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Ambientalismo

Discussione in 'Attualità e Cultura' iniziata da Orlando1987, 19 Maggio 2020.

  1. Quintus Horatius

    Quintus Horatius
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    26 Aprile 2023

    Benché i ragazzi irritino te per il blocco stradale e me per l'imbelle riformismo, le questioni, slegate dal singolo gruppo che se ne fa portavoce, restano centrali e in questo senso ha ragione @RIP.
     
  2. thunderrising

    thunderrising
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    26 Aprile 2023

    Se l'idea di sensibilizzare sul problema ambientale è quello del governo, a colpi di multe per i barbecue che inquinano o di blocco di auto praticamente nuove partorite da qualche piddino della Ztl,(vedi Milano)stiamo freschi.
     
  3. Quintus Horatius

    Quintus Horatius
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    26 Aprile 2023

    Non posso parlare a nome degli altri, di sicuro non è la mia, perché la responsabilizzazione estrema del privato cittadino fa da specchietto per le allodole per distogliere l'attenzione dal mastodontico inquinamento figlio della (plus)produzione mondiale di merci.
     
  4. The Neuromancer

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    26 Aprile 2023

    Ma questo cosa vuol dire? Chi decide cosa produrre e cosa no?

    Non capisco a cosa ti riferisci quando parli di "leggi del valore", se non che quando si lavora si produce qualcosa che prima non c'era.

    Beninteso che i paesi socialisti, o quelli socialisteggianti anche di oggi, non hanno prodotto grandi risultati a parte le sparate propagandistiche: esportano tutti materie prime o semilavorati verso i paesi del "primo mondo".
     
  5. Quintus Horatius

    Quintus Horatius
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    26 Aprile 2023

    Purtroppo nessuno, infatti ci troviamo in balia del moloch mostruoso chiamato mercato, fatto di estrazione di valore e di ideologie correlate, anche quando si traveste da altro ( paesi "alternativi").

    Sì, si produce qualcosa che prima non esisteva, ma il problema sta, per l'appunto, nel processo produttivo e nel come e nel perché il lavoro crea qualcosa.
    Poiché dovrei scriverti mille righe in proposito, mi accontento, a malincuore, della pochezza di Wikipedia: Teoria marxiana del valore - Wikipedia
     
    #125
    Ultima modifica: 26 Aprile 2023
  6. Quintus Horatius

    Quintus Horatius
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    26 Aprile 2023

    Non si è mai visto sulla faccia della terra un paese né socialista né "socialisteggiante", dal momento che si sono imposte forze produttive il cui unico scopo è stato imporre dall'alto la mutazione di un tessuto produttivo arretrato, per certi versi tardo-feudale o misto, al fine di trasformarlo in un apparato industriale al passo con i tempi. In parole povere, i vari partiti, dopo la presa del potere nei rispettivi Stati, hanno svolto la funzione della borghesia assente o lungi dal trovare ancora la sua piena affermazione. Ciò, naturalmente, allo stesso prezzo di qualsiasi sviluppo capitalista: la distruzione della vita di milioni di persone, con in più l'aggravante della rapidità che, per forza di cose, esige la spietatezza del pugno di ferro e l'accentramento di tutti i processi decisionali. Questo fenomeno è chiamato "capitalismo di Stato" dalla critica marxista vera (alla quale dobbiamo le analisi più puntuali sull'URSS e la Cina, già a partire dagli anni trenta per la prima e metà dei cinquanta per la seconda). Poiché in questi paesi permaneva e permane la legge del valore, non possono essere definiti socialisti.
    Del resto, anche l'Europa di un tempo regolava con vigore la dialettica tra capitale e lavoro (solo in Italia: Bava Beccaris, squadre paramilitari prezzolate e miriadi di altri esempi possibili che giungono fino a cinquant'anni fa), mentre oggi, sebbene non disdegni farlo quando serve, applica altri metodi, assai subdoli. Probabilmente anche la Cina, una volta raggiunto l'apice delle forze produttive e prima del suo lento declino, passerà a un regime democratico, più utile a governare quella fase. Non sto parlando di complotti orditi dall'alto o sciocchezze del genere, ma di come l'evoluzione del modo di produzione influenzi la politica, il rapporto con l'ambiente e tutto il resto.
     
    #126
    Ultima modifica: 26 Aprile 2023
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  7. The Neuromancer

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    27 Aprile 2023

    Nell'ottica marxista-leninista ce ne sono stati, e qualcuno c'è ancora, comunque non voglio andare off topic: dico solo che, finché siamo 7 miliardi, l'idea di abbandonare taylorismo e agricoltura industriale, che già è un presupposto stupido, mi pare del tutto infondata: si parla di sostentamento di miliardi di persone, ergo non è una buona idea regredire a tecniche meno produttive.
    Per quanto riguarda la pianificazione della produzione, non ho capito con cosa dovremmo rimpiazzarla, perché ad esempio i paesi dove c'è quello che chiami "capitalismo di stato", sono gli unici esempi che mi vengono in mente di economia pianificata. Ci vorrebbe una specie di super-stato mondiale? Insomma qualcosa che impedisca a tutti di fare quello che gli pare, mi sembra che questo sia il tuo proposito.
     
  8. Quintus Horatius

    Quintus Horatius
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    27 Aprile 2023

    Rapida nota a margine: mi permetto di parlare a nome loro sulla base di ricerche condotte, asserendo che i veri leninisti considerano terminato l'esperimento con la morte del suo artefice.
    Lo stesso Bordiga, al quale non sfuggivano certe criticità mentre Lenin era in vita e non lesinava su discussioni e polemiche, si arroccò poi in una posizione di strenua difesa dell'operato del rivoluzionario russo, ma ciò nonostante scrisse il testo, di cui consiglio la lettura se ti interessasse il tema, Russia e rivoluzione nella teoria marxista, nel quale si trova un tassello importante del mosaico teorico da me rozzamente riassunto qui sopra.

    Mettere in discussione il paradigma economico (o sperare nel suo abbattimento) non significa propugnare un ritorno al medioevo né tanto meno rinunciare all'innovazione e alla ricerca, semmai liberarla dalle pastoie del profitto.
    La plusproduzione mondiale non serve a sfamare i miliardi di abitanti del pianeta, tanto è vero che la sperequazione regna sovrana in ogni angolo della terra, dal quartiere in cui abito sino ai livelli più profondi del sud o dell'est del mondo. Essa segue le leggi del valore di cui sopra e si auto-alimenta in una bulimica ricerca di spazi in cui far circolare merci, con le conseguenti crisi sistemiche e una costante tendenza al crollo sullo sfondo.
    In tutto questo, inevitabilmente l'ambiente è sottoposto a un costante saccheggio senza tregua. Come diceva un tale, all'economia del capitale, con le sue leggi, non importa produrre una bomba o un comodino: ciò che offrirà il margine più elevato di estrazione di valore in quel momento verrà scelto. Figuriamoci che cosa le importa della salvaguardia degli ecosistemi e del clima.
    Infine, quanto voglio io è completamente irrilevante, perché il momento storico determina una sconfitta su tutti i fronti di qualunque cosa si opponga alle merci e ai suoi correlati ideologici. Fortunatamente -per citare Dwight- ho più nichilismo che sangue e dunque, già dall'infanzia, non mi aspettavo nulla di diverso.
    Se mi fornissi un'ipotetica bacchetta magica, non vorrei un "superstato", ma il tramonto del valore e, di conseguenza, di tutte le sue appendici, compresi Stati, confini etc. etc.
     
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  9. yessong

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    28 Aprile 2023

    Io sono un ambientalista convinto, sono uno che detesta il consumismo sfrenato, che considero il vero killer di madre terra.
    Il mio sogno è un ritorno ad una vita più mite e "rurale".
    Quasi rimpiango la vita serena condotta dai miei nonni (due grandi compagni che andavano coi sindacalisti nelle campagne a rischiare la vita per fare l'esproprio dei terreni ai baroni feudatari), anche se con pochi soldi sotto la mattonella. Tutto bastava e tutto andava avanti senza traumi. Non avevano un trattore di 100.000 euri, ma un cavallo ed un carretto, io da bambino andavo spesso con loro, raccoglievamo frutti e verdure tutto l'anno., ogni stagione aveva i suoi profumi, sapori, e i suoi colori, erano glii anni 70 nella mia sicilia, allora ancora esistevano le stagioni, oggi dove stanno le mezze stagioni??
    ce ne sono rimaste solo 2 ma tanto rigide quanto sballate entrambe.
    Il consumismo, crea quei brutti mostri che stanno dilaniando la terra, inutili industrie che producono inutili prodotti (del progresssso!! ma quale cazzo di progresso). Diamoci tutti una calmata, io da piccolo avevo i pantaloni con le toppe, e le scarpe le compravo una volta l'anno, i giocattoli me li costruivo, carrozze, fionde, archi, anche una batteria, si la mia prima bellissima batteria:ejasi:. Ma era tutto così bello e spontaneo, adesso sembrano discorsi da ebete, perchè i ragazzini devono avere il cellulare di 1.000 euri, o la bici elettrica altro che carrozza con cuscinetti regalati dall'amico meccanico di papà.
    Chiedo scusa, il mio forse è più uno sfogo, ma mi andava di esporlo, vorrei che tutti dessimo più valore alle cose che contano veramente, che non sono ne mai lo saranno i valori del capitalismo.
     
  10. The Neuromancer

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    28 Aprile 2023

    Ti ringrazio per le varie citazioni (Marx soprattutto, Bordiga mi interessa già meno), sono discussioni archeologiche ormai ma a me da appassionato di storia continuano ad interessare, come quando simpatizzavo per Proudhon, e cercavo di capire di più sulle diatribe tra Marx e Stirner, Bakunin e Mazzini.
    Però purtroppo stiamo trascendendo di brutto, quindi rimanderei altre discussioni al topic di storia o affini.

    Guarda che col cavallo e il carretto non sfami 7 miliardi di persone, anche se si può senz'altro comprare qualche paio di pantaloni di qualità e rattopparli con perizia quando c'è bisogno; il telefonino in effetti è una mania; ma più che un semplice telefonino è quasi un computer portatile, visto che ci fai la qualunque.
    Ovviamente si può fare a meno di tutto - letteralmente - dalle chitarre elettriche, agli ampli valvolari e a transistor con cavi annessi, ai cd e perfino dei pantaloni, visto che il genere umano ha vissuto senza per un sacco di tempo in armonia con la Natura.
    Ciò non toglie che mi paiono propositi molto difficili da attuare, anche considerando la provenienza mediamente agiata dei cosiddetti ambientalisti imbrattatori.
     
  11. Quintus Horatius

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    28 Aprile 2023

    Ringrazio te per aver offerto l'occasione di trattare argomenti interessanti.
    Per me si può discutere quando vuoi nella sezione dedicata alla storia: mi fa piacere; tuttavia, a parte le diatribe tra correnti (in verità anche quelle questioni restano attuali, in quanto consentono di non commettere gli stessi errori), i temi non vanno affatto relegati all'archeologia del pensiero, perché le leggi del valore dominano ancora la nostra vita nella totalità dei suoi aspetti, rapporto con l'ambiente compreso. Senza un superamento di quelle leggi, il pianeta continuerà a essere martoriato e tutte le sciocchezze di Latouche e dei suoi epigoni, oppure delle varie "rivoluzioni green" promosse dal padronato per lavarsi per finta la coscienza, si riveleranno per ciò che sono: sciocchezze, per l'appunto.
     
  12. Quintus Horatius

    Quintus Horatius
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    28 Aprile 2023

    Anche se non condivido l'entusiasmo bucolico e l'esaltazione della vita rurale (troppo romantica, per i miei gusti), ho letto con piacere il tuo intervento, perché ho avvertito la nostalgia di cui è permeato.
    Nel mio piccolo e in altri anni, ho vissuto qualcosa di -molto vagamente- analogo: quando ancora io non esistevo, mio nonno, operaio tessile non specializzato, viveva con moglie e quattro bambini in un piccolo appartamento nei pressi della fabbrica, affittato direttamente dal padrone, il quale, in questo modo, dopo avergli estratto valore durante tutto il mese, il ventisette gli toglieva anche una parte delle briciole concesse. Una volta in pensione, dovette lasciare la casa e, poiché proveniva da una famiglia di contadini poveri, aveva ricevuto in eredità dai genitori solo una sorta di cascina fatiscente in mezzo al nulla, in provincia. Così, si mise a ristrutturarla da solo alla bell'e meglio e si trasferì lì (oggi l'edificio cade quasi a pezzi e ci vive dentro mio zio). Quando ero piccolo e andavo a trovarlo, trascorrevo moltissimo tempo giocando tra prati e boschi. Credo che esperienze del genere ispirino, se non direttamente l'attenzione alla salvaguardia dell'ambiente, per lo meno una certa fascinazione per la natura (e, forse, per il black metal...).
     
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  13. Idol

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    28 Aprile 2023

    Io sto cercando di realizzare un ritorno al passato.
    Sto cercando una casa verso le montagne, piccola ma con terreno intorno per fare un grande orto, qualche animale, contatto con la natura e soprattutto lontananza dal troppo caos cittadino, anche solo di piccoli centri.
     
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  14. Quintus Horatius

    Quintus Horatius
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    28 Aprile 2023

    P.S. onore ai tuoi nonni!
     
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  15. Riky

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    28 Aprile 2023

    Ma il dubbio che mi sorge sempre è come fai a superare queste leggi senza l'imposizione tramite un governo autoritario e violento? Considerando che poi lo devi applicare in tutto il globo. Mi sembrano quelle soluzioni che cominciano con il "se tutti facessero così", che già dalla premessa sono delle non soluzioni.
     

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