Film Horror

E io quando di grazia avrei scritto che è cinema di basso valore? Con altro livello intendevo - e mi sembrava chiaro - di piano differente - per concezioni, visioni, idee - rispetto al tipo di cinema di - Carpenter nonostante gli ovvi contatti ed intrecci tra i due. Esattamente come sono su un piano differete il cinema di Clint Eastwood e quello di David Lynch; anche se questi due non hanno nessun nesso tra loro, mentre Cronenberg e Carpenter si.

Sul piano della considerazione storico-critica Cronenberg è generalmente ritenuto più importante di Carpenter, ma non ritengo un'eresia argomentare e dibattere sulla loro equivalenza (o il contrario se uno vuole); come anche ritenere il cinema di Carpenter migliore. E, per esser chiari e non nascondermi: ritengo Carpenter uno dei migliori registi della new (new) Hollywood i suoi film mi piacciono molto alcuni sono tra i miei preferiti di quel periodo e ritengo che nella Hollywood odierna la mancanza di uno come lui si faccia sentire pensantemente, tuttavia preferisco Cronenberg. Ma questo mio giudizio esula dalla considerzione storico-critica; cioè non è perché lo preferisco che scrivo che sia tenuto in considerazione maggiore rispetto a Carpenter.
Con elevato ad arte, non intendevo affatto che sia stato l'unico che abbia fatto del grande cinema horror...ci mancherebbe. Così come non ritengo per nulla inferiori i capolavori di Carpenter e Romero ai grandi film di Cronenberg. Il genere horror risale agli albori di Hollywood e ci sono stati tanti capolavori e grandi registi; con quello intendevo che Cronenberg ha innestato nell'horror una concezione di cinema che è - per la maggiore - di stampo europeo (o underground off-Hollywood in USA) e che vede il cinema come mezzo di espressione personale e privata di un autore-artista; e non è neanche il solo ma è di sicuro quello che lo ha fatto con una metodica tale da sublimare il genere verso un cinema che fonde cinema d'autore-sperimentale e cinema "narrativo-spettacolare": per semplificare (attenzone: termine che non uso a caso) Carpenter vuole raccontare storie - nella tradizione dei grandi registi - che tengano incollato alla sedia lo spettatore facendolo però riflettere criticamente sulla società in cui opera; Cronenberg vuole fare indagini filosofiche sull'uomo contemporaneo e la società in cui vive attraverso racconti per immagini in movimento.
Su Wes Craven: mai detto che non abbia fatto bei film. Ma il cinema sai - nella sua totalità - è piuttosto vasto, ci sono bei film di qualunque tipo anche tra gli spaghetti-western e i polizieschi italiani; il tutto sta solo a dare il giusto peso alle cose. Poi oh se lo reputi di importanza tale da essere accomunato agli altri tre registi nominati o che abbia fatto film di pari livello sei liberissimo eh. Non è che ci si debba uniformare, anzi è preferibile essere in diaccordo porta a non avere una visione eccessivamente rigida.

 

Non ho detto che tu consideri il cinema di Carpenter e Romero di basso valore, ho esposto i motivi per i quali io lo considero di alto; e quei motivi sono nella parte di post che hai tagliato.

Però è vero che hai sentito il bisogno di stabilire una graduatoria di merito tra Cronenberg e gli altri registi citati da Elpata, quando parlava della capacità dei grandi registi di genere di veicolare attraverso il loro cinema messaggi sociali, politici o filosofici. Alcuni di essi lo hanno fatto con continuità nell'arco di tutta la loro carriera (Cronenberg, Carpenter, Romero), altri hanno raggiunto il massimo della loro capacità comunicativa solo in alcune opere, vedi Craven o Hooper.

Perché, gli altri registi citati non vedono il cinema come mezzo per esprimere le loro idee e le loro riflessioni sul mondo? L'innesto in scenari apocalittici di riflessioni sull'uomo e la sua natura non è forse una ricerca filosofica?

 

No è proprio diversa la concezione da cui partono, senza contare le influenze. Carpenter vede il cinema come un mezzo per raccontare storie d'azione interessanti che intrattengano il pubblico, ma che siano allo stesso tempo profonde e con interessante taglio critico; poi che Carpenter abbia una diversa consapevolezza poetica rispetto ai registi classici deriva dal fatto che è della generazione di studenti di cinema ed è un cinefilo, quindi non il suo sguardo sul cinema è già di rielaborazione critica di suo. Cronenberg non è un cinefilo le sue vere infuenze provengono dalla letteratura - soprattutto quella sperimentale americana e al cinema guardava soprattutto a quello d'autore europeo, lui si considera un artista che utilizza il mezzo di espressione cinematografica per veicolare principalmente idee, riflessioni, indagini estetico-filosofiche; lo fa però operando volutamente nel cinema commerciale, quindi sempre attraverso il racconto di storie (ma che per i film maggiori non a caso deviano da una narrazione classica per diventare modello di autoriflessione sulle immagini nell'epoca massmediale).
Certamente anche riflessioni filosofiche si possono estrarre - e sono contenute - dai e nei film di Carpenter come di (quasi) chiunque altro (tra i registi importanti), ma è proprio differente la base da cui si parte, la considerazione del proprio lavoro. Secondo me stai facendo polemica per nulla: ho fatto non a caso l'esempio tra Eastwood e Lynch - e sottolineando che Cronenberg-Carpenter hanno lati in comune tra loro specie per i primi anni di carriera e per alcuni film, a differenza di quei due - per far capire bene cosa intendevo senza perdere tempo a scrivere papiri.

 

Il modo di fare cinema di Cronenberg però, ha mutato decisamente forma nel corso degli anni.

Nel suo ultimo film, ad esempio, c'è tantissimo delle atmosfere lynciane.

 

Hai descritto il modo in cui i grandi registi di genere si esprimono: bilanciando in modo perfetto intrattenimento e riflessioni critiche sul mondo che li circonda. E in Carpenter e Romero queste riflessioni arrivano diritte al punto, con un'immediatezza che io considero un pregio.

Questo non mi sembra di averlo messo in discussione; ma di fatto parla di altro attraverso la narrazione di storie, con uno stile personale che lo identifica e lo rende immediatamente riconoscibile. Così come gli altri registi citati. E' questo il punto su cui verteva il post di Elpata che ha dato inizio alla discussione; che lo faccia in maniera più "artistica" di altri può anche essere vero.

Nessuna polemica, almeno da parte mia.

 

Non sono affatto d'accordo. Il seme del male è un gioiello visivo e scenografico, e Halloween, The Thing e Fuga da New York (più i primi due forse) non hanno niente da invidiare a Cronenberg, tecnicamente parlando.
Poi consiglio di rivedere La cosa e Essi vivono, che sono fra le critiche più spietate e ciniche nei confronti della politica americana e gli americani stessi. Carpenter, non è un caso, non ha mai avuto successo in patria (a parte per Halloween) ed è considerato addirittura un autore di serie Z (hahaha).

 

Il suo migliore in pratica (vabbè che stiamo parlando, con Boyle, del più sottovalutato regista ever). Vital, intendo.
Kotoko molto molto disturbante (anche nel senso negativo)...caotico nello sviluppo della storia e molto divisivo in quanto estremizza l'uso dell'immagine "shakerata"(non mi viene un termine migliore ) in steadicam. Tutto è assolutamente alla vicenda e alla protagonista, chiaramente, ma a tratti, soprattutto negli ultimi venti minuti, ho provato anche un certo fastidio materiale. Ti consiglierei di passare almeno da Tokyo Fist (il film sul pugilato definitivo, dopo Raging Bull) e Bullet Ballet.
Ha ragione Engash sulla qualità altalenante ma ci sono da dire due cose:
1) non ha mai ricavato granché, pecuniariamente, dai suoi film, per sua stessa ammissione, e ha cercato di compensare spingendo un pò di più sulla quantità (ma assolutamente non come Miike).
2) Si occupa di tutto lui: regia,sceneggiatura, montaggio, scenografia, produzione, costumi, e recita in tutti i suoi film (spesso da coprotagonista). Giusto le musiche le affida a qualcun'altro.
Dovendo pensare a un film a 360 gradi, non mi sorprende che manchi, in alcuni casi, la lucidità e l'ispirazione per creare un buon prodotto. In realtà solo i due Nightmare Detective sono discutibili (e presi come un divertissement un pò caciarone, da b-movie, non sarebbero neanche terribili).

 

Visti entrambi,anche se non li avevo citatiTokio fist lo adoro,e' piu vicino al suo passato mantenendo alti livelli splatter ma e' comunque un gran film,di spessore..Bullet ballet mi e' piaciuto meno anche se rimane comunque molto valido!
Poi vabbe Haze e' un delirio
Insomma come dicevo prima ho visto quasi tutto negli ultimi mesi..solitamente faccio cosi,se apprezzo un film e in generale leggo buone cose del regista,cerco di completarlo..
In pratica ho tenuto Kotoko per ultimo(i Nightmare detective direi che devo evitarli)

 

We can make America groovy again!

 

Hai ragione e sono d'accordo. Infatti non mi riferivo a Carpenter (il mio regista di genere preferito, tra l'altro), ma ad altri registi del genere.

Carpenter è un maestro in tutto e per tutto. Ancora oggi ci sono film che prendono spunto dai suoi. Penso ai recenti "It Follows" ed "Election Year", ad esempio.

 

Ah, mi son dimenticato di dire che l'ho visto qualche settimana fa, purtroppo mediocre su quasi tutti i fronti, c'è poco da salvare, è al livello del primo capitolo (che è uno dei peggior home invasion mai realizzati), clichè a gogo, dialoghi stupidi, lo sfogo è mal sfruttato e ho pure notato un velato ammiccamento propagandistico pro-Hillary (sarà solo una mia impressione...), neanche le citazioni a Carpenter riescono a sollevarlo dalla mediocrità (e comunque nel precedente Anarchia c'erano più omaggi e citazioni), peccato, perchè è anche uno dei pochi film hollywoodiani di oggi che tenta di fare un pò di critica sociale e politica, occasione persa...

 

Niente da fare: visti i pareri positivi letti qui volevo andare a vedere The VVitch stasera ma sono stato appena coinvolto in una bevuta collettiva.

Spero sia ancora nei cinema settimana prossima.

 

The Purge è l'unico che ho visto della trilogia; non è un film malvagio, l'idea di partenza è ottima (anche se non so quanto sia o meno originale), è presente una critica alla falsità nei rapporti interpersonali che trovo interessante...ma a mio avviso questo tipo di film funziona nella misura in cui riesci a creare dei personaggi interessanti, sia buoni che cattivi, che poi devi saper sviluppare e far crescere nel corso della pellicola; Carpenter è maestro in questo. Purtroppo il film, ad un certo punto, si affloscia proprio nel momento in cui dovrebbe tirare le stoccate decisive: l'invasione diventa banale, i personaggi non lasciano il segno...fino al finale che risolleva un po' le sorti della pellicola.

 

Mi è arrivato oggi il bluray di baskin. Purtroppo non contiene neanche uno straccio di speciale o trailer, neanche quegli extra farlocchi con la filmografia in formato testo...
Cmq ho visto i primi 10 minuti e sembra girato davvero con rara maestria. Lo guarderò prossimamente quando mia moglie non è in casa xè ho paura che mi faccia il culo per via della violenza

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