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Film Horror

Discussione in 'Intrattenimento' iniziata da Nightcomer, 2 Settembre 2005.

  1. elpata86

    elpata86
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    The Thing From Another World

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    22 Agosto 2016

    Che poi, voglio dire, "Babadook" riprende perfettamente quello che hanno fatto mostri sacri - ognuno con il suo stile e le sue peculiarità - come Carpenter, Cronenberg, Romero, Hooper, Craven ecc. durante la loro carriera: utilizzare il cinema horror per parlare di altro, della società, dei rapporti interpersonali, delle problematiche del loro paese di origine, delle malattie e via dicendo.
     
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  2. Utente 30523

    Utente 30523
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    Guest

    22 Agosto 2016



    Yes.

    Prova ad ascoltare io brano e vedere le immagini. Anni fa lo vedevo quasi ogni giorno questo video.
     
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  3. Flamingo

    Flamingo
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    23 Agosto 2016

    Devo aver visto un altro film, perchè io Babadook l'ho proprio messo nella categoria "film da vedere alle 3 di notte su Sky quando non mi va nemmeno di dormire"...
     
  4. Engash-Krul

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    23 Agosto 2016

    Che, tra l'altro, Babadook non è neanche così metaforico come i film citati da @elpata86 , anzi, è piuttosto esplicito nel suo parallelismo. Voglio dire che Carpenter, Cronenberg, Romero, Craven, etc. ai tempi erano decisamente più sottili nel dire le cose. A tal punto che qualcuno poteva quasi sospettare che certi messaggi fossero "posticci", aggiunti in un secondo momento per dare spessore e significato a pellicole che erano di puro intrattenimento (se non fosse che, poi, guardando tutta la loro filmografia, ti rendevi conto che non potevano essere posticci perché tutta la loro produzione ne era pervasa).
    Però è lecito, addirittura normale, che ogni film faccia un effetto diverso su ognuno. Piace e non piace, coinvolge o meno. Colpisce e lancia un messaggio o lascia del tutto indifferenti.
    Per fare un esempio neanche troppo lontano, a me il film che ha inquietato di più negli ultimi tempi è uno che non è neanche un horror. E' "Kotoko" di Shinya Tsukamoto, che dovrebbe essere un film drammatico, in parte sulla paranoia, in parte sulla depressione post-partum. Eppure io ho dovuto vederlo a rate perché mi disturbava troppo, peggio di uno slasher voyeristico iper realistico :(
     
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  5. The Transgressor

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    23 Agosto 2016

    Sì, però solo un "piccolo" appunto. Cioè quando parliamo di David Cronenberg ora, stiamo parlando di un cinema che è accostabile a nomi come David Lynch e/o per andare più indietro Robert Altman e Stanley Kubrick. Insomma, a tutti gli effetti un misto tra cinema "d'autore" di derivazione europea e cinema americano - che poi Cronenberg ha contatti con hollywood ma è orgogliosamente canadese - "di genere" (le virgolette sono per tute le sfumature che uan divisone così netta impone) e in generale di una cinematografia che ormai ha un impatto culturale enorme come sinonimo di cinema "d'arte" all'interno dell'industria mainstream.
    Con tutto il rispetto per Carpenter e Romero eh (gli altri proprio imparagonabili).
     
  6. corpsegrinder jon

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    23 Agosto 2016

    Tsukamoto l'ho approfondito ultimamente(in pratica conoscevo solo Tetsuo e A snake of June)..devo dire che lo sto apprezzando tantissimo,soprattutto ''Vital:autopsia di un amore'' ha davvero lasciato il segno..e Kotoko e' il prossimo suo che ho da vedere..
     
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  7. Engash-Krul

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    23 Agosto 2016

    beh, Cronenberg, oggi, è considerato un autore a tutto tondo, io mi riferivo principalmente a film horror (e così penso elpata) come "Il Demone sotto la Pelle", "Rabid, sete di Sangue", "Brood, la covata malefica". pellicole girate quando Cronenberg non era ancora Cronenberg (a mio avviso da "Videodrome" in avanti, più ancora che "Scanners", vero e proprio spartiacque della sua cinematografia) e poteva quasi essere scambiato per un regista horror qualsiasi. appunto ai tempi, vedendo uno solo di quei film, si poteva pensare che certi livelli di lettura fossero artefatti, posticci, perché i significati non erano mai enunciati in maniera così esplicita, ma messi a paragone con il resto della sua cinematografia ci si rende conto che, appunto, non lo erano.
    ovvio che oggi nessuno penserebbe di ridurre Cronenberg a un regista qualsiasi, uno che fa filmettini d'intrattenimento, ma all'inizio degli anni '80 non era così. lo stesso dicasi per un Romero, un Carpenter, un Craven (e di nuovo, come prima, non cito Hooper perché non sono mai riuscito a trovarlo allo stesso livello degli altri da questo punto di vista) che, pur non avendo avuto negli anni l'evoluzione autoriale e il riconoscimento del cinema mainstream che ha avuto Cronenberg, ma rimanendo reclusi nel cinema di genere, si sono sempre distinti come autori capaci di fare film con un'anima e non semplici vuoti giocattoli usa&getta.

    si tratta, da tempi non sospetti, di uno dei miei autori preferiti. non è facile, a volte alterna pure opere splendide ad altre tirate via, che non sembrano neanche cose fatte da lui (ad esempio il banale e commercialissimo "Nightmare Detective", di cui credo abbia anche realizzato un sequel). ha sicuramente uno stile molto particolare che in molti casi può sembrare fin troppo amatoriale, e che anche a me, a volte, fa storcere un po' il naso, ma il sottotesto delle sue storie è quasi sempre potentissimo.
     
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  8. The Transgressor

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    23 Agosto 2016

    Certo che c'è una connessione all'epoca dei cosiddetti horror venerei; tuttavia Cronenberg non esordisce affatto nel cinema commerciale, ma in quello underground sperimentale. Il suo background, le sue influenze, la sua visione e concezione del cinema è praticamente diversissima dagli americani. Cronenberg guarda al cinema come ad un mezzo di espressione artistica. I primi horror di Cronenberg poi se li si guarda bene, non a caso, sono molto strani e innovativi e già The brood è in sostanza un melodramma familiare e allo stesso tempo, ma non è una contraddizione, Cronenberg ha sempre fatto cinema "d'orrore" - nel senso proprio di inquietante e che indaga l'orrore dell'animo umano - in un certo ha elevato l'horror ad un cinema artistico-autoriale.
    Carpenter è un grande regista con una precisa poetica personale, ma parte proprio da basi e concezioni differenti. Si infila sostanzialmente nella tradizione del grande cinema americano degli Howard Hawks e John Huston (ma non arriva a quei livelli, anche se la sua produzione è eccellente). Romero è un ottimo regista che ha fatto capolavori di genere horror, ma siamo su un altro livello ancora (più basso)...tra gli ottimi registi di genere.
    Ciò che lega i tre è soprattutto l'indagine sul corpo.
    Gli altri sono buoni-ottimi registi di mestiere.
     
  9. Sinner

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    23 Agosto 2016

    Wes Craven un mestierante che ti tira fuori dal cilindro un personaggio come Freddy Krueger e un film bellissimo come Il Serpente e l'Arcobaleno (per citare solo le opere a mio avviso più riuscite).
     
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  10. elpata86

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    23 Agosto 2016

    Esatto, mi riferivo proprio a quelli.
     
    #13390
    Ultima modifica: 23 Agosto 2016
  11. elpata86

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    23 Agosto 2016

    Non solo: "La casa nera" è un film molto sottovalutato, tra l'altro il titolo italiano è un po' fuorviante e porta fuori strada, in realtà contiene un bel messaggio. "Scream" (ed i suoi sequel) sono orientati a smontare prima e "prendersi gioco" poi della serialità del cinema horror, dei film sui film praticamente.

    Hooper l'ho messo nella lista perchè "Non aprite quella porta" è un film orientato a mostrare la faccia nascosta (ma non troppo) dell'America e del mito della famigliola modello statunitense casa, chiesa e baseball. Ma avrei potuto citare anche lo Yuzna di "Society", ad esempio.

    Volevo solo far capire che molti registi, i più rappresentativi, ed ognuno con il suo stile, il suo modo di raccontare e mettere in scena certe tematiche, hanno scelto/scelgono questo genere per far capire e trasmettere determinati messaggi allo spettatore.

    Che poi un Cronenberg sia di un livello superiore ad un Craven o Hooper siamo tutti d'accordo.
     
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  12. elpata86

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    23 Agosto 2016

    @The Transgressor @Engash-Krul i vostri interventi li leggo sempre con molto piacere (anche nel topic generico sul cinema). Ho sempre qualcosa da imparare da voi due.

    Engash scrive qui frequentemente, Transgressor vieni a trovarci più spesso :sisi:
     
  13. Sinner

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    23 Agosto 2016

    Sono d'accordo con te, anche per me il grande cinema di genere è quello capace di lanciare dei messaggi, di proporre delle riflessioni, senza rinunciare all'intrattenimento. E' per questo che io ritengo il cinema di Carpenter e di Romero di alto valore: il loro messaggio socio/politico arriva diritto al punto, anzi è un elemento fondamentale su cui si basa la struttura di molti loro film; senza di esso opere come 1997, Zombi, Essi Vivono o Distretto 13 non esisterebbero nemmeno. Senza contare la capacità di Carpenter di dar vita a personaggi indimenticabili (il cinema è anche questo).
    Ecco perché storco il naso quando sento dire che Cronenberg (che amo, sia ben inteso) è di un altro livello rispetto a questi due registi.
     
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  14. elpata86

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    23 Agosto 2016

    Probabilmente può essere considerato superiore a livello tecnico e anche di disponibilità economica (non sono un critico cinematografico quindi non saprei come spiegare). Cronenberg è quello più conosciuto e che si è esposto maggiormente al grande pubblico partecipando anche a festival importanti.

    C'è da dire che Cronenberg dagli anni '90 in poi ha abbandonato l'horror dedicandosi più a film drammatici (molto belli, tra l'altro). Penso a "A history of violence", "La promessa dell'assassino" e iù d'autore come "Crash", "Cosmopolis".

    Io li amo tutti questi registi. Nella mia personale top ten ci sono film di Carpenter, Croneberg e Romero.
     
  15. Sinner

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    23 Agosto 2016

    Certo, non voglio negare i meriti di Cronenberg: è uno dei miei registi preferiti. Però non è l'unico ad aver elevato l'horror a cinema artistico-autoriale, è questo che voglio dire (mi riferisco all'affermazione di @The Transgressor)
     
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