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Anticristianesimo

Discussione in 'Nordheim' iniziata da MetalWarrior87, 23 Marzo 2004.

  1. Zanna

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    2 Marzo 2011


    1) No. Infatti in Italia non ci sono solo cattolici. a Gerusalemme, ci sono 20000 religioni diverse.

    ---------------------------------------------------------------------

    2) E invece è un paragone azzeccatissimo. Dato che si accusa i credenti di credere perche "ne hanno bisogno".
    Tu hai bisogno di credere / non credere negli alieni o ci credi e basta?
    Tu hai bisogno di credere in un valore o ti è naturale crederci e basta?
    Tu hai bisogno di credere in Di Pietro o quel che è o ci credi e basta?

    -------------------------------------------------------------------


    3) Ogni religione ha delle regole e dei comandamenti.
    O comunque dei valori da osservare, è chiaro che se credi non sarai mai libero al 100%, ma se ci tieni ad una cosa, sei diposto a fare anche dei sacrifici. E i sacrifici, comunque, non sono una cosa leggera, in certi momenti ti pesano, sennò non si chiamerebbero "sacrifici", non credi?
    Credo che sia normale, in certi momenti della tua esistenza, avvertirli come un peso...altrimenti sarei un santo.
     
  2. Rasputin

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    2 Marzo 2011

    Non mi sono spiegata bene, mea culpa.
    Intanto però rispondo al resto.

    Atteggiamenti nel senso di azioni compiute o fatte compiere in suo nome. Banalmente, l'Antico Testamento fa parte della Bibbia anche per i cattolici. E lì Dio comanda continuamente al suo popolo eletto di fare un sacco di cose, alcune belle, molte brutte... ma sono opinioni.
    Nel Nuovo c'è Gesù che fa e disfa a tutto andare.
    La domanda era quindi, è possibile che ciò che è il volere di dio vada contro ciò che il singolo fedele (per motivi suoi che possono essere di varia natura) ritenga essere giusto o sbagliato?
    E ribadisco che non parlo delle azioni di preti, vescovi, ecc., né tanto meno a eventi naturali, intendo quello che è scritto nei testi sacri che, almeno quelli, dovrebbero essere sicuramente parola di dio senza tante attenuanti.

    Oppure nel momento in cui si ha fede è automatico cambiare opinione o comunque sforzarsi di cambiarla?
    Ovvio che non parlo del suonare la batteria o del tenere i capelli lunghi, quelli li disegnano anche a Cristo. :D

    Da lì nasceva la mia vera curiosità, ovvero se sono esistiti pensatori, filosofi o che so io, che pur avendo fede in una data religione l'abbiano ripudiata (non diventando atei, perché se si ha fede si ha) o si siano ribellati in qualche modo. Non ai preti, ma a dio stesso.
    La Bibbia è piena di esempi del genere (sempre finiti nel sangue perché Dio è un bel tipino :hihi:), di gente che pur avendo avuto addirittura le prove fisiche dell'esistenza di dio non hanno fatto ciò che chiedeva.

    Tu dici:

    Quindi dai per scontato che se uno ha fede e sa che esiste dio diventa automaticamente un suo seguace.
    Diciamo, per semplificare, che la fede "capita" a chi è già ben disposto a seguirne poi gli annessi e connessi?
     
  3. Rasputin

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    2 Marzo 2011

    Stando a delle stime datate 2008 la situazione italiana è più o meno questa:

    Cristiani Cattolici —— 51 milioni (87,97%)
    Musulmani —— 1.293.704 (1,9%)
    Cristiani ortodossi —— 1.200.000 (4/4,5%)
    Protestanti —— 700.000 (1,5%)
    Induisti —— 108.950 (0.2)
    Buddhisti —— 103.000 (0,3%)
    Ebrei —— 36.000 (0,1%)

    Tenendo conto che certe religioni "esotiche" sono arrivate solo negli ultimi anni insiemi agli immigrati, dire che in Italia non ci sono solo i cattolici è formalmente vero ma, visti i numeri, usarlo come esempio per dire che la fede non è localizzata è arduo.
    Oh, poi uno è anche libero di pensare, come Dreki, che ci sia dietro un disegno divino e ciao argomentazione. :)
     
  4. Zanna

    Zanna
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    2 Marzo 2011

    Beh comunque non ci sono solo i cattolici...:hihi:


    E a Gerusalemme allora, dove "convivono" le principali religioni monoteiste?
     
  5. ador dorath

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    2 Marzo 2011

    bè oddio, Gerusalemme ti pare abbia avuto una storia tranquilla?

    tralasciando ciò, ritengo che il pregio della Fede su cui tutti possiamo essere d'accordo è l'arte:

    YouTube - Virgin Black - Museum of Iscariot Subtitulado

    Caravaggio e Virgin Black. Vista e udito. da rimanere a bocca aperta.
     
  6. Zanna

    Zanna
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    2 Marzo 2011

     
  7. Dreki

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    3 Marzo 2011

    Come ti ho detto, no: non è così
    E infatti credo che di credenti che si sono "ribellati" sia piena la storia!
    Il punto però è che, se io ritenessi "sbagliato" uno dei principi su cui si fonda il pensiero della mia religione... come farei a considerarmi ancora parte di quel culto? Non mi starei costruendo una mia spiritualità?
    Parlo di principi fondamentali, eh: non di questioni di attualità.

    Finché un credente resta tale, può vivere (benissimo) smettendo di pregare e praticare, nel modo più completo. Ma non può vivere facendo finta che Dio non esista. Nel momento in cui se ne dimentica... la sua fede è persa.

    No, non ho detto questo. Ho solo detto che chi avverte l'esistenza di Dio senza però voler coltivare la propria fede, per me non è da considerarsi cattolico, ma teista. E se segue un altro culto, vale la stessa cosa.ù
    NIENTE DI MALE, eh! però non si professi cattolico :)


    No, su questo dissento nel modo più assoluto.

    A parte che non è che ci sia una formula matematica per prevedere chi può o non può avere fede, sarebbe 'na vaccata... ma comunque, NO: ti assicuro che la consapevolezza dell'esistenza di Dio, se ce l'hai, SOVRASTA ogni menata precedente.
    Non è nemmeno concepibile, in questo senso, per chi non ce l'ha. Non so spiegartela, non sono un poeta e non ne sono in grado. So descrivere fatti ed emozioni, è il mio lavoro, ma non questa.

    E' come bere acqua e renderti conto all'improvviso che avevi proprio sete, tantissima sete. Puoi aver avuto, in tutta la tua vita, le certezze atee più radicali, ciniche e antispirituali, puoi aver coltivato ogni sorta di convinzione antireligiosa, puoi esserti fatto beffe di ogni moralità: davanti alla consapevolezza che Dio esiste davvero, sai quanto valgono 'ste robe? :D


    Ecco perché, non l'ho scritto prima, non sono del tutto concorde coi paragoni fatti da Zanna.
    Sono paragoni onesti, fatti in modo nitido e sincero... ma la fede è un'altra cosa. Non nel senso che nella mia vita occupa il primo posto, anziché il secondo. ma nel senso che è altro.
    L'amore non è un grado di amicizia più alto degli altri: è un'altra cosa. E la fede non è una passione (come la musica), un'ideale (come quello politico), una convinzione (come gli alieni, o le conoscenze scientifiche), una simpatia (come il calcio). E... altro.
     
  8. Dreki

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    3 Marzo 2011

    No, aspetta... la fede non ti "condiziona": la fede è parte di te, è diverso.

    E' come se io ti chiedessi: il fatto che tu debba nutrirti, ti condiziona?
    In un certo senso ti condiziona in modo vitale... ma è un po' difficile immaginarti senza questa "condizione", no? :D
    Non è un gusto musicale, o una ideologia politica. E' assolutamente diverso. :)

    Personalmente, mi rende ASSOLUTAMENTE libero: anzi, è la consapevolezza più grande che potrei avere. Spero che siamo tutti d'accordo che pregare non sia poi 'sta gran limitazione, soprattutto se una persona lo fa volentieri, no?

    Il paragone fra Dio e il genitore è (e credo resterà sempre) il migliore che io potrei mai concepire.
     
  9. Rover84

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    3 Marzo 2011

    Credo di aver già riportato questa citazione ma secondo me una delle migliori definizioni della fede si trova in San Paolo (Lettera agli Ebrei 11,1)

    La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono.
     
  10. Rasputin

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    4 Marzo 2011

    Certo, certo.
    Mi chiedevo solo se tra i tanti filosofi o simili ce ne fosse mai stato almeno uno che pur avendo la certezza di dio avesse deciso di non seguirne le "orme".
    Siccome tra gli atei c'è una corrente di pensiero, che sforna libri anche di autori italiani come Giulio Giorello, dove si discute sul fatto che un ateo, pur davanti all'evidenza, continuerebbe a non adorare dio, mi incuriosiva sapere se fosse possibile lo stesso ragionamento da parte di un credente.
    Perché è "facile" per un ateo ragionare così (lo faccio anch'io, ad esempio), ben più complicato sarebbe per un credente.

    Ok, però torniamo al fatto che una volta che si ha fede, di fatto, diventi automatico diventare religiosi, che sia una delle tante "ufficiali" o che sia un teismo personale, sempre di adorazione si tratta.
    Un'esperienza così totalizzante deve portare per forza a un cambiamento, a un adeguamento del proprio comportamento.
    Ergo diventa praticamente impossibile che accada quello che chiedevo qui sopra.
     
  11. Thrashead

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    4 Marzo 2011

    E certo che se uno si converte cambia radicalmente la propria vita, ma non perché è condizionato, ma perché cambia completamente la propria prospettiva di vita.
    Non pensa solo all'oggi, ma anche all'al di là. Inoltre si prende sul serio ciò che è scritto sul Nuovo Testamento e si cerca di seguirne le orme nonostante tutti i difetti che si hanno.

    Poi bisogna dire ciò che accennavo qualche pagina fa. Le leggi di di Dio sono tutte spiegabili razionalmente, non sono leggi arbitrarie perché non siamo schiavi o sottomessi (come nell'Islam) ma perché abbiamo la dignità di figli di Dio.
    Per questo una marea di filosofi cattolici e cristiani capiscono le leggi fondamentali del nostro credo. Ne trovano la giustificazione razionale, il perché. Basta leggere un testo di S. Agostino, di S. Caterina da Siena o di S. Tommaso d'Aquino per capire cosa intendo.
    Anche quando parla il Papa, non parla perché si sveglia la mattina e decide cosa dire ispirandosi all'umore, ma nelle sue frasi c'è sempre una spiegazione riconducibile alle leggi di Dio e alla teologia.

    Ecco dire quello che dici te, che uno spiega Dio in via speculativa e poi lo rinnega, è un po' scoprire il fuoco e poi dire: non lo uso perché non credo nelle sue proprietà nonostante le conosca. È un po' un controsenso.

    Poi non è vero che Gesù Cristo fa e disfa a tutto andare. Se ci fai caso cita passi della Bibbia. L'Antico Testamento è un testo da interpretare per individuare il significato di Dio, chi è Dio, e Gesù Cristo cita le frasi giuste per far capire in quale direzione andare. Lui comunque ce l'aveva con gli scribi che avevano scritto il Talmud, pieno di leggi e leggine formali e che ritenevano più importante dell'AT.
    Attenzione l'AT non è da interpretare in senso letterale, ma in un'ottica di storia dell'uomo verso la salvezza, per questo si completa con il NT.

    Per me è invece è un grande Papa. Finalmente uno che dice le cose come stanno. Lo preferisco da Giovanni Paolo II e da Paolo VI.
     
  12. Dreki

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    4 Marzo 2011

    Io lo ritengo un teologo straordinariamente preparato, ma proprio straordinariamente (ma questo si sa)... ma non riesco proprio a condividerne la visione. :(
     
  13. ador dorath

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    4 Marzo 2011

    Agostino e Tommaso!

    :)
     
  14. ador dorath

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    4 Marzo 2011

    in ogni caso: cosa significa nella pratica che un credente pensa anche all'aldilà?


    (attenzione che è un trabocchetto che anche in cieco lo troverebbe :) )
     
  15. Thrashead

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    4 Marzo 2011

    Capisco cosa intendi dire, perché neanch'io condivido quello che fecero Paolo VI e Giovanni Paolo II. D'altronde l'infallibilità del Papa è solo quella che si esprime ex cathedra quando si proclama un dogma di fede o una dottrina rivelata.
    Ma cos'è che non ti convince? Essendo un grande teologo dovrebbe essere il più aderente possibile alla dottrina.
     

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