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Storia

Discussione in 'Attualità e Cultura' iniziata da Djmz, 27 Giugno 2007.

  1. claudiop7878

    claudiop7878
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    8 Agosto 2023

     
  2. Quintus Horatius

    Quintus Horatius
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    18 Agosto 2023

    Nonostante i toni apologetici dell'autore, quasi da agiografia, i compiacimenti populisti del protagonista e il patriottismo, a me sempre inviso, finanche quando giustificato dalla situazione, propongo un documentario dedicato a Sankara che ho visto l'altro giorno, perché la sua figura è stata quasi completamente dimenticata.
    Interessante il quadrò storico in cui Sankara tentò di farsi spazio, contrassegnato dallo scontro tra il capitalismo occidentale e il capitalismo di Stato orientale, intenzionati (e, a dispetto delle apparenze, più in sintonia di quanto non dessero a vedere) a contendersi lo scacchiere globale, e dalle ingerenze in Africa delle potenze europee e degli U.S.A , con la piovra cinese che iniziava ad allungare i suoi tentacoli nel continente, ad esempio in Sudan. In più, il profilarsi all'orizzonte dello strapotere senza freni del capitalismo finanziario gettava su tutto un'ombra minacciosa.
    Ancora oggi, le stesse dinamiche imperialiste dettano legge in Africa e dietro a ogni colpo di stato o conflitto etnico si scorge operare la longa manus di qualche paese, occidentale od orientale, disposto a tutto pur di usufruire di materie prime a basso costo o tenere sotto il suo giogo un'intera area.
    In una tale desolazione, sebbene appaia chiaro ancora una volta quanto falsa sia l'idea che la storia venga forgiata dai singoli individui e non dalle masse, mi pare giusto ricordare un tentativo di cambiamento, ancorché imperfetto e controverso (per lo meno secondo la mia visione delle cose). In un paio di punti, il commentatore centra il bersaglio, ricordando che, azioni simboliche a parte, Sankara dava fastidio in quanto promotore di un processo di collettivizzazione delle risorse e fiero osteggiatore del risarcimento del debito contratto dai governi fantoccio africani con gli antichi -e moderni- carcerieri del resto del pianeta.

     
  3. claudiop7878

    claudiop7878
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    30 Agosto 2023

     
  4. Quintus Horatius

    Quintus Horatius
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    15 Settembre 2023

    Esimio @the Fierce, ti rispondo qui.
    Benché non nutra certo simpatia per il cristianesimo, in questo segmento di discussione prevale il mio lato storico-filologico.
    I casi citati, in particolar modo quello del puer virgiliano, oltre a essere sintomatici, denotano un approccio allegorizzante, tutt'altro che di secondaria importanza, tipico della lettura cristiana dei classici.
    A tal proposito, un testo che ho trovato frugando tra le triple file della mia libreria, in uso nelle facoltà umanistiche italiane e intitolato Copisti e filologi. La tradizione dei classici dall'antichità ai tempi moderni, affronta così la questione (p. 114):
    Quando l’eredità classica fu assorbita nel sistema del pensiero contemporaneo (scolastica NDQ) con le sue forti tendenze all’allegoria e alla rielaborazione, ne fu di necessità travisata

    E ancora, per quanto riguarda la letteratura (p.110):
    Col tempo le cose cambiarono e Virgilio fu allegorizzato, Ovidio moralizzato, i satirici incrostati di glosse e commenti di rado aderenti alle intenzioni originali.

    Anche Auerbach, per citare uno che di cultura romanza ne sapeva a iosa, sottolinea quanto sia importante padroneggiare le categorie concettuali e le figure del processo allegorizzante ai fini di una corretta comprensione della letteratura medievale.

    Il procedimento di cercare tracce, connessioni, spunti nei sistemi precedenti o coevi si inscrive nella storia della filosofia di ogni epoca. Allorché. però, si espungono parti scomode, si travisa mediante una lente allegorizzante e, soprattutto, si parte da una posizione di superiorità, animati dallo scopo di aggiogare una cultura e ridurla a mero strumento per il trionfo di un'idea superiore, la continuità con una tradizione e la tutela del suo patrimonio teorico ed estetico vengono seriamente compromesse.
    Del resto, il buon Paolo, al termine di una discussione con alcuni Ateniesi, redarguisce così gli astanti (Atti 17, 30-34):
    Dopo esser passato sopra ai tempi dell’ignoranza, ora Dio ordina a tutti gli uomini di tutti i luoghi di ravvedersi, poiché egli ha stabilito un giorno nel quale dovrà giudicare la terra con giustizia per mezzo di un uomo che egli ha designato
    Frasi a effetto scandite da un uomo colto e schierato? Certo, eppure indicative della finalità cristiana: avvincere, superare e ravvedere. Con tali premesse, difficilmente si veicola una cultura senza farla a pezzi.
    Aristotele, con i suoi cerchi celesti e l'impianto cosmogonico, offre un quadro allentante dell'universo ai cristiani, ciò nondimeno il suo dio "pensiero di pensiero" disinteressato alle sostanze gerarchicamente inferiori li imbarazza, per tacere dei tratti fortemente "materialisti" della sua dottrina.
    La metempsicosi di Platone di certo andava di traverso ai cristiani, al pari della sua concezione di anima.
    Perfino Plotino, in potenza il più "cristianizzabile" , crea problemi con il suo Uno sprovvisto di volontà e di tensioni finalistiche.
    Insomma, mutilare, allegorizzare, moralizzare, servirsi di alcuni concetti, magari travisati o snaturati, senza inquadrarli nella complessa rete di una dottrina, non mi pare equivalga a traghettare una cultura. Dall'umanesimo le cose cambieranno e un qualsiasi filosofo, che so, del seicento potrà accostarsi ai testi e ai sistemi con maggiore consapevolezza.

     
  5. the Fierce

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    15 Settembre 2023

    pregiatissimo collega, bando ai formalismi e agli "esimio". siamo pur sempre su Trumetal :D

    Ora capisco meglio cosa intendi, ma urge sinossi fulminea: la discussione era partita dal fatto che si diceva che la cristianità fosse stata utile per tramandare la cultura classica e la preservazione dei testi originali. questo era l'assunto iniziale.

    Intanto, da quanto scrivi, si tratta di glosse e commenti, quindi non materiali alterazioni del testo originale che, come avevo detto, era quello che mi pareva strano e contestabile; potrei anche aver inteso male prima, per carità, però, da quanto vedo, se trattasi di commenti e allegorizzazioni, parliamo di un lavoro interpretativo, non di alterazione del testo originale. Corretto?
    La finalità cristiana era quella di avvincere superare e ravvedere? Grazie al cazzo, e scusa il francesismo :) si è detto dall'inizio e più volte che la filosofia cristiana tiene in considerazione quella greca, partendo dal presupposto che i cristiani ritengono di avere ragione, e di partire da un loro assunto iniziale che condiziona tutto il resto, e mi pare un'altra considerazione lapalissiana più volte riconosciuta anche dal sottoscritto.
    Riconoscono analogie, ma anche sensibili differenze, come quelle riportate (che non sto a citare a mia volta) e più volte si è detto che la filosofia cristiana fa molto lavoro reinterpretativo, come più volte si è detto che lo scopo non è quello di trasmettere ipso facto la filosofia greca.
    Il punto iniziale era che, pur con questo lavoro interpretativo, il cristianesimo ha contribuito a preservare la possibilità di recuperare la filosofia classica non direttamente dal pensiero cristiano di per sè, o dalle reinterpretazioni, quanto grazie al fatto che, al netto di glosse, commenti e rielaborazioni varie, i testi originali erano comunque reperibili e materiale fertile per studi filologici.
    Mi dici che per te si può traghettare una cultura soltanto preservandola in maniera pedissequa? legittimo, e per certi versi sono d'accordo, ma non penso sia quello che si voglia intedere quando si parla si fa specifico riferimento alla filosofia cristiana come tramite tra la filosfia classica e l'Umanesimo.
     
  6. Quintus Horatius

    Quintus Horatius
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    16 Settembre 2023

    A parte il fatto che dalle glosse si ricostruisce il modo di vivere, interpretare e veicolare i contenuti di un testo, il volume contiene tabelle di esempi di passi modificati da chi li riportava (mancanza di smartphone e telecamera del PC fuori uso mi impediscono di allegarti una fotografia; vedrò nei prossimi giorni, se avrò l'occasione, di ovviare sfruttando il telefono di qualche fanciulla). Non si tratta, ovviamente, di copisti, dediti meccanicamente al lavoro di trascrizione, ma di teorici.
    Agli amanuensi e a tutto il sistema dei monasteri ho riconosciuto fin dall'inizio il merito di aver preservato intere opere altrimenti non fruibili da noi moderni.
    Per tornare al punto iniziale: no, i filtri cristiani non hanno contribuito a salvare il patrimonio della filosofia classica; infatti è stato necessario un lavoro mirato, in grado di ridare centralità al testo, alla sua organicità e al suo significato integrale, che ha permesso ai filosofi di riconnettersi a una tradizione di pensiero per un certo periodo di tempo viziata e alterata. Il plauso va unicamente agli umili copisti, il cui lavoro minuzioso ci ha consegnato centinaia di pagine di straordinaria importanza.
    Il nodo sta proprio nell'ancipite idea di fondo dei cristiani riguardo alla tradizione classica, da smembrare e distorcere per garantirsi la supremazia da un lato, da salvaguardare nella sua forma originale, il testo, dall'altro (benché l'accesso a quest'ultima restasse appannaggio di pochissimi). Non a caso, avevo fatto questa battuta: il bagaglio classico si è salvato grazie al certosino impegno dell'amanuense e a dispetto dell'impegno del teorico cristiano.
     
  7. the Fierce

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    16 Settembre 2023

    So come funziona una glossa...pure io ci ho avuto a che fare, anche se non ho fatto lettere. Tuttavia, se parliamo di passi realmente modificati (e non parlo di glosse, note o interpretazione, intendo proprio che, esempio, Plotino ha scritto X e tu teorico hai riportato Y), si tratta di personalità di peso? e con quale frequenza ciò avveniva? Non avendo informazione diretta, ma per come sono andate le cose, a logica, direi non così spesso, ma sono ovviamente curioso e aperto all'approfondimento.

    io non capisco se mi spiego, ma non credo, perchè ormai l'ho ripetuto un certo numero di volte: nessuno ha mai detto che è "merito dei teorici". Ab origine, ho parlato genericamente di "cultura cristiana": visto e considerato che gli amanuensi non mi risulta fossero dei dissidenti in rotta col potere centrale, erano parte della suddetta cultura cristiana, esattamente i teorici. Poi si può puntualizzare sul fatto che, all'atto pratico, la cosa viene resa molto più possibile da chi copia minuziosamente piuttosto che da chi fa "filosofia attiva" con reinterpretazioni e contaminazioni varie; ci i può indignare quanto si vuole perchè hanno rielaborato (cosa che, all'atto pratico, in effetti non è poi così infrequente, anche se con modalità diverse nelle varie circostanze); si può precisare, anche giustamente, che l'Umanesimo ha dovuto ricostruire...tutto bello, tutto vero, ma alla fine, al netto di tutte le possibili e giustificabili puntualizzazioni, lì si torna: tutta sta gente qua rientra nel calderone della "cultura cristiana" di quei secoli. Il clero si può attribuire direttamente soltanto l'aver fatto pervenire dei testi? vero, ma il discorso alla base resta quello.

    Concludo con un appunto: i testi originali erano accessibili a pochi, sicuramente. così come la cultura, ma andava allo stesso modo prima e ci andrà dopo ancora per molti secoli.
     
  8. Quintus Horatius

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    17 Settembre 2023

    Tutto è nato perché si parlava dello sviluppo dei diritti umani e di una cultura giuridica avanzata rispetto a quella fiorita in altre aree del globo. Mi pareva, dunque, che tu attribuissi un certo peso alla cultura cristiana in senso lato e non solo all'spetto conservativo di alcune sue pratiche, quali la trascrizione dei testi, la loro custodia nelle biblioteche etc. Sull'importanza di queste ultime eravamo d'accordo fin dal primo messaggio.
    In ogni caso, benché abbiano consentito di salvaguardare beni dal valore inestimabile dal punto di vista culturale, continuo a ritenerle insufficienti a valorizzare una temperie che, per il resto, ha tentato di stravolgere una tradizione. Facendo un bilancio, la conservazione sembra quasi un fatto accidentale, seppure preziosissimo per noi.
    Direi che anche su questo punto abbiamo chiarito i rispettivi punti di vista.
     
  9. the Fierce

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    17 Settembre 2023

    Gliel'attribuisco, in effetti, perchè è stata la cultura maggioritaria dell'Occidente per quasi due millenni (e probabilmente lo è ancora anche per chi si allontana dal punto di vista strettamente religioso) e ha influenzato le più disparate aree del pensiero occidentale, difatti ritengo che nel pensiero l'impronta si possa sempre notare. Poi all'atto pratico non sempre c'è l'influenza diretta del potere ufficiale: è principalmente una questione di principi e forma mentis, poi chiaramente il discorso andrebbe approfondito a seconda delle tematiche.

    Nello specifico del tramandare la cultura classica, ti direi "nì", nel senso che sicuramente se sono stati trascritti e conservati i testi in maniera ufficiale, e non come lavoro di "dissidenti", l'idea di non cancellare il passato c'era, anche perchè se vuoi farlo, agisci da talebano, fondamentalmente e cancelli le tracce.
    Imho, quello che hanno fatto è stato "aggiornare" ai propri principi una certa tradizione, senza però volerla eliminare completamente, quindi questo tipo di conservazione è stato intenzionale, anche se si può definire una conservazione praticamente compilativa; quello che secondo me è stato incidentale è stata la ricerca e la riscoperta del messaggio originale, renderlo vivo di nuovo.
     
  10. Quintus Horatius

    Quintus Horatius
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    17 Settembre 2023

    Certo, aveva un'intenzionalità di fondo, per questo ho scritto "sembra quasi".
    L'autorevolezza promanata dai testi classici non smise mai, fortunatamente, di esercitare la sua influenza e dunque parve più opportuno cercare di piegarla per affermarsi anziché spazzarla via del tutto. Il libro, inoltre, come già accennato in altri interventi, acquisì, in un momento in cui i centri culturali antichi perdevano la loro preminenza e le fonti non avevano più la stessa circolazione, un alone quasi magico, il cui fascino raccoglieva adepti anche tra il clero più colto e assicurava un certo prestigio.
    Quanto all'impronta sull'occidente, per me, si è intuito, va considerata nefasta e grazie a dio (sono un simpaticone...) è crollata a suon di spallate, illuministiche prima, socialiste dopo. Oggi, ha la sua valenza solo in negativo, come polarità di contrasto per la nascita, sette-ottocentesca, di istanze nuove e moderne. Nonostante l'abbarbicarsi pervicace alle pareti della storia, il suo destino è segnato. Lo constato senza particolare acrimonia, perché, a differenza del ruolo svolto fino almeno agli anni sessanta del novecento, oramai la cultura cristiana non rappresenta più alcuna minaccia.
     
  11. the Fierce

    the Fierce
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    17 Settembre 2023

    Per me continua a rimanere opinabile l'idea di piegare la precedente cultura per affermarsi: in primo luogo, perchè al netto del fascino che può esercitare la filosofia classica, storia insegna che quando gli imperatori cristiani (ma anche romani) hanno voluto usare la mano pesante l'hanno fatto, senza stare a fare troppi sofismi.
    In secondo luogo, il cristianesimo non si è diffuso perchè si è reso appetibile alle classi più colte. Si, poi l'ha fatto anche con loro, ma quello arriva in un secondo momento. L'hanno spuntata perchè facevano proselitismo letteralmente con tutti, anche con gli esclusi: a uno schiavo del primo secolo interessa sapere che ci sarà una salvezza anche per lui che non conta una fava, non che alcuni concetti di Plotino si adattano bene alla nuova religione. Come già detto, qua siamo già un passo avanti.

    L'impronta è da considerare nefasta in base a quali canoni? quelli ideologici o assertivi? Ha valenza solo in negativo, dove? in quei circoli di sedicenti umanisti con letteralmente quattro iscritti che sembrano il npc-wojak meme? dai :)
    ne avevo uno così, all'università, ed è stato il peggiore professore con cui ho avuto la sfortuna di interagire e non è un problema di cosa pensasse, beninteso, ma di come lo facesse

    Ma spendiamo due parole sulle spallate:
    1. Quelle illuministe? posto che esistevano pure illuministi cattolici (ad esempio, se non si parte dall'idea che un colpevole si può redimere, l'intero impianto di un Beccaria crolla), ma esistevano molti illuministi anticlericali, il che però spesso ha una connotazione più che politica. Di quali spallate parliamo?
      Di quelle di propaganda, delle leggende nere fatte di milioni di donne bruciate, inquisizioni pornografiche e pere rettali? Tutta roba poi demolita dalla storiografia.
      Di quelle anticlericali che si inventano a tavolino una religione teista uguale in tutto e per tutto a quella precedente, solo che ci tolgono Gesù Cristo? Il culto della ragione quanto è durato, all'atto pratico? venti minuti?
      Di quelle della laicità? Ma la laicità ha una storia che affonda le sue radici da ben prima dell'Illuminismo anticlericale e comunque non ha mai vinto la guerra.
      L'Illuminismo ha portato grandi novità, ma dopo la Rivoluzione è diventato realmente efficace quando è riuscito a mediare e abbandonare le posizioni più fanatiche.
    2. Spallate socialiste? il socialismo è stato un fallimento spettacolare. Nei paesi in cui non è stata messa su una dittatura è rimasto praticamente una teoria, e dove pure ha attecchito (con una dittatura), hanno imposto un ateismo di stato che non è mai riuscito a intaccare profondamente il contesto religioso del luogo.
      Qua sono più ideologico, personalmente non apprezzo il socialismo e ciò che trovo condivisibile, si può conseguire anche senza socialismo. Il fatto poi che ad oggi il capitale sia più che solido, benchè messo alle strette da fattori non derivanti dal socialismo, dimostra come il socialismo stesso sia stato fallimentare.
    No, la cultura cristiana non si sta abbarbicando ad alcuna parete e non è meno pericolosa...semplicemente sono diventati meno bacchettoni e oltranzisti di un tempo. è dai tempi di Nerone fino ad oggi che lo dicono, poi finisce sempre come diceva la Marchesa del Grillo: "quel Napoleone che guida i francesi presto o tardi finirà con culo per terra, invece morto un papa se ne fa sempre un altro".
    Realisticamente, dubito fortemente che una società moralmente floscia come quella di oggi possa levare di mezzo qualcosa di così grosso: può farlo affievolire, perchè anche i cristiani di oggi fanno parte di quella stessa società, ma per prevalere su qualcuno ci vogliono le palle e ad oggi non ce ne sono.
     
  12. Quintus Horatius

    Quintus Horatius
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    18 Settembre 2023 alle 14:09

    La deformazione e l'interpretazioni forzate delle fonti raccontano una storia che si è liberi o meno di ascoltare.
    In una società in cui regnava una fortissima divisione sociale, il proselitismo, rivolto ovviamente a tutti, doveva saldarsi a una strategia culturale in grado di fare leva anche sui bisogni delle classi dominanti. Piegare una tradizione ancora prestigiosa, mutuandone alcune coordinate teoriche e allo stesso tempo svilendone altre, rientrava in quella strategia.

    L'illuminismo rappresentava l'avanguardia culturale della borghesia, classe che, nel caso fosse sfuggito a qualcuno, ha totalmente vinto la sua guerra, costringendo il clero a ridimensionare la sua sfera di influenza e accodarsi al carro del vincitore. Il 1789 marchia simbolicamente con il fuoco un rivolgimento socio-culturale di portata amplissima , l'inizio di una rivoluzione copernicana culminata nell'espansione globale di un modo di produzione tentacolare e inarrestabile.
    Nel corso della sua affermazione, la borghesia ha dapprima mediato con un soggetto ancora potenzialmente pericoloso, la chiesa, e poi, con il delinearsi di una solida supremazia, le ha concesso spazio affinché potesse tenere a freno le fasce subalterne, imbrigliandole in pratiche alienanti, e fornire il suo apporto al mantenimento dello statu quo.
    Il laicismo non ha spiccato subito il volo semplicemente perché il motore sociale che avrebbe potuto incoraggiarne la diffusione ha preferito avvalersi ancora di una collaborazione proficua, in una spartizione vantaggiosa della torta. Ciò nondimeno, i frutti della cultura illuministico-borghese si ravvisano nel processo di laicizzazione del sapere, delle pratiche, della concezione dell'uomo nel mondo etc. e favoriscono lo sviluppo di nuove idee e fermenti intellettuali.
    Il socialismo, inteso come grande sommovimento sociale, diviso al suo interno in diverse correnti, che ha investito l'Europa nell'ottocento, ha lottato strenuamente perché venisse eradicata nelle campagne e nelle città la mala pianta della religione. Se oggi la società ha uno spirito prevalentemente laico si deve dire grazie anche al socialismo (già che ci siamo, dato che "è rimasto praticamente una teoria", ringraziamolo pure perché non lavoriamo quattordici ore, benché otto restino una violenza insopportabile, per la sanità gratuita, dove rimasta, per la scuola pubblica, per tutti gli istituti di previdenza sorti in Europa etc., giacché senza la pressione esercitata dal movimento operaio oggi non godremmo di niente di tutto questo).
    In merito al socialismo scientifico e al suo presunto fallimento, trattandosi di un metodo e non di un'ideologia, ha dimostrato e dimostra tutta la sua efficacia, tanto che per primo ha analizzato con acribia le storture della sua parodia, il capitalismo di Stato, e ne ha messo in luce le profonde contraddizioni.
    La chiesa le ha tentate tutte: ha stretto accordi con la borghesia e con i suoi cani da guardia (fascisti, nazisti etc.), ha benedetto i carri armati, ha appoggiato gli agrari nelle campagne, ha esercitato potere temporale, economico e sociale...
    Oggi rimangono vestigia di un passato lontano, rovine in via di disgregazione, qualche simbolo e un piccolo centro di potere sempre meno influente temporalmente e spiritualmente. Nella società trovano posto, quando va bene, cristiani della domenica che nascondo dietro a confuse velleità religiose posizioni politiche conservatrici, ora in voga nel dibattito sui diritti civili, e poco altro. I giovani, nella stragrande maggioranza dei casi, o si disinteressano completamente alla questione o reiterano tiepidamente delle consuetudini familiari, di cui, appena possono, si liberano.
    Non servono "palle", la religione e le sue istituzioni stanno già implodendo.
     
  13. the Fierce

    the Fierce
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    18 Settembre 2023 alle 17:39

    Ritengo molto poco credibile che qualche cristiano nelle catacacombe si metta a pianificare a tavolino “ora facciamo numeri con la plebe, poi prendiamo i colti e quando ci siamo diffusi a macchia d’olio storpiamo la filosofia greca”. La cultura non si controlla a priori, anche se reinterpreti e riarrangi.
    Detto ciò, rimane sempre il dettaglio, detto dall’inizio, che da sempre i filosofi critiani si sono limitati a riprendere quello che compatibile con la propria dottrina, non c'era l'idea di tramandare così come era. E anche questa è una storia consolidata che si è liberi o meno di ascoltare.
    Sicuramente intenzionale, ma immaginare una pianificazione a priori diventa difficile.
    Poi magari sarebbe simpatico capire perchè qualsiasi contaminazione e rielaborazione culturale della storia dell'uomo viene presa ipso facto, mentre qua c'è un giudizio, ma transeat.

    Facciamo dei distinguo: quale battaglia ha vinto la borghesia? quella dell’ancien regime? senza dubbio. Il processo di secolarizzazione ha subito una forte accellerata e, sebbene spinto da fortissime connotazioni ideologiche in Francia, diventa quasi fisiologico, perchè nel momento in cui nascono gli stati moderni, che prevedono servizi per i cittadini, è normale che poi non siano amministrati soltanto da istituzioni ecclesiastiche. Andrebbe anche distinto il potere politico della Chiesa (eventuale ma non necessario), dall’influenza culturale che può avere quello spirituale (necessario, invece, per l’esistenza di un’istituzione religiosa.)
    Tutto questo in Francia, perchè in Germania e in Inghilterra, potere religioso e politico avevano preso altre strade già da prima dell’avvento dell’Illuminismo (in Inghilterra non proprio, visto che è stato il re a inglobare il potere religioso, ma è un altra storia).

    Ha eliminato la cultura cristina? non direi proprio, testimone il fatto che, appunto, ci sono scesi a patti, e non parlo di quelli giuridici similari a quelli stipulati da Napoleone. Testimone anche il fatto che la citata avanguardia abbia cercato di proporre un culto della ragione (quasi in toto un cristianesimo senza Cristo) senza ottenere alcun reale seguito.
    L’illuminismo propone una cultura laicitsta? sì. Soppianta quella cristiana? ma manco per il cazzo, e perdona l’ennesimo francesismo, ma altrimenti si parla di fantastoria.
    La cultura era quella, quindi, o si fa ovunque un macello come in Vandea, ma è poco sostenibile, o inevitabilmente scendi a compromessi. Può essere visto come un saltare sul carro del vincitore? certo, ma funziona anche al contrario.
    La cristianità non ha bisogno di essere “pericolosa”: non più, almeno.non serve più il papa col triregno che rivendica potere temporale, basta essere influente, e l’influenza c’è. Dov’è che le istituzioni religiose stanno già implodendo? Negli opuscoli propagandistici di chi blatera scientismo, razionalità, poi si attacca all’oroscopo? Nei ricorsi di chi sbandiera laicità, poi intasano i tribunali per quisquilie su crocifissi appesi al muro e ragazze col velo? Tribunali che poi, puntalmente, danno torto?
    Sai perchè? perché la Kiesa ha in mano i giudici??11? no, semplicemente perchè il laicismo alla francesce non funziona. La laicità funziona nel momento in cui si cerca il dialogo e si trova una quadra nel rispetto di tutti. Un sistema, come quello francese, che si inalbera perchè una ragazza se ne va a scuola col velo, o con la lavoratrice che indossa una catenina con la croce è una parodia, altrochè illuminismo ed elite culturale
    Quindi, ripeto, dove stanno implodendo le istituzioni religiose? in un modo o nell’altro, continuano ad essere uno standard, e parte della sedicente elite culturale di oggi (che poi all’atto pratico mostra lacune non indifferenti…più che di elite, realisticamente dobbiamo parlare di “fazione”) si ritrova poi sempre col “verrà il giorno” di manzoniana memoria. “Ma non oggi” come diceva Aragorn.
    Citi giustamente il tentativo dei conservatori di accaparrarsi l’elettorato “religioso”, però è una prova di quanto questo elettorato possa incidere.
    Vero, i giovani si disinteressano alla questione, ma non perchè “la pensano diversamente”. Semplicemente perchè sono ignoranti: non è una scelta consapevole, e una scelta non consapevole non influenza la cultura: non gliene frega nulla della religione, così come non gliene frega nulla degli ideali illuministi, anche se mi suscita sempre una certa ilarità una persona del 2023 che si dichiara “illuminista”. Discorso generico, per carità, poi ci saranno i singoli casi.

    Non fraintendiamoci, ritengo i diritti dei lavoratori una cosa sacrosanta, ed è ciò che del socialismo condivido. Di tutto il resto che teorizzava, invece, mi pare si sia realizzato ben poco. A maggior ragione per quanto riguarda l'eliminazione del pensiero cristiano o in generale religioso...anzi, dove ci sono state le dittature, tolte quelle la religiosità è rifiorita.

    Sui patti tra Chiesa e altri è un pochino più articolato di come lo descrivi
     
    #1393
    Ultima modifica: 18 Settembre 2023 alle 18:16
  14. Quintus Horatius

    Quintus Horatius
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    18 Settembre 2023 alle 20:37

    Mi devo essere espresso male, perché non intendevo presentare il processo come un piano ordito in una stanza dei bottoni. Direi, piuttosto, un guadagnare terreno a fasi, durante il quale si è affiancato al proselitismo nudo e crudo un attacco culturale mosso alla tradizione mediante le sue stesse armi, su base intenzionale e anche strategica, in cui teorici studiavano i testi, o li rileggevano con una nuova prospettiva, per scovarne eventuali aporie o reimpiegarne strumenti concettuali, e volto a conquistare le classi dominanti. Del resto, si scriveva per loro, non per lo schiavo o il vasaio. Normale ruolo propagandistico degli intellettuali, nulla di strano né insolito.

    No, non funziona "anche al contrario", giacché la borghesia trionfa, non solo in Francia (quell'evento sancisce sul piano simbolico il nuovo corso della storia), e diventa timoniera dell'Europa La chiesa non può mettere sul piatto abbastanza potere per trattare alla pari e gradualmente si accoda, accontentandosi di una spartizione delle aree sociali -e materiali- di influenza.
    La borghesia, pur non avendo sradicato del tutto la cultura cristiana (cosa che, per altro, non ho mai affermato), ci ha trattato, l'ha coccolata nella misura in cui lo riteneva utile e l'ha pian piano relegata in un angolo. Essa, in cambio di un posto alla tavola del comando, ha sedato generazioni, finché il suo raggio d'azione è andato indebolendosi e il socialismo, con mano operaria e contadina, le ha assestato un sonoro ceffone.
    Chiaramente, a un cambio strutturale ne succede uno sovrastrutturale, tuttavia quest'ultimo ha tempi più lunghi e, se i cascami di una sovrastruttura possono adattarsi alla nuova direzione, il loro superamento richiede una maggiore attesa.
    I tribunali dedicano settimane a futili beghe di crocifissi (il velo e l'islam meritano un discorso a parte) per il capriccio di aree politiche intente a cavalcare la questione al fine di alimentare un dibattito che sperano proficuo dal punto di vista elettorale. Assistiamo a una sorta di pantomima tra tradizionalisti e "progressisti", ora di moda e priva di effettiva sostanza, dove ci si contende il voto di un elettorato, cristiano solo nominalmente, per il quale la fede pertiene più a una matrice identitaria che non a un'adesione reale ai dettami di qualche chiesa.
    Le messe si svuotano; il peso culturale, al di fuori di conventicole ultra minoritarie, è pari a quello di una piuma; politicamente si ha poco più che una rappresentanza: come si fa a pensare a uno stato di salute buono?
    Ai ragazzi non importa giustamente nulla dell'illuminismo, perché vivono già laicamente, infischiandosene di anima, sacramenti, peccati e tutto il resto. Da quel punto di vista, è tramontata un'epoca, bisogna farci i conti.
    Le dittature del capitalismo di Stato, antimaterialiste nella loro essenza e miopi sulla loro natura, credevano, o, per meglio dire, fingevano di credere, che i mutamenti si potessero imporre mediante ordini e decreti in circostanze materiali identiche al passato, in una traiettoria forzata dall'alto verso il basso, e non, viceversa, con una parabola dal basso all'alto, cioè rivoluzionando la struttura materiale e di conseguenza l'universo sovrastrutturale. Non si discostavano in nulla, se non nella forma apparente, dal capitalismo occidentale.
    Lungi dall'incensarlo alla stregua di un oracolo o di un dio della mantica, ti direi che, in realtà, si è realizzata la gran parte di quanto previsto dal padre del socialismo scientifico: il capitalismo si è diffuso in tutto il globo e, passo dopo passo, si appresta a conquistarlo nella sua interezza; la borghesia ha stravinto e si sono formati in tutti gli angoli del pianete eserciti di salariati; le leggi del valore e il feticismo delle merci trionfano dall'Artide al Madagascar; l'evoluzione tecnica dei mezzi di produzione accresce il potenziale produttivo da un lato e ne intensifica l'andamento a singhiozzo dall'altro; la crisi sistemica continua a fare capolino e sembra avviarsi verso esiti tragici etc. etc.
    Quanto ai patti, possiamo pure enuclearne i tratti salienti e inserirli in una cornice storica, ma restano uno delle miriadi di esempi di azioni esecrabili della chiesa, in compagnia della benedizione di tutte le imprese imperialiste, del ruolo attivo nell'oppressione del proletariato nelle campagne e di quello urbano, dei giochi di potere e chi più ne ha più ne metta...
     
    #1394
    Ultima modifica: 18 Settembre 2023 alle 20:43
  15. the Fierce

    the Fierce
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    18 Settembre 2023 alle 22:47

    è contestabile che l'intento fosse quello di attaccare: in primo luogo, perchè l'ammirazione per i maestri del passato, in effetti c'era. in secondo, come già detto, la chiesa quando ha voluto attaccare l'ha fatto direttamente.
    è invece credibilissimo che lo studio avvenisse dai presupposti della propria verità religiosa, questo sì.
    è anche discutibile la modalità in cui dovesse avvenire la presunta propaganda: è contorto. perchè non fare un attacco diretto, invece di dire che erano pagani, ma qualcosa l'avevano intuita? nel secolo dei lumi, ad esempio, quando c'è stato da fare propaganda hanno usato revisionismo storico e leggende nere, non reinterpretazioni :hihi:

    Funziona eccome, perchè non stiamo parlando del trionfo sull'ancien regime, ma del conflitto culturale che, dal punto di vista religioso, non è stato affatto vinto: il cristianesimo aveva bisogno di modernizzarsi avvicinandosi agli ideali illuministi, esattamente quanto gli illuministi, per non restare il prodotto di un'elite esigua, avevano bisogno di fare i conti con la cultura preesistente e liberarsi degli elementi più fanatici e delle sfumature più intolleranti.
    La borghesia non solo non ha del tutto sradicato la cultura cristiana, non l'ha sradicata nemmeno in maniera minima...ci è scesa a patti. Il socialismo ha tirato un ceffone? forse, ma se mi consenti la metafora, gli incontri di boxe non si vincono a ceffoni; si vincono a cazzotti, possibilmente in quantità e ben assenstati. e soprattutto prendendone il meno possibile.
    Sradicare significa estirpare completamente: se si afferma che la cultura cristiana, ad oggi, ha subito questa sorte, si vive oggettivamente su un altro pianeta.
    Per contro, oggi come oggi il socialismo è un fantasma, la cristianità, no. Alla fine si è davvero arrivati allo spettro che si aggira per l'Europa.

    I tribuanli sprecano tempo e soldi pubblici (ma diversamente non può essere perchè chiaramente i cittadini hanno diritto di agire in giudizio) perchè qualcuno si rivolge ad essi paventando una lesione dei propri diritti, che poi, come ha stabilito in varie occasioni la corte europea dei diritti dell'uomo, non risultano violati. Le aree politiche cavalcano la questione, certo, ma la questione non è sollevata da loro: questo però ci porta direttamente al presunto scarso peso dell'elettorato cattolico. Come mai, se il peso è così esiguo, sono tutti lì a contenderselo? Salvini va in piazza a sventolare rosari, la sinistra esulta quando il papa lo sputtana sulla questione migranti...meno male che non contano più nulla. Pensa se contassero!
    Poi, le conventicole esistono, ma di Adinolfi e Pillon non gliene frega nulla manco allo stesso elettorato cattolico.

    Ridurre la religione ad anima peccati e sacramenti è riduttivo, come lo è ridurre l'illuminismo al laicismo più sterile (quello che si lamenta dei simboli religiosi, per esempio): ai ragazzi queste cose non interessano? relativo, perchè poi si avvicinano ad astrologia, pastrocchi new age, neo-paganesimo...sì, perchè seguire una religione vera (non per forza quella cristiana) e andare alle funzioni è difficile ed è una rottura di palle.
    Quelli che non seguono alcuna religione lo hanno scelto consapevolmente, molto spesso no: si può considerare un trionfo per qualcuno una generazione di ignorantoni? non direi proprio, anzi, mi pare l'esatto contrario degli obiettivi illuministi.
    Le nuove generazioni sembrano allontanarsi dalle religioni classiche, ma finiscono per essere più ignoranti, più faciloni epiù superstiziosi. è un cambiamento dei tempi? sicuramente. Parlando specificamente della Chiesa, ricordo che in Europa è un po' impantanata, ma è in crescita in Sud America, Africa e Asia. Globalmente non so quanto in effetti si possa considerare alla carretta.

    Però mi verrebbe da dire che se il capitalismo ha trionfato in maniera così schiacciante e gli stessi diritti dei lavoratori sono in pericolo del socialismo non ci rimane poi molto; nemmeno di quello che si poteva considerare universalmente giusto ed auspicabile.

    non solo i concordati vanno inseriti giustamente in quadro storico, ma di per sè, non sono esecrabili: nel caso della situazione italiana, poi, ci si poteva pensare ben prima dell'arrivo di Mussolini, ma questo avrebbe necessitato di un classe politica sul pezzo. Esattamente come andrebbe inquadrato storicamente il proletariato e sarebbe necessario specificare che, all'epoca, non erano esattamente tranquilli. Intendiamoci, ritengo più che legittime le loro istanze, ma se questi si pongono in maniera ostile contro la stessa idea di cristianesimo, realisticamente che si aspettavano, complimenti e supporto? Abbracciando in toto quelle che sono le idee della rivoluzione di ottobre, arduo ricevere comprensione e complicità- Le azioni esecrabili e gli errori, ahimè, esistono. è strumentale e di comodo far finta che stiano da una parte sola.
     

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