Avere 30 anni.

vogliamo parlare dell'età attuale in cui i ggiovani iniziano a fare cose in autonomia come andare a scuola da soli, rimanere in casa da soli, etc. ?

stendiamo un velo pietoso

 

Queste sono tutte impressioni di vita vissuta che lasciano un po' il tempo che trovano. Poi ci sarebbe da discutere se li trovate imbecilli per la bassa maturità che hanno, quella sì frutto di un contesto culturale diverso in cui il ragazzo, non dovendo portare il pane in casa, prolunga lo stato di "bambino", oppure se li trovate proprio cerebralmente disabili. Io a quest'ultimo aspetto non ci credo minimamente, mentre sono d'accordo con il primo.
Inoltre, per parlare in maniera generale sulla questione "scuole buone, ragazzi imbecilli" io la vedo in maniera opposta già passando dalla mia generazione a quella di mio fratello, cinque anni più giovane di me. Vedo ragazzi con un bagaglio culturale e delle capacità, per quanto riguarda l'ambito scolastico, nettamente superiori.
Anche per quanto riguarda il confronto con studenti di altri stati, vi parrà strano, ma gli italiani vincono spesso a mani basse.
Unica pecca che riscontro è l'inglese, che anche io ho delle difficoltà ad imparare bene.
Quindi da parte mia c'è un gigantesco BAH

 

ce credi che ne conosco pure che a 23 anni noon hanno mai baciato una ragazza

 

L'evoluzione biologica nasce dalla selezione naturale.
Quest'ultima è stata quasi completamente eliminata all'interno delle società civilizzate.
Ti cito una frase presa da un sito che non c'entra niente: Lavorazione legno - Varese - Segheria Tognella Alessandro
"IL LEGNO BUONO NON CRESCE NEGLI AGI.
PIU’ IL VENTO E’ FORTE, PIU’ GLI ALBERI SONO FORTI."
A mio avviso i genitori pretendevano figli subito grandi.
Questo spronava i figli a sviluppare le proprie potenzialità.
Imparavano che erano soli e che dovevano sapersela cavare.
Se non eri in grado di fare qualcosa che tutti gli altri facevano normalmente, come per esempio andare in bicicletta o nuotare, venivi preso per il culo e mamma e papà non ti mandavano dallo psicopedagogo, ma rincaravano la dose e ti rimettevano in sella o ti ributtavano in acqua.
Sullo stato di "bambino", non sono d'accordo sul termine: guarda siti come "dodicenni ribelli" o "fanculo mamma, adesso ho 12 anni".
Ho visto che molti underteen hanno atteggiamenti e fanno cose che la mia generazione iniziava a fare da teenager.
Anche solo la figa: a me par di ricordare che a 12 anni non me ne importava nulla, l'importante era essere bravi a pallone.

 

dal tuo avatar direi che sai di che parli...

 

comunque io ho un età che dovrei cominciare a pensare ai figli e non ho un rapporto stabile almeno da inizio 2013. e sento la gente intorno dirmi che i rapporti lunghi si instaurano da più giovani. sento un po' tutti dirlo, e non coetanei, ma gente più vecchia. mi sento come se le mie ciulate le ho fatte e adesso devo pensare a mantenermi (cosa impossibile, la mia generazione sta pagando gli errori dei babbioni di quelle precedenti) e le donne vabbè, chi se ne importa. in effetti sono odioso e non mi fido più di nessuna, mi chiedo come potrei avere una relazione alla mia età

 

Più che altro uno col passare del tempo diventa meno malleabile e più abitudinario. Una convivenza implica adattarsi ad abitudini ed esigenze diversi dai propri. E se a 16 anni ti va bene tutto, a 23 un po' meno, a 30 non ne parliamo.
Per questo dopo una certa età diventa anche difficile abbandonare la casa paterna.
Per quel che riguarda il lavoro, i miei , per mia fortuna, sono stati lungimiranti, non seguendo la moda del tempo, in cui quasi tutti iscrivevano i figli alle varie scuole attinenti l'informatica: - Il settore è già quasi saturo, ora che arriverai tu a diplomarti, fra 5 anni, di posti di lavoro non ce ne saranno più.
Lo stesso ragionamento l'ho fatto io a 19 anni, non iscrivendomi a Giurisprudenza.

 

Guarda che all'inizio "terrone" non era un termine offensivo, erano le persone legate alla terra, intesa come valore.
Io da questo punto di vista sono molto terrone, sono legato al "la roba", come la novella del Verga, alla famiglia, ai pochi veri amici.
Il conto in banca ed il potere fini a sé stessi (il denaro è come il letame, se non lo spandi non serve) ed all'autoglorificazione non mi interessano.
Faccio parte di una generazione che è avanti di 10 o 12 anni rispetto a quella attuale. L'altra sera in televisione ho sentito uno che diceva che a 30 anni non si è né carne né pesce. Alla mia generazione è successo quando avevamo 18 / 20 anni. Entro i 30 tutti abbiamo fatto la nostra scelta di vita definitiva in merito a lavoro, casa, famiglia, figli...
Intanto che scrivo mi vengono in mente le cose: ecco la differenza, la paura del DEFINITIVO.
In questo oceano delirio di libertà che la società attuale offre, dove ci sono millemila possibili strade da imboccare, si ha troppa paura di sbagliare per levare l'ancora ed iniziare il viaggio.
Poi si diventa vecchi e pigri e si pensa che la taverna del porto sia il posto più sicuro, ed allora si decide di non partire più.
Non è saggezza, è prudenza stagnante (semicit.) quella che fa prendere la decisione di non decidere.
Ho ammirato i terroni che sono venuti qui al nord con le valigie di cartone ed hanno costruito degli imperi, aprendo pizzerie ed imprese edili, così come ora ammiro i sudamericani che fanno soldi con le loro imprese di pulizie, o i cinesi con i loro ristoranti e negozi di cianfrusaglie, tutto questo in mezzo ed in barba ai giovani italiani che mamma deve andare a portare ed a prendere la sera nei vari locali e discoteche.
Aveva ragione Papa Francesco quando ha detto che se le persone reimparassero a vergognarsi di sé stessi, si andrebbe molto meglio.

 

io non vorrei mai avere 30 anni e da vecchi XDXDXD

 

Ma infatti non arriverai ad averli

 

ahahaha brutto vecchio stai zitto XD