Judas Priest

sgommate e lame nella notte, molto poetico questo post, forse in altri album del passato tipo POE dove si vede uno stradone in copertina li le sgommate si che ci sono.
Se ti aspetti oggi i Judas Priest di KK.e Tipton scordatelo, Faulkner per quanto bravo non può e non deve fare il copiaincolla di quei suoni che hanno fatto in passato quei due. Lui come ho già scritto sta facendo bene il suo mestiere, ma certi paragoni sono ingenerosi nei suoi confronti.
Alle mie orecchie il disco suona potente con suoni molto taglienti, un Panic Attack per es. sembra uscito dal meglio di Paikiller e la chitarra sgomma pure sia nel riff che nel solo, The Serpent And King e micidiale ha dei suoni che tagliano la testa, Invisible Shield è perfetta sotto tutti i punti di vista, uno dei brani più legati alle loro origini (a mio modestissimo parere).
Bah, sarò forse l'unico in sto forum, a me questo disco piace e parecchio, e onestamente non ci trovo punti deboli, a leggere commenti e recensioni un po' qua un po' la si leggono solo apprezzamenti e voti da primi della classe, qui dentro non ho ancora letto un commento positivo a parte i miei.

 

Ma io ne ho parlato bene, ho parlato solo che a parer mio è vero che sarebbero le bonus ma hanno allungato il brodo inutilmente con tracce riempitive che ne penalizzano l’ascolto appesantendolo ma per il resto a parte escape from reality (orribile) il disco suona davvero bene ma personalmente lo trovo inferiore a firepower

 

Ragazzi vi dico solo una cosa: Invicible Shield (song) è un pezzo che non ha nulla da invidiare ai classici ottantiani.... stasera a Glasgow parte il tour vedremo qualcosa su You Tube e soprattutto che scaletta portano on stage! Non vedo l'ora!!

 

Ma guarda, questo pezzo per me è l'unico veramente con i controcazzi e veramente degno dei Priest classici. Per paragonare questo pezzo ho fatto una veloce analisi, gli altri sono molto molto basici come struttura tipo classico riff-chorus-riff-chorus-assolo ecc. qua abbiamo:

-intro, veramente bello l'intreccio tra il riff e la batteria
-parte riff e le strofe
-bridge
-chorus
---si ripete riff+bridge+chorus
-un riff diverso
-assolo 1
-assolo 2 - un pò più lento
- assolo 3 più veloce
- assolo 4 / outro assoli
-riff
-chorus
- una meravigliosa armonia d'uscita
- armonia con palm muting


meravigliosa, veramente. In ogni caso la prima metà dell'album molto meglio della seconda, che a tratti è veramente molto superficiale e generica.
Anche la produzione di Andy Sneap è troppo pulita, dovrebbe essere più cattiva, è troppo patinata e cristallina, se vogliamo guardare il pelo nell'uovo.


Sono curioso di vedere la setlist.....

 

Premettendo che ho già fatto le mie considerazioni parzialmente positive sul nuovo album, vi confesso che mi viene più voglia di mettere sul piatto l'ultimo di KK che Invincible Shield.
Il motivo credo che sia dovuto al fatto che i pezzi presenti in The Sinner in buona parte hanno un crescendo che arriva a sfociare in qualcosa ed esplodere, mentre nell'album dei Priest da questo punto di vista trovo un pò il freno a mano tirato.

 

l'ultimo di KK è un instant classic e ogni volta che lo metto su mi viene la pelle d'oca. Qua putroppo non ci avviciniamo manco un po....mi vedo d'accordissimo

la differenza sta nel songwriting credo, i pezzi di KK sono tutti molto vari, pieni di passaggi e molto interessanti, cosa che i Priest hanno perso da quando KK non ci sta piu....l'unico pezzo degni di nota come ho detto è solo invincile head direi.

 

Aspettative polverizzate, devo riconoscerlo.

MUSICA: Un disco così a cinquant'anni esatti dal debutto è poco meno di un miracolo, sia dal punto di vista compositivo sia da quello delle performance individuali. Vista la quantità di singoli che di questi tempi precedono la pubblicazione dei full length è quasi incredibile che un pezzo del calibro della title track sia stato tenuto nascosto fino alla data di uscita; benissimo anche Gates Of Hell, As God Is My Witness, Trial By Fire, Giants In The Sky, Fight Of Your Life e Vicious Circle. The Lodger e Escape From Reality sono le più sorvolabili ma comunque non da buttare.

C'è una problematica specifica che purtroppo affossa in parte l'album ed è il vizio di liquidare i ritornelli ripetendo a oltranza la stessa frase (non parlo della melodia, proprio le parole in sè). La questione è annosa e ha interessato praticamente l'intera carriera della band ma qui è diventata cronica e coinvolge più di metà della tracklist (tracce 1,2,4,9,10,11,14). Variare la formulazione avrebbe richiesto uno sforzo minimo e portato freschezza e progressione ai chorus; così come stanno le cose invece linee vocali potenzialmente solide (perchè di per sè lo sono, dalla prima all'ultima) vengono ridotte a tiritere inconcludenti.

PRODUZIONE: nel complesso bene, suoni potenti e voluminosi. C'è qualche filtro eccessivo che qua e là rende le vocals di Rob acquose e innaturali

CONFRONTO CON FIREPOWER: la distinzione principale che questo lavoro vanta sul precedente è la presenza di un highlight immediato e anthemico come la title track, quasi un classico istantaneo; su Firepower non c'era niente di paragonabile, solo Rising From Ruins si avvicina. Il minutaggio medio è però aumentato (mancano i "cioccolatini" come Lightning Strike e Necromancer) e i pezzi sono tra loro meno distinguibili anche a causa dell'assenza di ballads e momenti doom

 

Neppure Never The Heroes e No Surrender sono paragonabili alla titletrack? Premetto che non ho ancora acquistato e quindi sentito in toto il disco

 

No Surrender, esatto, per me è la mega hit di Firepower, disco che ho rimesso l'altro giorno e continuo a trovare splendido. Non vedo l'ora di dedicarmi al nuovo

 

1. Panic Attack (debutto)
2. Rapid Fire
3. You've Got Another Thing Comin'
4. Metal Gods
5. Lightning Strike
6. Love Bites (prima volta in 9 anni)
7. Breaking the Law
8. Saints in Hell (prima volta in 5 anni)
9. Trial by Fire (debutto)
10. Turbo Lover
11. Invincible Shield (debutto)
12. Beyond the Realms of Death
13. Victim of Changes
14. Screaming for Vengeance
15. The Green Manalishi (With the Two Prong Crown)
16. Painkiller
17. Hell Bent for Leather
18. Living after Midnight

 

Painkiller è già il contrario infatti, io fossi in loro farei sinceramente un pensierino nella sua rimozione

 

Ho visto recentemente un bootleg DVD del 1991.... era il Rock In Rio. Painkiller (album) era uscito da poco e al Festival brasiliano stranamente portavano dal vivo solo la titlle track (poi bisogna vedere se il concerto filmato non era taglia tagliato eh!)... Beh, Rob Halford la cantava bene Painkiller, ma stiamo parlando appunto di 33 anni fa... poi c'è stato uno hiatus di ben 12 anni.... e credo che tutte le versioni live dal 2003 non reggano il confronto anzi credo che vadano sempre peggio. Purtroppo l'ho sentita con le mie orecchie 2 anni fa sia a Villafranca di Verona che a Wacken, e purtroppo è inascoltabile dato che il buon Rob per quanto s'impegni (sia lodato sempre), lo screaming è stridulo e soprattutto disturbante.... ma tanto non interessa quasi a nessuno la prestazione. Painkiller è una "canzone icona". Fa parte come sempre di quelle 5 o 6 che non possono mancare. Di queste noto che è sempre presente The Green Manalishi... a questo punto penso che è un pezzo imprescindibile di Rob. A me è sempre risultata inutile. Preferisco come cover se proprio ce la devi mettere Diamond And Rust!

 

Ci sta come ragionamento, ma per me se la deve cantare cosi anche no.
Gillian ha tolto Child in Time dalla scaletta da decenni per esempio, eppure era una di quelle imprescindibili live.