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Topic sulla scrittura

Discussione in 'Chiacchiere' iniziata da Dwight Fry, 29 Gennaio 2009.

  1. Asperger

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    3 Febbraio 2009

    Ne postai qualcuna qualche tempo fa. Comunque molte mie poesie sono sul mio blog, il link è in firma.
     
    #61
  2. Rover84

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    Schöne Seele

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    3 Febbraio 2009

    Grazie, ne ho lette alcune; mi sembrano sincera espressione di tuoi sentimenti.
    Appena averle lette ho sentito un impulso a lanciarmi dal terrazzo. (E io sono uno che ama molto la vita, eh!)
     
    #62
  3. Asperger

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    3 Febbraio 2009

    Lo so, sono deprimente:ueeee:
     
    #63
  4. Kiss

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    Ligeia

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    3 Febbraio 2009

    Devi contenere una notevole quantità di inchiostro, mi sa. :D

    Ti capisco. Purtroppo altri impegni mi allontanano dalla poesia al momento. Anche perchè per scrivere qualcosa che mi soddisfi ci metto un sacco di tempo. L'ispirazione del momento non mi ha mai spinto oltre ad una idea complessiva del probabile contenuto che avrei analizzato in versi. Molte persone si lasciano cogliere dal furor iniziale e riescono a estrapolare qualcosa di decente. Beati loro. :D
     
    #64
  5. blackalba

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    Amorino Pannocchiuto

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    3 Febbraio 2009

    Scrivevo spesso ai tempi delle scuole...anzi,posso dire che scrivevo soltanto...Passavo tutte le ore di lezione a pensare alle mie storie,era piu' forte di me,non potevo dedicare nessun minuto all'ascolto...
    Ho chili e chili di fogli sparsi per quaderni e chissà che altro...ma come il mio carattere impone...praticamente nessuno può accedere ai miei scritti,sarebbe come pugnalarmi,svestirmi e uccidermi...sono solo per me,io sono il racconto,il mondo non ne fa parte.
     
    #65
  6. Rover84

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    Schöne Seele

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    3 Febbraio 2009

    :D:lol:

    Il labor limae per me è fondamentale. Non di rado invece di scrivere cose nuove torno su delle robe che ho scritto per la prima volta 7-8 anni prima: è un lavoro come di scultura, di sottrazione.
    Non mi sento mai del tutto appagato da quello che scrivo. In ogni caso penso che chi compone qualcosa non può valutare esclusivamente da solo quello che ha fatto: ha bisogno di altre persone per vedere diversi aspetti che a lui stesso rimarrebbero altrimenti non conosciuti.
     
    #66
    Ultima modifica: 3 Febbraio 2009
  7. Kiss

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    3 Febbraio 2009

    Mi succede esattamente lo stesso. Se rileggo una cosa che ho scritto anni fa, mi rendo conto che l'idea di fondo poteva essere azzeccata, ma che l'avevo resa in modo non appropriato. Questo ovviamente deriva da una sempre crescente padronanza della lingua e dello stile. :)

    non ho capito.. Intendi discutere con altre persone delle tematiche principali?
     
    #67
  8. Rover84

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    Schöne Seele

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    3 Febbraio 2009

    Da parte mia direi una conoscenza più approfondita di quello di cui sono alla ricerca e una maggiore consapevolezza delle cose.

    Confrontarsi può essere utile, si. Intendevo comunicare, rivelarsi, far conoscere ad altri quello che si scrive.
    Mi è capitato che altre persone mi hanno fatto notare cose su quello che ho scritto di cui io stesso non ero consapevole.
    Questo vale in genere per quello che siamo: non esclusivamente da soli noi ci scopriamo ma abbiamo bisogno degli altri per conoscere noi stessi.
     
    #68
  9. Necrophelia

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    3 Febbraio 2009

    Si ma Dante e Wilde sono stati obiettivamente grandi...però due su quanti? Comunque non è una giustificazione a mio avviso, la modestia e l'umiltà sono doti che hanno in pochi soprattutto i famosi. ;) Se sai di essere bravo esaltarsi a cosa serve? Non capisco proprio l'utilità...mancanza di fiducia aggiunta ad un forte egocentrismo latente probabilmente...:D

    A proposito di questo discorso umiltà e scrittori, proprio ieri cercando di risolvere un problemuccio con la mia tavoletta grafica, cerco su google "wacom" e chi mi ritrovo tra i primi risultati? Il blog di Licia Troisi che con molta poca obiettività pretende pure di saper disegnare (non sa farlo tradizionalmente figuriamoci con la tavoletta), convinta che la tavoletta che le hanno regalato le servirà per i suoi libri...santo cielo, quella donna è senza vergogna proprio! Ma chi l'ha montata a tal punto mi chiedo? :sgrat:

    bene, chiedo venia per lo sfogo ma a questo punto mi sono sentita toccata sul professionale...:D

    Scarabocchi e indizi | Licia Troisi
     
    #69
  10. simona

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    3 Febbraio 2009

    Io mi sono accorta di fare questa cosa solo recentemente.
    Mi spiego: fino a sei-sette anni fa, prendevo la penna, aprivo il blocco e cominciavo a scrivere filando come un treno.
    E quello che scrivevo era coerente, piacevole (ovviamente rispetto a ciò che mi ero posta in mente,...e nei miei gusti), "giusto".
    Così doveva esser scritto e così era scritto, punto. Non ho mai sentito l'esigenza di migliorare, di cambiare, di rifare qualcosa perchè non aveva la "luce" giusta.
    Non per spocchia, o per ego,...semplicemente mi veniva esattamente come volevo che venisse.

    A distanza di annetti,...ecco che mi scopro più critica; sono lì che scrivo, poi di colpo decido che non ci siamo proprio, strappo la pagina e rimetto tutto in sesto,...riscrivo, cambio, sposto, e alla fine ottengo il risultato.
    Non sempre, chiaro,...ma se prima su tre pagine, poniamo, erano tre pagine valide, ora tendo a fare una valutazione più critica.

    Mi chiedo se questo significhi un peggioramento, o se il fatto di soffermarmi con più rigore sia, in fondo, positivo.
    Chissà perchè ho cambiato così radicalmente approccio, questa cosa mi ha abbastanza sorpresa...:sgrat:
     
    #70
  11. Kiss

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    Ligeia

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    3 Febbraio 2009

    Sì, è successo anche a me. Il problema è sempre trovare qualcuno che sappia cogliere i significati che vuoi mettere in luce, oppure in grado di fare critiche che ti facciano capire eventuali discordanze. E questo non è banale.
     
    #71
  12. arkam

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    3 Febbraio 2009

     
    #72
  13. Necrophelia

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    3 Febbraio 2009

    secondo me è positivo, l'insoddisfazione e l'autocritica servono per fare meglio...ecco perchè l'egocentrismo e l'autocelebrazione a mio avviso sono da evitare, perchè sennò si rischia lo stallo...;)
     
    #73
  14. arkam

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    3 Febbraio 2009

    Invece io scrivevo molto meglio quando ero piu' piccola di adesso.
    Forse perchè le emozioni erano più intense, o perchè avevo molto più tempo per leggere...
    Fatto sta che dopo anni di libri di diritto il mio modo di scrivere è diventato sicuramente più efficace ma molto meno poetico...:(
     
    #74
  15. Fleba_il_Fenicio

    Fleba_il_Fenicio
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    Deepest Imago

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    3 Febbraio 2009

    Non Engash, te lo assicura uno insofferente anche alla prossimità parlamente in cui lavora causa ubicazione locali libreschi; i peggiori non sono quella signore che comunque nella sua non percepita comica serietà manteneva una certa educazione (dai, parlare del poeta senatore biondi deve, deve destare pietà, non odio!):D
    I peggiori sono altri, lavoraci invece e fatti la carrellata, se non hai le traveggole di tuo esistono giornate divertenti..insommal, relativamente divertenti:hihi:


    Torniamo a noi.
    Ho letto i vostri interventi, come sempre trovando affinità, spunti interessanti.
    Provo a replicare a tutti
    SIMONA, se non erro sei tu che torni sui tuoi scritti come mai facevi anni fa. Hai la mia solidarietà se almeno un pizzico di inquietudine te la destano. Mi spiego: se torno a rileggere poesie di fasi davvero precedenti al me di ora, sorrido e me la rido davvero. Ho passato una sera intera al telefono a scambiarmi letture simili con una persona di recente. Il risultato ha risvolti comici ma ti aiuta anche a capire certe tendenze della tua scrittura.
    ROVER: con cui per la prima volta vado d'accordo in vita mia ergo non mi rimprovererà:sadic::demon:, ha scritto qualcosa di importante nel suo penultimo post: "SONO LORO CHE SCRIVONO ME".
    Non sto ad indagare se c'è del religioso in questo principio. PArto dall'assunto della frase in se come significante un "concetto" ben preciso e dimmi se sei d'accordo o no:
    la Scrittura ci attraversa. Resta autentica per quel filtro che siamo, quel canale che diventiamo. Resta altra e si pone necessariamente a distanza laddove ci trapassa e va Oltre noi. Il testo diventa spontaneamente qualcosa di altro-oltre, si spersonalizza ma non eliotianamente in un discorso logico razionale rispetto a modelli. Intendo che si spersonalizza perchè diventa un elemento distinto da noi capace di fascinarci "di per sè" e pure di attrarci perchè c'è qualcosa di indefinito che grida a noi; ma non solo.

    Poi ho letto dell'importanza del confronto con gli altri.
    SACROSANTO!
    C'è stato un anno in cui ho subito quelle critiche devastanti di cui vi raccontavo pagine addietro. Mi ferirono anche ma erano di buona provenienza (di là della capacità, pure poi confermata negli anni, di chi le muoveva, parlo di provenienza come buona costruittività mentale, critica feroce ma positiva, volta a decostruire per costruire, le uniche vere critiche che contano) e le vedo come un piccolo evento miracoloso addentro al mio scrivere.

    Il confronto con gli altri se NON è competizione (che fa della poesia una puttana e non è il caso) ma sinergia, scambio reale oppure anche impari rapporto dove alla critica dell'altro subentra la percezione che dietro il bruciore intimo di un Io ferito c'è la spinta consapevole della verità di quel che la critica sostiene, è senz'altro un moto di crescita.

    Anche il confronto coi propri Maestri Invisibili è importante;(niente di esoterico, li chiamo così perchè sono presenti nell'assenza, albergano lo spazio delle parole cui il tempo, senziente, restituisce un profilo di vita estinta, sono i nostri autori, per me Borges, Celan, Ungaretti, PErse, la Wolf,ma anche viventi come Gezim Hajdarj, poeta albanese che vi consiglio davvero di cuore! pubblica con BESA e sarebbe più noto se avesse accettato proposte di Mondadori piuttosto che rifiutarle per restare fedele alla casa di Bari o Lecce, ora non ricordo).

    AUTOCELEBRAZIONE: di solito pertiene agli autocelebrolesi. Sfoghetto a parte la questione è sfumata, in realtà.
    Non voglio giudicare il carattere della persona ma il carattere in rapporto alla significazione dell'opera, ai come e quanto puo negativamente influire lo smodato egocentrismo.
    Non parlo nemmeno di doviziosa umiltà, (peggio di finta modestia brrr!!!) o di un atteggiamento ostentato di perenni insicurezze.
    Forse si tratta solo di restare onesti alla propria idea di scrittura e di evolverla autenticamente.

    In poesia l'eccesso di ego porta alla cecità del verso.

    Attenzione però, voglio esservi chiaro. Con eccesso di ego intendo anche quella ingenuità che ci prende in fasi precedenti della vita laddove scriviamo. Parlo per esperienza personale:D. Intendo lo scrivere continuamente di se stessi, solipsisticamente senza porsi quelle domande necessarie che poi, vedo comunemente a voi, uno inizia ad affrontare problematizzando la propria scrittura (con problematizzare non intendo intellettualizzare a livello arido o logicizzare all'esaperazione, bensì vivere intensamente la scrittura ad un livello più profondo che NON esclude il getto spontaneo, la folgorazione..insomma, a volte escono versi buoni, frammenti monolitici che non si adattan ma restano lì anche da soli per diverso tempo, in attesa di qualcosa che gli si plasmi intorno senza cedere mezza sillaba!).

    Con questo mi chiedo; ma Dwight dov'è?

    statemi bene

    PS: ecco ho fatto oltrealba a finire di scrivere la tesi ma credete che non ci tornerò? naaaa sono peggio di Simona:p
     
    #75
    Ultima modifica: 3 Febbraio 2009

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