Filosofia

Va bene tutto, ma questa cosa cosa di giocare ha chi ha il pene più lungo è divertente se ci si limita a una battuta scherzosa, poi diventa un po' stucchevole.
Magari mi sbaglio, ma penso che tu sia un giovanotto iscrittosi da poco a qualche facoltà tecnico-scientifica.

 

Un giovanotto molto arrabbiato, aggiungerei

Quello che dice mi sembra frutto di un ragionamento fatto con assai scarso ingegno. Sarà pure vero che la filosofia in passato si è occupata di questioni che successivamente sono diventate oggetto di analisi scientifica, e che tali analisi hanno dimostrato che le conclusioni dei filosofi erano errate, ma da qui a dire che la filosofia sia tutta da cestinare ce ne passa e come.

Basterebbe accendere il cervello per mezzo secondo per notare che i problemi approcciabili in modo scientifico/matematico rappresentano una frazione minuscola dello spettro del pensiero umano. Esiste anche il resto, ed il fatto che sia un terreno fatto molto più di opinioni che non di "certezze" (nel senso più razionale, scientifico, del termine) non lo rende affatto meno importante della scienza. Escludere una parte del pensiero umano facendo finta che non esista è idiozia pura, significa tentare di mutilare l'uomo da una cosa che lo definisce come tale. E' innaturale e impossibile.

 

Tra parentesi, non gli viene in mente che siamo "nani sulle spalle dei giganti"? Se non fossero esistiti a suo tempo Pitagora, Platone, Aristotele, Euclide, Cartesio, Leibniz, Adam Smith etc.... mi spiega come avremmo la teoria dei giochi e tutte quelle belle cose che al nostro amico piacciono tanto?
No perchè fino al 1800 e passa i "filosofi" erano intellettuali a 360°. Significa che non esistevano matematici che litigavano coi letterati. Galileo componeva poesie e suonava divinamente, Newton ha passato più tempo a studiare quelle boiate dell'alchimia che la fisica, Leibniz, quel mentecatto che parlava di monadi e mondi possibili, è stato uno dei più grandi matematici, fisici e logici della storia. L'elenco sarebbe interminabile perchè tutti gli uomini di pensiero non si occupavano solo di un settore disciplinare.

 

Io non capisco proprio come sia stato possibile che negli ultimi tempi si sentano contrapposizioni del tipo filosofia vs scienza. E come giustamente fai notare non sono nemmeno due aspetti separati molto importati del pensiero umano(goat nega anche questo), sono proprio legati in maniera imprescindibile e si influenzano a vicenda.
Basti pensare che Einstein fu influenzato da Spinoza e Mach, Darwin fu influenzato da Adam Smith, Copernico e Galileo dal Pimander e dai Pitagorici(chissà cosa avranno fatto di scientifico questi)... ma si può andare avanti così per un bel pezzo.

Ma ultimamente sono in molti a portare avanti questa battaglia, e sinceramente non so da cosa derivi tutto ciò.

Poi c'è da dire che come Hegel ha scritto cose false, così gli scienziati hanno sostenuto un'infinità di teorie scorrette che hanno impiegato un sacco di tempo a trovare qualcuno che le confutasse.

 

Riesumo perché ho una domanda.

Volevo iniziare a leggere Nietzsche con un po' di criterio, quali sono secondo voi le opere che vale la pena veramente di leggere e in quale ordine?

Grazie

 

-la nascita della tragedia (1872)
-la gaia scienza (1882)
-così parlò Zarathustra (1883-85)
-genealogia della morale (1887)

Molto importanti anche le considerazioni inattuali.
Poi al di là del bene e del male, crepuscolo degli idoli e l'Anticristo oltre che opere stupende servono per comprendere meglio lo Zarathustra.

Umano troppo umano ed aurora son le opere di mezzo, importanti anche queste come praticamente l'opera in totale di N., ma per certi concetti su un piano di studio del suo pensiero la gaia scienza è preferibile a questi se se ne deve scegliere uno.

Come introduzione generale ti consigli anche la sua autobiografia Ecce homo.

 

Io ho iniziato da Così parlò Zarathustra, lo sto finendo di leggere. Capolavoro.

Ci sono filosofi che riprendono il pensiero di Nietzsche che abbiano scritto dei bei trattati?

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Ma non avresti 15 anni? per me è un po' presto come lettura. Per comprenderlo appieno.

Comunque. Il saggio di Vattimo Introduzione a Nietzsche della Laterza.

Poi c'è anche la guida a Nietzsche curata da Ferraris, ma questa non l'ho mai letta.

E lo storico Nietzsche e la filosofia di Deleuze. Che ovviamente è una sua rilettura ed interpretazione.

 

No, ne ho 16...fra quattro giorni :rofl:

Per una volta non ti voglio trollare, non lo sto trovando esageratamente difficile, anche perché subito dopo la musica le mie passioni sono la filosofia e le lingue straniere. E poi è troppo, troppo bello.

Grazie mille per i consigli!

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manthas l'hai suonata la fisarmonica oggi?

 

Siamo su "Parliamo di filosofia", non su "Metallica"

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Il Nice di Heidegger penso sia una buona lettura introduttiva. Tanto per orientarti, beninteso.

 

Guarda ti parla di lettore di Nietzsche e amante della filosofia, per un neofita quello di Vattimo è troppo incasinato.

 

Premesso che non voglio imporre niente a nessuno e che non sono interessato a dibattiti del tipo "materialismo contro spiritualismo" e "Cristianesimo contro religioni orientali",mi preme solo far notare che inizialmente la filosofia aveva uno scopo ben preciso,del tutto identico a quello delle filosofie/religioni orientali(Buddhismo,Induismo ecc).

Chi seguiva questa filosofie non era interessato alla discorsività fine a sè stessa ma a seguire un vero e proprio percorso spirituale che lo conducesse fuori dal ciclo delle reincarnazioni.

Copio da ADVAITA. Patanjali

V'è un'altra considerazione da fare ed è questa: alcuni possono pensare che solo la Tradizione orientale sia eminentemente pratica, realizzativa, interessata più al Soggetto ultimo che all'oggetto formale, più diretta alla coscienza che all'erudizione mentale fine a se stessa. Ciò però può essere molto riduttivo. In Occidente vi è stata sempre una Tradizione iniziatica la quale, per essere tale, si è proposta la trasformazione effettiva, pratica e vitale dell'ente.

Quella antica, per esempio, era una filosofia di ordine realizzativo, trasformante; aveva come finalità non la semplice speculazione concettuale, ma la realizzazione di uno stile di vita, di uno stato di coscienza. La dialettica filosofica era e dovrebbe essere un preciso processo di liberazione dell'Anima dalle illusioni mondane, dalle proiezioni dianoetiche e dai vari piaceri sensoriali; proponendo essa una visione del vero essere che è anche autentico Bene. Lungo il tempo, però, con la prevalenza della concezione materialistica e positivista, tale concezione è venuta a sfumarsi fino a perdere la stessa essenza del filosofare per essere. Nell'epoca moderna asserire di vivere, di esprimere coerentemente la filosofia di un Parmenide, Platone o Plotino potrebbe sembrare anacronistico, per cui quei pochi che vogliono perpetuare la "visione di vita" della Tradizione filosofica occidentale (l'Oriente direbbe: jñana marga = via della Conoscenza, quella che la dea propone a Parmenide) devono trovarsi in circoli chiusi e nel silenzio.

Se i seguaci di maestri come Parmedi,Platone e Plotino avessero continuato ad insegnare la loro filosofia io avrei potuto scegliere come guida spirituale uno di loro ma la cosa non è possibile.

Morale della favola: chi(come me) non si trova bene con le tre religioni abramitiche(Ebraismo,Cristianesimo e Islam),ormai estremamente diffuse qui in Occidente,è costretto a rivolgersi alla spiritualità indiana in quanto le filosofie/religioni orientali(come l'Induismo da me praticato) sono-a differenza delle filosofie greche-ancora vive e pulsanti.