Topic sulla scrittura

Sono d'accordo con molto di quanto dici, Dwight Fry, anche se questo punto non lo condivido:

Io invece ho fatto l'esperienza contraria. Amici e conoscenti dicono che i miei racconti sono buoni, ma a me non pare di scrivere chissà che. Forse perché tendo a denigrare ciò che scrivo, ho poca autostima, o anche non riesco a rendermi conto del valore di qualcosa creata da me, oppure veramente i miei racconti sono di livello infimo. Comunque in ogni caso non reputo buono ciò che scrivo.

 

Anche a me piace molto scrivere, alle volte mi capita di sognare qualcosa o semplicemente immaginarmelo e lo trascrivo, il più delle volte invece osservo, quando sono alla finestra a fumare, alle volte quando cammino per strada o quando vado a visitare qualcosa d'interessante, diciamo che elaboro a parole le sensazioni e le emozioni che mi suscitano le cose che osservo o che semplicemente mi colpiscono..da tutto ciò ne può venire fuori un concetto ermetico o qualche verso un pò più lungo, ma niente racconti o cose simili, diciamo che trascrivo a modo mio, per me stesso, la mia emotività.

 

Le eccezioni sussistono sempre e ovunque. Ne ho conosciute tante anch'io.
Tuttavia, ho a che fare con migliaia di scrittori nel corso dell'anno, e ti assicuro che in linea generale la tendenza è quella.
Ecco perchè ho specificato che parlo per esperienza.
Ad ogni modo faccio riferimento agli scrittori che decidono di misurarsi con la realtà editoriale. Nel momento in cui il giudizio ricevuto non collima con quello della prozia o del cugino di secondo grado, scatta il dramma shakesperiano.
Molto spesso. Non sempre, per fortuna.

 

Ovviamente il mio ultimo commento aveva come referente Asperger.

 

Ecco lì i grassetti, ecco lì la mia vita in buona parte; per quanto ho potuto anche se devo precisare questo Simona. La lettura fino a 19 anni e poco oltre è stata davvero una fuga, un mondo. Io davvero leggendo turtledove, weis hickmann tolkien, poe, la storia di montanelli o il de bello gallico ma anche King, ero "fuori", l'immaginario era potente, potentissimo.

Poi l'università ed un cambio di interessi o meglio..un prosieguo, voglio dirlo così perchè non rinneggo nulla anzi!
ma cambia qualcosa comunque, l'immaginario resta ma si mescola si avvolge alla realtà non se ne distacca più del tutto.

E la scrittura? vicina e lontana insieme. A chi? a me, alla realtà. Non scrivo mai per evadere, piuttosto cerco dietro la cortina del nulla quel nulla che è di là del paradosso del proprio significare, la realtà materica, fattuale, meccanica cosa? il carattere esistentivo delle cose, la sfumatura, il particolare, la suggestione, e cerco di vedermi dentro, cerco di indirizzarmi verso un'atoconsapevolezza anche minima. Ecco lì pongo la mia scrittura,qui sono arrivato ora.

 

Nemmeno io rinnego. All'epoca non ho potuto iscrivermi all'università, rimasi a spasso un paio d'anni e poi lavoro,...bello concreto (stagionale, ma per questo più intenso).
Forse per questo il mio "mondo" è rimasto quello,...a parte una genetica preferenza di base (fin da piccola ho amato i racconti fuori dal tempo e 'nordici'). La realtà come insieme di cose che ti circonda, ti modella e ti coinvolge ne è rimasta fuori proprio perchè in quel caso non sentivo il bisogno che ve ne facesse parte. Mi basta(va) una piccola scintilla di ispirazione (e quella sì che arriva dal mondo reale, ma ANTICO...non ce la faccio a resistere all'odore di muffa!).

Poi, ovviamente, non sono un'alienata che non capisce cosa e dove stia vivendo,...solo che nello scrivere preferisco mantenere le due cose separate.
Nel disegno, per contro, no. Molte volte ho espresso i miei stati d'animo, legati a cose molto reali, con le matite.
Sarà questione di "dove ti senti più invogliato a comunicare".

 

Sulla questione "persone incapaci che vengono incoraggiate".. Secondo me si tratta di una certa ingenuità da parte di chi scrive: pubblicare i propri lavori su un blog e simili è più che giusto, ma i commenti non dovrebbero essere presi troppo sul serio. Per un giudizio più veritiero avrebbe più senso chiedere lume direttamente a una persona competente e con una certa abilità dello scrivere. In questo caso è necessario accettare le critiche come stimoli per rielaborare il proprio lavoro: infatti dubito che uno "scrittore" per hobby sia in grado di realizzare immediatamente qualcosa di perfetto. Pertanto ben vengano le critiche. Basta che vengano dalle persone giuste. :P

 

mai pensato che sia perchè forse ti senti meno legata stilemmi in questi caso? No perchè vedo che intendi il disegno come un passatempo, mentre la scrittura è un passatempo però più "serio" e quindi magari ci metti più cervello, cioè ti impegni ad estraniarti da una realtà che evidentemente non ti piace, che però senti il bisogno di raccontare con la matita ad un certo punto...no?

 

Sì, ci sei andata molto vicina. Anzi, hai praticamente centrato!

Voglio dire che con la scrittura tendo a darci dentro con la fantasia, viste anche le tematiche.
Nel disegno, dove tendo a far trasparire più di me stessa, le cose sono cambiate visivamente rispetto a qualche anno fa; non radicalmente, ma si capisce che c'è qualcosa che non viene più come prima,...o meglio, viene reso diversamente.
Nella scrittura, al contrario, mi sento più libera di slegarmi da queste cose.

Volevo precisare una cosa, che è stata causata da una mia imprecisione: nello scrivere "realtà", intendo dire il presente.
Ogni mia storia o abbozzo ha uno strato di ricerche oggettive: se scrivo in ambientazione medievale, ricostruisco l'ambiente secondo criteri coerenti con l'epoca, così come nelle storie a sfondo celtico, o con richiami nordici.
Non invento di sana pianta, o almeno non tutto: un fondo di "plausibile" c'è sempre. (mamma, che fatica rendere a parole processi mentali che davo per scontati! Questo topic mi sta tornando utile...)

La realtà intesa come momento presente, invece, no...non rientra.

 

Eccomi qua..per quanto mi riguarda scrivo ogni tanto qualche breve racconto, anche se senza tante pretese, più che altro mi vengono delle mezze idee che poi metto per iscritto, come diceva Guccini "a scuola ero scarso in latino" beh io ero scarso in letteratura italiana, (ho avuto il debito in 3a liceo), ma mi é sempre piaciuto leggere anche se mai per costrizione..da qui l'imput per provare a buttare giù qualcosa che più che altro é un divertimento mio più che volontà di scrivere qualcosa che poi sarà letto da qualcun altro..non so se mi sono spiegato

 

Io non so fino a che punto si può parlare di ingenuità. Perchè a molti fa piacere sentirsi dire "santiddio quanto sei bravo", "Moravia ti fa un baffo" e roba del genere. C'è poi chi ha l'umiltà e l'intelligenza di mettere in discussione tali complimenti, e chi invece - adagiandosi sugli allori - preferisce pensare che sia tutto vero, e non ha la benchè minima voglia di fare un passettino indietro e domandarsi la veridicità e plausibilità di certe lodi.
Spesso, a mio modo di vedere, non ci credono del tutto nemmeno loro. Però credere è comodo, e più che di "ingenuità" io parlerei (non sempre, è chiaro) di "malizia" e "cattiva fede".

 

E per me che ho aperto questo topic... la frase di cui sopra non può che rendermi felice.

 

Si può trattare tranquillamente anche di questo, certo.

 

per capire quanto monnezza racchiude quello che stai facendo sono utilissime le critiche negative, dove uno ti sottolinei dove il tuo lavoro stona. Anche i commenti positivi fanno la loro parte, ma trovarne di analitici dove ti spieghino per filo e per segno cosa è buono e perchè non è facile. difficile

 

ehehe ogni tanto la psicologa che è in me fa capolino...