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I nostri ascolti

Discussione in 'Sondaggi' iniziata da Zerotolerance70, 26 Ottobre 2014.

  1. Dwight Fry

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    8 Agosto 2023

    Quando si discute di un argomento (con qualcuno che peraltro non è di certo nato ieri) gli anni in più non conferiscono in automatico autorevolezza, è solo una pia illusione nutrita da (indovina un po'?) chi ha qualche anno in più.
    Se un tizio ti dice che “Machine head” dei Deep Purple è sopravvalutato, per esempio, guadagna credibilità se afferma di aver comprato quel disco nel '72?
     
  2. Dwight Fry

    Dwight Fry
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    Cialtrone

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    8 Agosto 2023

    Freddie Mercury, “The Very Best of Freddie Mercury Solo” (2006)

    [​IMG]

    La prima cosa che ho fatto, dopo aver estratto gli MP3 dal CD in oggetto, è stata eliminare il remix di “Living on my own”, quell'orrenda truzzata che per tutto il '93 fui costretto a sorbirmi ovunque andassi, e il remix di “Love kills”, che riesce a rendere perfino più brutta la versione originale (a differenza del remix del '92 che spaccava il culo ai passeri grazie ai chitarroni).
    Ciò che rimane è un insieme di brani che non raggiunge le vette dei Queen, quasi sempre non ci si avvicina neppure, ma garantisce brividi a chiunque sia cresciuto con quella voce.

    Qui ci sono i pezzi più noti di Freddie, alcuni dei quali finiti poi in versione rimaneggiata su “Made in heaven” dei Queen, in tal senso devo ammettere che la title track di quell'album la preferisco nella sua veste originale mentre “I was born to love you” è nettamente migliore nella straripante versione rock dei Queen.

    Rivalutati anche i pezzi con Montserrat Caballé, esperimento a due voci che non mi ha mai preso: e chi se la ricordava così struggente, “Guide me home”? Il crescendo drammatico, sul ritornello, riprende un tema caro all'ultimo Mercury, quello già malato: la paura di restare solo (Who will find me, take care and side with me?) nel momento di dover tornare indietro, al nulla che precede il big bang della propria esistenza.
    A me un po' di pelle d'oca viene, nel risentire oggi la canzone.

    Contento di aver beccato anche i due pezzi che Freddie ha inciso col progetto Larry Lurex, mentre ho accolto con rammarico l'assenza di “My Love Is Dangerous”, pezzo che in origine incrociava reggae e rock ma che nel remix del '92 venne trasformato in un possente pezzo hard rock.

    Infine, considero “In my defence” uno dei pezzi più belli mai cantati da Freddie e penso che “There must be more to life than this” (al netto della solita retorica da Live Aid) sia una ballata che meritava di trovare posto nell'album per il quale era stata composta originariamente dai Queen, cioè “Hot space”, ma vista la sovrabbondanza di canzoni-capolavoro capisco che fosse impossibile trovare un po' di spazio in quella cagata di album.

    E insomma, dopo più di trent'anni sono ancora qui a parlare di un tizio baffuto morto nel '91: pensare che all'epoca mi dicevano che prima o poi mi sarebbe passata, 'sta fissa.
     
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  3. Vittorio

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    Poi vediamo.
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    8 Agosto 2023

    :seghe::seghe::seghe:
     
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  4. Carnival900

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    Power and the Glory

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    8 Agosto 2023

    È questa la migliore raccolta solista di Freddie o ne consiglieresti altre?
     
  5. Idol

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    8 Agosto 2023

    @Dwight Fry ce l'hai con me?:cosa:

    Non ho voluto continuare un discorso per evitare lunghe ed inutili discussioni, e ribadito come ti ammiro(ammiravo) seriamente, ma il prendere singole frasi di un discorso (del quale potrei essere in generale d'accordo ma non su tutto) non ti fa onore.
    Quella sugli AIC era una semplice battuta fine a se stessa, avevo pure messo le emoticon ma evidentemente non le hai capite, per poi ribadire seriamente che la coerenza in musica non è proprio un gran valore anche per i gruppi grunge (e non vado oltre).
    Idem la frase su Ultramega OK, era una semplice battuta perché sembra che a me non piaccia il grunge ed i suoi gruppi, quando invece è vero il contrario (infatti ho fatto conoscere a Reign alcuni gruppi minori del genere).

    Evidentemente non ci azzecchiamo troppo, magari sono io, ma eviterò di rispondere ai tuoi messaggi onde evitare altre discussioni.
     
  6. Idol

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    8 Agosto 2023

    Un giorno o l'altro parlerò dei Saigon Kick:sisi:
     
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  7. Sinner

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    Gloria Cremisi

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    8 Agosto 2023

    Non sono del mestiere :hihi:

    Questa presunta vicinanza degli AIC al glam viene fuori spesso, sicuramente a causa delle acconciature improbabili del giovane Layne Staley, e viene considerata alternativamente come un merito o come un demerito. Pero' a livello musicale non ha alcun fondamento.
     
  8. Sinner

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    Gloria Cremisi

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    8 Agosto 2023

    Grandi Saigon Kick, The Lizard e' veramente un grande album.
     
  9. Blitz

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    25 Agosto 2023

    Presente: Angel Dust FINO a Border of Reality o DA Border of Reality? ;)
     
  10. Dwight Fry

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    Cialtrone

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    12 Settembre 2023

    Eh, ci vuole scienza per capirle...
    Le emoticon per me non hanno alcun valore, dal momento che (in generale) rientrano tra le potenziali forme di falsificazione di un messaggio. Le ignoro, e per coerenza non le uso mai.
    Nessuna emoticon, ad ogni buon conto, può raddrizzare un riferimento fuori fuoco, o un'argomentazione fragile.

    Come vuoi. Ognuno adotta l'approccio che preferisce, nel rapportarsi al pensiero altrui. Per esempio io, quando si discute, valuto ciò che viene scritto, non colui che scrive. Mi interessa formarmi un'opinione su un argomento musicale, non sulle persone, per cui continuerò a leggere col consueto interesse i tuoi post e, qualora dovessi notare imprecisioni o distorsioni su un tema che padroneggio, non mi farò problemi a dire la mia.
    In caso contrario terrò la bocca chiusa e cercherò di imparare qualcosa. È una sana abitudine.

    No, la migliore è “Messenger of the Gods”, per chi vuole affrontare una spesa ordinaria.
    Altrimenti ci sono i 10 CD del “Freddie Mercury Solo Collection”, ma in tutta onestà non credo proprio che la carriera del Mercury solista valga un investimento del genere.

    Quelli da “Border” in poi. L'accostamento è dovuto, più che a eventuali somiglianze musicali (che pure ci sono), alla personalità con cui entrambe le band hanno saputo coniugare tecnica strumentale, melodia e aggressività in un contesto heavy-power.
     
  11. Dwight Fry

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    12 Settembre 2023

    Cirith Ungol, “Frost and fire” (1981)

    [​IMG]

    Di solito gli album di debutto delle grandi band vengono considerati o bellissimi o acerbi, solo che a me alcuni di quegli album acerbi piacciono, per esempio il primo dei Magnum, l'omonimo dei Saxon o il qui presente “Frost and fire”.

    Nell'esordio dei Cirith Ungol mi colpisce l'amalgama tra heavy oscuro, hard rock e forse un pizzico di punk (il giro di tastiere di “What Does It Take” è roba che ti aspetteresti da Damned, Stranglers o qualche gruppo psychobilly, e i riff che reggono il ritornello di “Edge of a knife” mi ricordano vagamente “Dole Q” degli Exploited).
    Quanto all'hard rock, ce n'è in abbondanza. “Better off dead”, in particolare, sembra fare il verso ai Led Zeppelin, anche nel cantato (qui fastidiosetto) di Tim Baker. In generale c'è chi reputa “Frost and fire” un album prettamente hard rock, ma considerando l'anno di uscita, il sound spigoloso e la pesantezza di 2-3 brani, inserirei questo debutto nel limbo del generico hard & heavy.

    Aggiungo che la galoppante title track, heavy al 100%, è probabilmente il mio pezzo preferito della band e che la voce di Tim mi è piaciuta dalla prima volta che l'ho ascoltata: quando ho scoperto che molti la odiano mi sono chiesto perché e in tutta franchezza continuo a chiedermelo, alle mie orecchie ci sono voci molto più difficili da digerire (King Diamond, Bolthendal e Udo, dovendo citare tre nomi famosi).

    Un buon album di debutto, per me che amo i generi condensati in “Frost and fire”, ma ovviamente comprendo chi lo snobba in virtù dei lavori successivi: se uno cerca solo colate di metallo, qua casca male.
    Acquistato in CD quest'anno, ristampa Metal Blade del '99. Qui la vecchissima rece di TM:
    Recensione Frost And Fire - truemetal.it
     
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  12. Carnival900

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    13 Settembre 2023

  13. Dwight Fry

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    13 Settembre 2023

    No, io non ho la versione in 2 CD. Ho questa:
    Freddie Mercury - Lover Of Life - Singer Of Songs - The Very Best Of Freddie Mercury Solo

    "Messenger of the gods" ha anche il CD con le b-side, comunque, non solo quello coi singoli.
    Tutto sommato però sono interscambiabili, è vero. Diciamo che "Messenger..." ha in più "She blows hot and cold", che in giro si trova raramente. Stesso discorso per "Stop All the Fighting", solo che quel brano fa schifo.

    Se poi non vuoi una compilation ma i 2 album ufficiali (più un CD bonus) prendi la versione "povera" del Freddie Mercury Solo, su Medimops l'ho vista a tipo 5 euro e sono pur sempre 3 CD:
    Freddie Mercury - Solo
     
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  14. Dwight Fry

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    15 Settembre 2023

    Iced Earth, “The dark saga” (1995, US power metal)

    [​IMG]

    Secondo album con Barlow alla voce, cantante che alcuni considerano (comprensibilmente) tra i migliori di sempre ma che lascio al di fuori della mia top-ten, pur riconoscendogli abilità tecniche e un pathos notevolissimo (pure troppo... forse è quello a perplimermi certe volte).
    Divagazioni a parte: “The dark saga” è un disco bellissimo, duro e drammatico in virtù del concept e coi soliti passaggi di puro thrash, ma anche melodico e coinvolgente. “A question of heaven” in tal senso è una roba pazzesca, con un Barlow stratosferico, poi per i miei gusti non c'è un solo brano debole in tutta la tracklist. Oddio, forse “The suffering scarred” mi entusiasma un po' meno ma capirai, una canzone su dieci.

    Durante l'ascolto riconosci l'influenza esercitata da altre band (Metallica per la title track, Iron Maiden per “Slave to the dark”, Queensryche per “I died for you”, eccetera), eppure non hai mai la sensazione di ascoltare un album impersonale. Al contrario: Schaffer e soci rimescolano gli ingredienti per realizzare qualcosa che ha un suo gusto, una sua personalità, e soprattutto un suo valore.

    Discone, era dai tempi dei volumetti sull'heavy metal che non lo riascoltavo. Felice di averlo fatto per bene, con stereo e cuffie, dopo aver acquistato a maggio il CD.

    Qui la preistorica recensione di TM:
    Recensione Dark Saga - truemetal.it
     
    #1799
    Ultima modifica: 19 Settembre 2023
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  15. Dwight Fry

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    19 Settembre 2023

    Saxon, “Sacrifice” (2013, heavy metal)

    [​IMG]

    Al momento dell'uscita, ascoltato un paio di volte, non mi lasciò nulla.
    Ripreso a distanza di anni per via della retrospettiva elaborata dal sottoscritto e pubblicata qui su TM, già mi era piaciuto di più.
    Acquistato in CD, ho potuto ascoltarlo nella maniera migliore e confermare così la seconda opinione: “Sacrifice” è un bell'album, superiore ai due lavori successivi, il discreto “Battering ram” e il tedioso “Thunderbolt”.

    Mi piace la natura stradaiola di queste composizioni, i brani suonano freschi e potenti come certe hit di inizio carriera (“Warriors of the road” non avrebbe sfigurato tra le canzoni speed di “Strong arm of the law”) . Temevo per la resa sulla lunga distanza, invece mi sono sorpreso ad ascoltarlo molte volte con immutato piacere. La seconda parte dell'album è meno accattivante, forse, tuttavia qualcosa di buono c'è anche in quei pezzi lì, soprattutto negli assoli.

    Quasi superfluo sottolineare la grinta di una band che sul piano squisitamente metallico ha stracciato nel corso del tempo gran parte della concorrenza legata alla NWOBHM, perlopiù persa dietro a tentazioni progressive, modernizzazioni non richieste o dolcificanti vari, così come è inutile ribadire la grandezza di Biff Byford, l'unico cantante di quel movimento che i fan preferiscono in versione “anziana”.

    L'album presenta un secondo CD con 5 vecchie canzoni dei Saxon ri-registrate per l'occorrenza. Ci si poteva risparmiare “Just let me rock” e “Forever free”, che nulla aggiungono alle versioni originali, ma il bonus disc acquisisce un senso ascoltando la riverniciata conferita a “Crusader”, che qui risplende, e soprattutto i nuovi arrangiamenti di “Requiem” e “Frozen rainbow”, venuti benissimo.
    Bello anche il booklet della mia edizione digibook, formato che detesto per le rogne che procura al momento di trovargli una collocazione, ma obiettivamente intrigante.

    Qui la recensione di un gasatissimo Stefano Ricetti:
    Recensione Sacrifice - truemetal.it
     
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