Pay to play vs. Agenzie: l'opinione degli addetti ai lavori

Diciamo che più sei bravo a farti dei buoni contatti e ad organizzarti le cose da solo e meno paghi. Però invece di spendere soldi spendi tempo, tempo impiegato a fare l'attività dell'agente commerciale invece che quella del musicista. Attività che, allo scopo di uscire dall'underground, paga infinitamente di più di saper scrivere buona musica.

 

perfettamente d'accordo, infatti io il parallelismo con teatri e stadi l'ho fatto per i biglietti differenziati. il pay to play è merda. punto.

quello che dicevo sul "biglietto vip" è che è una cosa che poi dipende dai promoter, non dalle band che suonano nè tantomeno dal pubblico. non mi meraviglia che abbiano fatto 2+2 chiedendo un prezzo maggiorato a chi vuole stare vicino come avviene, appunto, per altri tipi di spettacoli. noi abbiamo la passione, se va bene pure le band...non mi aspetto ce l'abbiano i promoter.

vero: i contatti sono cruciali e, entro certi limiti (leggasi no pay to play, no palesi marchette, nessun pompaggio mediatico di manifesti incapaci) ci può pure stare.
io, ad esempio, mi sono sempre chiesto perchè i Sabaton vengano tanto pompati: sì, a tratti carucci, ma c'è molto meglio

 

Mmmmm, si e no. I Sabaton, specialmente nel contesto di questo discorso, sono nell'iperuranio. I Sabaton sono pompati perché vendono. Sicuramente sono stati dei fenomeni a vendersi bene per arrivare a quei livelli, ma adesso stanno ovunque perché piacciono.

Io parlavo a livelli molto più bassi. Solo per uscire dalla palude dell'underground ci vuole un dispendio molto grosso di soldi e/o tempo. Da lì poi se sei bravo (non a fare musica) oppure hai culo inizi a guadagnarci qualcosina. Altrimenti continui a buttarci dentro soldi e continui a farlo perché ti diverti e te lo puoi permettere (magari sognando ancora il grande botto dietro l'angolo, true story ).

 

Scusami, ovviamente pensavo ti riferissi al pay to play.
Felice di verificare quanta gente lo ritenga una merda.

Anche la questione dei biglietti VIP è abbastanza spinosa, comunque. Diciamo che differenziare i biglietti sulla scorta della zona occupata è sempre avvenuto, perlomeno nei concerti più grandi e affollati. Tuttavia parliamo di differenze ragionevoli, sia da un punto di vista economico che deontologico (diciamo così).
Per le novelle "aree VIP" i problemi sono, a parer mio, tre:
1) non è più una questione "logistica", di punto d'osservazione del concerto. Si vuole invece creare un'apposita area, una specie di ghetto al contrario che ha basi terrificanti sotto il profilo "ideologico", cosa che ovviamente non crea problemi a chi incassa ma dovrebbe perlomeno far sorgere un paio di domandine a chi deve aprire il portafogli;
2) non è una questione di "ognuno spende i suoi soldi come vuole", naturalmente. Non è questo che si mette in discussione, semmai è l'idea che un evento di massa, teso a unire le persone, finisca per dividere su base economica i fan. Davvero orribile. Chiaro, se in un palazzetto sei a dieci metri dal palco è normale che quello lassù in alto, con vista parziale, voglia pagare meno di te. Siete distanti per via della location, della relativa struttura;
3) invece qui c'è questa sfacciata classificazione piramidale dei fan in cui la discriminante è, nemmeno a dirlo, i soldi. Cosa c'entrino i soldi con la passione per un gruppo o un intero genere musicale lo sanno solo quelli che architettano meccanismi del genere. In un mondo migliore (cioè quello precedente a questo sotto il profilo musicale, quando gli artisti erano miti da avvicinare rispettosamente a fine concerto e si vendevano vagonate di album) cose del genere non dovrebbero accadere. Legittimare la creazione della piramide significa abbracciare la logica del nemico. L'imprenditore ha il diritto di tentare di guadagnare il più possibile; noi fan abbiamo il diritto di dire sì o no; io che dico no col dito medio, ho pure il diritto di far presente che i concerti rock/metal fino a qualche anno fa servivano a tenere vicine le persone con una medesima passione, non a isolarle in un recinto come fossero pecore. E che il rischio, tra qualche anno, è quello di avere concerti in cui la gente comune, dopo un'ora, dovrà abbandonare l'area per lasciare ai soli possessori di un biglietto VIP la possibilità di godersi il resto del concerto, o un evento speciale (set acustico, qualche bis, cover, eccetera). Pare fantascienza, lo so, ma se vent'anni fa mi avessero detto che ai concerti metal avrebbero creato delle zone per fan-VIP e che un sacco di gente le avrebbe anche usate, avrei risposto: "è fantascienza".

 

il che ci riporta al quesito iniziale: perchè?
scherzi a parte, una cosa alimenta l'altra: comincia a investire e raggiungi qualcuno che ti apprezza, più investi e più raggiungi e così via, e sui Sabaton, al di là dell'effettivo gradimento, si investe parecchio.

d'accordissimo, nulla da aggiungere

 

Rilancio: meglio non suonare o suonare aggratis?

 

dipende: se sei un gruppo emergente e il concerto è una buona occasione (per prestigio, affluenza di pubblico, headliner) ci può stare anche il suonare gratis: molto più onesto del pay to play.
al di fuoi di casi come questo o eventi speciali, almeno un rimborso spese sarebbe dovuto

 

Ci sono due scuole di pensiero, anzi tre:
1 - Suono per passione e non per guadagnare, quindi suono gratis senza problemi
2 - Suono per passione e non per guadagnare, ma le mie capacità meritano di essere ripagate, specialmente se c'è qualcuno che ci guadagna dal mio concerto (promoter, locale, ecc)
3 - Suono per guadagnare quindi voglio i soldi

Io personalmente appartengo alla prima categoria, sarà pure capitato che qualcuno ha guadagnato un po' di soldi dal mio suonare gratis, ma si parla sempre di cifre trascurabili. Se un giorno entrassero in ballo cifre sulle centinaia o migliaia di euro allora forse cambierebbe, ma tanto non accadrà (e neanche cerco attivamente di farlo accadere)

 

E se vi proponessero di entrare in un gruppo che suona un genere che non vi piace/fa quasi obiettivamente schifo/è odiato da tutti ma fa un sacco di date in giro, che fareste?
Ma qui sto andando off topic.

 

In tempo di crisi bisogna non rifiutare a priori

 

dipende tutto da due variabili: il pelo sullo stomaco e il bisogno di soldi

 

Di Roma? Ti prego non dirmi che è quello che penso io.

 

Fare tante date in giro è spesso molto molto lontano dal fare soldi

 

Spiega meglio

 

Non posso, non voglio fare nomi sennò la stampa ci ricama sopra