Mafia e criminalità organizzata

Il danno è che il politically correct ad orologeria ha preso il largo... le cose scomode devono rientrare alla fine in un quadro di comodo, sennò non è funzionale agli equilibri...

 

Stato-Mafia, il "papello" di Cosa nostra consegnato ai magistrati di Palermo - cronaca - Repubblica.it

Si stanno facendo passi avanti molto importanti... spero che tutto non finisca in vacca come al solito...

 

mappa sbagliata per quanto riguarda la puglia... a foggia esiste una cosa chiamata credo "antica società foggiana" che ha agganci in campania con alcuni clan camorristici. credo sia abbastanza slegata dalla sacra corona unita.in realtà in puglia c'è molta disomogeneità per quanto riguarda le organizzazioni criminali, ogni provincia ne ha una propria credo(o cmq ne esistono sicuramente 3 o 4 una per foggia una per bari e una per taranto,che potrebbe essere la stesa per lecce ... )

 

Calabria: Lutto per morte boss, Daspo a dirigente del San Luca

APCom - Calabria/ Lutto per morte boss, Daspo a dirigente del San Luca

CRONACA- 11 NOV 2009

Alcuni giocatori avrebbero giocato con il lutto al braccio
Reggio Calabria, 11 nov. (Apcom) - Bufera nel calcio calabrese. Domenica scorsa in occasione dell'incontro di calcio di prima categoria San Luca-Bianco, alcuni giocatori del San Luca sono scesi in campo con il lutto al braccio, per attestare la loro solidarietà nei confronti del boss 'mammasantissima' Antonio Pelle, detto "Gambazza" deceduto per cause naturali alcuni giorni fa, e già al centro di diverse inchiesta della magistratura reggina che attestavano il suo ruolo di capo indiscusso dell'omonima cosca. Questa mattina, la questura di Reggio Calabria ha notificato un provvedimento di Daspo (divieto di accesso per le manifestazioni sportive) per un anno al vice presidente della squadra locale Giuseppe Trimboli, che insieme ad alcuni giocatori era stato già convocato dagli inquirenti nei giorni scorsi per riferire sull'accaduto. Il lutto al braccio di alcuni giocatori del San Luca, che gioca con la maglia bianca, non sarebbe stato notato dall'arbitro dell'incontro, Zucco di Catanzaro, che ha dichiarato nel supplemento di referto di non essersi accorto di nulla. Per questo motivo, la questura reggina sta indagando anche lo stesso fischietto catanzarese per omissione e favoreggiamento. Imbarazzo anche per la federcalcio calabrese, intervenuta con il presidente del comitato, Saverio Mirarchi, che ha dichiarato: "Senza nessun documento ufficiale, senza che l'arbitro abbia scritto nulla nel suo referto, noi abbiamo denunciato tutto alla procura federale perchè faccia luce su questo episodio".

 

Belluno. Nipote del boss ricatta
imprenditore: «Paga o ammazzo i tuoi»

Arrestato 23enne parente del camorrista Mario Indaco
Aveva chiesto 85mila euro, il triplo del pizzo in Campania

Belluno. Nipote del boss ricatta imprenditore: «Paga o ammazzo i tuoi» *-*Il Gazzettino

di Lauredana Marsiglia​

BELLUNO (9 novembre) - I dettagli del primo tentativo di esportare le attività estorsive della camorra a Belluno restano purtroppo oscuri, nonostante la gravità del caso. Solo dalla caserma dei carabinieri di Aversa (Caserta) arriva la conferma dell’arresto di Raffaele Indaco, 23 anni, cuoco, nipote d’arte del boss Mario Indaco, detto "Pesciolino".
L’ordine di custodia cautelare è stato emesso dal Gip del Tribunale di Belluno. Indaco è stato raggiunto ancora giovedì dai carabinieri di Aversa, mentre viaggiava a bordo di una Peugeot nei pressi di Sant’Arpino dove era rientrato da poco. Ora è in carcere con l’accusa di tentata estorsione continuata ed aggravata.

Vittima un imprenditore bellunese che si sarebbe visto chiedere un "pizzo" di ben 85 mila euro. Una cifra che, secondo accreditate fonti locali, sarebbe il triplo rispetto a quanto chiesto agli imprenditori campani. Come dire che Indaco aveva capito benissimo come gira l’economia dell’Italia a due velocità.

Il fatto risalirebbe ancora al gennaio scorso.«Se non mi paghi ammazzo un tuo parente» sarebbe stata la minaccia proferita dal "guaglione". I soldi avrebbero dovuto essere consegnati in Germania, presso una gelateria, passaggio che farebbe pensare che la vittima possa essere proprio un gelatiere.

La rezione dell’imprenditore è stata esemplare: anziché lasciarsi intimidire ha sporto denuncia alla forze dell’ordine. E giovedì l’epilogo di una delle pagine più inquietanti per una Belluno dove la criminalità resta ancora confinata ai furti e qualche rara rapina.

«Non ho mai sentito episodi del genere - commenta preoccupato Andrea Dal Pont dell’Ascom -. Questa è davvero la prima volta e credo che a questo punto sia bene alzare la guardia». Sempre secondo fonti campane, Indaco avrebbe operato come cuoco stagionale anche nel Bellunese. Incensurato, da tempo avrebbe però intrapreso la carriera dello zio, noto prevalentemente per l’attività nello spaccio di sostanze stupefacenti. Il 18 febbraio scorso, Raffaele Indaco, è stato gambizzato a Jena (Germania), dove risiedeva, davanti ad un ristorante italiano. All’origine, secondo gli inquirenti, un presunto regolamento di conti.

 

Il problema mafioso è un problema politico. Quando al Senato verranno a mancare personaggi tipo Cuffaro, Andreotti (aspetta e spera ) e l'amico dei Graviano, il signor "beta", forse si potrà riiniziare una vera parentesi di lotta alla mafia...sperando che non finisca tutto come nel periodo di transizione dalla prima alla seconda repubblica, con i mafiosi che trovano nuovi referenti politici. Io nel mentre anche se non sono del sud, esibisco orgogliosamente sul muro di camera mia un "santino" con Falcone e Borsellino

Berlusca merda ^_^

 

questa me l'ero persa..............

ma scherziamo?!?!?!?!
questi non si rendono neanche conto che la mafia è un PROBLEMA, non una cosa da rispettare!!

 

Vabbè, ma pure in certi litorali laziali è presente la mafia SARDA... è normale che nella mappa ci siano solo le organizzazioni più famose
Tipo dove sto io nell' alto-salento (provincia di Brindisi, più vicino a Taranto però), io non so neanche che cacchio di organizzazione ci sia... perchè almeno nella puglia meridionale la mafia è davvero invisibile, e chi la vede sono solo "i soliti noti" come, chessò, grandi imprenditori, politici, etc... Tutto il contrario della sicilia, della calabria o campania (quante volte abbiamo sentito "i casalesi, il clan di porta nuova", etc? E pure tanti amici miei siciliani, calabresi e campani me lo dicono... anche in città piccole dove ci sono sempre quelle famiglie mafiose, affiliati, etc... E li conoscono pure di persona, eppure.......................).

 

Sindaco antiabusivismo rischia il linciaggio

di Enrico Fierro

La macchina fa il giro di tutta la città ogni sera. Gli altoparlanti chiamano a raccolta. “Protestiamo in comune contro l’abbattimento delle case condonate”. La gente ci crede e va. In comune a fare la voce grossa contro gli abbattimenti. Non delle case condonate, ma di quelle abusive. Siamo a Lamezia Terme, terza città della Calabria, una piana che è una ricchezza, centri commerciali, qualche industria e migliaia di case e costruzioni abusive. Dodicimila sono state condonate nel 2004, 400 no e ora sono da abbattere. Ci sono sentenze ormai definitive, non ci sono vie d’uscita. Per far applicare la legge è dovuto intervenire il Genio guastatori di Palermo. E in città è scoppiata una rivoluzione. Martedì pomeriggio, durante l’ennesima assemblea dei proprietari delle case abusive, il sindaco Gianni Speranza è stato aggredito da un parente dei Giampà. Un cognome pesante che richiama una delle cosche di ‘ndrangheta che con i Torcasio è padrona della città. La ‘ndrangheta di Lamezia è tra le più feroci della Calabria, ma è anche quella che ha rapporti stretti con la politica, al punto che la città vanta ben due scioglimenti del comune per mafia. In uno dei decreti era proprio l’abusivismo edilizio tra i punti posti a base del commissariamento. Il clima è infuocato, perché in molti stanno soffiando sul fuoco della protesta. “Se mi dovesse succedere qualcosa è bene che si sappia di chi è la colpa”, è il messaggio che ci affida il sindaco Speranza. Insegnante, cinque anni fa è stato eletto a furor di popolo con un centrosinistra debole, e in consiglio ha una maggioranza risicata. “Non è solo mafia, in città ci sono ambienti professionali, politici, massonerie varie e interessi alti che stanno ingannando la gente. Il mio mandato è scaduto, tra poco ci saranno le elezioni e c’è chi strumentalizza in modo incosciente queste persone. Si soffia sul fuoco, ma qui c’è la ’ndrangheta e la cenere fa presto a trasformarsi in un incendio”. Finora il Genio ha abbattuto un solo fabbricato, uno scheletro di cemento, ma in città – sulle pagine di un giornale locale e sugli schermi di una tv privata – si grida alle famiglie buttate per strada. “E’ colpa del sindaco, solo lui può risolvere la questione”, dicono ingegneri e avvocati agli abusivi. In una seduta del consiglio comunale, davanti a centinaia di persone esasperate, il consigliere comunale del Pdl, Francesco Chirillo, se n’è uscito con questa frase: “Se la legalità è rappresentata dagli abbattimenti, ebbene preferiamo l’illegalità”. “Stanno ingannando le persone – dice Speranza – nessuno spiega che ci sono sentenze esecutive, che due procuratori della Repubblica hanno semplicemente applicato la legge. Un meccanismo che io non voglio e non posso fermare. Gli speculatori, quelli che sull’abusivismo hanno guadagnato a man bassa, i progettisti che hanno stuprato il territorio, gli ingegneri, quei funzionari pubblici che nel corso degli anni hanno preferito chiudere tutti e due gli occhi, possono dire quello che vogliono. Il sindaco non può fermare la legge”. In tanti hanno messo le mani sulla città a Lamezia. In tantissimi hanno coccolato abusivismo e illegalità. Nel 2004 molti abusivi non fecero neppure la domanda di condono, altri patteggiarono la pena, ma nella convinzione che il sindaco poi avrebbe risolto tutto. Basta una variante al piano regolatore, il sindaco può requisire le case da abbattere, soffiano sul fuoco politicanti e speculatori. “Balle, bugie, inganni – replica Speranza –, c’è chi ha speculato e chi ha ingannato povera gente, è la situazione classica del sud, dove mafia e interessi illeciti strumentalizzano i bisogni. E’ una miscela esplosiva. Noi faremo tutto il possibile per aiutare chi ha bisogno di una casa, ma si sappia che non cederemo ai ricatti”. In Calabria tutto è difficile, far rispettare la legge addirittura una impresa ardua.

da Il Fatto Quotidiano 20/11/2009

 

NDRANGHETA MAXI OPERAZIONE POLIZIA CONTRO CLAN CROTONESE (2) - Agenzia di stampa Asca

 

Documentario mega interessante sulla ndrangheta:

A quanto pare più di metà dei grattacieli delle metropoli tedesche appartengono a loro
Un fatturato annuale di praticamente 45 miliardi !!

 

I famosi squali...
I calabresi pare siano l'organizzazione più potente in assoluto...

 

Nova Lectio a quanto pare si dev essere accorto che abbiamo riuppato questo topic

Addirittura?

 

L'ho letto diverse volte... sono dappertutto, all'estero.