voce di Simone anziché solo le sezioni strumentali.
     
  8. lunaticgate

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    1 Marzo 2021

    Infatti mi riservo di correggere il tiro dopo averlo ascoltato più volte.
    Ciò non toglie che è un signor album.
     
  9. AndySephirot

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    1 Marzo 2021

    Sono ormai al quinto-sesto ascolto dell'album e che dire.... lavoro eccezionale c'è poco da dire. Gli unici pezzi sotto tono dal mio punto di vista sono Freedom e Gaia. KHO3 penso sia una delle più belle canzoni che abbia mai ascoltato, per me la migliore della trilogia.
    Non riesco a capire per quale motivo ci sia un'ossessione, sul fatto che una band debba sempre offrire novità ad ogni nuovo album, voglio dire se gli Epica hanno trovato la formula (che a mio parere è stata sempre perfezionata nel corso dei vari lavori) per produrre album di qualità come è appunto Omega, perchè cambiare?
     
  10. Mordred87

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    2 Marzo 2021

    non condivido l'entusiasmo.Per me questo è il peggiore che hanno fatto , Linee vocali piatte , riff banali , troppa pomposità e pochi pezzi che spiccano veramente come code of life , abyss of time e la title track. Gaia , synergize e twilight reverie li trovo piuttosto inutile mentre freedom solo mediocre, Anche KOH benchè abbia una struttura interessante non ha singoli momenti memorabili come fu per il primo capitolo. Per me per concludere è il peggiore degli epica , anche se ovviamente delle cose belle ci stanno
     
  11. AndySephirot

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    2 Marzo 2021

    Ci sta, ognuno ha i propri gusti e le proprie orecchie. Per curiosità seconde te qual è il loro album migliore?
     
  12. Mordred87

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    4 Marzo 2021

    guarda per quanto riguardo gli epica ho quattro album che stanno praticamente attaccati in quanto a preferenze e dopo anni contnuo ad amarli quasi allo stesso modo e sono: the divine conspiracy, design your universe, consign to oblivion e the quantum enigma. Un gradino sotto c'è the holographic principle, poi the phantom agony, poi requiem e per ultimo questo omega che eccetto per abyss of time code of life la title track e pochissimo altro non mi ha entusiasmato
     
  13. lunaticgate

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    5 Marzo 2021

    E niente, dopo averlo ascoltato altre 3 volte per intero, rimango con un 7.
    Considerando il mio voto personale che ho dato agli altri, l'ultima fatica degli Epica non si piazza bene nella mia personale classifica.
    Il terzo capito di KOH è migliore di quello di Quantum enigma, ma ben lontano dal primo capitolo.
    Facendo una classifica molto del cavolo:

    1) Design Your Universe
    2) The Quantum Enigma
    3) The Holographic Principle
    4) Requiem for the Indifferent
    5) The Divine Conspiracy
    6) Consign to Oblivion
    7) Omega
    8) The Phantom Agony

    In realtà solo DYU e TQE sono ai primi 2 posti, per il resto è solo per dare una idea.
     
  14. Flea

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    5 Marzo 2021

    Devo ancora assimilarlo bene, ma a me pare davvero un ottimo lavoro. Certo, la formula ormai quella è, difficile trovare qualcosa che non sia stato già fatto nei dischi precedenti, ma questo era un po' l'impressione già dal dopo Design Your Universe. Il livello generale però non mi ha mai deluso e anche con questo Omega ho ricevuto sensazioni positivissime. Mi sbilancerò sui singoli brani dopo qualche ascolto in più.
     
  15. Mordred87

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    6 Marzo 2021

    si cmq l'altro giorno riascoltavo requiem for the indifferent, nettamente superiore per me a Omega. Li almeno 5 brani grandiosi ci stavano: monopoly on truth, storm the sorrow, serenade of self destruction, deep water horizion... cosa che questo disco non ha eccetto abyss of time e forse code of life e parti di omega. . Confermo che per me è il peggiore degli epica. Ovviamente non vuol dire che sia un disco scarso.. ha dei momenti molto buoni ma per i loro standard è molto poco
     

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