Libri

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"Noi" l'ho letto una vita fa, anche quello decisamente interessante, sia per alcune idee alla base, ma anche per la storia travagliata del racconto (che ha avuto un'edizione in lingua russa soltanto poco prima della caduta del muro di Berlino).

 

Oggi è arrivato "Noi" di Zamjatin e ora sono tentato di prendere anche "Il Ciclo del principe Corum" di Moorcock

 

"Noi" va letto

 

Che buono l'odore dei libri

 

Corum è bellino, non come Elric ma ha i suoi momenti. Come al solito il meglio viene fuori quando moorcock va in acido totale e partono i deliri.

 

Potrei farmelo come regalo di natale

 

Preso "Alta fedeltà" di Hornby.
Tantissimi anni fa vidi il film e non mi entusiasmò. Già allora, però, presentii che leggere il libro sarebbe stata un'esperienza più appagante.
Spero di non essere smentito.

 

E invece l'ho finito, e ho letto anche Il Gabbiano Jonathan Livingstone, e inizio ora La Caduta di Camus, libri brevi per fare numero (cit.) ma anche per riprendermi un attimo dalle 900 pagine della Karenina.

 

Simpatico, anche lui. Poi se riesci a leggerlo senza immaginarti la faccia da scemo di Cusack sicuramente guadagna punti.

 

Farò volentieri questo sforzo, non mi è mai piaciuto John Cusack (della famiglia preferisco quella simpaticona di Joan).

Com'è andata? Non l'ho mai letto e mi incuriosisce sempre il parere di chi, nel 2022, si sciroppa il classico capolavoro-mattonazzo vecchio di un secolo e mezzo.

E Il Gabbiano Jonathan Livingstone? Io l'ho letto anni fa, me lo descrivevano tutti come un bellissimo romanzo (che poi è un racconto) pregno di significati. Invece mi annoiò un pochino.

 

Io l'ho riletto qualche anno fa a me é piaciuto solo metà, la seconda metà stile Dragon Ball sotto acidi mi ha lasciato perplesso

 

La Karenina parte lenta, per un buon 100 pagine e forse più, ci vuole tempo per presentare bene tutti i personaggi e farli partire, poi diventa abbastanza scorrevole. Ma le ultime 200 tornano un po' ad appesantirsi: lì sono sono concentrati la maggior parte dei dialoghi filosofici, religiosi, sociali, "eh la Russia di oggi", e tutta una parte sulle elezioni che è a mano il punto più noioso, soprattutto perché avviene in un momento "di stallo", in cui la trama in sé è ferma da un po'. Comunque niente di davvero pesante come il capitolo dell'inquisitore e le arringhe degli avvocati dei Fratelli Karamazov.
La sensazione è che il libro poteva chiamarsi "Konstantin Levin", perché è vero che è la Karenina a mettere in moto tutto, ma Levin prende presto il ruolo centrale, ed è lui al centro di tutti quei ragionamenti filosofici e sulla "questione contadina" che occupa una parte davvero importante del libro.
Inoltre è difficile non empatizzare con Levin, mentre la Kerenina è stronza.
Notevole la cura per la psicologia dei personaggi: molto verte sul frainteso, sugli sguardo, sul detto-non detto, sulle emozioni, tutto raccontato benissimo (ovviamente). Sono psicologie e dilemmi più calmi e interiori di quelli di Dostoevskij, i cui personaggi spesso sono teatrali (in senso buono).

Il Gabbiano è un libro simpatico. Poteva essere la versione aerea della Collina dei Conigli, ma poi prende una piega inaspettata e diventa la versione per uccelli marini del Vangelo.

 

Bravo, ottima scelta. Ci troverai tanto divertimento e la giusta dose di droga