Celtic Frost

kvist · 20 Ottobre 2006

Eccco un'intervista:

Martin, negli ultimi anni i Celtic Frost sono stati continuamente nelle mie orecchie, sia grazie alla ristampa del vostro catalogo sia, più indirettamente, perché durante la vostra assenza molti hanno tratto profitto dalla vostra lezione, citandovi o copiandovi. Quando ciò è sembrato arrivare all’apice, avete annunciato il vostro ritorno. Forse è una coincidenza, ma l’impatto psicologico è forte, e ci sono anche implicazioni commerciali non indifferenti. Vorrei il tuo commento su questo.
Sostanzialmente dovevamo innanzitutto ritrovarci; incontrarci e chiederci cosa questo significasse per noi, e se dovessimo farlo, se potessimo farlo. Le ristampe furono la prima vera occasione in cui Tom e io potemmo parlare. Ci ponemmo la domanda: “Potremmo farlo? Dovremmo farlo?”. Voglio dire, non solo il fatto di essere in grado di farlo, ma di riuscire a crearlo insieme, io e lui. Già in passato era accaduto il contrario.
Ma in quel momento non avevamo tempo, Tom aveva gli Apollyon Sun (il suo progetto semielettronico, o “evil pop” come lo definì, nda) e io affari personali. Le cose cambiarono intorno al 2000-2001; anche io mi sentivo desideroso di farlo, di venire a patti col mio passato, di far nascere ancora la scintilla. Di lì è ripartito tutto.

Ancora: molti, anche grandi nomi, hanno assorbito molto del vostro stile, del vostro riffing, e ora voi pubblicate un album così lento, cupo, che appare quasi una risposta alla recente generazione post-core, infettata dal doom (penso alle band sotto Relapse o Rise Above). Cosa avete osservato e ascoltato in questi anni? Quali sono le cose interessanti, quelle da salvare, degli anni ’90?
In un certo senso siamo stati influenzati dagli Hellhammer (come dire, da se stessi, nda), cosa che ovviamente non era accaduta coi nostri primi dischi dei Frost, quando cercavamo intenzionalmente di allontanarci da quanto avevamo fatto con gli Hellhammer (e se ci pensi, già alcuni elementi loro erano sludge). Chiaramente eravamo partiti dalla NWOBHM, soprattutto nella sua parte più oscura, come Angelwitch, Witchfinder General, o anche Saint Vitus, tutte band che mi piacevano molto.
Comunque avrai notato che abbiamo sempre inserito parti molto dark in tutti i nostri dischi, non si può certo dire che canzoni come “Dawn Of Meggido” siano i tipici pezzi thrash spezzacollo! A quei tempi gli Slayer e tutto il thrash cercavano costantemente di suonare sempre più veloci; quando sei giovane del resto sei carico di ormoni, ma ci rendemmo conto che la pesantezza non viene necessariamente con la velocità. I Black Sabbath erano considerati, e ancora lo sono, heavy, eppure non erano certo veloci…
Sicuramente ci sono molte cose interessanti dei ’90, c’è stata una grande spinta nella musica estrema; ero un grande fan della scena svedese, del death metal, di Entombed, Unleashed, Hypocrisy e così via, e anche della scena americana, con Morbid Angel, Obituary, Autopsy…

Per esempio direi che gli Obituary sono molto debitori dei Celtic Frost ancor più che del death alla Morbid Angel o Cannibal Corpse!
Mah, era tutta roba catalogata come death metal, e credo che in qualche modo anche i Morbid Angel portino elementi dei Frost, ma chi abbia influenzato chi non è importante. Ah, poi ci sono stati i Cathedral, che mi appassionavano proprio, e gli Electric Wizard che sono grandi, la Rise Above… In fondo puoi essere influenzato da tutto, da altra musica, da libri, da film; devi solo produrre la tua propria buona musica. Prendere da altri va bene, finchè si riesce a creare qualcosa di buono e unico I don’t give a flying fuck (e questo come lo traduco? “Non me ne frega un cazzo al volo”? nda)! Se ho ispirato qualcuno al punto che è diventato unico ed originale, questo è il più bel riconoscimento che io possa avere.

“Monotheist” risulta diverso da come me lo sarei potuto aspettare, e forse questo potrebbe pure essere un complimento. Piccole grandi sorprese: non ci sono cover stavolta, ma infiltrazioni ambient, pezzi di ispirazione gotica, come “Drown In Ashes” o “Obscured”, col cantato di Tom quasi alla Bauhaus, e un finale drammatico, cinematografico, che mi ricorda simili operazioni dei Fear Factory nei loro migliori dischi. Come vi sono venute queste idee?
Devi pensare che quest’album è stato creato nel corso di quattro o cinque anni; abbiamo prodotto materiale a sufficienza per due o tre cd, e la maggior parte è stata buttata via; comunque è ovvio che ci si possa trovare di tutto! Il concetto che si è via via sviluppato è: less is more. Perché usare tre note se ne serve una? Se un pezzo funziona con tre riff, perché aggiungerne? Abbiamo cercato di essere semplici, minimali, come negli Hellhammer. Ma se mi chiedi quello che è accaduto in questi anni, ti dico: parecchio.

Sul fatto che “Monotheist” è diverso da quello che ci si potesse aspettare, credo che molti avrebbero scommesso su un’evoluzione in direzione di una maggior complessità e di un più massiccio uso dell’elettronica; la presenza di Erol Unala degli Apollyon Sun poteva avallare questa ipotesi. Però questo non è accaduto, e Erol non è più nella band. Quale traccia rimane degli Apollyon Sun?
Erol ha avuto una parte di rilievo in quest’album. All’inizio Tom aveva contattato Reed St. Mark, ma la cosa non funzionò per vari motivi, e per parecchio tempo siamo stati noi tre soltanto; Erol è stato fondamentale sia in fase di composizione che di registrazione. Poi è arrivato Franco Sesa alla batteria, ed ha portato una diversa dimensione; se prima si portavano le idee e si usava una batteria elettronica, ora eravamo molto felici di poter provare come una vera band. C’è stata sicuramente un’influenza degli Apollyon Sun, ma questo nel 2001 e sono passati molti anni; molto materiale semplicemente non si adattava! Il contributo di Erol c’è, per esempio “Obscured” si può dire un pezzo suo. Tuttavia varie cose dovevano essere rimodellate per suonare “Celtic Frost”. Se questo disco fosse uscito nel 2001-2002, sarebbe stato diverso, ma sicuramente non Celtic Frost.

La domanda segreta, il lussurioso desiderio dei vostri fan: l’album mai nato, “Under Apollyon’s Sun”. Da quel che mi dici immagino che in “Monotheist” non sia stato utilizzato niente del materiale già pronto all’epoca.
No, è proprio il contrario! Ai tempi avevamo preparato alcune canzoni, che insieme a quelle presenti sulla compilation “Parched With Thirst” erano state raccolte su un demo chiamato “Nemesis Of Power”. C’era un pezzo che negli anni avevamo rielaborato molte volte, molto buono come struttura, ma a cui mancava un riff; poi Tom ne tirò fuori uno che, modificando leggermente il pezzo, si adattava bene, e ne è venuto fuori “Domain Of Decay”.

Liricamente i Celtic Frost hanno sempre avuto uno stile distintivo, sia tecnicamente, con quelle frasi brevi, quasi tronche, che contenutisticamente, con pennellate visionarie, un senso di angoscia e paura ma spesso in un modo non convenzionale, fuori dai classici cliché metal. Ci sono esempi eccellenti come “The Inevitabile Factor” o “The Name Of My Bride”, ossessivi, pieni di malessere. Avete mantenuto o cambiato questo stile?
Siamo forse tornati al principio per ritrovare il quadro mentale. Negli anni siamo cresciuti come persone e anche il nostro inglese è molto migliorato, nel 1982 io e Tom lo parlavamo appena! Il materiale lirico oggi è molto intimo, viene davvero dall’anima. Ogni singola canzone riguarda noi stessi e cerchiamo di confrontarvi noi con l’esterno. Alcuni pezzi sono molto personali, in altri invece ho di nuovo trattato questioni storiche, filosofiche e religiose, calandoci dentro la mia persona. Il mio nome è Martin Eric Ain, lo sai, ma non è il nome che mi han dato, è quello che mi sono scelto io stesso, e infatti vedi che c’è un pezzo, “Ain Elohim”, che è un gioco di parole: io sono il creatore di me stesso! Ho letto la cabala ebrea, e in ebraico ogni lettera è anche un numero, quindi un nome diventa un numero se vuoi. Sai qual è il numero di Ain? Zero. Il nulla, o l’inizio, o la fine. Elohim significa “i signori”, così gli Ebrei chiamavano Dio…

Già, perché chiamarlo Jahveh sarebbe stato blasfemo.
Esatto. Quindi “Ain Elohim” significa “zero dio”, “nessun dio”, o “dio del nulla”. Non è una semplice negazione di Dio, è una domanda piuttosto. I testi sono fortemente connessi con la religione. “Synagoga Satanae” cita direttamente l’Apocalisse di San Giovanni. Oppure mi interessano molto gli Esseni, una setta ebrea; furono cancellati nella rivolta del 66 d.C., ma si sono ritrovati i loro scritti nelle grotte di Qumran. Si ponevano molte domande, come l’allargamento della rivelazione ai gentili, e non solo più agli ebrei. Erano molto diversi dagli altri, e far parte della loro setta richiedeva prove difficili. Ecco, ho riportato me stesso dentro questo contesto filosofico e religioso.

Perché questi ricorrenti temi religiosi?
Perché è uno dei motivi per cui ho iniziato a fare musica. All’inizio gli Hellhammer erano la pura ribellione ai miei insegnamenti cattolici, ovvero essenzialmente a mia madre, ma poi ovviamente la cosa si è evoluta. La domanda è: cosa è per me la religione, cosa significa per me Dio?

Come è stato lavorare con Peter Tägtgren come produttore? Ha contribuito in modo udibile al disco?
Senza Peter questo disco probabilmente non sarebbe uscito. Lui è veramente bravo, estremamente professionale. C’era molta pressione intorno a noi. Probabilmente per lui non è stato divertente lavorare con noi, ma noi ci siamo divertiti molto con lui!

Avete lavorato con vari produttori, anche non prettamente metal, per esempio Roli Mosimann. Quale vi ha soddisfatto di più?
Sì, Roli faceva cose più elettroniche, industrial, sperimentali, ma non ero nella band quando lo scelsero, ritornai più tardi. Roli non riuscì a metterci tutto quello che avrebbe voluto, “Vanity/Nemesis” fu un disco piuttosto conservatore per i Frost, dopo “Cold Lake” l’obiettivo era rifocalizzare piuttosto che fare esperimenti. Al momento penso che il migliore sia stato davvero Peter.

Quando penso alla passata produzione dei Celtic Frost, non mi viene solo in mente “bella musica”, ma soprattutto “influente”. Onestamente questa volta mi sembra più difficile che riusciate a lasciare un segno tanto grande nella musica estrema. Ma è ancora possibile oggi? Credi che “Monotheist” possa diventare una pietra miliare, e in quale senso?
No, non penso. Non l’abbiamo costruito con questo intento, così com’è stato per i nostri dischi passati. Volevamo fare buoni album, e siamo stati fortunati. Ai tempi le cose erano diverse, c’erano poche band e il metal estremo era una cosa mai sentita prima. Oggi ci sono generi e sottogeneri, e un grande disco è conosciuto magari solo da duemila persone. Ci sono tante categorie, e tante piccole band, e così difficilmente si trova qualcosa di originale. Non mi importa. Se la gente ama questo disco, se ne viene toccata, allora sono felice.

Ultima rapida domanda. Ex-membri: alcuni (Reed St. Mark, Ron Marks, Curt Victor Bryant) erano evidentemente molto talentuosi. Avete ancora avuto contatti con loro? E come è far parte dei Celtic Frost, a livello umano, personale?
Se questa è rapida, non voglio sentire quelle lunghe! Ci vorrebbe un’altra mezz’ora per parlarne, questa è una luuunga storia! Nei Frost c’è un nome costante, ed è Tom Warrior. Tante cose si sono svolte attorno a lui. Poi, se c’è un secondo nome, questo è il mio. Solo negli ultimi cinque anni abbiamo imparato, realizzato che siamo noi i Frost. E’ sempre stato un rapporto complicato, siamo entrambi persone difficili, che non accettano compromessi, ma è come una relazione familiare. Con gli altri mi sento ancora positivo; certo oggi è facile dirlo dentro di me, ai tempi ci furono momenti duri… Ma il peggio è sempre stato tra me e Tom!
Clicca per allargare...

kvist · 20 Ottobre 2006

Ed ecco qui una bella intervista per Head Banger Balls USA:
http://www.youtube.com/watch?v=z0g9LoKofxA

Ah, dimenticavo, guardatevi questa, ha i sottotitoli in Italiano:
http://www.youtube.com/watch?v=P0nV05P-Acc&search=Celtic%20Frost%20monotheist%20morbid%20tales%20metal%20cult

...e per chi non l'avesse mai visto:
http://www.youtube.com/watch?v=0Ms8hK1o-Mc&mode=related&search=Celtic%20Frost%20monotheist%20morbid%20tales%20metal%20cult

The Skull · 20 Ottobre 2006

Benedetta sia l'ascia della censura...

CarloM · 20 Ottobre 2006

Il trailer così come il video sono favolosi, danno l'esatta sensazione inquietante che riesce a creare l'album.
Però ora diamoci un taglio e divertiamoci con i Celtic Frost al Bim Bum Bam Svizzero:

http://www.youtube.com/watch?v=yFWNe1Me7pY&mode=related&search=

kvist · 20 Ottobre 2006

Non me lo fa vedere perchè dice che è stato rimosso!
Era forse questo? http://www.youtube.com/watch?v=u7S7TosWqUU
Se si, è troppo da ridere nel vedere Tom bardato di tutto punto attorniato da bambini e teenager, per non dire di Martin con il trucco agli occhi
Poi il più bello viene quando mollano lì l'intervista e si buttano sul palco a suonare Into The Crypt Of Rays in rigoroso playback

CarloM · 20 Ottobre 2006

kvist ha scritto:

Non me lo fa vedere perchè dice che è stato rimosso!
Era forse questo? http://www.youtube.com/watch?v=u7S7TosWqUU
Se si, è troppo da ridere nel vedere Tom bardato di tutto punto attorniato da bambini e teenager, per non dire di Martin con il trucco agli occhi
Poi il più bello viene quando mollano lì l'intervista e si buttano sul palco a suonare Into The Crypt Of Rays in rigoroso playback
Clicca per allargare...

Si si è quello!!
Bello Martin mentre parla di satanismo con i bimbi intorno e la tipa che assomiglia alla Franzoni.

kvist · 20 Ottobre 2006

Cazzo, sarebbe stata una figata se al tempo in cui guardavo anchio Bim Bum Bam c'erano i Necrodeath o i Death SS presentati da Paolo Bonolis e One

The Skull · 22 Ottobre 2006

Siccome abbiamo abbondantemente sviscerato Monotheist, perchè non spendere due parole su uno tra i pochi brani definitivi del metal degli ultimi 15 anni, ovvero Under Apollyon's Sun?

Druso Italico · 22 Ottobre 2006

kvist ha scritto:

Cazzo, sarebbe stata una figata se al tempo in cui guardavo anchio Bim Bum Bam c'erano i Necrodeath o i Death SS presentati da Paolo Bonolis e One

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ci fossero stati,vorrai dire.....
pure l'uso del congiuntivo sarebbe una figata....

kvist · 22 Ottobre 2006

Druso Italico ha scritto:

ci fossero stati,vorrai dire.....
pure l'uso del congiuntivo sarebbe una figata....
Clicca per allargare...

ti sei messo a fare anche il maestro? Scusate la mia ignoranza nel utilizzare i verbi, ma su questo forum si leggono tante di quelle cazzate...comunque grazie per avermi fatto notare l'errore chiuso OT

Under Apollyon's Sun doveva far parte del omonimo disco mai pubblicato, niente male come canzone, sullo stile prettamente heavy di Vanity/Nemesis, l'unica cosa che non mi convice è il suono della batteria, un po troppo effettata per i miei gusti, sinceramente gli preferisco Idols Of Chagrin, con quel assolo di chitarra schizzatissimo che troviamo metà della canzone, comunque va a gusti...

testaossuta · 24 Ottobre 2006

Third... From... The... Sun... UH !!!
Magari il nuovo album seguisse la scia della splendida "Under apollyon's sun" ... allora si che potremmo parlare di capolavoro....

Dragonfhain · 24 Ottobre 2006

i celtic frost mi piacciono molto.. non sono tra le mie band preferite ma un buon ascolto ci va ogni tanto l ultimo album mi ha deluso non poco..... speravo in meglio

kvist · 24 Ottobre 2006

testaossuta ha scritto:

Third... From... The... Sun... UH !!!
Magari il nuovo album seguisse la scia della splendida "Under apollyon's sun" ... allora si che potremmo parlare di capolavoro....

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Il ritornello che hai appena citato è quello di Wine In My Hand da Vanity/Nemesis...e poi la canzone Under Apollyon's Sun non è forse l'ultima della raccolta Parched With Thirst Am I And Dying?
Comunque sia io non faccio paragoni col passato, ma le canzoni di Monotheist mi piacciono tantissimo

The Skull · 25 Ottobre 2006

kvist ha scritto:

Under Apollyon's Sun doveva far parte del omonimo disco mai pubblicato, niente male come canzone, sullo stile prettamente heavy di Vanity/Nemesis, l'unica cosa che non mi convice è il suono della batteria, un po troppo effettata per i miei gusti, sinceramente gli preferisco Idols Of Chagrin, con quel assolo di chitarra schizzatissimo che troviamo metà della canzone, comunque va a gusti...
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Under Apollyon's Sun è un netto passo in avanti rispetto allo stile di Vanity, da cui comunque ha preso vita.
Lo considero uno dei brani più rappresentativi del genio compositivo dei Celtic. Il riff cadenzato alla base del pezzo è il cambio di tempo al minuto 2:10 sono momenti di pura genialità, come i suoni che vennerro confezionati per il pezzo.
Fu un vero peccato che gli unici a portare avanti la strada tracciata da questo brano furono i Coroner col solo, seppur immenso, Grin.

kvist · 25 Ottobre 2006

Grin è un disco IMMENSO!!!! Punto

P.S. cosa ne pensate del demo Death Cult dei Coroner con il buon Tom alla voce? A voi la parola...

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