CSI, CCCP, Diaframma

haha potrebbe essere così però dai video non sembrava male ho visto solo le canzoni che conoscevo però.. magari può valere la pena se si è di zona

 

Un mio amico ha appena caricato sul tubo per intero il documentario "Viaggio in Mongolia" di Marco Preti, con la voce narrante Giovanni Lindo Ferretti e le musiche dei CSI, andato in onda a Geo & Geo su Raitre nel 1996.

 

Per me, il loro miglior disco. La mia preferita è "Forma e Sostanza", chiaramente ispirata alle sonorità dei The Cure del periodo di "Disintegration" e "Wish".

 

Ho visto i CS I in concerto a Catania quando uscì tabula rasa, spettacolare concerto, a un paio di metri da dovero, stava seduto Franco Battiato, grande amico di Ferretti.

 

wow, posso solo immaginare!

 

A me i CSI non dispiacciono, non sono molte le canzoni che mi fanno impazzire, ci metto Io Sto Bene, Forma e Sostanza, Unità di Produzione, In Viaggio, l'album In Quiete che è toccante, Zamboni-Canali accoppiata da brividi con dei suoni favolosi.

 

Ricordo da ragazzino che andavo a vedere i concerti dei CCCP. e rimanevo affascinato dalle esibizioni del mimo, grande personaggio

 

una delle mie preferite di tutto il titolo del thread

 

pubblicazione interessante per la Crac Edizioni
io sono la New Wave: storia di Federico Fiumani e dei Diaframma
crac: Valerio "Rainbow Raising" Spinosa :: Io sono la New Wave.

 

1917 - 2017
I SOVIET + L’ELETTRICITA’
Cento anni di rivoluzione russa
Un secolo di CCCP

Un comizio musicale di Massimo Zamboni, con la partecipazione di Angela Baraldi, Max Collini, Fatur, Simone Filippi, Simone Beneventi, Cristiano Roversi, Erik Montanari

7 novembre Napoli, Teatro Augusteo
12 novembre Firenze, Teatro Verdi
13 novembre Bologna, Teatro Il Celebrazioni
15 novembre Udine, Teatro Nuovo Giovanni da Udine
20 novembre Torino, Teatro Colosseo
7 dicembre Reggio Emilia, Palazzo dello Sport Bigi

CONCEPT

I SOVIET + L’ELETTRICITA’ è uno spettacolo ideato e diretto da Massimo Zamboni dedicato al centenario della rivoluzione bolscevica del novembre 1917. Un comizio musicale che attingendo al linguaggio, alle parole d’ordine e ai simboli del socialismo reale, evoca il mito infranto della rivoluzione: della rivolta degli oppressi, del potere agli operai e ai contadini, della società senza classi e senza sfrutt amento dell’uomo sull’uomo. Quel mutamento epocale che riuscì a creare un immaginario collettivo per gli oppressi di tutto il mondo; il grande sogno che fece credere alla possibilità dell’uomo nuovo. Nel secolo odierno quelle passioni accese dalla rivoluz ione d'Ottobre sono incagliate nei libri di storia, e forse l'unico modo sensato di riparlare oggi di CCCP, di ricordare la presa del Palazzo d'Inverno, è tornare a dar vita alle parole di allora, scontrandole con quelle dell'oggi, elaborandole in un testo drammaturgico moderno che non teme l'enfasi, l'utopia, ma nemmeno la disperazione.

LO SPETTACOLO

Sul palco dominano gli elementi classici dell'iconografia sovietica: il podio e le tribune d'onore. Strutture per c erimonie politiche, solenni e oppressive allo stesso tempo, dove i cantanti diventano oratori, i musicisti membri di un Partito, il gruppo musicale Apparato. Alle proiezioni filmate il compito di segnalare il momento storico e le sue possibili interpretazi oni, al performer il ruolo di assumere i contrasti su di sé, lasciandoli esplodere. La struttura musicale, tratta in massima parte dal repertorio di CCCP - Fedeli alla Linea, cavalca la linea larghissima che congiunge la celebrazione allo sgomento, la scenog rafia ufficiale alla fragilità del singolo. Canzoni che scivolano le une nelle altre mescolandosi alla parola recitata, agli slogan, alle sonorizzazioni, alle performance, alle proiezioni. Nessun concerto rock ma una azione teatrale - musicale per una dramma turgia complessa e articolata, costituita in pieni e vuoti. Sarà tutto il '900 a trascorrere sul palco, attraverso la rievocazione, l'alternanza dei momenti più dolorosi (lo stalinismo, le dittature, la guerra in Afghanistan, nei Balcani) e più alti e sole nni, a costituire una celebrazione dedicata all'ambizione che anima le vite degli uomini: quella di sentirsi uguali e padroni del proprio destino.

 

Ciao, giovedì sera sono andato a vedere i Diaframma assieme ai Go Flamingo! in un teatro del centro qui a Ferrara



(foto Arci Zone K)



I Go Flamingo! bel sound rotondo e circolare, pure new wave di inizio anni 80, ma col difetto che se facevano due volte la stessa canzone non se ne accorgeva nessuno (cit.). Comunque sull'impianto resident uscivano bene, il che non è scontato visto il posto anche se è un teatro, lo conosco abbastanza.






Poi coi Diaframma, già avevo visto Fiumani che rompeva un po' troppo le palle al fonico (che conosco) durante il cambio palco, nel sincerarsi delle condizioni della spia. Che ci poteva stare, ma lo vedevo con l'espressione scazzata e i sorrisi seguenti che denotavano arroganza e non serenità.

Il live è stato è stato buono, migliore degli altri che avevo visto, come resa delle canzoni, suoni e coinvolgimento. Purtroppo ha difettato di presenza scenica e simpatia. Dopo qualche canzone dall'inizio, il proseguo sembrava promettente quando Fiumani ha detto "oh ma se state seduti per noi è un concerto a metà". Opinione che condivido e che per fortuna il pubblico ha ascoltato. In effetti stare seduto ai concerti non mi piace, men che meno i posti a sedere in mezzo alle scatole, ma quello è un teatro (pure bello) per cui pazienza. Ci sia alza e bona.

Poi quello che sembrava un aumento di feeling con la sala, si è trasformato in una parata di vanità. Prima interrompe il concerto per far notare la gente della balconata che entrava nei camerini "se ci fregano la roba poi ci gira il cazzo". Che anche questa potrebbe starci, se non fosse che l'ha tenuta un attimo in sospensione prima di dirlo, bastava un cenno e poi forse lui non sa che quel lato del teatro è tutto comunicante. Perchè detta così potrebbe sembrare che dei fanZ volessero entrare apposta per fregargli le camice stile narcos, in realtà lì è tutto aperto e probabilmente quella gente stava andando al cesso

Poi ha iniziato la lunghissima polemica col fonico perchè dal microfono voce pretendeva l'impossibile, diceva di non sentirsi quando in realtà si sentiva benissimo perchè era sparato al massimo... più di così faceva larsen. Si lamentava del larsen e andava a provare i microfoni degli altri, facendo notare che con quelli non lo faceva (e te credo, erano più bassi...). Chiedeva al pubblico se si sentiva bene, nel silenzio generale, diceva che durante le prove non era così e si sentiva, chiedeva anche se i Go Flamingo! si sentivano e "ma è sempre così qua?, Che prima si sente e poi no?". Poi riprende e durante tutto il resto del live andava a cantare dai microfoni dell'altro chitarrista e del bassista. Non plus ultra, verso la fine, anche da quello del batterista.

Poi a parole se la tirava una cifra. A una balerina che gli ha chiesto della camicia rosa "eh ho visto tante cose che non vi potete immaginare" (?). Poi con gli applausi tra una canzone e l'altra "si va be va be, alla carriera...". Alla fine nel presentare i componenti della band, ha chiuso con " e alla voce Miro Sassolini"...






Le altre due volte che l'avevo visto qui a Ferrara non aveva fatto cosí, aveva avuto un comportamento sobrio e tutt'altro che da star. Forse perchè c'erano quattro gatti, invece stavolta la gente c'era e si è gasato.

 

ho perso il conto delle volte che ho visto i Diaframma live e devo dire che ogni tanto Fiumani ha questi atteggiamenti...non so da cosa dipende
un personaggio particolare che apprezzo molto e seguo dai tempi della collaborazione con i Litfiba ma a volte quando si esalta con questi comportamenti mi infastidisce

 

Sabato sarò al Fabrik (Cagliari) per vedere ,per la prima volta, i Diaframma...Se pesca dagli album fino ad Anni Luce mi fa più contento

 

di solito le scalette sono molto varie , ultimamente molto incentrate su Siberia (avendo risuonato l'album) però spazia molto nella discografia
dovresti rimanere soddisfatto