1. Il regolamento del Forum è stato ripristinato e aggiornato, lo puoi trovare in ogni momento in basso a destra cliccando su "Termini e Condizioni d'uso del sito". Ti preghiamo di leggerlo e di rispettarlo per mantenere il forum un luogo piacevole ed accogliente per tutti. Grazie!
    Chiudi

Popoli antichi.

Discussione in 'Attualità e Cultura' iniziata da otrebla86, 27 Luglio 2006.

  1. otrebla86

    otrebla86
    Expand Collapse
    Soldier of Fortune

    Registrato:
    14 Novembre 2004
    Messaggi:
    9.474
    "Mi Piace" ricevuti:
    450

    21 Gennaio 2010

    Ok aspettiamo la prossima puntata di "misteri" per saperne di più :D
     
  2. lars84

    lars84
    Expand Collapse
    New Member

    Registrato:
    1 Luglio 2005
    Messaggi:
    1.559
    "Mi Piace" ricevuti:
    0

    23 Gennaio 2010

    in effetti nulla di nuovo...come in molte cose basta il buon senso...
    purtroppo c'è ancora chi crede a teorie "fantasiose", perciò è meglio ribadire alcuni semplici concetti...:)
     
  3. lars84

    lars84
    Expand Collapse
    New Member

    Registrato:
    1 Luglio 2005
    Messaggi:
    1.559
    "Mi Piace" ricevuti:
    0

    1 Febbraio 2010

    dato che il tenore della discussione è questo continuo con altre "notizie" simili...



    Una mela cadde sulla testa di Isaac Newton
    Questo mito venne reso popolare da Voltaire. La nipote di Newton Catherine Conduitt è stata incolpata per aver inventato la storia, che gli storici considerano probabilmente falsa.

    Robin Hood viveva nella foresta di Sherwood
    È noto ai più per aver vissuto nella contea di Notthingamshire... ma si pensa invece che il principe dei ladri provenisse dallo Yorkshire. Il Robin Hood della foresta di Sherwood apparì solo nel 1819 nel romanzo di Walter Scott, Ivanhoe.

    Re Giovanni Senzaterra firmò la Magna Carta
    I dipinti mostrano un re Giovanni riluttante che firma la Magna Carta nel 1215 – limitando in questo modo i poteri reali e gettando i semi della democrazia-. Ma Giovanni era illitterato e non la firmò; semplicemente pose il sigillo reale.

    Le streghe vennero bruciate al rogo a Salem nel 1692
    In verità le venti donne e uomini ritenuti colpevoli di stregoneria vennero giustiziati principalmente con l'impiccagione. Una vittima venne schiacciata sotto le pietre, ma non venne usato nessun rogo.

    Nerone suonava la lira mentre Roma bruciava
    L'imperatore Nerone è conosciuto come colui che fece bruciare Roma nel 64 d.C. mentre lui suonava la lira. Tuttavia queste voci circolarono a causa della sua impopolarità; in quel momento lui non si trovava neanche in città (era in Grecia).

    Maria Antonietta disse "Se non hanno pane, che mangino brioches"
    La regina francese lo avrebbe detto dopo le lamentele dei contadini per l'insufficiente cibo. In realtà venne pronunciato 100 anni prima dalla moglie di Luigi XIV. Il mito venne diffuso dai rivoluzionari.

    Re Canuto I d'Inghilterra provò a far ritirare una marea
    Quest'immagine lo dipinge come una persona ridicola che prova ad evitare l'inevitabile. Ma lui si posizionò sul trono, posto sulla riva, prima dell'arrivo della marea, come esempio per gli altri. Bagnato fradicio, il re disse loro che ogni creatura nell'universo è debole in confronto a Dio.

    Cleopatra era egiziana
    Sebbene il suo nome evochi tipiche immagini egizie, Cleopatra era in realtà greca. La sua famiglia discendeva da Tolomeo – uno dei generali di Alessandro Magno che diventò sovrano d'Egitto e cominciò una dinastia la cui "linea di sangue" si mantenne "pura" grazie a matrimoni all'interno della famiglia.

    L'indipendenza americana arrivò il 4 luglio del 1776
    Gli americani amano le celebrazioni del 4 luglio, ma la firma della Dichiarazione avvenne il 2 luglio 1776. Il 4 luglio fu solamente il giorno in cui il documento venne dato alle stampe. E l'America divenne indipendente solo nel 1783 dopo la guerra con la Gran Bretagna.

    Walter Raleigh introdusse le patate e il tabacco in Inghilterra
    Non fu questo navigatore britannico a portare patate e tabacco dal Nuovo Mondo: arrivarono dall'Italia, rispettivamente un anno e 26 anni prima di Raleigh.

    Thomas Edison inventò la luce elettrica
    Edison inventò molte cose, ma non la lampadina elettrica. Fu il chimico inglese Humphry Davy ad averne l'idea. Edison scoprì un filamento migliore.

    Le ultime parole di Elisabetta I
    La sua vita e la sua morte sono immerse nel mito. Secondo la leggenda, le sue ultime parole furono: "Darei tutti i miei possedimenti per un attimo di tempo". C'è disaccordo su come morì esattamente, ma è comunemente accettato che fosse troppo debole per parlare sul letto di morte.

    I vichinghi usavano elmi con le corna
    Gli archeologi non ne hanno mai trovato uno. Gli scrittori Romani riportarono che i precedenti guerrieri celti e germani vestivano elmi con le corna, ma la pratica cadde in disuso secoli prima delle incursioni vichinghe.

    James Cook scoprì l'Australia
    Il capitano Cook non scoprì l'Australia quando entrò a Sidney nel 1770: già anni prima ci erano arrivati gli esploratori olandesi Abel Tasman e Dirk Hartog e il pirata inglese William Dampier.

    Mussolini faceva arrivare i treni in orario
    Lo storico Alexander Cockburn ha scoperto che i treni locali avevano ancora grandi ritardi, ma Mussolini proibì tutte le cronache su questi e sugli incidenti.


    alla prossima :D
     
  4. Tyson

    Tyson
    Expand Collapse
    New Member

    Registrato:
    23 Febbraio 2010
    Messaggi:
    107
    "Mi Piace" ricevuti:
    0

    15 Marzo 2010

    Splendida discussione!!! Colgo l'occasione per postare qualcosa sulle popolazioni che abitavano la zona in cui vivo....

    Tratto da Wikipedia...

    I Liguri Apuani o semplicemente Apuani erano una popolazione appartenente agli antichi liguri. Essi erano detti anche Liguri montani o Sengauni (cfr. Tabula Peutingeriana: Pars IV - Segmentum IV). Si trattava di una confederazione di tribù liguri che vivevano sulle alture dell'odierno Appennino tosco-emiliano e sulle odierne Alpi Apuane, estendendosi dall’attuale Passo del Bracco (SP), forse l’antica Boron (indicata sulla Tabula Peutingeriana), fino al Monte Cimone (PT). Confinavano a nord-ovest con i Tigulli, a nord con i Galli Boi, a sud-est con i Friniati, a sud con gli Etruschi, avendo ad ovest la costa tirrenica (dalle attuali Cinque Terre fino a Torre del Lago-Viareggio).
    Da rilevare che anticamente tale costa (tra l'attuale Sarzana e Migliarino Pisano) era occupata da estese zone paludose note come Fossae Papirianae che lambivano la parte pedemontana delle Alpi Apuane.
    [​IMG] [​IMG]
    Tabula Peutingeriana: Pars IV - Segmentum IV ; Rappresentazione delle zone Apuane con indicate le colonie di Pisa Lucca Luni ed il nome "Sengauni" ; il tratto Pisa Luni non è ancora collegato


    Antiche fonti Romane descrissero i Liguri Apuani/Sengauni come un popolo dotato di fierezza, sobrietà, robustezza e resistenza alla fatica. Già dal III secolo a.C. i Liguri Apuani si opposero all'espansionismo romano e, nel corso della Seconda guerra punica, furono tra gli alleati dei Cartaginesi.
    Dopo la definitiva sconfitta di Annibale i Liguri Apuani presero essi stessi l'iniziativa contro i Romani e, nel 193 a.C., organizzarono un grande attacco alla base militare romana di Pisa, spingendosi fino al fiume Arno. Iniziò così un lungo periodo di guerra contro le legioni Romane. Nel 186 a.C. i Liguri Apuani inflissero una grave sconfitta al console Quinto Marcio Filippo, ed alle sue legioni, dopo averle attirate nelle strette gole della zona. Furono uccisi non meno di 4.000 legionari ed il luogo del disastro fu successivamente chiamato "Saltus Marcius", forse l'attuale località di Marciaso, forse le strette gole sopra Seravezza e Strettoia (cfr Saltus Marcius di Lorenzo Marcuccetti).
    I successi dei Liguri Apuani, però, furono di breve durata: tra il 180 a.C. ed il 179 a.C. gli Apuani furono sopraffatti, e ben 50.000 (la quesi totalità) furono deportati nel Sannio, in tre scaglioni ed anni successivi composti di 40.000, 7.000. e 3.000 individui.
    Nonostante la breve durata dei loro successi gli Apuani, uomini e donne, furono ricordati a lungo come valenti guerrieri dai romani e Tito li descrive così: "Le donne combattono come gli uomini, spietate e feroci come fiere" e ancora "si stancarono prima gli Apui di inseguire, che i romani di fuggire".[1]

    Negli stessi anni i Romani fondarono gli avamposti militari di Lucca e di Luni (trasformati di lì a breve in colonie) nel 177 a.C.

    Descrizione analitica [modifica]

    Gli Apuani erano popoli seminomadi che vivevano in prevalenza di caccia e pastorizia e poca agricoltura, restando per lo più arroccati fra i loro monti, diffidando di contatti col mare, salvo spingersi verso taluni approdi costieri per commerciare con Fenici, Greci, Etruschi. Tracce di tali commerci sono state trovate nelle zone Apuane (vasellame, stoviglie, suppellettili, armi) e sono conservate nei musei della zona. Probabilmente gli Apuani, come del resto gli altri Liguri tutti cedevano prodotti della loro attività (ovini, formaggi, legname) in cambio di strumenti utili alla vita quotidiana del tempo.
    Notizie storiche su zone e popolazioni Apuane si hanno da Diodoro Siculo, Tito Livio, Strabone sempre con prevalente riferimento ai Liguri Montani.
    Ai tempi della prima espansione dei Romani verso il Nord peninsulare, dopo aver conquistato ed inglobato gli Etruschi, i Romani si posizionarono nella piazzaforte di Pisa (periodo 200 a.C. circa), prima che diventasse una vera e propria colonia, consolidando la viabilità consolare tra Roma e Pisa (Via Aurelia). Più a Nord i Romani fondarono la colonia di Piacenza (218 a.C.) e continuarono a spingersi oltre con l’obiettivo di scalzare i commerci dei Fenici Cartaginesi (Puni) che avevano basi in Iberia. Per raggiungere questo scopo i Romani miravano a sottomettere innanzitutto la Gallia Cisalpina e successivamente le Gallie tutte fino all'Iberia.
    Questo disegno strategico tuttavia si rivelò di impossibile realizzazione a causa della difficoltà nel collegare via terra il percorso viario tra Pisa (centro importante di ammassamento truppe) e la Liguria di Ponente (Massalia, odierna Marsiglia). Le difficoltà erano rappresentate dalla evidente conformazione orografica della Costa Ligure e dalla permanenza in zona delle tribù Liguri (dagli Apuani/Sengauni agli Igauni, agli Intemelii ecc.), che si opponevano all’espansione romana.
    I Romani dunque intrapresero guerre strategiche (Guerre Puniche) contro i Cartaginesi e guerre tattiche contro le tribù Liguri, che si sottomisero ad una ad una, salvo gli indomiti Apuani, che non davano segni di cedimento. Dopo aver estromesso i Greci dal sud-penisola, ora i Romani si accingevano ad estromettere i Cartaginesi dall'Iberia per raggiungere l’egemonia nei commerci dell’intero Mediterraneo. Restavano però ancora gli Apuani, vera e propria "spina nel fianco" del futuro Impero Romano. Dunque furono intraprese lunghe ed estenuanti operazioni militari per debellare gli Apuani (sul finire della seconda Guerra Punica), partendo dalla sempre più munita piazzaforte di Pisa, fino a circondarli e farli arrendere tutti (probabilmente con l’inganno, più che con le armi) in modo tale che nel 180 a.C. essi furono catturati in vari scaglioni (prima circa 40.000, poi ulteriori 7.000, ed infine un residuo di 3.000), radunati in quel di Pisa e di qui spediti via terra e via mare verso il Sannio (Macchia di Circello) in sostituzione delle precedenti popolazioni Sannite, sterminate in precedenza.
    Gli Apuani (dopo un breve periodo in cui furono definiti Liguri Bebiani) mutarono ancora una vota nome e diventarono quei Sanniti che di lì a poco avrebbero ricominciato ad impensierire i Romani come i più ostinati protagonisti della Guerra sociale , fino a quando Silla in persona decise di sgozzarli tutti ad uno ad uno nell’ 82 a.C., ben sei anni dopo la fine ufficiale delle ostilità. Segno che ancora una volta gli Apuani (cioè i loro "nipotini" denominati Sanniti) non avevano accettato di sottomettersi ai Romani vincitori. (cfr."Seme di Luna" - Bay Valter ed Luna editore 2001 La Spezia)
    Il capitolo storico degli Apuani dovrebbe essere stato apparentemente chiuso in questo modo. Senonché a questo punto inizia il vero mistero degli Apuani che si desume da notizie indirette che ci provengono da considerazioni su viabilità e movimenti truppe dal 180 a.C. fino al 56 a.C. (cioè al periodo del De bello Gallico).
    La viabilità, che nel 180 a.C. da Roma si era interrotta a Pisa (Via Aurelia), rimase nello stesso stato di interruzione per almeno altri 150 anni, allorché G.Cesare riuscì a far costruire una sorta di "scorciatoia" tra Pisa –Lucca e Luni. Nel 109 a.C. invece era stata costruita la Via Emilia Scauri tra Luni e Vada Sabatia (Vado Ligure) passando per Derthona (Tortona) che da Luni, aggirando l’Appennino fin quasi all’odierna Savona, consentiva il ricongiungimento viario lungo la costa Ligure fino a Massalia. Il tratto brevissimo (poche miglia terrestri) tra Pisa e Luni restava costantemente impraticabile forse non solo per la presenza delle paludi, ma molto probabilmente per la esistenza scomoda e bellicosa di frange di Apuani sopravvissuti alla "pulizia etnica" e stanziati sulle alture della Garfagnana in prossimità della attuale Versilia a quel tempo sommersa dagli acquitrini.
    Dunque solo deduttivamente possiamo concludere che gli Apuani non scomparvero totalmente, anche se forse nel lungo periodo furono poi sopraffatti dai successivi eventi storici che li videro soccombere ad immigrazioni ed insediamenti di popolazioni in successive ondate storiche nel corso dei secoli (Coloni Romani, Impero Romano d’Oriente, Pirati Corsi, Longobardi, Franchi ed altri). La attuale popolazione Apuana dunque appare poco collegabile agli originali Liguri Apuani o Sengauni.
    Essere Apuani oggi, significa dunque essere portatori più di una condizione spirituale, quanto a visione della vita, che di un genoma fisico e documentabile.

    Il territorio [modifica]

    Se noi tracciamo idealmente sulle creste dell’Appennino, dall’odierno Appennino Pistoiese a quello Ligure, passando per quello Tosco-Emiliano, una linea spezzata che unisca le cime più alte, abbiamo la linea baricentrica del territorio Apuano.
    Si comincia con il monte Cimone (quasi 2.000 m s.l.m.) e si prosegue con il Monte Giovo. Da questo segmento si parte per tracciare la linea spezzata che unirà il Monte Prado, poi il Monte Orsaro ed infine il Monte Gottero. Come si può notare fin dalla prima osservazione, ci troviamo su creste Appenniniche che fanno da confine tra le province di Reggio Emilia, Lucca, Massa Carrara, Parma, La Spezia, Piacenza. Se a questo punto immaginassimo che la linea spezzata anzidetta fosse una sorta di asta orizzontale di sostegno per una tenda “canadese” allungatissima e da tale asta di sostegno lasciassimo scendere verso valle i due lembi laterali della nostra “canadese”, ipoteticamente lungo le pendici dei monti incontrati fino a coprire tutto il tratto di tale catena montuosa, con le sue valli, i suoi fiumi, le sue piane Padane e le sue coste Tirreniche, avremmo sommariamente, ma efficacemente descritto con una immagine sola l’intero territorio che fu degli Apuani. A maggior ragione possiamo ora affermare che non si trattava di una singola tribù, quanto piuttosto di una confederazione di tribù Liguri di montagna. Per l'appunto i Liguri Montani.
    Oggi possiamo meglio descrivere analiticamente tale territorio indicandolo con una sequenza di province italiane ben determinate che sono: La Spezia, Massa Carrara, Parma, Reggio Emilia e Lucca.
    E infatti in tali province tutte sono presenti tracce archeologiche di questo antico popolo Apuano che pare essere stato inghiottito dalla storia ufficiale. Osservando la carta geopolitica dell’Italia odierna constatiamo che tale territorio Apuano è oggi ripartito fra province che non si trovano in una stessa regione, ma è invece “frazionato” fra Liguria, Emilia-Romagna, Toscana. Nella storia di questi territori incontriamo più volte nei secoli il tentativo di riunirli nuovamente in una sola entità amministrativa.
    Ma il tentativo andò a monte tutte le volte per motivazioni che sono meglio trattate nel libro Lunezia dello storico prof. Giuseppe Benelli. Ai vari tentativi si assegnarono via via nomi ed amministratori dai ducati di Parma a quelli Estensi, fino al progetto arrivato alla Costituente Italiana dell’ultimo dopoguerra, quando il progetto si chiamò Regione Emilia-Lunense.
    Oggi questo ennesimo tentativo viene riproposto con un nome più fantasioso e romantico: Regione Lunezia, nella speranza di ridare unitarietà amministrativa ai nuovi residenti Apuani eredi, quantomeno ideali, degli Apuani/Sengauni/Liguri Montani deportati in massa nel lontano 180 a.C. A sostegno di questo tentativo vi sono anche talune considerazioni giuridiche di base, visto che a differenza delle consuetudini antiche e moderne, l’antico territorio fu occupato ed espropriato dai Romani senza far seguito con alcun tipo di accordo o trattato. Trattato che per esempio fu stipulato in una vicenda analoga, quella degli Statielli ( gli antichi Liguri della odierna Acqui Terme e del Sassello)
    Racconta T.Livio che gli Statielli, poco dopo i fatti degli Apuani, avevano subìto ed accettato una alleanza con i Romani. Taluni consoli però, infrangendo il patto di alleanza attaccarono gli Statielli, rifecero tutti prigionieri e li estromisero dal loro territorio. Proprio come era appena accaduto per gli Apuani. Ma in questo caso non ci fu una deportazione verso il Sannio. In questo caso il Senato Romano, venuto a conoscenza dei fatti e temendo che il brutale episodio del tradimento dei patti, applicando il principio “pacta servanda sunt” (trad. “bisogna rispettare i patti”), deliberò dei reintegrare gli Statielli nel loro territorio. È pur vero comunque che talune porzioni di territorio che interessavano ai Romani NON furono restituite. È pur vero che gli Statielli NON vennero reinsediati nel loro territorio originale, ma “un po’ più in là”. Tuttavia è altresì vero che il Senato Romano aveva voluto ristabilire un principio che era alla base (ed è tutt’ora ) dei rapporti internazionali : "pacta servanda sunt".
    Abbiamo citato emblematicamente questo episodio temporalmente vicino a quello degli Apuani, perché, nel caso degli Apuani, è stato invece riscontrato oggettivamente che NON ci fu mai un trattato né un patto fra Romani ed Apuani. Solo una incredibile e misteriosa volontaria discesa da quei monti nei quali erano saldamente arroccati, per consegnarsi tutti (abbiamo detto TUTTI) nelle mani dei Romani in quel di Pisa. Logico dopo quanto abbiamo scritto ( e che è ampiamente documentato dai testi ufficiali) che sorgano dubbi sulla legittimità dell’operazione. Il territorio Apuano in pratica non fu mai ufficialmente inglobato ed incorporato nel territorio della Roma Repubblicana e restò così in condizione di occupazione “de facto” anche col successivo Impero Romano e di qui in avanti dei governanti che si succedettero nei secoli. Cosicché si potrebbe parlare di permanenza dei romani nelle zone Apuane per “usucapione” se non vi fosse una sorta di irregolarità formale di fondo: l’ usocapione può avvenire col tacito consenso all’occupazione o col tacito disinteresse del proprietario a far valere diritti di proprietà.
    Abbiamo osservato dai dati storici che gli Apuani non solo non diedero il tacito consenso, né manifestarono un tacito disinteresse, ma essi furono deportati tutti contro la loro volontà nel Sannio e dopo qualche decennio i loro eredi manifestarono clamorosi dissensi (Guerra sociale) fino ad essere totalmente sterminati.
     

Condividi questa Pagina