I nostri ascolti

No, quello era qualche ascolto sul web, ora ho comprato l'album e lo sto ascoltando come si deve!

 

Saxon - The eagle has landed

I Saxon li conosciamo bene. Di live ne hanno fatti tanti, tutti validi, tutti intensi, tutti trasudanti energia, passione, dedizione, "attitudine" (come dicono quelli giusti). Eppure pochissimi dischi dal vivo (dei sassoni e dell'heavy metal in generale) riescono a raggiungere i picchi di questo live del 1982. E', di fatto, un Greatest hits dal vivo. Tra le tante tracce che compongono l'album, mi piace focalizzarmi su una in particolare: Strong arm of the law. La ferocia musicale che sprigiona questa versione è incomparabile con ogni altra, passata, presente e futura,e regge assolutamente il confronto con altri pezzi storici, di band storiche, di live storici. Già solo l'urlo di battaglia di Byford all'esordio del pezzo (I wanna see people dying from exhaustion, alright?) ti fa venire voglia di battere il piedino e di scapocciare anche se sei disteso su un letto. Non mi soffermo sul resto della tracklist, che, come detto, rappresenta una raccolta del meglio che all'epoca questo gruppo potesse offrire dal vivo. Una menzione, però, la meritano sia Princess of the night, assolutamente urticante nel suo potente incedere, sia Wheels of steel, altro ottimo esempio per capire cosa fosse, e sia, questa band on stage, sia infine Dallas 1 PM, per descrivere la quale non servono parole.
Ascoltatelo, e scatenatevi.

 

Il primo grande disco dei Bon Jovi. Dedicata a tutti i detrattori del bel Jon.

 

Parole sante

 

Stesso titolo di prima. Con la primavera arriva l'AOR.

 

Discone immenso

 

UFO, "Walk on water" - 1995 Zero Corporation

E' il 1978, e gli UFO portano in tour il loro nuovo, stupendo lavoro. "Obsession", il disco; gli USA, il posto. L'anno seguente pubblicano il Live registrato durante quelle date - la maggior parte della scaletta viene dalla data di Chicago, il 13 ottobre del 1978, in cui gli UFO suonarono davanti a 15000 persone in delirio. "Strangers in the night", il titolo di questo fondamentale manifesto live dell'hard rock, sarà il capitolo finale della prima parte della carriera della line up classica degli UFO. Phil Mogg, voce; Michael Schenker, chitarra; Paul Raymond, tastiere e chitarra ritmica; Pete Way, basso; Andy parker, batteria. Un ensemble incredibile, dal talento compositivo cristallino, che aveva nella chitarra di Sua Maestà Schenker la sua punta di diamante.
Al termine di quel tour, Schenker abbandona la band; scazzi personali, conflitti di personalità, problemi di alcool e droga, divergenze sulla direzione musicale da prendere? Di tutto un po'. Sta di fatto che il resto della band recluta un altro chitarrista, Paul Chapman, ma la magìa è svanita; la band si barcamena tra uscite dignitose ma lontane dai capolavori dei '70 e gli abbandoni di Raymond prima e Way qualche anno più tardi, finchè Mogg la mette in stand by.
Il tempo trascorre, sana le ferite, tornano a riallacciarsi contatti e rapporti personali, e arriva il 1994 a portare la notizia che la vecchia line up, quella di quel tour così fragoroso di 16 anni prima, si è riformata.

L'anno dopo, per l'etichetta giapponese Zero Corporation, esce "Walk on water", il come back che i fans degli UFO attendevano con trepidazione e, occorre dirlo, ansia: Mogg e Way sono reduci da due ottimi dischi, Parker e Raymond sono due garanzie, ma l'incognita è Schenker, membro fondamentale quanto bizzoso; sarà in grado di recuperare la vecchia alchimia con il resto della band, dopo tanti anni di assenza e di rapporti interrotti?

Il tempo di mettere il dischetto nel lettore, premere 'Play', e tutti i dubbi si dissolvono. Il riff di "A self made man" esplode in tutta la sua irruenza, ed è uno dei più pesanti mai scritti dagli UFO fino ad allora; il songwriting ha mantenuto intatta la sua classe, fra melodie cariche di elettricità e di calore, Mogg canta con l'entusiasmo di un ventenne, e quando partono gli assoli di Schenker... signori, non ce n'è per nessuno! Una cannonata di chitarra, suonata con il consueto trasporto, con un feeling immenso, a volte persino con ferocia ("Pushed to the limit"), ma sempre con sapienza e grazia infinite.
Una band ritrovata cala un asso dietro l'altro, da "Venus", brano incredibilmente affascinante, alla blueseggiante "Stopped by a bullet (of love)", per concludere la cavalcata con l'ennesimo classico, "Dreaming of summer", che cita sapientemente, in alcuni passaggi, le immortali "Rock bottom" e "Love to love"; stupenda nel suo flavour settantiano, questa canzone è la metaforica raccolta di un testimone lasciato cadere a terra tanti anni prima.
Ma prima di congedarsi, c'è ancora un'appendice: la riproposizione di due dei loro brani-simbolo: "Doctor doctor" e "Lights out", con uno Schenker straripante, viscerale e sublime in ogni singolo passaggio, ogni nota è scelta e dosata, ora con impeto e urgenza esaltanti, ora con la raffinatezza di una carezza (d'acciaio).
Se volete fare l'esperienza di un hard rock suonato con classe e potenza, la vostra ricerca è finita: gli UFO sono la vostra band, e questo sarà uno dei vostri dischi preferiti.

 

The Gathering, "Mandylion" - 2012 Century Media Reissue

Qui scrivo poche, estasiate righe, perchè lo conosco poco; nel senso che lo sto ascoltando ora per la prima volta.
La voce di Anneke è qualcosa di magico, fa viaggiare, letteralmente.
Dipinge melodie che avvolgono con una carica di sensualità ed emozionalità che non avevo mai sperimentato prima. La musica è maestosa, quasi sinfonica nella solennità di molti frangenti ("In motion #1 ", "Leaves", entrambe clamorose in questo senso), ma quando irrompe la voce ci si sente trasportare in un'altra dimensione.
Capisco Ador, dalle cui parole, quando scrive a proposito di questa band, traspare la sua venerazione. Una band veramente unica, dalla proposta personalissima, con una cantante dal talento immenso.
Non mi vergogno a dire che in diversi momenti mi ha commosso.
Una delle facce del metal che questa band ha avuto il grandissimo merito di portare alla luce: meno irruenza, meno elettricità, più emozione, più espressività; meno urla, più atmosfera.
Disco eccezionale, sono contento di aver finalmente avvicinato e conosciuto questa band.

 

Anch'io la pensavo come te. Poi li ho sentiti live. Poi ho sentito Nighttime Birds.

 

Che emozione unica è stata vederli dal vivo,per non parlare di quando salutai di persona Anneke

 

Mandylion è un capolavoro: musica maestosa, potente e dolce al tempo stesso.
Il mio preferito rimarrà sempre Nighttime Birds però, le emozioni che escono fuori da quel disco sono intraducibili in parole..

 

Nel forum siamo in 3 o 4 a pensarla così. O forse più.

 

Sarà il mio prossimo acquisto.
Quella voce mi ha stregato e commosso .