TM Cinema (Part II)

La Rodriguez in versione barbaro pare Eric Adams

 

Già solo per lo scontro con Donnie Yen si prospetta essere il capitolo migliore.

 

Appena visto su Netflix un film chiamato The gray man, avevo visto il trailer ma non il film intero... wow!
Gran bell'action movie, sparatorie e inseguimenti top, bella storia, bei personaggi, forte!

 

Allora, Crimes of the Future (ormai va di moda non tradurre più i titoli ma lasciarli direttamente in inglese e solo quelli in inglese: perché "english is cool") è, va da sé, puro Cronenberg al 100%.

Ma anche qui ci sono da fare alcune precisazioni. Cronenberg da autore nel senso concreto del termine, ha sostanzialmente fatto sempre lo stesso film, cambiando ed evolvendo a seconda dei tempi, delle sensazioni, della crescita personale; soprattutto il buon David è un autore prettamente filosofico, nel senso che i suoi film prima di raccontare delle storie, sono fatti per rispondere a degli interrogativi che lo assillano, per ragionare sopra determinate tematiche che lo interessano.
Da questo ne discende un rigore assoluto delle immagini, cristallino, chirurgico, cerebrale. Cronenberg è un autore cerebrale o meglio in lui si instaura una tensione tra il surrealismo (il ricorso all'inconscio, realtà e fantasia fuse insieme) a cui si rifà (senza contare non solo alla mente, ma ad essa in quanto cervello in quanto corpo) e la superficie astratta da ragionamento saggistico in cui sono costruiti i suoi film; questo binomio si nota anche dal suo richiamarsi alla corporeità, da un lato la visceralità del corpo, dall'altra la superficialità dell'immagine (entro cui ribolle il Caos).

Ma se agli inizi del suo approdo al cinema commerciale egli condiva il tutto con l'esplosività del body-horror o del vortice irrealistico surreale delle immagini e/o dal pathos del melò e/o dell'angoscia esistenziale, andando avanti è sempre più giunto a limare il tutto verso un rigore assoluto totale: ecco, Crimes of the Future è proprio questo.
Le audioimmagini di Cronenberg giungono al (apparente) controllo assoluto, freddo, razionale, astratto mentre sotto ribollono l'alterità del corpo e il caos della vita.
La dialettica del (tentativo di controllo)-disordine si instaura primariamente sulla superficie dell'immagine, nel tentativo di cogliere "l'al di là" (cioè, ciò che è dentro il corpo sia fisico sia metaforicamente dell'immagine), laddove si annida il disordine, ciò che sfugge al controllo (proprio al fondo di ciò che è "organizzato" come una vera e propria macchina, l'organismo) il quale è sia fautore di morte sia di creatività: è solo abbandonandosi all'informe (e pescando da) che si può produrre una Forma Nuova (cioè, l'arte secondo C.)

È un'opera dunque che rispetto ad altre più celebri del canadese, manca di esplosività e della discesa nel maelstrom in cui incorrono i suoi protagonisti quando fanno esperienza del caos, perché qui l'abbandono al disordine interiore e ri-trovare una vera parte di se stesso, porta direttamente questa volta alla Nuova Carne, trattando direttamente la figura dell'artista secondo C. in quanto tale (come in Naked Lunch, ma lì Cronenberg/Burroughs finiva per perdersi dentro di sé).

 

Morto Jean Luc Godard, uno dei giganti del cinema del Novecento e in generale dell'arte e della cultura.
Piano piano, se ne vanno tutti.

 

Sembra un bel film.

 

È il live action di burattino senza fichi?

 

Ho finalmente visto, dall'inizio alla fine senza distrazioni o interruzioni, I guerrieri della notte. Bello!
Tante facce conosciute, da Dexter al Corvo, ma anche tanti che non sono andati da nessuna parte...
Idea iniziale potente e ben sviluppata, per l'epoca... una NYC che non c'è più.

 

Film capolavoro, ma in che senso Dexter e Corvo?

 

Uno dei Warriors è il papà di Dexter, uno dei cattivi era il cattivo del Corvo (e di Twin Peaks, che non ricordavo)

 

Sembra un film interessante!